Harm e Mac
uscirono dall’edificio di mattoncini e si incamminarono verso
il parcheggio
ormai deserto. Solo l’auto del Generale faceva compagnia alle
loro.
Evidentemente, anche il tenente Roberts era tornato a casa dalla sua
famiglia.
“Harm,
credo
che dovremmo parlare con Bud e Harriett.” Suggerì
Sarah.
“Sanno
già
di noi” replicò Rabb e le raccontò in
breve lo scambio di battute che aveva
avuto con Roberts al suo rientro in ufficio quella sera, sorvolando
sulla parte
iniziale della loro conversazione.
Sarah ne fu
sorpresa, poi aggiunse: “Però non sanno che il
Generale ci ha scoperto e che domani
ci potrebbe spedire ai due capi opposti del globo
terrestre…”
“…
O che da
domani io potrei non essere più in
Marina…” ribadì Harm.
Sarah
sospirò: “Harm, e cosa vorresti fare? Tornare alla
CIA?”
Rabb
rabbrividì. “No, tenderei ad escluderlo. Non credo
che mi accoglierebbero a
braccia aperte. Potrei avere miglior fortuna con l’NCIS.
Magari potresti
mettere una buona parola per me con Gibbs: in fin dei conti
è un ex marine, voi
berretti verdi ve la intendete.”
Mac ci
pensò
un po’ su, valutando seriamente quell’opzione, poi
disse: “Beh, in effetti
quando vi siete incontrati la prima volta avete fatto scintille!
Sarebbe
interessante vedervi lavorare insieme. E poi la sede
dell’NCIS è qui a
Washington, potrebbe essere un’ottima soluzione, anche per
Mattie.”
Scuotendo la
testa, Harm rispose, con un velo di tristezza: “Mattie si sta
riavvicinando a
suo padre, non so per quanto tempo rimarrà ancora sotto la
mia tutela. Devo
ammettere che mi mancherà non vederla tutti i
giorni… ma è giusto così.”
Fece
una pausa, soffermandosi sui suoi sentimenti nei confronti di quella
ragazzina
che era piombata nella sua esistenza da poco tempo, riempiendogliela di
un
affetto inatteso e prezioso. Sì, avrebbe sentito davvero
molto la sua mancanza,
anche se si ripromise che avrebbe fatto di tutto per mantenere i
contatti con
lei. Poi riprese: “Comunque, Mac, non dicevo sul serio. Dopo
il modo in cui mi
ha trattato Gibbs quando mi avevano accusato dell’omicidio
della Singer, non
credo che mi prenderebbe nemmeno in considerazione. Avrei miglior
fortuna con
l’altro agente, aspetta… come si
chiama… ha un nome italiano… ah sì, Di
Nozzo.
In ogni caso, sarei più contento di tornare a pilotare aerei
agricoli, come
facevo per la Grace Aviation. Ma è inutile pensarci adesso,
sentiremo domani
cosa ci proporrà Cresswell. Però hai ragione,
dovremmo parlare con i Roberts.
Chiamo Bud al cellulare e verifico se possiamo passare da loro
stasera.”
“Ne
approfitterò per scusarmi con lui. Oggi devo essergli
sembrata un’erinni
scatenata.” Aggiunse Sarah, ripensando al suo comportamento
di quella giornata.
Mezz’ora
più
tardi, dopo essersi fermati al volo da un take-away cinese per una
simil-cena, Harm
e Mac si trovavano davanti alla porta della residenza dei Roberts.
Suonarono il
campanello ed una Harriett vistosamente incinta e sempre sorridente
venne loro
ad aprire. “Comandante, colonnello, che bello
vedervi!” li salutò con il suo
consueto fare gioviale, per nulla appesantito dal pancione che si
portava a
spasso.
“Grazie
Harriett, scusaci ancora per questa visita improvvisa e a
quest’ora, ma
volevamo parlarvi di una cosa.” Rispose Mac.
“Nessun
problema, è sempre un piacere per noi! Bud è al
piano di sopra e sta mettendo a
letto i bambini, dovrebbe scendere a momenti. Oggi quelle pesti sono
state
insopportabili: hanno proprio esaurito la mia pazienza…
Intanto vi prego di accomodarvi
sul divano. Cosa vi posso offrire?”
“Non
darti
disturbo, Harriett, siediti con noi.” Le disse Rabb.
“Sì,
Harriett, anzi, se hai bisogno ti do una
mano in cucina” si offrì Mac.
La signora
Roberts accettò volentieri la proposta del colonnello e
decise di sfruttare
quell’opportunità per fare una chiacchierata a
quattr’occhi con la sua amica e
per farsi raccontare nei minimi dettagli il momento in cui –
finalmente – il miracolo
si era compiuto. Si erano viste qualche volta da quando Mac era
rientrata dal congedo
trascorso sul lago dorato, ma visto che lei e Harm avevano deciso di
non
sbandierare la loro storia, le due amiche non avevano ancora avuto modo
di
parlare in maniera approfondita della grande novità nella
vita di Mac.
Rabb le
sentì ridacchiare dal soggiorno e fu felice del cambiamento
nello stato d’animo
di Sarah. Gli dispiaceva vederla così vulnerabile e si
ripromise che si sarebbe
preso sempre cura di lei, per tutta la vita. A questo proposito, si
ricordò che
doveva ancora farle quella fatidica proposta e si appuntò
mentalmente di
portare a lucidare l’anello di sua nonna Sarah, che aveva
chiesto a sua madre
l’ultima volta che era andato a La Jolla e che custodiva
gelosamente in un
cassetto, in attesa di trovare il coraggio di consegnarlo alla sua
legittima
destinataria, ovvero un certo marine dai profondi occhi scuri che
risiedeva nel
suo cuore da tempo.
Appena Bud
scese al piano terra, Mac si scusò immediatamente con lui
per il modo in cui lo
aveva trattato nel pomeriggio, poi i quattro si accomodarono in salotto
e Harm
e Mac raccontarono brevemente ai loro amici cosa era successo con
Cresswell.
“Cosa
farete
adesso?” chiese Bud.
“Non
so
quali proposte avrà il Generale per noi domani, ma so una
cosa per certo: non ho
nessuna intenzione di lasciare Mac. Anzi, voglio sposarla”
annunciò Rabb con
una serena determinazione, prendendo la mano di Sarah e
stringendogliela con
affetto.
“Oh
mio Dio,
congratulazioni!” cinguettò Harriett, che
sprizzava gioia da tutti i pori.
“Sempre
che
Sarah mi dica di sì” precisò il
comandante.
I coniugi
Roberts
rimasero allibiti, poi si voltarono entrambi verso Mac, la quale, con
espressione serafica, spiegò: “In effetti Harm
ancora non me lo ha chiesto…”
“Ma tu
gli
dirai di sì, vero Mac?” si informò
Harriett con una certa apprensione. Li
vedeva finalmente felici e innamorati, ma con quei due non
c’era mai da stare
tranquilli.
“Staremo
a
vedere…” rispose Sarah sorridendo.
Poi il
comandante
e il colonnello salutarono i Roberts e si recarono
all’appartamento di Mac.
L’indomani avrebbero saputo cosa il destino aveva in serbo
per loro.
Nel
frattempo, in un pub un po’ fuori mano rispetto alla sede del
JAG, un uomo di
una certa età, calvo ma ancora prestante, era seduto a un
tavolo in disparte e
stava sorseggiando una birra. Cresswell lo individuò subito
appena entrato nel
locale. Gli fece un cenno e si fermò al bancone per ordinare
qualcosa da bere.
Poi lo raggiunse e lo salutò: “Ciao AJ, grazie per
essere venuto”
“Ciao
Gordon, in cosa posso esserti utile?” gli rispose Chegwidden
andando
direttamente al nocciolo della questione.
“Si
tratta
di Rabb e MacKenzie” annunciò il Generale senza
perdersi in troppi convenevoli.
“Cos’hanno
combinato questa volta? In che guaio si sono cacciati? Hanno rubato un
altro Mig?
Sono scappati di nuovo in Cecenia?” si informò il
loro ex capo, che
evidentemente conosceva bene le prodezze di cui erano capaci i
summenzionati
ufficiali, specialmente il pilota, e gli brillavano ancora gli occhi al
ricordo.
“Fraternizzazione”
rispose lapidario.
“Dio
sia
lodato! Dobbiamo festeggiare!” esclamò AJ levando
il boccale di birra in un
brindisi improvvisato. La sua reazione lasciò Cresswell a
dir poco sbalordito.
Chegwidden si giustificò dicendo: “Scusami Gordon,
ma ho avuto quei due sotto
il mio comando per anni e in tutto quel tempo si vedeva chiaramente che
erano
pazzi l’uno dell’altra, solo che non era mai
successo niente. Anche se, a ben
pensarci, le dinamiche fra loro due erano divertenti. Viste
dall’esterno, sia
chiaro. C’era un’elettricità
nell’aria… non c’era mai da annoiarsi
con le loro
scaramucce. Facevano scintille, credimi. Sono felice che si siano
finalmente
svegliati. Allora, raccontami, come pensi di cucinarli?”
“La
scorsa
settimana ho visto che ci sono una posizione a Londra e una a San Diego
che
farebbero per loro, si tratterebbe di incarichi importanti e persino di
una
promozione per Rabb. Avevo in mente di proporgliele, ma a questo punto
non ne
sono così sicuro.”
“Mmmm,
non so
se accetteranno. Se fanno sul serio, non vorranno vivere a 6000 miglia
di distanza.
E spero davvero che facciano sul serio: non sono mica più
dei ragazzini. Ah,
non credevo che avrei mai assistito a questo miracolo! Rabb ce
l’ha fatta, alla
fine! Avresti dovuto vederlo quando il colonnello stava insieme
all’australiano,
Brumby… pensa che il tenente Roberts ci ha persino rimesso
una mandibola!” AJ
sorrise al ricordo di quell’episodio, poi riprese:
“Comunque, quando i Roberts
si sono sposati, ho fatto in modo che Harriett riportasse ufficialmente
all’Ispettorato Generale, ma che di fatto fosse dislocata al
JAG. Magari puoi
trovare una soluzione simile anche per Rabb e MacKenzie. Io ho fatto
ricorso ai
miei privilegi di ammiraglio, ma sono convinto che anche un generale
dei marine
saprà come muoversi.” Suggerì
Chegwidden. Era palesemente felice per la notizia
che Gordon gli aveva appena comunicato, anche se, in cuor suo, quella
stessa
notizia gli aveva riacceso la nostalgia che provava per la sua vecchia
vita al
JAG, sia per il ruolo che aveva avuto il privilegio di ricoprire per
tanti
anni, sia, e soprattutto, per gli uomini e le donne che popolavano
quell’edificio con i mattoncini.
“Grazie
AJ, i
tuoi consigli sono sempre preziosi” disse Cresswell,
riconoscente.
Brindarono
alla loro amicizia, poi si salutarono e ripresero ognuno la propria
strada.
Gordon Cresswell aveva un’importante decisione da prendere.
Nota
dell’autrice
Ebbene
sì, come tutte voi aspettavate,
è tornato l’unico, il solo,
l’indimenticabile AJ Chegwidden! Il quale conosce
bene i nostri beniamini e – giustamente – ringrazia
il cielo che abbiano
finalmente aperto gli occhi.
Cosa
farà Cresswell adesso? Seguirà
il consiglio del suo predecessore? La gara è sempre aperta,
vediamo chi
indovina!
Un grazie
speciale alla mia esperta di
JAG per la consulenza volante (più veloce e accurata di
Wikipedia!) e grazie a
chiunque mi abbia dedicato il proprio tempo e sia arrivato fino qui.
Un abbraccio,
Deb