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Autore: Lumos and Nox    17/05/2014    12 recensioni
«Saprebbe... saprebbe dirmi l'ora precisa?»
L'uomo diede un'occhiata al suo orologio. Le braccia gli tremavano notevolmente. «Quasi le due del mattino».
«Bè... buon 15 aprile 1912».

Titanic | flashfic | angst, triste
Gli ultimi sprazzi di vita di due passeggeri, consapevoli di essere in viaggio verso la morte certa.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
- Questa storia fa parte della serie 'La storia con la esse minuscola'
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Aspettando la Fine



«Salve». Un uomo vestito con una pregiata giacca ricamata percorreva la sala deserta, con in mano una bottiglia- di champagne, forse?- e un paio di bicchieri.
«Oh, salve». L'altro uomo rispose cercando di simulare il tono tranquillo del nuovo arrivato, cosa piuttosto complessa, dato il tremolio della sigaretta che aveva in bocca.
«Anche lei ha optato per qui?»
«Già. È tranquillo, come posto».
L'uomo elegante tese una mano al fumatore. «Permette? John Jacob Astor IV, imprenditore».
Si strinsero la mano. «Jacques Heath Futrelle, scrittore. Ancora per poco».
Vago sospiro di entrambi.
«Avrebbe potuto scriverci un buon romanzo».
«Non importa. Prima le donne e i bambini, ricorda?»
«Giusto. Almeno ho avuto la fortuna di trovare lei con cui parlare. Dopotutto è una bella serata, non trova?»
«Già». Un attimo di pausa. «Saprebbe... saprebbe dirmi l'ora precisa?»
L'uomo diede un'occhiata al suo orologio. Le braccia gli tremavano notevolmente. «Quasi le due del mattino».
«Bè... buon 15 aprile 1912».
John aggrottò leggermente le sopracciglia, in un educato sguardo perplesso.
«La forza dell'abitudine, mi scusi. È una specie di rituale che ripetevo con mia moglie ogni mattina».
L'imprenditore annuì, comprensivo. «Lei è riuscita ad imbarcarsi?».
Cenno affermativo del capo dello scrittore. «La sua?».
«Mi piacerebbe credere di si... l'ho perduta tra la folla».
Silenzio.
Le urla disperate degli altri passeggeri arrivavano fino a lì, pur soffocate.
«Champagne?»
«Si, grazie».
Lo sciabordio dell'alcolico versato nei bicchieri si confondeva con il rombo dell'acqua che presto avrebbe sfondato la sala.
Lieve tintinnio dei bicchieri per un modesto e silenzioso brindisi.
L'acqua era sempre più vicina. La percepivano entrambi, come se fosse stata una presenza viva attorno a loro, sotto pelle.
«Addio, caro Futrelle» disse Jacob con la voce un po' impastata.
«Ci vedremo tra poco, signor Astor. Dall'altra parte».
I due si sorrisero, tentando di trattenere le lacrime e la paura.
L'acqua irruppe con fragore nella prua della nave, inondandola e cancellando l'infrangersi deI bicchieri a terra.
Il Titanic iniziò la sua lenta discesa verso gli abissi.



N.d.A (note della malata che pubblica anche sta roba)
E rieccomi approdata nel fandom (?) storico, stavolta con una fanfiction su uno-o meglio il- disastro navale più sconvolgente della storia. So che questa flashfic è probabilmente una schifezza, ma ieri stavo leggendo una storia a fumetti su dei passeggeri rimasti intrappolati in una nave affondata e mi è venuto l'istinto di scrivere qualcosina sul Titanic, che mi ha sempre molto impressionato.
John Jacob Astor IV e Jacques Healt Futrelle sono realmente esistiti e si racconta che siano morti insieme sulla nave, per loro scelta, dopo aver ceduto il posto sulle scialuppe a "donne e bambini". Quindi... bè mi è parso giusto offrire loro questo tributo.
Spero che non vi faccia troppo schifo :) Recensioni sempre gradite, di qualsiasi tipo.
Baci,
Nox
  
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