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Autore: elenri    16/05/2014    6 recensioni
L'Agenzia Aerospaziale NASA, sta progettando una nuova missione nello Spazio. A capo di questo progetto promuove il Comandante Isabella Swan, che con l'aiuto della storica amica e valente Scienziato Alice Brandon. deve riuscire per prima cosa a crearsi un equipaggio fatto di professionalità eccellenti. Riusciranno le due donne a creare questo gruppo così particolare, capace di sopportare le insidie e l'isolamento dello spazio cosmico?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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cap 30
Rieccomi. Sono passati più di quindici giorni... il capitolo era effettivamente pronto alcuni giorni fa... è che non ho avuto il tempo di postarlo.
Cosa ci vuole? Direte voi. Il più è scriverlo, poi si fa in un'oretta.
Ehhh, magari fosse così. Anche senza contare il tempo per prepararle, le immagini vanno caricate nel sito browser, poi incollate nel programma di editor, così come pure bisogna creare i collegamenti per le canzoni.
Non mi sto lamentando, volevo solo farvi partecipi del modus operandi.
E a proposito di lavoro: questo è un capitolo operativo al cento per cento. Costruiremo tantissimo, per le romanticherie dovrete aspettare il prossimo.
Ora vi lascio, ringrazio come sempre tutte quante, silenziose e comunicative, 
bacioni,
Teresa.



 

 

Capitolo Trentatreesimo

(Bella)

Budapest- George Ezra

«Inspira!» Mi ordina Edward accompagnando con le braccia l’ordine mentre cammina svelto affianco a me.

«Immetti aria, allunga il diaframma, espandi i muscoli addominali, trattieni qualche secondo e poi butta tutto fuori. Devi concentrarti di più nella respirazione se vuoi avere un buon controllo sullo stress.»

«Edward, so come si respira, lo faccio da una vita.» Replico ironica.

Il fatto è che tornati a Houston mi sono resa purtroppo conto che non ho un minuto da perdere e la sensazione  del tempo che scorre troppo velocemente mi crea ansia…

solo un po’ non c’è bisogno di fare tutta sta tragedia!

«Bella, non è facendo la spiritosa che risolvi il problema. Sai che devo tenere sotto controllo lo stato psicofisico di tutto l’equipaggio, a cominciare da te.» Edward mi taglia la strada costringendomi a fermarmi ad un palmo dal suo petto. Il suo familiare profumo mi investe ricordandomi che sotto a quel camice bianco c’è un magnifico corpo che vorrei abbracciare. Ma non qui e non ora.

«Sto preparando il calendario  del training con le tute spaziali, ma tu non sei ancora pronta.» Replica stringendo gli occhi e scuotendo la testa.

«COSA VORREBBE DIRE CHE “IO NON SONO… PRONTA?”» Gli urlo contro col fiato spezzato dalla sorpresa. «Io sono PRONTISSIMA, LA PIU’ PRONTA DI TUTTI.» Lo aggiro arrabbiata continuando sul mio cammino.

«Ecco vedi? La tua reazione isterica mi dimostra che ho ragione. Non sei sufficientemente calma per sopportare la costrizione in quegli scafandri.» si ferma un attimo forse colpito dallo sguardo assassino che gli sto lanciando.

«Senti, non è che il fatto che stiamo insieme ti dà il diritto di prenderti queste libertà, sai? Poniti questa  domanda: per caso il nostro fosse solo un rapporto professionale diresti queste cose al tuo Comandante?» Lo sto sfidando, occhi negli occhi, alla gara di chi è più duro. Nei suoi vedo un momento di indecisione, sta riflettendo sulle mie parole, è il mio momento per attaccare.

«Ah aaah, vedi che ho ragione? Ora smetti di farmi da balia e infilami SUBITO in quella lista.»

«Bella, sii ragionevole…»

Lo incenerisco di nuovo con lo sguardo e gli indico perentoria, col braccio teso, la direzione verso il suo ufficio.

«Obbedisco, Comandante. Ma ti metto per ultima, comunque.» Mi urla mentre si allontana lungo il suo corridoio.

Scuoto la testa sconcertata per la situazione: tra fidanzati ed amici, non sento di avere la giusta presa sul gruppo. Devo farmi valere di più, a costo di risultare impopolare. Mentre rifletto sullo spinoso problema relazionale, sono già arrivata all’hangar dove stanno costruendo il razzo vettore. Ho appuntamento con McCarty e con gli ingegneri costruttori per valutare lo stato di avanzamento dei lavori.

«Eccomi qui, Met. Novità?»

«Fantastiche novità. Dall’ultima volta che sei stata qui, sono stati fatti molti progressi. La scocca esterna è pressoché pronta, ma vieni, c’è Alice che ti aspetta per illustrarteli di persona.» Mi guardo intorno: sì effettivamente l’intelaiatura cilindrica della parte sommitale del razzo è completa, ma ci sono ancora grandi spazi vuoti tra la base ed il fondo.

«Che ne pensi, eh?» Mi chiede Alice euforica. «Non ti sembra di vedere la “luce in fondo al tunnel”?» Mi guardo intorno cercando di mascherare un moto di stizza. I lavori sono andati effettivamente avanti, ma di questo passo saremo pronti per il 2025!

«Beh, mi sembra più un capodoglio spiaggiato mezzo divorato da un’orca assassina.» Mi scappa detto d’impulso. Ad Alice muore il sorriso sulle labbra all’istante.

Ahi, credo di averla ferita…

«No scusa, volevo dire… che mi aspettavo di vedere il lavoro un po’ più… come dire? Completo.» Aggiungo subito.

«Mmh, sì, qui l’avanzamento non è al top, ma vieni a vedere: ho una sorpresa per te. Vedrai che questa volta rimarrai soddisfatta.»

 

(Alice)

Team- Lorde

Un cetaceo  spiaggiato? Che orribile immagine.

Cerco di non dare molto peso alle parole di Bella.

Probabilmente è stanca, la capisco. Ma ora non possiamo dormire sugli allori: bisogna reagire. La prendo per mano come quando eravamo ragazzine e me la trascino dietro per tutto l’hangar verso quello adiacente. I nostri scarponi gommati stridono sul pavimento echeggiando  nello spazio vuoto intorno a noi.

«Chiudi gli occhi, non guardare fino a quando non lo dico io» la minaccio.

«Alice, ti prego, questo gioco è piuttosto stupido.»

«No, no. Voglio vedere la faccia che farai. Su, chiudi gli occhi, fai la brava!» Bella ubbidisce, borbottando sottovoce un: «Spero che non ci veda nessuno.»

Siamo arrivati al grande portone di ferro che divide i due ambienti di lavoro. Faccio scorrere facilmente un’anta sulle guide ben oliate aprendo un varco sufficiente a far passare le nostre due persone.

«Ecco, fai tre passi poi apri gli occhi» le dico con la voce mozzata dall’emozione. Bella ubbidisce si appoggia alla ringhiera zincata del soppalco, prende un attimo poi si lascia andare in un esaltante esclamazione: «Ommioddio. Oh-Mio-Dio!» Si volta verso di me, le mani a coprirsi la bocca e gli occhi lucidi di lacrime.

Sotto di noi sta, nella sua disadorna bellezza, la scocca della navicella Calypso. Completa. Uno stuolo di tecnici nella tuta blu della NASA, si stanno prendendo cura di lei. Bella si precipita giù dalle scale di ferro che rintoccano allegre sotto i suoi passi facendo voltare tutti. La seguo felice della sua reazione.

«Alice! La struttura della Calypso è finita!» Esclama al colmo della meraviglia. «Ed è grande, più grande di quanto mi immaginassi»
«Questa capsula è stata progettata per trasportare fino a quattro persone, oppure due più una stiva di merci di carico.» Spiega Jacob Black sbucando dal nulla. «Manca ancora il  rivestimento esterno, che ci arriverà tra dieci giorni dalle officine del Colorado e sarà costituito da un disco girevole di fibre di metallo di nuova generazione che grazie al processo di fabbricazione “Spin Forming” ci consentirà di modellare il guscio esterno senza bisogno di saldature.» Jacob è orgoglioso della sua spiegazione e Bella, che pure è a conoscenza di ogni particolare della progettazione e dei materiali lo asseconda nel suo entusiasmo.

«Così riusciremo a ridurre la massa complessiva del veicolo e il tempo necessario per costruirlo» Interviene Mike Newton intento a caricare dei dati sul tablet che ha in mano. «Secondo i test che ci hanno consegnato dal Colorado, la nuova lega metallica sarà in grado di aumentare del trenta per cento l’isolamento termico della Calypso, tutelando meglio dalle radiazioni solari sia gli astronauti, sia le merci sensibili come le apparecchiature scientifiche che vogliamo sistemare a bordo.»

Io e Bella ci scambiamo un gesto d’intesa: per la prima volta abbiamo la sensazione che ce la possiamo fare. Il tempo perso in questi mesi sembra miracolosamente recuperato e si concretizzano gli sforzi tecnici ed economici dell’Agenzia. E’ fantastico. Sono così felice ed orgogliosa di tutti i miei ragazzi che li abbraccerei uno ad uno.

Beh, vicino ho Jacob… intanto potrei cominciare da lui.

Mi è mancato. Lo capisco mentre stringo il suo torace così forte e caldo.

Bella interrompe il mio momento intimo, annunciando una riunione straordinaria per le 17.30.

(Bella)

Home- E. Sharpe & The Magnetic Zero

Li ho tutti lì, seduti intorno al tavolo ovale, ad aspettare attenti che sveli il motivo della chiamata improvvisa. Il chiacchiericcio di sottofondo si è interrotto nel momento in cui mi sono alzata per prendere la parola. Angela, efficiente come solito, ha già fatto girare la chiavetta USB con il materiale per l’esposizione.

«Dunque, vi ho chiamati qui per un motivo molto importante.» Annuncio.

Sto prendendo tempo, per gustarmi questo momento di gloria dopo tutta la frustrazione patita nelle settimane scorse. Dai loro visi si intuisce che non si aspettino cattive notizie, visto che anche se ognuno ha i propri compiti, è chiaro come il sole che le cose, finalmente, procedono bene. Penso che lo intuiscano a “pelle” anche dall’umore mio e di Alice.

«Il Maggiore Brandon ed io vogliamo comunicarvi che il Progetto Spaziale Odyssey, verrà attuato come da progetto completo.»

Mi interrompo per aprire il file che ho posizionato al centro del desktop.

«Se prestate attenzione alle slide che vi ha fornito il Tenete Weber, vi sarà più chiaro a cosa mi sto riferendo.» Continuo osservando le loro espressioni attente.

«Intendi il progetto che prevede due lanci?» Chiede Eric sorpreso. «Non ne avevo più sentito parlare.»

 

Annuisco accondiscendente.«Sì, è vero. In questi mesi per sicurezza abbiamo puntato sul progetto meno avventuroso, ma più realizzabile, che prevedeva il trasporto dell’equipaggio e le merci sullo Shuttle Odyssey, ma che si sarebbe interrotto con l’aggancio alla Stazione Orbitante Internazionale. Invece da oggi possiamo annunciare che effettueremo anche il secondo lancio con il razzo Ulysses  che trasporterà inglobata la navicella Calypso» Cerco di spiegargli.

«Okay, ma nel frattempo cosa è cambiato?» Chiede ancora lui con aria perplessa.

Sto per rispondergli quando Alice mi brucia sul tempo.

«All’origine del progetto ci siamo semplicemente trovati, come tutti, davanti ad alcune problematiche tecniche riguardanti il peso e la massa che non eravamo ancora in grado di risolvere. Per questo, pur avendo preparato due missioni, di cui una molto azzardata, abbiamo indirizzato le nostre energie su quella più semplice che prevedeva un unico viaggio a bordo dello shuttle modificato. Ma fortunatamente i risultati dei test che ci sono arrivati dai nostri partners esterni sono stati talmente rassicuranti  che abbiamo deciso di inseguire il sogno originale.» Gli spiega gonfia d’orgoglio.

«i Vertici del Ministero e il Generale Rogers sono stati già avvertiti del cambio di programma?» Chiede Rose prendendo appunti.

«Certo, ho spedito i progetti in file criptati io stessa.» Risponde Jessica.

«E avete già stabilito anche come saranno composti gli equipaggi?» Chiede Jasper attento.

«Non ancora» gli risponde Alice «tutto dipenderà dal carico che potremo trasportare, ma di questo avremo tempo di discutere più avanti.

«Beh, vorrei ricordarvi che anche la vostra struttura muscolare entrerà nel calcolo del peso trasportato, quindi vi comunico che è ora di iniziare l’allenamento fisico, perché una buona tonicità abbatte la massa grassa e protegge la struttura scheletrica dai danni dovuti alla lunga assenza di gravità» interviene Edward, che continua regalando un sorriso malizioso alla parte femminile dell’assemblea:

«naturalmente aspetto in palestra anche voi signore, soprattutto quelle che ultimamente stanno battendo un po’ la fiacca.» Dice facendomi l’occhiolino.

Cos’è ce l’ha con me, per caso? Solo perché è qualche settimana che non trovo il tempo per la mia corsa mattutina?

«… Naturalmente insisto solo perché siete più predisposte all’osteoporosi di noi uomini…» si giustifica.

Ignoro la sua provocazione.

«Okay, per ora ho detto tutto, ci sono domande?» Dichiaro rivolgendomi a tutti.

Emmett alza la mano.

«McCarty?»

Il ragazzo si schiarisce la voce, lancia un’occhiata veloce a Rose, e mi pone una domanda con aria innocente:

«Si sa già che piano tariffario è meglio stipulare prima di partire? Magari un “You and Planet Earth”?» La risata generale scoppia fragorosa.

«Okay,… okay,…» Cerco di riportare la calma al gruppo consapevole che è ora di dar loro modo di riposarsi un po’.

«Dopo questa perla di saggezza del nostro Vice Comandante, direi che arrivato il momento di chiudere qui la giornata. Cosa ne dite di una birra tutti insieme per festeggiare?» Propongo al gruppo sovraeccitato.






Spero di non avervi annoiato troppo. Nel prossimo festeggeremo in modo insolito il compleanno di Edward... ho già tante foto pronte per voi.
T

 

 

 


  
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