Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: shad0wplay    17/05/2014    0 recensioni
La ricerca della bellezza nella composizione di un'opera, dal soggetto all'artefice di questa. La purezza, la sterilità e la grandezza del sublime, ma fino a dove si può arrivare pur di rappresentarlo in tutta la sua interezza?
Genere: Drammatico, Malinconico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'opera.


Null’ altro rimase se non il suo corpo inerme nella stanza. Il sangue colava ancora a fiotti dalle labbra ormai maciullate dai morsi, i denti sporchi, e i capelli ormai seccati. Non era bella, era sublime. Sublime come il concetto che vi stava dietro. Il suo corpo non era più straziato, ma quasi assegnato all’idea della sua maestosità. La pelle candida macchiata solo da quelle macchie tanto vive quanto brutalmente uccise. La bellezza dell’atto, eccola qui. La luce sterile della stanza si rifletteva su di lei, rendendola quasi eterea.

Non pensate però che sia facile comporre un tale capolavoro. Richiede intuito, dedizione ed infine sangue freddo.  
La scelta del soggetto è fondamentale, non è infatti facile saper scegliere un individuo completamente adatto alla nostra opera. Per questa infatti serve bellezza, nel più puro dei suoi esempi. E vi assicuro che la maggior parte della gente non è in grado di saperla realmente distinguere.
Se voi provaste per esempio a chiedere ad un alcune persone di indicare  quale sia l’essere più bello all’interno di una foto di gruppo, difficilmente questi faranno la scelta esatta. Gli esseri dotati di caratteristiche che li portano alla soglia della perfezione sono infatti, oltre che rari, anche difficilmente riconoscibili. Ciò che fa capire se si tratti di un individuo di questo tipo non è infatti solo la sua estetica, ma anche la voce, i movimenti, ed infine, i pensieri. Difficilmente questi si sentono diversi, vivono una vita ordinaria, senza vestirsi o parlare in maniera particolare, totalmente inconsapevoli della propria grandezza.
Diverranno parte di un’ opera, di un qualcosa di superiore, donando loro il premio che da sempre hanno meritato. Donerò loro l’immortalità, donerò loro la consapevolezza del poter essere eterni, lasciando vibrare i loro canti e le loro grida angosciose nell’aria, soffiando il vento freddo dell’autunno, soffiando i capelli di una ragazzina che va a scuola, soffiando le nuvole grigiastre e sporche verso la città, morente.
Gli lascerò l’equilibrio e la purezza a loro sempre appartenuti, senza dargliene semplicemente atto, ma celebrandoli.

Abbasso lo sguardo, afferro delicatamente uno dei miei vecchi dischi e metto una delle mie opere preferite, la Madama Butterfly. Poi prendo uno di quei vini pregiati che qualche vecchio amico mi aveva regalato nella speranza di poterlo bere insieme, un domani. E io intanto rimango seduto, lasciandomi scappare ogni tanto qualche sospiro di soddisfazione nei confronti del mio lavoro.
Poi, a malincuore, sposto la sedia e mi avvio verso la porta  e spengo il vecchio grammofono.
Sull’uscio cerco dove siano finite le chiavi, e mentre i miei occhi girovagano svelti per l’ambiente si posano su di lei ancora una volta, incantati.
Chiudo la porta, il signor Gustave mi saluta.
Quanta bellezza c’è intorno a noi, troppo egoisti e freddi per potercene accorgere.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: shad0wplay