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Autore: arangirl    17/05/2014    2 recensioni
Jaime è un ex atleta che dopo la perdita della mano destra ha perso anche se stesso. Brienne è una soldatessa al fronte, senza nessuno ad aspettarla a casa.
Un programma di scambio lettere farà incontrare (o forse scontrare) le loro vite, ma forse non tutto il male viene per nuocere...
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister, Loras Tyrell, Renly Baratheon, Tyrion Lannister
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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9 Febbraio 2002

Mia cara fanciulla,
abbiamo gli artigli affilati, dico bene?
Immagino sia una necessità visto la grande componente maschile dell'esercito, posso immaginare che non tutti siano gentili con una donna soldato. Dici che non porto rispetto all'istituzione militare, ma se ti consola sappi che ho perso rispetto per qualsiasi istituzione mi circondi, a partire dalla mia famiglia. Hai completamente ragione, sono un uomo triste e solo che vomita disprezzo sugli altri perché non sopporta se stesso, ma cosa posso farci? Trovo estremamente dilettevole scrivere questa lettera, cercando di immaginare la tua espressione irritata nel riceverla, nonostante non conosca il tuo volto. Sentiti libera di non rispondermi, ma le lettere continueranno ad arrivare, anche solo per la distrazione che provo nello scriverle. Quindi forse la cosa migliore che tu possa fare è assecondare questo povero storpio e rispondermi, anche solo lettere piene di insulti. Probabilmente questa sarà la nostra prima e unica cosa in comune, odiamo entrambi il signor Jaime Lannister. A presto, forse,

 
Jaime Lannister
 

Brienne si maledisse per non aver gettato direttamente la lettera nel cestino il momento in cui l'aveva ricevuta. Voleva farlo, ma Renly l'aveva guardata con quella sua espressione fiduciosa che lei detestava deludere, e aveva pensato che non potesse esserci nulla di male se dava solo un'occhiata. Questo tipo doveva avere un mare di problemi, probabilmente psicologici oltre che fisici, ma Brienne non riusciva a non trovare lo scambio di lettere interessante. Quell'uomo l'incuriosiva, voleva sapere perché si odiava così tanto, cosa l'aveva portato a perdere la mano... anche solo per sfuggire alla realtà che viveva ogni giorno. Solo il giorno prima erano stati attaccati da un unità di ricognizione e un ragazzo della sua compagnia era stato ferito al braccio. Quest'uomo non era poi granché come diversivo, ma era sempre meglio di niente. Prese carta e penna mentre Loras la guardava incuriosito dall'altra parte della tenda. Gli aveva fatto leggere la lettera precedente, ed era sicuro che lei non avrebbe indugiato oltre in quello scambio. Alzò le spalle guardandolo e cominciò a scrivere.
*

22 Febbraio 2002

Al Signor Jaime Lannister,

devo dire che sono rimasta sorpresa nel ricevere una seconda lettera, pensavo e speravo che la prima fosse un semplice scherzo, eppure eccoci qui. Non proverò nemmeno a spiegarle il mio disappunto per le sue maniere o per il modo in cui mi si rivolge, che trovo degradante e sessista. Io sono un soldato tanto quanto i miei colleghi uomini, questo anche lei dovrebbe arrivare a capirlo. Io mi limiterò a darle del lei, visto che non mi ritengo (ne mai mi riterrò) sua amica. Sappia che io continuerò a risponderle, sperando un giorno di farle capire quanto è in errore a pensare e dire cose del genere. Sarà la mia crociata personale. Lei scrive di essere storpio, e visto che lei non si fa problemi ad essere maleducato, non mi faccio problemi a chiederle di cosa si tratta. Sarà un argomento di conversazione più interessante rispetto all'autocommiserazione immagino. A presto,

 
Brienne Tarth
 


Jaime si ritrovò a sorridere con la lettera in mano. Non che l'avesse più di tanto aspettata, o che fosse corso in casa a leggerla dopo averla trovata nella cassetta della posta. Però era stranamente contento che Brienne non l'avesse semplicemente ignorato. Un sonoro miagolio gli fece girare lo sguardo verso la porta-finestra che dava sul giardino. Un malandato gatto rosso era seduto davanti alla finestra, una zampa appoggiata al vetro mentre miagolava senza sosta, ansioso di entrare. Jaime appoggiò la lettera sul tavolino davanti a lui e andò ad aprire la finestra e il gatto gli si strusciò contro emettendo delle basse fusa e poi zampettò fino al divano. Era sinceramente il gatto più brutto che Jaime avesse mai visto, e quando se l'era trovato davanti un paio di settimane prima aveva preso un colpo. Era un gatto di strada, pieno di cicatrici e con un occhio solo, senza contare l'orecchio mezzo mangiucchiato da chissà quale bestia, ma era stranamente socievole e Jaime non si era sentito di lasciarlo fuori o di negargli un po di cibo. D'altra parte si rispecchiava nell'animale, solitario e diverso, fuori da mondo. Il gatto lo guardò con il suo occhio azzurro intenso e si stiracchiò sul divano, suo giaciglio d'elezione da quando era arrivato. Jaime si sedette accanto a lui e lo accarezzò leggermente con la mano sana. Probabilmente era una cattiva idea tenerlo, poteva portare chissà quali malattie e sua sorella di certo non avrebbe portato i suoi nipoti a fargli visita se l'avesse saputo "Ma non deve saperlo, no?" Il gatto gli rispose con fusa più sonore, e Jaime lo prese convenientemente per un sì. Prese carta e penna dalla scrivania e cominciò a scrivere una risposta per Brienne.

9 Marzo 2002

Cara fanciulla,

ora che so che ti dà fastidio essere chiamata così, stai pur sicura che non smetterò di farlo, nemmeno sotto tortura. Sono infantile, no? Mio padre me lo fa sempre notare. Posso azzardarmi a farti gli auguri per l'appena trascorsa festa delle donne? O trovi che anche questo sia degradante e sessista? Sono curioso di sapere se i tuoi colleghi uomini ti hanno fatto gli auguri, o hanno semplicemente ignorato la faccenda... Per quanto riguarda la mia menomazione, come forse avrai già capito, si tratta della mia mano destra. Bè o del fatto che non c'è più una mano destra. Un brutto incidente d'auto un anno fa. Penso di non essermi ancora abituato alla sua assenza; troppe volte mi trovo a cercare di afferrare qualcosa per poi vederla cadere a pezzi al suolo. Questa, oltre ad essere la triste verita, è anche una buona metafora della mia vita. Dici che mi autocommisero, e probabilmente hai ragione. Ho perso tutto perdendo la mia mano. Quello che resta è solo l'insignificante ammasso di carne che c'era dietro.
Non penso che tu possa capire, ma volevo provarci.
A presto,
Jaime Lannister




Note: Ciao a tutti! Volevo scusarmi per l'enormità di tempo che ci ho messo ad aggiornare, ma forse ho fatto  un errore a cominciare questa storia senza aver concluso l'altra a cui sto lavorando, visto che purtroppo il tempo per scrivere non è mai abbastanza! Cercherò comunque di continuare (altrimenti la luna della mia vita mia picchia) e di aggiornare in tempi accettabili! Grazie per aver letto, alla prossima! 
  
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