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Autore: Mirella__    17/05/2014    2 recensioni
Gioia è una ragazza solare, allegra, una ventiseienne che del mondo ha visto un po' e alla quale quel po' è bastato.
Dory è una tipa, qualcuno con cui ci si diverte e Jonathan, il suo ragazzo, la adora, chissà perché poi! Non riesco a capire come possa esistere qualcuno di così folle da beccarsi mille lividi pur di stare con qualcuno. Lei dovrebbe smetterla di farlo finire in tanti guai... prima o poi.
Alice è... beh, lei è Alice, la bellissima e schifosamente ricca ragazza desiderata da tutti e che, al tempo stesso, nessuno vorrebbe. La ragazza che quando passa davanti a una coppia è capace di creare litigi grazie al suo passo sensuale e al suo profumo di rose.
“L'hai guardata! Ti ho visto!” Dice lei.
“Ma no! Certo che no!” Si difende lui.
E io? Io chi sono? Io sono solo la burattinaia che tira i fili di questa storia complicata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Angolo dell'autrice
Ci avviciniamo alla fine di questa storia, ormai ogni pedina è nella sua posizione, non ci resta che vedere il risultato di tutte le mosse precedenti.
Ringrazio tutti coloro che leggono in silenzio e chi mette in una delle tre liste la storia, ma specialmente Darcon21 che ha recensito ogni capitolo.
Buona lettura!


Sesto capitolo


Possesso


Per Gioia quel bacio era stato come un fulmine a ciel sereno ed era così sorpresa che non si era nemmeno arrabbiata quando aveva sentito il campanello suonare, tutt'al più era rimasta delusa.
Alice aveva cercato un contatto con lei molto intimo, quel che lei non sapeva era che Gioia voleva di più, in un certo senso le aveva dato il consenso per fare il passo successivo.

Si era alzata presto la mattina dopo, era entrata in bagno e vi aveva perso un'ora buona per farsi bella solo per lei. Ne era uscita con passo felpato, ben attenta a non far rumore visto che sapeva che Alice amava dormire.

Si portò una mano al petto a quel punto e si strinse nelle spalle, poi si riscosse: non doveva avere attimi di tentennamento, altrimenti sarebbe tornata nella sua stanza senza tante cerimonie.

Si introdusse nella camera da letto della coinquilina con un atteggiamento talmente sospetto da poter passare per ladra, scostò le coperte che celavano il corpo della ragazza addormentata e si sdraiò accanto a lei.
Portò una mano, che tremava flebilmente, ad accarezzare il viso di Alice rilassato per via del sonno, il suo respiro regolare la tranquillizzò e le diede coraggio per proseguire nell'intento.

In un primo momento fu molto delicata, sfiorò le sue labbra a malapena, ancora indecisa se svegliarla in quel modo, poi, però, sentì le mani dell'altra sui suoi fianchi, che l'attiravano a sé e chiedevano di più.

Una cosa che Gioia non sapeva era che Alice aveva il sonno molto leggero.

Rabbrividì quando vide lo sguardo onice di lei venir scoperto dalle palpebre rimaste chiuse fino a quel momento e gemette di dolore quando la donna le morse il labbro inferiore.

A cosa devo questo assalto mattutino?” Chiese, scendendo a lasciarle dolci lusinghe sul collo, spostandosi col corpo sopra al suo per prendere in mano la situazione. “Potrei denunciarti, lo sai?”

Gioia la osservò incredula, era rimasta spiazzata dalla presa di posizione dell'altra, nella sua mente la scena era stata ben diversa: un buongiorno sussurrato e un ipotetico due di picche.

Volevo... chiarire”. Mugugnò, sussultando quando sentì la mano di Alice risalire lungo la coscia scoperta dai pantaloncini.

Per dare risposte le labbra devono essere libere, non credi anche tu?” La donna ridacchiò e scese a baciare l'incavo dei seni, lasciando che il suo respiro facesse rabbrividire Gioia, che si limitò a tirarle qualche ciocca di capelli con fare vagamente stizzito, non riuscendo a contenersi, però, dal cingerle il bacino con le gambe per sentirla più vicina, ma Alice si interruppe fin troppo presto e si mise a sedere, i capelli spettinati e gli occhi ancora incrostati dal sonno.

Hai un pessimo alito di prima mattina, ho preferito tappartele”. Disse Gioia, del tutto scontenta dalla lontananza dell'altra, tanto che le saltò addosso e le gettò le braccia al collo.

Non sembravi disdegnare quando ti ho ficcato la lingua in bocca”. Gioia arrossì e fece una smorfia a queste parole, dopo le lanciò un cuscino: “Sei volgare”.

Esprimevo solo una mia considerazione”. E di nuovo le labbra furono su quelle della più piccola, impedendole di emetter fiato.

Si separarono solo quando i polmoni d'entrambe si fecero sentire per richiedere aria fresca e il sospiro che ne seguì espresse tutta la soddisfazione di quel bacio.

Devi mollare Xander”.

E tu devi raccontarmi qualcosa in più su di te”.

Solo se lo lasci”.

Chi ti dice che già non lo abbia fatto?”

Solo dopo quella frase Gioia notò le occhiaie che affioravano sul viso di Alice, ne carezzò i contorni e a quel contatto seguì la sensazione di un pugno nello stomaco.

Perché lo hai fatto?” Chiese in un sussurro, facendola appoggiare su di se e carezzandole la schiena. “Per il bacio di ieri?”

Più o meno,” ammise Alice stuzzicando la spalla di Gioia con altre attenzioni che la castana fu ben felice di ricevere, “la ragazza lesbica e il ragazzo gay non formavano esattamente una coppia perfetta”.

Gioia sfiorò la fronte di Alice con le labbra e immerse la mano in quei capelli neri come la notte che tanto amava. “Ma è stato il giorno del suo compleanno”.

Sì, quale momento migliore per porre fine ad una relazione fatta più d'amicizia che d'amore ed iniziarne una che sicuramente avrà sbocchi più felici?”

Gioia carezzò Alice con lo sguardo e le baciò la punta del naso. “Credo che sia comunque triste”. Ma l'altra scosse la testa e appoggiò il viso contro il palmo della sua mano. “Necessario, io direi, spero che già sia tra le sue braccia”.

Aveva qualcuno?” Gioia iniziò ad alterarsi, la sua mente era già volta al ricordo di quella sera.

No. Lui non accettava di essere dell'altra sponda. Pensa che, nonostante stessimo assieme da un sacco di anni, non siamo mai riusciti ad avere un rapporto completo. Lo capivo, certo, ma era snervante dover ricorrere a certi... giochini”.

Gioia la osservò incredula, non voleva scoppiarle a ridere in faccia, specie proprio in quel momento, ma questo voleva dire che lei era... vergine?
Perché avete portato avanti la vostra relazione per così tanto tempo allora?”

Alice prese fiato e avvolse i fianchi di Gioia in un tenero abbraccio. “Perché gli servivo. Ero il suo punto fermo per non entrare in crisi fino a quando non è arrivato lui”.

Lui chi?”

Tyler. Non sto male, voglio solo assicurarmi che lui me lo tratti bene, ma devo abituarmi all'idea di non averlo più in mezzo ai piedi. Capirà da solo perché l'ho fatto”.

Gioia sorrise e la baciò con un impeto tale da farla cadere all'indietro, “ti aiuterò a dimenticare, fidati di me”. Le sussurrò all'orecchio, mentre iniziava ad esplorare il corpo che da tempo desiderava: le sue mani si soffermarono sulle curve, poi scesero ancora, regalando ad Alice tanti, piccoli brividi. Quando vide la mora concedersi a lei e alle sue carezze, Gioia si godette ogni attimo: il tempo di ogni indumento tolto, la durata di ogni singolo, bollente bacio, ogni fremito che coglieva il corpo della compagna...

Si chinò su di lei a lasciare un succhiotto sul seno sinistro, finalmente poteva averla tutta per sé.

Hai esperienza con il gentil sesso?” Le chiese Alice non riuscendo a trattenere un sorriso carico d'aspettativa, ma quando lo sguardo di Gioia si soffermò a studiare ogni singola parte di lei, la mora perse la sua baldanza e si limitò a rabbrividire ancora sotto le sue attenzioni.


Quella mattina imparò molte cose su Gioia, il fatto che a letto ogni sfida era vinta per la castana era appurato. Le sensazioni che le aveva fatto provare erano uniche e dannatamente eccitanti.

L'aveva stretta a sé ancora una volta quando alla fine dell'amplesso si erano ritrovate sudate, ansimanti e senza una qualunque forza per muovere anche solo un dito; le aveva scostato i lunghi capelli dall'orecchio e le aveva sussurrato.

Vieni con me, a Londra”.

Gioia aveva sorriso e annuito.

Sì, vengo con te”. Non un attimo di tentennamento.

Adesso credo che sia d'obbligo che tu mi parli di te”. Alice aveva mantenuto un tono di voce basso e le carezzava dolcemente i capelli, non voleva rompere l'incantesimo che si era venuto a creare, tuttavia qualcosa sembrò intromettersi violentemente nel loro spazio personale, lo sentì da come Gioia si era irrigidita e stringeva più forte la presa sulla sua vita.

Allora iniziò a parlare.

Raccontò di tutto: di Alex, della sua storia con lui, la delusione che aveva provato nel vederlo con un'altra e la paura di affezionarsi di nuovo a qualcuno. Descrisse accuratamente ogni dettaglio del suo primo appuntamento con l'ex marito, ne descrisse persino l'aspetto. “Occhi verdi che non ti lasciano osservare nient'altro se non loro. La prima volta che lo vidi ne restai folgorata”. Alice aveva aggrottato la fronte a quelle parole e l'aveva incitata a continuare. Riuscì anche a farsi dire qualcosa in più sull'aspetto di quel bastardo e un unico volto riusciva a figurarsi.

La castana si addormentò mentre parlava, si era tranquillizzata durante quel racconto, probabilmente era la presenza di Alice a farla sentire protetta.

Non sapeva ancora che Alex aveva già fatto la sua apparizione e se lo avesse saputo, Gioia si sarebbe guardata dal prender sonno e avrebbe reso partecipe la sua Alice di un paio di conversazioni avvenute con Dory...
  
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