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Autore: thedarknesswillfall    17/05/2014    4 recensioni
I figli di Persefone sono rari per un solo motivo. Dato che a Ade non piace che la moglie abbia dei figli con un altro uomo, questi semidei nascono con una quantità enorme di morte, cioè, hanno più probabilità di morire. Nessuno ha vissuto fino all'età adulta. Sono influenzati dalle stagioni: in primavera ed in estate sono forti e vigorosi, mentre in autunno ed inverno sono più stanchi e deboli e molto vulnerabili alle malattie e spesso muoiono per questo motivo.
"-Accetti?- disse Ade, tendendomi la mano scheletrica. La strinsi. Un ghigno malvagio fiorì sulle sue labbra. Sapeva che avrei perso il gioco. Lo sapeva da sempre.Ed anche io."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. Indifeso.


Mi rannichiai ancora di più sotto le coperte, fingendo di essere ancora addormentata. Sentivo lo sguardo di Nico sul mio corpo, il suo sguardo triste e silenzioso:
<< Ho capito che sei sveglia, Lilith >> borbottò, dopo qualche minuto.
Sospirai e lentamente mi misi a sedere: era passata solo una settimana, e già aveva notizie su mio padre? 
Nonostante tutto, non riuscivo ancora a fidarmi di lui. Era pur sempre figlio di Ade, il signore degli inferi, colui che aveva rovinato la mia intera vita.
Nico si sedette su una sedia, osservandomi mentre mi alzavo e mi dirigevo verso la finestra. Scostai leggermente le tendine, lasciando entrare la luce del giorno. Socchiusi gli occhi, accecata per qualche secondo:
<< Notizie su mio padre? >> domandai. Intuivo già la risposta.
Un secco ed angosciante no.
<< Sì >> sospirò Nico, dondolando sulla sedia. Avanti. Indietro.
Avanti.
Indietro.
Il cigolio che produceva era esasperante, opprimente. Mi voltai verso di lui, gli occhi sbarrati per la paura.
<< Dov'è?! Cosa gli hanno fatto?! Sta bene?! >> domandai, stringendo i pugni. Nico mi guardò serio, lugubre:
<< E' negli inferi, come sai bene. Mio padre lo ha rinchiuso in una cella, sorvegliata constantemente dalle Ombre... >> fece una breve pausa << ...Sono riuscito a scoprire dove lo nascondono... >> si alzò, e mi porse la mano. Guardai l'arto diafano del mio fratellastro, e, in silenzio, lo afferrai. Nico osservò per un secondo il marchio sul mio palmo, aggrottando le sopracciglia. 
<< L'altra >> disse << Non voglio che le Ombre sentano il tuo odore >>. Ancora non capivo cosa stesse cercando di fare Nico, ma obbedii ugualmente, a testa bassa.
<< Ora, fai attenzione.. >> sussurrò Nico, mentre uno strano alone biancastro circondava le nostre mani: << ...chiudi gli occhi, non lasciarmi la mano >>. Per tutta risposta la strinsi più forte. Indugiai qualche secondo nel chiudere gli occhi: lo feci, coprendo il volto serio e scarno del figlio di Ade. 
Per qualcosa che sembrò un'eternità non percepii nulla: solo vuoto, oscuro vuoto che mi circondava. Poi, improvvisamente, non riuscii a percepire più il pavimento sotto i miei piedi. Qualcosa mi aveva afferrata per le caviglie e mi trascinava giù, giù. Gridai, ma dalla mia gola non uscì nulla. 
Lo sapevo, Nico mi stava facendo del male.
Voleva uccidermi.
Ed io mi ero fidata di lui come una stupida, come mi ero fidata di Hans.
<< Puoi aprire gli occhi >> sussurrò Nico, accarezzandomi la mano, che stringeva ancora la sua, con il pollice. 
Lentamente, aprii gli occhi, aspettandomi di vedere Ade in persona e milioni di Ombre, con i loro occhi rossi dallo sguardo assassino.
Ed invece no. Eravamo in una cella: piccola, buia, sporca. Un vago odore di zolfo galleggiava nell'aria:
<< Dove...siamo? >> domandai. Nico mi fece cenno di voltare la testa verso sinistra. Lo feci senza indugiare troppo.
Incatenato al muro, vi era un uomo, magro, dai capelli e la barba scuri. Non aveva occhi, solo due orbite vuote che teneva constantemente puntate verso il basso. 
Con orrore vidi che portava i vestiti di mio padre, quelli che portava l'ultimo giorno che l'ho visto. 
<< PAPA'! >> strillai, precipitandomi verso di lui, lasciando la mano di Nico.
<< Lilith! Asp..! >> gridò Nico, il terrore si dipinse velocemente sul suo volto. Non feci caso alle sue parole, allungai la mano verso il volto di mio padre, piangendo, ma questa le passò attraverso. 
Strilli acuti provenienti da fuori la cella rieccheggiarono tra le mura: 
<< Ti avevo detto di non lasciarmi la mano! >> mi rimproverò nico, osservando la porta della prigione. 
Caddi in ginocchio, continuando a piangere, tenendomi la testa tra le mani. Urlavo, mi tiravo i capelli mentre le lacrime rigavano le mie guance, scendendo dagli occhi, come pioggia.
Nico mi prese per il polso, stringendolo con forza: << Lilith! Dobbiamo andarcene! >>
<< No...no...NO! non voglio lasciarlo! >> gridai, tentando di afferrare la mano incatenata di mio padre. 
Le Ombre si stavano avvicinando, il palmo della mano mi prudeva tantissimo. Ma non importava.
Nico mi strinse la mano e mi fece alzare in piedi: << Dobbiamo andare Lilith! >> gridò, gettando uno sguardo dietro di sè. Una lunga mano artigliata fece capolineo dalle sbarre:
<< E' LA RAGAZZA! >> urlò un'Ombra.
<< Nico..salviam..ol.. >> singhiozzai mentre, ancora una volta, il terreno sotto i miei piedi scompariva. 
Di nuovo buio e vuoto.
Le lacrime sembravano essersi fermate e per quanto mi sforzassi per farle uscire, queste non venivano fuori. Il tempo si era fermato.
Finalmente percepii il pavimento della mia camera sotto i piedi. Mi accasciai a terra, piangendo:
<< N-nico.. >>
<< TI AVEVO DETTO DI NON LASCIARMI LA MANO! >> urlò Nico, furioso. Stringeva i pugni e gli tremava leggermente il labbro inferiore. Per tutta risposta io continuai a piangere. Il mio fratellastro si inginocchiò accanto a me e delicatamente poggiò la mano sulla mia testa, accarezzandomi i capelli corvini:
<< Va..va tutto bene, Lilith >> borbottò << E' okay. E' tutto passato >>. Mi asciugai il viso con la manica della maglietta: << L-lui..i-i suoi o-occhi.. >>
<< Mi dispiace Lilith >>. 
Rimanemmo i silenzio quando un rumore ci fece spalancare gli occhi dalla paura. Girai lo sguardo. 
A pochi passi da noi giaceva un vassoio, sul quale un tempo vi doveva essere adagiata una tazza di thé, perchè questa era finita in mille pezzi. La calda bevanda macchiava il tappeto di marrone scuro.
Alzai lo sguardo verso la persona che ci osservava, spaventato o forse sorpreso.
Gli occhi di Leo passavano da me a Nico, le mani tremavano. 

<< Cosa ci fai qui?! >> domandò, con voce acuta. Il figlio di Ade scattò in piedi: << L-leo! Non è come sembra! >>. Il figlio di Efesto non si prese la briga nemmeno di rispondere: si scagliò contro il mio fratellastro, spingendolo a terra.
Cominciarono a prendersi a pugni. Mi alzai, tenendomi al letto, con lo stomaco che minacciava di rigettare quello che avevo mangiato ieri sera.
<< S-smettetela! >>. Provai a dividerli, ma con scarsi risultati. Ero troppo debole.
<< Doson...DOSON! >> gridai, verso la porta che era rimasta aperta. In un attimo sentii gli zoccoli di Doson scalpitare per il corridoio e in un attimo il vecchio satiro era lì, seguito da Annabeth, che si precipitò verso di me, avvolgendomi con un braccio attorno alle spalle. Doson, invece, corse dai due ragazzi che non avevano smesso di picchiarsi. Li separò, noncurante delle loro grida: 
<< Fermi, ragazzi, buoni! >>.
Leo e Nico si calmarono, continuando però a studiarsi come cani rabbiosi. 
<< Mi spiegate cosa sta succedendo?! >>. Nico puntò il dito contro Leo: << Lui mi ha aggredito! >>
<< Tu stavi aggredendo Lilith! >> si difese l'altro, puntando a sua volta il dito. 
<< Non stavo facendo niente di male! Sono dalla vostra parte! >> fece il mio fratellastro, continuando a puntare il dito verso Leo.
<< Sai dove te lo ficco quel dito, Nico? >>. Il figlio di Efesto si preparò a scagliarsi di nuovo contro Nico.
<< BASTA! >> urlai, rossa in viso. 
Tutti si girarono a guardarmi. Ero affaticata e ansimavo: << Nico è davvero dalla nostra parte >> dissi, in un sussurro. Annabeth mi accarezzò delicatamente la testa: << Coraggio, stenditi, Lilith >>. Sotto lo sguardo dei tre che continuavano a studiarsi e a guardarmi, leggermente incavolati, mi stesi sul letto e chiusi gli occhi, precipitando poi, in un sonno profondo.

Ade tamburellò le dita scheletriche sul trono. Perchè i suoi servitori erano così..patetici.
<< Mio signore, la ragazzina è stata qui >> sibilò l'Ombra, con gli occhi rosso sangue puntati sul pavimento di pietra.
Gli occhi del Re degli Inferi si spalancarono: << L'avete presa? >> domandò. Persefone era seduta al suo fianco, lo sguardo perso nel vuoto. Provava gusto a vederla soffrire:
<< No..no, mio signore. Sembra che abbia imparato a viaggiare nell'Ombra >>. Ade si alzò, infuriato. I suoi occhi lampeggiavano fiamme ardenti di odio:
<< Non dire sciocchezze! Solo i figli di Ade possono viaggiare nell'Ombra! >>. La verità arrivò veloce.
<< Nico... >>.
Altra rabbia esplose nel cuore del Dio, sempre se possedesse un cuore: << Attaccheremo il Campo Mezzosangue! >> strillò Ade. Si girò verso la moglie, minaccioso: << Mettiamo un punto a questa storia, una volta per tutte! >>.


Mi alzai di scatto tutta sudata. Annabeth mi tamponava la fronte con un panno bagnato.
<< Attaccheranno...attaccheranno...ATTACCHERANNO IL CAMPO MEZZOSANGUE! >> urlai, prendendo Annabeth per il polso. 
I suoi occhi si spalancarono per la paura, ma con una gentilezza incredibile, mi rimise a letto, coprendomi bene con la coperta.
Poi corse fuori, chiamando Doson a gran voce.
Doson, Doson, Doson....e poi caddi, ancora una volta, in un sonno profondo.




COSA? THE DARKNESSWILLFALL E' TORNATA? 
Ehii
Ebbene si, eccomi qui con un altro fantastico capitolooo! yeyeye.
Okay, mi scuso per l'attesa luuunghissima. Troppo lunga. Ma ero intenta ad amare un libro.
Il marchio di Atena *coffcoff*
scstm, plz. Spero che nonostante tutto continuiate a seguire la mia storia.
Grazie per le recensioni, un bacio e al prossimo capitolo!

p.s: Ehieheiehi. Pensavo di aprire un canale youtube, dove mettere i trailer delle mie fantastiche(seeh) storie. Vi piacerebbe? Fatemelo sapere ^u^ 
xxx
  
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