Caro diario, non ho mai scritto seriamente un diario. Credo sia ora di sfogarsi un po’ con un foglio di carta e una penna, piuttosto che con un telefono, attraverso un messaggio, un post, un tweet o uno stato. Bene ora devi promettere di mantenere questi segreti. Promesso? D’accordo procediamo.


20 Maggio 2013, Mediolanum, Milano. Loro erano più vicini di sempre, ci separavano solamente 53 chilometri, ci separava un’autostrada, un’ora nemmeno di viaggio, un pieno neanche di benzina (?). La loro voce ha rimbombato nel Forum di Assago, ha emozionato migliaia di ragazze, ha fatto piangere di gioia, ha riempito di lacrime occhi felici, ha scombussolato stomachi, li ha riempiti di farfalle, ha migliorato vite e ne ha salvate. Sembra stupido vero? Beh io quel giorno non c’ero. Già. Ero a cinquanta chilometri da loro, ero nel mio letto, a piangere, a insultare i miei genitori per non avermi comprato il biglietto, a insultare me stessa per non averli convinti abbastanza, ad abbracciare il mio pupazzo inondandolo di lacrime. Loro erano cosi felici, stavano cantando con il proprio idolo, lo stavano facendo sentire bene, lo facevano sentire a casa, amato, coccolato da ragazzine di 15 anni che l’unica cosa che vogliono dalla loro vita non è il primo bacio o la prima scopata, ma la felicità del proprio idolo. Idolo non vuol dire amare la sua musica (<<< anche questo conta ovviamente), idolo vuol dire amare quella persona con tutta te stessa, idolo significa rimanere sempre, nelle gioie, nelle difficoltà, negli sbagli, nelle stronzate, idolo vuol dire sostenere ovunque e sempre, idolo vuol dire perdere la testa, idolo vuol dire ridere, pinagere, disperarsi, sclerare, rotolare, saltare, urlare, aspettare ma soprattutto innamorarsi. Invece, le ragazze con il biglietto erano semplicemente felici, pronte a tutto, a piangere e a ridere, erano pronte a distruggere quella fottuta distanza, erano agguerrite, pronte a sfondare quei cancelli, a far strappare il loro biglietto e soprattutto erano pronte al giorno più bello della loro vita. Dio mio sembra tutto cosi infantile. Mi sento davvero una bambina dell’asilo. Mi sono affezionata a loro come non mai.

28 Giugno 2014, San Siro, Milano Eh già! Questa volta, ho decisamente vinto io, cara distanza, io li vedrò e questa volta ci separeranno forse 50 metri, ci separeranno soltanto le teste di alcune ragazze che hanno realizzato il mio stesso sogno, ragazze che io ormai oso chiamare sorelle, perché sono come, sono uguali a me, provano le mie stesse emozioni e io non posso fare altro che ringraziarle, anche se non le conosco, anche se vivono dall’altra parte del mondo, anche se shippiamo i ragazzi nei modi più stravaganti, anche se qualche litigio scappa, ma non importa. Amo loro come amo quei cinque idioti che voi chiamate: gay, noioso, puttaniere, terroriste e brutto. Ma sapete cosa? Loro hanno realizzato il loro sogno, sono saliti su quel palco e hanno fatto il culo a tutti! Hanno sfondato, ci sono riusciti e per quanto questo diario possa sembrare una lagna, me ne sbatto ok? Loro sono i miei idoli, li amo e li vedrò. Piangerò, urlerò, canterò, shipperò, salterò, sclererò, si, ma con la mia seconda famiglia! Ok ehm basta non ho altro da dire caro diario. Con amooooore, tua Theyrockme.


ANGOLO “AUTRICE”. Bene, questo è il mio diario, spero soltanto vi piaccia, volevo pubblicarlo per potermi sfogare realmente con qualcuno. Questo è tutto ciò che penso ma avrei tanto altro da aggiungere. Buona lettura, theyrockme. (seguitemi anche su Twitter, sono @theyrockme )