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Autore: Inathia Len    16/05/2014    3 recensioni
EX "BE MY MIRROR, MY SWORD, MY SHIEDL
Rivisitazione della terza stagione ad opera del mio cervello malato.
E se Sherlock decidesse di tornare non solo perché vuole rivedere John, ma perché è la sua ultima occasione? Che cosa nasconde il consulente detective?
E se John, compagno di Sherlock, non avesse mai incontrato Mary, sarebbe ancora stato innamorato di Sherlock due anni dopo la caduta?
NOTE: 1. Johnlock
2. nessunissima Mary o Magnussen, ma pura e semplice angst
3. può essere che Sherlock risulti un po' OOC, mi sfugge sempre, quel bravo ragazzo
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I THINK I WANNA MARRY YOU

 

Sherlock fissò senza parole la scatolina aperta davanti ai suoi occhi. All’interno c’era un anello, due fascette di oro e argento intrecciate. Era bellissimo, persino per lui che non aveva mai avuto interesse per i gioielli.

-John, stai...?- si bloccò Sherlock, guardando l'anello come se potesse morderlo da un momento all'altro. -Tu mi...?-

-Sì, pezzo di cretino, te lo sto chiedendo davvero. Ora, potresti dire di sì, così mi tiro su? Sai, il pavimento non è molto comodo...- scherzò John.

-John, non capisco...-

-Ti sto chiedendo di sposarmi, Sherlock. Nulla di troppo complicato.-

-Hai presente quella parte della cerimonia "finché morte non vi separi"? Sicuro di voler essere mio marito fino al tramonto?-

John sussultò. Sherlock non sapeva, non poteva sapere... Magari stava male e questo gli faceva vedere tutto nero, ma non poteva essere a conoscenza della verità. Lo aveva detto lui stesso, non aveva voluto leggere il fascicolo...

-Sherlock- lo riprese John, cercando di rimanere calmo, -William Sherlock Scott Holmes, mi vuoi sposare?-

-Come fai a sapere il mio nome completo?-

-Sherlock, smettila di cambiare argomento!-

-Va bene, sì- disse Sherlock alla fine, cercando di alzarsi da letto ma finendo con l'ingarbugliarsi ancora di più nelle coperte. John rimase immobile mentre il compagno si metteva faticosamente in piedi. Sapeva che Sherlock non avrebbe voluto il suo aiuto, non in quello. Quando finalmente raggiunse una certa stabilità, Sherlock gli porse una mano pallida e tremante e John gli infilò l'anello al dito.

-Lo sai che sei fuori di testa vero? Non pensavo che la tua più grande aspirazione fosse diventare vedovo prima dei quarant'anni...- ma John zittì lo sproloquio di Sherlock con un bacio.

-Pensi di riuscire a prepararti in mezz'ora?-

-Sei decisamente fuori di testa.-

John gli misurò la temperatura con un bacio sulla fronte.

-La febbre ti è quasi passata, devi solo coprirti bene. Ce l'hai un maglione in quel tuo armadio o solo camicie e completi da figo?-

Sherlock si lasciò sfuggire una risata e lo abbracciò da dietro mentre John spalancava le ante.

-Oh, ma sei un disastro!- esclamò John, passando in rassegna il contenuto.

-Potrei sempre mettermi qualcosa di tuo. Sai come si dice ai matrimoni, qualcosa di prestato...-

-Non pensavo fossi un esperto di matrimoni.-

-Non pensavo tu potessi organizzarne uno in un'ora.-

-Se ti dicessi che si sta occupando di tutto Mycroft?-

-Ti risponderei che non ne sono sorpreso. Dove, quindi? E quanta gente? Lo sai che odio la gente...-

-Solo tuo fratello, la signora Hudson, Molly e Greg.-

-Greg?-

John sbuffò tra l'esasperato e il divertito.

-Lestrade?-

-Quindi siamo solo noi e i testimoni. Dove?-

-Questo non te lo dico. Hai bisogno di aiuto per prepararti?-

-Direi di no, ma se senti un tonfo sono io che casco per terra.-

-Idiota- fu l'unico commento di John, prima di uscire dalla stanza sorridendo.

 

Sherlock comparve in salotto mezz'ora dopo, puntuale.  Era fiero di essere riuscito a vestirsi da solo, rischiando di cadere una sola volta. Effettivamente si sentiva meglio. Non sapeva se il merito dov'essa andare alla proposta di John o al semplice caso, ma la febbre gli era momentaneamente passata e non riusciva a credere di aver desiderato di morire solo poche ore prima. Se ripensava a quella notte si sentiva un verme egoista, se chiudeva gli occhi rivedeva le lacrime di John e sentiva di nuovo la voce implorarlo... Eppure, nonostante tutto quello, nonostante il suo ESSERE SHERLOCK, John era uscito di casa e aveva vagato alla ricerca del l'unica gioielleria aperta di Lunedì mattina all'alba per chiedergli di sposarlo. Era orgoglioso di poter dire di essere amato da John Watson.

-Che bel figurino- lo prese in giro John, quando entrò in salotto. -Sai, non credo di averti mai visto in jeans e maglione.-

Quello, che sarebbe dovuto essere un commento scherzoso, in qualsiasi altro contesto, fu come un pungo nello stomaco per Sherlock. Aveva messo un vecchio paio di jeans che non ricordava nemmeno più di avere e il maglione bianco di John, l'unico che non gli andava piccolo. Non era ben sicuro se si fosse preparato per il proprio matrimonio o per il proprio funerale, ma finché si sentiva bene e John era -o fingeva di essere- di buon umore, andava tutto bene.

-Andiamo?- chiese, infilandosi il cappotto.

-Il taxi dovrebbe essere già giù- commentò John, dando un'occhiata dalla finestra e intrecciando le sue dita con quelle di Sherlock.

-Allora si va in scena.-

  
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