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Autore: FinalBunny    29/07/2008    13 recensioni
ZoroXNami C’era qualcosa nel loro modo di amarsi che somigliava ad una sfida, volta però a chi fosse stato più capace nel donare all’altro tutto se stesso.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte della rinascita
DISCLAIMER: One piece e tutti i suoi personaggi appartengono al grande maestro Eiichiro Oda^^
La fanart di Nami e Zoro è proprietà di nikoniko



Nami finalmente era libera dall’angoscia che l’aveva attanagliata per tutto quel tempo.

Otto lunghi anni passati a soffrire per un mostro che le aveva rubato l’infanzia, l’adolescenza e l’aveva gettata in un baratro di sconforto.
Lei aveva sempre combattuto con speranza e con forza, andando contro i suoi stessi compagni, cercando di proteggerli e nello stesso tempo allontanandoli da se stessa.
Le era costato tanto questa volta mentire, recitare quella parte che non era la sua.

Il suo capitano le aveva teso una mano, non aveva mai smesso di avere fiducia in lei, e questo pensiero le aveva dato la forza di chiedergli aiuto alla fine.
Ora era davvero finita, stava di nuovo in quella che per lei era la sua nuova casa, la sua nuova famiglia, con i suoi veri compagni.
Era calata la notte da quando erano salpati dal suo villaggio, il braccio le faceva ancora un po’ male per il nuovo tatuaggio, ma era cosi felice che quel piccolo dolore la facesse sentire tanto forte.
Aveva impresso i simboli che più erano importanti per lei, a ricordo di tutto l’amore che provava per le due persone a lei più care.
La cicatrice che le era rimasta sulla spalla invece, era il ricordo dell’odio, dell’aver cancellato e strappato via dalla sua carne un simbolo cosi infamante.
Ma andava bene cosi, il passato non si cancella mai del tutto, pensò, avrebbe finalmente ricominciato a vivere.

Era libera.

Quella mattina erano salpati molto presto, non aveva avuto il coraggio di salutare gli abitanti del suo villaggio come avrebbe dovuto, si era limitata a rubargli i pochi spiccioli che avevano, cosi, a ricordo che in fondo lei era sempre la stessa Nami, sbracciandosi poi in saluti per tutti, ridendo come la monella che era sempre stata.
Fu una giornata tranquilla sulla Going Merry, come se lei non l'avesse mai abbandonata.
Sanji le preparò mille ghiottonerie e la trattò sempre come una principessa. Rufy si rimpinzò al suo solito, per nulla sazio del cibo della festa fatta la sera prima al villaggio.
Usopp stava escogitando nuove invenzioni, mentre Zoro si vide solo a pranzo e cena, ma stette sempre in silenzio, per tutto il resto non fece altro che starsene in alto di vedetta.
Lei sorrise sempre, per tutto il giorno, sapeva che i suoi compagni ora conoscevano la sua storia grazie a sua sorella, ma non fecero troppe domande, e lei non scese nei particolari, voleva solo dimenticare. Era davvero grata a tutti quanti loro, per tutto.

Ma adesso che era da sola di notte, senza il frastuono di una festa di liberazione, senza le urla sgangherate della ciurma, più voleva dimenticare, più in realtà ricordava, alcuni flash la travolgevano all’improvviso, cosi si strinse nelle ginocchia, sotto i mandarini dove si sentiva protetta.
Tutti quanti dormivano, il rumore delle onde e del vento la rilassavano un pò, il profumo dei suoi alberi la confortava come faceva sua madre quando era piccola.

Ad un tratto sentì la porta della cabina aprirsi, e vide lo spadaccino uscire, posizionarsi sotto l’albero maestro, dove si sedette.

Per Nami fu come se il tempo si fosse fermato in quel momento. Come un ondata i ricordi la travolsero.

Lui, gettarsi con mani e piedi legati, davanti i suoi occhi.
Aveva capito subito il suo bluff e l’aveva sfidata.
"Non sforzarti a fare finta di essere malvagia, non riesci neanche a veder morire una persona!"
E ripensava al momento in cui lei, col cuore in gola, aveva lanciato le sue scarpe per aria gettandosi in acqua per salvarlo, e lui che la guardava fisso mentre affondava giù, con un sorrisetto sarcastico, che si smorzò quando incrociò lo sguardo di lei.
Non l’aveva mai vista cosi prima, smarrita, spaventata e cosi vera.

Con gli occhi Nami cercava di fargli capire quanto le stesse costando quella farsa.

Lei gli cinse la schiena mentre risalivano verso la superficie, ma avrebbe voluto che quel momento non fosse mai finito, in quei pochi secondi dove era veramente se stessa, al di sotto della realtà che l’attendeva in superficie.
Lui la strattonò cercando di liberarsi da quella presa. Con la testa gli fece cenno di scappare verso il cancello di uscita che collegava quella piscina al mare aperto, di andare via da li, ma lei gli girò dietro le spalle e lo afferrò per i polsi legati, costringendolo a nuotare verso l’alto.
Zoro non avrebbe mai saputo che le lacrime di Nami erano tutt’uno con l'acqua in quel momento.
Anche dopo, quando lo liberò dalla cella, non ebbe quasi più il coraggio di guardarlo negli occhi, voleva solo che se ne andasse il più lontano possibile da quella miseria.
Lei aveva sperato con tutta se stessa, che in fondo, i suoi compagni sarebbero venuti lo stesso, che avrebbero capito, e quando aveva visto quello spadaccino, con i suoi modi rudi e sbruffoni combattere per lei, con quella grave ferita nel petto e la febbre altissima, tranciare avversario su avversario, senza fermarsi, avrebbe voluto dirgli quanto questo avesse significato per lei. Per tutto il giorno poi, Zoro era stato l'unico con cui non aveva avuto modo di parlare, ne di litigare, il che era ancora più strano.
Prese coraggio, e si decise.
"...Ehi Zoro, non dovresti riposare nelle tue condizioni?"
Lo spadaccino alzò lo sguardo in direzione della sua voce, sorpreso.

Non poteva più evitarla, come aveva fatto durante il giorno, in alto di vedetta.

"E tu che ci fai ancora in piedi?"
Nami non era preparata a questo, aveva pensato solo a cosa dire, non a cosa rispondere.
"...Io…nulla, non riuscivo a dormire" le usci senza pensarci.
Zoro non parlò, ma si alzò. Forse c'era ancora una possibilità di andarsene da li.
"In questo caso, ti lascio sola, goditi la serata e i tuoi pensieri allora, buonanotte Nami."
"Zoro!...Io volevo ringraziarti per quello che hai fatto!". Non badò ai suoi modi bruschi, senza respirare la frase le uscì da sola.
Lo spadaccino si bloccò di colpo. Decisamente non se lo aspettava da lei. Non aveva senso comportarsi come un bambino e scappare.

Il ragazzo salì le scale e si sedette accanto a lei, sotto quei mandarini. Si voltò verso di loro, indeciso se prenderli o no, curioso. Profumavano divinamente...come lei.

"Ti avverto, toccali e te le suono!" disse lei un po’ seria, un po’ divertita.
Lo spadaccio si fece una grassa risata di scherno.
"Certo, forse quando nevicherà all’inferno ci riuscirai!"
"Cosa vorresti dire?"
Nami alzò la mano per scagliargli uno dei suoi famosi pugni, ma lui le bloccò il polso per aria.
La ragazza ebbe un brivido a quel contatto, quella stretta era forte e gentile allo stesso tempo, lui la fissò negli occhi.
"Se ce ne avessi parlato prima, ti avremmo aiutato subito, sei stata un idiota a tenerci all’oscuro di tutto!"
Nami strattonò la sua presa e si liberò, ma solo perché lui la lasciò andare.
"I-io...non volevo farvi correre pericoli che non vi riguardavano!"
Zoro sgranò gli occhi, infuriato.
"Cosa diavolo pensavi mocciosa?? Che ti avremmo lasciato nella merda da sola a combattere la tua guerra? Ci credi cosi vigliacchi? Eri la nostra compagna prima, lo sei adesso, e lo sarai sempre, cerca di ricordartelo, razza di idiota! La ciurma non si abbandona mai!"
L’ultimo nodo che Nami aveva dentro di se finalmente si sciolse in quell’istante. Non badò neanche a quei "gentili" aggettivi con cui lui l'aveva appellata, perchè dopo essere stata coccolata da tutti, per tutto il giorno, sentiva di meritarsi anche un rimprovero sincero. E da Zoro, anche se le costava un pò ammetterlo, poteva accettarlo.
"Zoro…"
Il viso di Nami si rilassò in un espressione dolce, mentre pronunciava il suo nome senza guardarlo, il ragazzo si irrigidì.

Per tutto il giorno, rifugiatosi di vedetta, non aveva fatto altro che pensare alla rossa.
Avrebbe voluto stringerla e gridare al mondo intero tutta la confusione che aveva in testa.
Quella ragazza, conosciuta da poco, lo faceva impazzire continuamente con i suoi modi di fare.

Era autoritaria e voleva avere sempre ragione, voleva mettere il naso ovunque e avere l’ultima parola, era fastidiosamente attaccata al denaro, era forte e tenerle testa non era facile.
E a lui tutto questo piaceva da morire, ma non voleva confessarlo neanche a se stesso.

Odiò il fatto di non aver distrutto lui Arlong, di non avergli spaccato la faccia personalmente, di non avergli lacerato, tranciato, affettato quell'essere ignobile che l’aveva fatta soffrire in modo cosi atroce, cosi mostruoso.
Se fosse stato più in forze lo avrebbe certamente fatto, e avrebbe potuto essere il suo eroe, come lo era Rufy.
In più si era fatto battere da quell'uomo di nome Mihawk, una sconfitta di cui avrebbe portato per sempre il segno nel petto. Forse era accaduto per la sua inferiorità.
Forse perchè la sua testa e le sue gambe bramavano di volare da lei il prima possibile in quel momento, distraendosi dallo scontro.

E poi...quello che aveva fatto gettandosi in quel modo in acqua...quasi non si riconosceva più. Era andato fuori di testa da quando lei aveva lasciato la nave.

Cercò di riprendere il discorso.
"....Noi tutti qui abbiamo un sogno, e vogliamo raggiungerlo ad ogni costo."
Nami annuì.
"So già che vuoi diventare lo spadaccino più forte del mondo"
"esatto, l’ho promesso ad una persona molto importante per me in passato…ora, come diavolo credi che io possa realizzare il mio sogno, se mi suicido deliberamente?
Io sapevo che non mi avresti fatto affogare in quel dannato mare, la sotto, io ti ho aspettato…e se ci penso la cosa mi fa diventare pazzo, io non ho mai messo la mia vita nelle mani di qualcuno prima d’ora, sai cosa significa questo?"
Zoro sapeva cosa realmente significava, e sudò freddo per quella fottuta paura dei suoi sentimenti, ma non lo avrebbe mai detto.
Nami scosse la testa.
"...che per me sei un pericolo, mi mandi in pappa il cervello strega, e questo è male"
La rossa sorrise.
"Andiamo Roronoa...ho tutto questo potere su di te?"
Il ragazzo gettò la testa indietro, fra le foglie dell'albero di Bellmer.
"Cerca di non approfittartene, potrei estinguere il mio debito con tutte le volte che ti salvo il culo!"

Si preparò a ricevere un pugno, che non arrivò. La ragazza si voltò verso il suo viso, e inclinò la testa sorridendo.
"E' cosi bello avere dei compagni…ringrazio anche te per quello che hai fatto Zoro"

"Non ho fatto nulla di chè."

Nami vide quanto era pensieroso, alzò un braccio e senza guardare staccò un mandarino dall' albero dietro la sua schiena. Cominciò a sbucciarlo con cura e attenzione, mentre Zoro guardava la scena alzando un sopracciglio. Con sua sorpresa si vide offrire uno spicchio di quel prezioso frutto.

"Tieni…te lo sei meritato" Nami glielo porse sotto il naso, senza guardarlo.
Zoro arretrò la testa in segno di rifiuto.
"Che cosa?? Guarda che non sono il tuo cane!! E poi sentiamo, questo quanto dovrei pagarlo?!"
Nami si voltò a guardarlo con un ghigno arrabbiato.
"E’ un regalo, un regalo preziosissimo che probabilmente non ti ricapiterà mai più in tutta la vita, quindi accettalo senza fare storie, o per l’offesa ricevuta non accettandolo, mi dovrai altri 100mila berry!" Nami spinse ancora di più lo spicchio verso di lui.
"Prendilo avanti! Con delicatezza mi raccomando, ci tengo tantissimo!" disse sorridendo come una bambina.
Zoro la guardò di sbieco, pensando in quale trappola si stesse cacciando, l’istinto lo portò ad afferrarle il polso con uno scatto e mettere in bocca quelle dita sottili che stavano tenendo quello spicchio profumato ed invitante.

In bocca senti il sapore della sua pelle mista a quella del mandarino, una combinazione che trovò eccitante da morire.
Nami ebbe un sussulto.
Il tocco delle sue labbra e della sua lingua, era stato un millesimo di secondo, ma ora che aveva ritratto la mano di scatto, sentiva le dita calde e ancora umide. Non era certa di averle sentite anche leggermente succhiate alla fine.

"Uhm...non male..." Zoro ci mise meno di un secondo a masticare ed inghiottire quel minuscolo pezzetto.

Nami si riprese all'istante non appena lui pronunciò quela frase.
"Ma che diavolo fai??! Mi hai sbavato le dita!!"cercò di riprendere un contegno meglio che potè.
"Colpa tua che me lo hai offerto, non volevo sporcarmi!"
"Ah si, il signorino non voleva sporcarsi? Ma smettila!!"
In un impeto di risa miste a rabbia dimenticò la sua solita cura nel maneggiare i mikan, e aprì con tutte e due le mani il mandarino facendolo schizzare ovunque, e prese a spalmarglielo con le mani impiastricciate tutte sulla faccia, mentre lui cercava invano di ripararsi. Da che erano uno di fianco all’altro, Nami gli si piazzò davanti, seduta per terra con le gambe incrociate, le braccia protese in un attacco alla frutta.
"Brutta idiota maledetta, questa me la paghi!!"
Zoro osò staccare anche lui un mandarino dall’albero per fare lo stesso con lei, con le dita affondò sul frutto come fosse burro, ne mangiò metà ingurgitandolo di corsa mentre lei cercava invano di sottrarglielo, e spiaccicò la buccia sui suoi capelli.

"Ecco quello è il suo posto, si sentirà a suo agio li in mezzo!" rise sguaiatamente battendo le mani per terra.
"Come osi!! Solo io posso toccarli!!"Nami riagguantò l’altra metà del mandarino, salvandolo dalle sue grinfie, e lo tenne saldamente.
Si sforzò di sembrare arrabbiata, ma il suo tono rivelava divertimento. Stava benissimo in quel momento, stava ridendo di cuore.
Ora anche Zoro rideva vedendola con i capelli arruffati, sporca di succo di mandarino ovunque.

"Sei proprio ridicola!!"
"Ma tu guarda come mi hai conciata!"disse sbarazzandosi della buccia del frutto sulla sua testa.

Cominciò a leccarsi le dita di una mano distrattamente, mentre nell’altra teneva stretta l’altra metà superstite del piccolo mikan, guardando il cielo per controllare il tempo. Stava cambiando improvvisamente, nuvole scure si stavano avvicinando, e il vento stava per alzarsi piano piano.
"Fra poco pioverà, meglio rientrar.."
In tutto questo, non si era accorta che Zoro stava seduto con le gambe incrociate e con gli occhi chiusi.
"Ti metti a meditare adesso? Fra poco ci sarà il diluvio!" Per tutta risposta Zoro fece un ghigno.
"Il mio premio non è ancora finito vedo..ne vorrei ancora" disse guardando il frutto poggiato nel grembo della ragazza.
Nami fece una faccia scocciata.
"Beh...non credo che tu possa meritarne un altro…ma sarebbe un peccato sciuparlo però...io non ho più fame."

Con dita sicure staccò piano uno spicchio, sentendo gli occhi dello spadaccino poggiarsi come un ombra su di se, e glielo porse in silenzio, stando ancora davanti a lui.
Ma Zoro non si mosse, continuando a guardarla negli occhi.
Nami prese un mezzo respiro, senza sapere come e perché il cuore ebbe di nuovo lo stesso sussulto di prima. Tutto era silenzio fra loro, persino il suono delle onde del mare le giungeva ovattato. I suoi pensieri tristi, Arlong…tutto si stava sfocando, lasciando vivida solo l’immagine di Zoro davanti a lei.

Con lentezza e dita tremanti avvicinò lo spicchio alla bocca dello spadaccino, che schiuse le labbra, in un gesto che Nami trovò cosi sensuale da farle venire i brividi lungo la schiena, e assieme a quel pezzetto di frutta, qualche centimetro della sua pelle entrò di nuovo in contatto con lui.
Zoro stavolta masticò piano, assaporando più a lungo quella combinazione.
Nami lo guardò rapita. C’era qualcosa di mistico nel piacere che stava provando in quel momento.

"Dammene ancora."
Gli piaceva vederla in difficoltà, per una volta.

Lei non ebbe la forza di sottrarsi, o di controbbattere, era come trascinata da una strano magnetismo che la attraeva, staccò un altro spicchio riuscendo ad abbassare lo sguardo su di esso, ma quando stava per avvicinarlo alla bocca di Zoro, lui lo rubò dalle sue dita, avvicinando quel piccolo pezzo grondante di succo alle labbra della ragazza.
Nami non sapeva se accettare o no, serrò le labbra su cui ormai poggiava il frutto, ma quello sguardo cosi penetrante le fece chiudere gli occhi, e aprire piano la bocca.
Una sensazione di dolce e fresco si propagò all’interno di essa, e con lei, il sapore leggermente salato della pelle di Zoro.
Con un impulso fugace e leggero, gli morse la punta di quelle dita dure, rese ora più morbide dal contatto col mandarino.

Il ragazzo si avvicinò di più a lei, e ripetè di nuovo quel gesto, e di nuovo Nami accolse quel frutto e quelle dita con piacere.
Riaprì gli occhi per la sorpresa, sentendo il respiro caldo dello spadaccino vicino il suo viso.

Si era avvicinato, completamente catturato dal suo magnetismo, eccitato da quella creatura che sapeva essere ingenua e candida come una bimba, provocante e maliziosa come un diavolo.
Il cuore le batteva sempre più forte, mentre lui sfiorava le sue labbra con la punta delle dita, facendole scendere in basso verso il collo, per poi farle risalire con più forza di nuovo sulla bocca, alzandogli leggermente il labbro superiore, per poi carezzarle tutto il viso.
Nami richiuse gli occhi a quel gesto, ogni tanto quelle dita cercavano la sua bocca e lei le lasciava entrare, stuzzicandosi a vicenda in un gioco che stava diventando pericoloso per entrambi.
Sentì la lingua del ragazzo scorrergli piano sul collo, mentre la sua mano affondava sotto i sui suoi capelli color mandarino.

"Sei buona...Nami…"

La ragazza si morse le labbra chiudendo gli occhi, lasciando cadere la sua testa indietro abbandonata a lui, al suo tocco rude mentre le tirava piano i capelli sulla nuca.

Era la cosa più sensuale e sconvolgente che le fosse capitata, la sensazione della sua pelle, il suo profumo, il sapore fruttato e dolce che strideva a contatto con lui, ma che creava un mix sublime e unico.

Sentiva il suo respiro caldo, farsi sempre più affannoso e vicino, sul collo, sull'orecchio scatenandole brividi pungenti sulla schiena.

Allora stava accadendo davvero…?

Dal collo, la lingua di Zoro risalì sulla guancia, ancora bagnata di succo, fu allora, proprio allora che i loro sguardi si incrociarono di nuovo, più coinvolti che mai, e si baciarono con foga e desiderio.
La realtà era che non aspettavano altro che quello, da molto tempo.
E al diavolo l’orgoglio, pensò lo spadaccino mentre finalmente poteva toccarla e sentire da vicino quel profumo, di cui percepiva solo la scia quando lei gli passava accanto.
Gli dava alla testa come neanche il miglior rhum del mondo riusciva a fare.
La trasse a se in un abbraccio, costringendola a sedergli cavalcioni sopra, senza mai staccarsi dalle sue labbra. Sentirla fra le sue braccia in questo modo gli parve la cosa migliore di tutta la sua vita.

Nami sentiva le sue mani grandi prenderla tutta, scendere lungo la schiena, fermandosi per stringerle il sedere curvilineo e morbido nascosto sotto la sua leggera gonna.

Le prime gocce di pioggia caddero, Nami se ne accorse solo quando le senti fresche sul viso. Sapeva che adesso non si sarebbero fermati, anche se fosse arrivata una tempesta.
Parole inutili in quel momento le si affacciarono, confuse per lo sconvolgimento che stava subendo tutto il suo essere.
"Che stiamo facendo…Zoro…che stiamo facendo…"
Zoro capovolse la posizione, reggendola per il sedere e tenendole la testa, sdraiandola sotto di se.
Quella era la sua risposta.

Nami si lasciò sfuggire un leggero gemito, quel corpo sopra di lei, quelle braccia forti che la comandavano, le scatenavano tremiti in tutto il corpo, il respiro di lui e la voglia che leggeva nei suoi occhi, la fecero sentire voluta, e desiderata come mai prima.
Al diavolo davvero tutto quanto.
Ripensava ai momenti quando lui si allenava nella nave, non poteva togliergli gli occhi di dosso, i suoi muscoli in tensione, il suo sguardo concentrato e determinato, si chiedeva sempre a cosa stesse pensando in quei momenti, forse a perseguire il suo sogno, e si sentiva cosi orgogliosa di lui, da volerlo infinitamente.

La pioggia cominciò a cadere forte e fitta all’improvviso, rendendo la semplice maglietta bianca che indossava la ragazza subito trasparente. Sotto non indossava nulla,convinta com’era che di li a poco sarebbe tornata in camera per cercare di dormire.
Zoro osservò il cambiamento dei suoi seni al solo sfiorarli con la sua mano attraverso la maglia e Nami non era certa di aver visto un leggero arrossamento sul volto del ragazzo.

"Che c’è spadaccino, ti stai imbarazzando?" disse volendolo provocare, sorridendo nel suo solito modo ammiccante e sensuale.
"Piantala mocciosa…" Zoro cercò di nascondere il suo rossore, scendendo con dita incerte nel bordo in basso della maglietta, che le tirò su di scatto, fermandola appena sotto il collo della ragazza.

Davanti a lui si stagliavano due meraviglie che stavano orgogliosamente su, perfette come nessun capolavoro lo era mai stato. Fu il turno di Nami nell'arrossire leggermente al suo sguardo ammirato, ma le diede anche un senso di potenza che le piaceva molto.

Zoro guardandola, provò una fitta di gelosia che gli infiammò l’anima, chissà quanti uomini l’avevano sognata, immaginata, toccata, non aveva importanza se con la mente, o con le mani, era comunque dannatamente geloso, soprattutto di quel cuoco pervertito che non perdeva mai occasione per starle intorno.
Lei doveva essere sua e di nessun altro.

Le sfilò la maglietta, Nami accompagnò i suoi movimenti febbrili, ma lui bloccò le braccia distese della ragazza con le sue, intrappolandogliele.
Ebbe cosi libero accesso a quel petto cosi morbido, sensuale, bianco come la luna, caldo come il sole della passata mattina.
Nami contorse la schiena al tocco delle sue labbra sul suo seno. Era in balìa della sua lingua, della sua imprevedibilità, della sua velocità, della sua pressione.
Zoro la liberò dalla stretta, e le fu concesso cosi di poggiare le sue dita fra i capelli dello spadaccino, bagnati di pioggia.
Le afferrò il seno, come a volerlo marchiare di sua proprietà, facendole mordere le labbra per il piacere che gli provocava.

Con le sue sottili dita da ladra, veloci e leggere, la navigatrice gli tolse piano la maglietta bianca, e sul suo petto ampio vide le bende, accarezzò la ferita che quella lunga spada di quel potente avversario gli aveva inferto, ma non disse nulla sulle sue preoccupazioni, per non ferire il suo orgoglio.
Scrutò tutte le cicatrici che si era procurato in quegli anni, ne sfiorò qualcuna seguendone i contorni tortuosi, con sguardo interdetto. Sentimenti di preoccupazione, fascinazione, orgoglio, paura ed eccitazione si sovrapposero tra loro, confusi, indecisi.

Desiderò che mai più nessuna lama, arma o uomo, avessero mai più lasciato una cicatrice su quel corpo, ma sapeva che era impossibile per uno come Zoro, che si buttava su ogni sfida, sprezzante di ogni pericolo.
Zoro le sorrise nel suo classico modo da sbruffone strafottente.
Si baciarono di nuovo, scoprendo entrambi il piacere della lentezza questa volta, strana, sconosciuta per due impulsivi esagitati come loro, ma tremendamente appagante a confermare che quella era ancora una volta la realtà di quella notte.

Incessante, la pioggia cadeva sui loro corpi.

Le dita bagnate dello spadaccino cominciarono ad insinuarsi seguendo le curve della sua donna, imprevedibili ed instancabili, attirate inesorabilmente sempre più in basso.
Nami ebbe un sussulto di sorpresa e di sollievo, quando esse imboccarono quella strada, scivolosa più della pioggia.
Si sentì inerme per qualche secondo, sentendo la sua dolorosa tensione finire a quel contatto che le sciolse i sensi, si staccò dalle sue labbra per affondare il viso contro di lui, cercando di zittire i suoi gemiti affannati.
Zoro si stupì della sua stessa intraprendenza, il suo corpo si muoveva da solo, seguendo l’istinto naturale che non lo aveva mai tradito.
Sentì la risposta del corpo della navigatrice, la guardava estasiato ed orgoglioso che tutto quello fosse provocato dalla sua vicinanza. Ma non era abbastanza, da lei voleva di più.
Interruppe il contatto con le sue dita, Nami aprì gli occhi di scatto come se si fosse svegliata da un bel sogno finito bruscamente troppo presto.
Il ragazzo si alzò leggermente, allontanandosi da lei.

"Zoro..?"
Il respiro affannoso di Nami, rivelò preoccupazione nel tono della voce. Che stava succedendo? Se lui avesse avuto intenzione di finirla li, sarebbe stata un umiliazione insopportabile.

Note dell'autrice

Ciao a tutti, questa è in assoluto la mia prima fanfiction su Zoro e Nami, coppia di one piece che adoro! Beh non so cosa dire XD, fatemi sapere che ne pensate se vi va ciao!! :)
  
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