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Autore: DarkArtemis    17/05/2014    1 recensioni
Blaine era sempre stato sfortunato in amore, ed era rassegnato al fatto che non avrebbe mai trovato la sua anima gemella. Mai e poi mai si sarebbe aspettato di vederla riflessa in uno specchio...
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 - Incantesimo

Blaine si ritrovò sdraiato a terra, su qualcosa di morbido. Aprì gli occhi. Non era più nell'altra dimensione. Era disteso su un ampio prato, circondato da alti abeti, che però non impedivano alla tiepida luce del sole di giungere fino a lui e riscaldaldandogli il volto. L'erba profumata di colore verde brillante e le fronde smeraldo degli alberi erano mosse dolcemente da una brezza leggera e rinfrescante, la stessa che smuoveva i ciuffi ribelli di Blaine. Un ruscello d'acqua purissima scorreva in mezzo alla radura, riflettendo la luce solare. Lo scrosciare del piccolo corso d'acqua non impediva però agli uccellini di far sentire il loro dolcissimo, ma potente canto. Blaine si alzò lentamente da terra, godendosi la vista. Era davvero riuscito a portare a termine la sua impresa? 
Non ne era certo, ma non poté evitare di sorridere. Quel luogo era perfetto... Mancava soltanto... Lo vide. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Kurt era laggiù, proprio in quel punto dove l'acqua del ruscelletto si raccoglieva a formare uno stagno. Kurt si stava lavando, ed era immerso nello stagno all'altezza delle ginocchia. Era... Praticamente nudo, indossava soltanto un paio di calzoncini leggeri. La luce gli illuminava la pelle bagnata. Era così... Incredibilmente bello. E anche... Sexy. Blaine osservò i muscoli di Kurt che guizzavano ad ogni suo movimento. Nulla al mondo era parso a Blaine più perfetto.
Rimase incantato a guardarlo per molti minuti. Quando ebbe finito di lavarsi, Kurt si accorse di lui. E gli rivolse un sorriso malizioso. Lentamente, uscì dallo stagno e, gocciolante, camminò verso di lui. Il cuore di Blaine accelerò. Kurt si avvicinò sempre di più, fino a che i loro visi non si trovarono ad una spanna di distanza. Blaine ebbe a malapena il tempo di sospirare. Kurt lo baciò. E lo baciò ancora, più volte, dapprima dolcemente, poi con foga, sul viso, le labbra, il collo, tirando Blaine verso di sé, cingendogli la vita con un braccio. Il contatto con la pelle bagnata e fredda di Kurt lo fece rabbrividire. Con la mano libera iniziò ad aprirgli la camicia. L'eccitazione di Blaine aumentava sempre di più. Quando gli slacciò l'ultimo bottone, cominciò a fare scorrere quella stessa mano lungo il collo, lungo il petto, languidamente, sempre più giù fino alla cintura. Continuando a baciarlo furiosamente, Kurt gli aprì la cerniera dei pantaloni. Le gambe di Blaine non lo ressero più, facendolo sbilanciare all'indietro. Caddero a terra, ancora avvinghiati. Blaine guardò Kurt, che era ancora interessato alla zona del suo corpo laggiù. Stava accadendo davvero troppo in fretta. "Kurt aspetta un attimo... Kurt...". Ma Kurt non lo considerò, togliendogli il fiato con un ennesimo bacio. "Kurt... Asp... Kurt... smettila... Kurt! Guardami!". Kurt lo guardò negli occhi. Qualcosa non andava. Gli occhi di Kurt non erano affatto blu, del colore dell'oceano, meravigliosi ed inconfondibili. Erano neri come la pece, due abissi oscuri. Non solo. Emanavano una luce malvagia. Non avevano nemmeno una briciola di dolcezza e bontà. Quello non era affatto Kurt. Blaine si divincolò dall'essere che lo sovrastava e si rialzò in piedi in fretta, indietreggiando. "Cosa sei tu?!?", urlò Blaine. L'essere con le sembianze dell'uomo che amava si alzò in piedi a sua volta, rivolgendogli un ghigno perfido, deformando la bellezza di quel viso stupendo. I suoi occhi brillarono di pura cattiveria, facendolo impallidire.
Tutto a un tratto, la radura e il falso Kurt svanirono nel nulla, come se non fossero mai esistiti, e Blaine si ritrovò solo su una spiaggia. La conosceva. Ci era andato diverse volte con la mamma quando era piccolo. Gli era sempre piaciuta, perché era una delle poche spiagge nella zona che era ancora selvaggia e deserta. Pochi avevano il privilegio di sapere della sua esistenza. Blaine era terribilmente confuso. Cosa stava succedendo?
All'improvviso, capì. Non aveva affatto distrutto l'incantesimo. L'incantesimo lo stava ancora mettendo alla prova.... Prima tentandolo con Kurt... E ora? Blaine si avvicinò al bagnasciuga. Si chinò a toccare l'acqua. Osservò l'oceano di fronte a lui, quella meravigliosa distesa senza confini color zaffiro, che rifletteva il sole. Uno stormo di gabbiani planò sopra la sua testa, strillando. Le onde si infrangevano sulla riva, e l'acqua giungeva fino ai suoi piedi, lambendogli le suole delle scarpe. Sembrava tutto così reale... Ma non lo era... Non poteva esserlo... L'incantesimo si stava prendendo gioco di lui. Non doveva e non poteva lasciarsi ingannare come poco prima, col falso Kurt. Blaine si incamminò lungo la riva, alla ricerca di un indizio, di un qualcosa che lo aiutasse a capire come fare per distruggere quella maledetta magia. Blaine inspirò la fresca aria profumata di mare. Era tutto così calmo e tranquillo... Pacifico... Gli tornarono alla mente molti ricordi. Dopo qualche minuto che camminava, Blaine avvertì un fruscio alle sue spalle. Si girò di colpo. Blaine ebbe un tuffo al cuore. Non poteva essere... Sentì una lacrima rotolargli lungo la guancia. E poi un'altra, e un'altra ancora. Lì, sul bagnasciuga, proprio di fronte a lui, c'era... Sua madre. Sua madre, giovane, proprio com'era quando lui era bambino. Era ancora più bella di quanto se la ricordava. Aveva i capelli lunghi, mossi e neri proprio come i suoi, la pelle color ambra, che risaltava in contrasto col candore dell'abito che indossava, il naso all'insù, e stupendi occhi verdi, simili a due preziosi smeraldi, talmente dolci da intenerire il cuore più duro. "Mamma..." disse Blaine, trattenendo appena i singhiozzi. "Piccolo mio" disse lei dolcemente, avvicinandosi e rivolgendogli un sorriso radioso, stupendo, che lo fece sciogliere. "Mi sei mancato tanto, Blaine" disse lei. Gli accarezzò la guancia. "Come sei diventato bello, tesoro mio". 
Blaine non poté più trattenersi: iniziò a singhiozzare, abbracciandola forte. Non si era mai reso davvero conto di quanto gli fosse mancata. Del resto erano sempre stati soltanto lui e lei, perché il padre lo aveva abbandonato alla nascita, lasciandoli soli. Anche quando Blaine era andato via di casa per lavoro, aveva sempre trovato il tempo per tornare a farle visita e a tenerle un po' di compagnia. Le aveva sempre voluto un mondo di bene. Ma poi, due anni prima, si era ammalata gravemente e, dopo pochi mesi, lei era... Era... Era morta. Come poteva essere lì ora? Una sola era la risposta. Ma Blaine non voleva accettarla. Perché adesso lei era di nuovo con lui, abbracciandolo stretto proprio come quando da piccolo si sentiva triste. Lui non l'avrebbe più lasciata andare. Era la sua mamma... L'unica persona di cui gli era importato qualcosa... L'unica, a parte... Kurt. Blaine tornò in sé. Si stava facendo sopraffare dai ricordi. Doveva accettare la realtà. L'incantesimo stava tentando di ingannarlo ancora, facendogli dimenticare la sua impresa, e il motivo per cui l'aveva intrapresa, Kurt. La vita aveva abbandonato sua madre, purtroppo, e nulla poteva cambiarlo. Quella visione era fasulla, era frutto dell'incantesimo. E lui doveva sconfiggerlo. Per l'unica persona che ormai esisteva per lui, Kurt. Lacrime continuavano a bagnargli le guance. Ricordò il ghigno maligno del falso Kurt. Pensò a cosa sarebbe potuto succedere se in quell'attimo avesse abbassato le difese come aveva fatto prima nella radura. Magari quella donna che tanto sembrava sua madre avrebbe potuto trasformarsi in un essere mostruoso e ripugnante... Che avrebbe potuto ucciderlo... O peggio. No. Non l'avrebbe mai permesso. Mentre continuava a stringere a sé quella donna con un braccio, con la mano libera impugnò lo stiletto, che era sempre rimasto nella sua tasca. Sentiva che il suo cuore era colmo d'amore, ma non per quell'essere illusorio. Il suo cuore traboccava d'amore per sua madre, quella vera e che se n'era andata per sempre e, soprattutto, per Kurt. E Kurt era vivo e lo stava aspettando. Blaine doveva solamente distruggere l'incantesimo. Pensò intensamente a quanto amava Kurt, a quanto era importante per lui. Lui era tutta la sua vita. "Ho davvero un cuore puro, dopotutto" pensò Blaine, stringendo la presa sull'impugnatura dell'arma. Senza più esitare, la affondò nel seno sinistro della donna, e la lama le penetrò nelle carni giungendo fino al cuore. Sangue caldo iniziò a sgorgare dalla ferita. Blaine retrocedette di qualche passo per osservare la scena, la mano destra gocciolante di sangue cremisi. La figura che stava davanti a lui osservava con sommo stupore lo stiletto conficcato nel proprio petto, e il flusso di sanguinolento che usciva dalla ferita. La donna lo guardò, gli occhi animati da puro odio e ferocia; in seguito, iniziò ad illuminarsi, trasformandosi in un massa di luce, senza forma, che brillò sempre più intensamente, fino ad esplodere in una polvere lucente. E, così come era comparso, tutto intorno a Blaine svanì.
  
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