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Autore: ILoveRainbows    17/05/2014    1 recensioni
Le coincidenze non esistono. O sbaglio? E se non ci credete... Se per due giorni di seguito incontraste il vostro idolo non in mezzo alla folla, ma relativamente da solo, non smettereste di crederci pure a voi alle coincidenze?
Dal primo capitolo:
Quasi inchioda dallo spavento e poi accosta la macchina guadagnandosi la rabbia e le grida degli automobilisti.
Si gira verso di me. - Che c'è?! -
- Torno subito. - Senza altre parole scendo dall'auto con un balzo, sotto lo sguardo pesante di mio zio.
Ho visto la Perfezione più tre suoi amici.
Faccio una breve corsa fino ad essere davanti all'entrata di Radio Deejay e pochi passi dietro di loro.
Solo a quel punto realizzo che non ho la più pallida idea di cosa dire. Purtroppo le mie gambe godono di vita propria e prima di riuscire a fermarle mi trovo spiaccicato sulla schiena di una persona molto magra, ma muscolosa, e decisamente alta.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

Domenica.
Giorno del Signore. 
Giorno sacro.
No, non vado in chiesa, sono ateo da anni ormai, da quando ho scoperto di essere gay. Alla chiesa non va bene quello che sono, ma qualcosa cambierà prima o poi spero.
Tuttavia anch'io considero la domenica un giorno sacro.
Riposo.
Nonostante ciò oggi mi sono svegliato presto confronto al solito, 8.00.
Devo parlargli.
Sento un bisogno impellente di raccontargli di me prima di donargli il mio cuore.
Passo al solito bar e prendo due brioche e due caffè (uno all'americana, bleah!) da portare via.
È complicato andare in bici con due bicchieri in mano per Milano. A un certo punto, quando ormai sono arrivato, un poliziotto mi lancia uno sguardo assassino e mi affretto a fare un'occhiata angelica e scendere dalla bici così da poter passare oltre senza problemi.
Lego la bici, trovo il portone del pianterreno aperto, salgo le scale, trovo la porta giusta, suono... Silenzio...
Suono di nuovo... Silenzio...
La terza sarà quella buona, funziona sempre così, no? O è quella buona o è la peggiore.
Sto per mettere il dito sul campanello quando sento la porta aprirsi e qualcuno lanciarsi sul mio braccio.
- Don't. You. Dare! -
Sfoggio di nuovo un'occhiata angelica. - Scusa. -
Alza lo sguardo verso l'alto per guardarmi; cosa mai successa, di solito la situazione è il contrario.
Il suo volto si raddolcisce. - Ciao amore. -
Un brivido mi percorre dalla punta dei piedi fino a ogni nervo del mio cervello. Lui tiene ancora il mio braccio e noto dal suo sguardo che se ne accorge. Si rimette dritto e si avvicina a me piazzandosi a solo pochi centimetri di lontananza. Con la bocca è ancora più vicino. Sento il suo respiro caldo sulle mie labbra e incateno il mio sguardo al suo. Le gote mi si infiammano, per quella vicinanza. Come sempre quando sono con lui.
- Hai freddo o are you hot? - soffia sussurrando.
- Non lo so più. -
Sorride debolmente.
- You're on fire. - dice malizioso.
Se tre secondi fa ero rosso ora sono da definirmi viola.
Ride. - Sei ancora more adorable tutto rosso. -
Si diverte a stuzzicarmi e io sento che potrei sciogliermi da un momento all'altro.
Sento alle mie spalle qualcuno che cerca di aprire mille serrature di una porta. 
- Non finisce qui. - sussurra Mika prima di interrompere il nostro contatto e invitarmi ad entrare in casa.
Mentre entro qualcuno assale il mio sacchetto di brioche e per un attimo sospetto che Mel sia qui in casa invece che a Londra, ma poi mi accorgo che è Mika. Tre secondi dopo anche i caffè mi vengono sottratti molto agilmente e vedo una figura andare in cucina.
Sospiro sorridendo.
Quando arrivo anch'io in cucina lui si è già avventato sulle brioche. In realtà solo su una, ma è la mia in teoria. Quella alle noci.
Mi sorride soddisfatto e riconoscente per la colazione.
Io mi siedo sullo sgabello di fronte al suo e mi approprio del caffè iniziando a sorseggiarlo e guardando Mika gustarsi la brioche in modo incredibilmente lento.
- Con cos'è? - mi chiede alludendo alla brioche.
- Noci. - continuo a sorseggiare il caffè. Devo pensare a un modo per fargliela pagare per prima.
- It's good. -
- Lo so. È la mia preferita. -
- Ne vuoi un bite? -
- No grazie. -
Torniamo a mangiare silenziosamente la colazione.
A un certo punto si alza e apre il frigo. Tira fuori una panna spray e la affoga nel caffè, poi chiude la panna e l'appoggia sul tavolo. Lo guardo strano.
Inizia a bere il caffè e quando mette giù il bicchiere noto che gli si sono formati dei baffi di panna.
Trovato!
So come fargliela pagare, farò qualcosa di imprevedibile.
Finisco di bere il mio caffè velocemente mentre i miei neuroni lavorano per mettere a punto il piano malefico e Mika si mangia anche l'altra brioche.
Mi alzo per buttare il bicchiere di carta pensando agli ultimi particolari e per fortuna la pazzia di Mika mi viene in aiuto.
Infatti quando mi giro noto che si sta spruzzando la panna dallo spray in bocca sorridendo felice.
Mi avvicino a lui in un momento in cui chiude gli occhi e gli prendo lo spray dalle mani rimettendolo sul tavolo.
Apre gli occhi guardandomi stupito e senza capire cosa voglio fare. Io da parte mia so cosa voglio fare, ma non posso credere che lo stia veramente facendo.
Mi avvicino a lui e mi metto fra le sue gambe. Mi avvicino fino ad azzerare la distanza fra le mie labbra e le sue.
Lo sento irrigidirsi per un secondo per poi lasciarsi andare al bacio.
Incateno la mia lingua alla sua esplorando la sua bocca e ponendo fine anche alla distanza fra i nostri corpi.
Stacco per un attimo la bocca dalla sua. - La panna è molto più buona su di te. - Dico guardando ancora le sue labbra, poi alzo la testa quel tanto che mi basta per guardarlo negli occhi e noto lo stupore nel suo sguardo.
- Daniele, is this really you? Non sei un sosia o simile? -
- Come puoi dubitare della mia identità?! - Esclamo facendo il finto offeso.
- Voglio esserne sicuro e c'è un unico modo per scoprirlo. -
Mi prende per il colletto della giacca riavvicinandomi a sé e mi mette le gambe intorno alla vita bloccandomi e impedendomi un'eventuale fuga.
Posa le sue labbra sulle mie e mi mordicchia il labbro per farmi aprire la bocca. Alla fine gli lascio via libera e ci baciamo in modo ancora più travolgente di prima.
Dopo un po' Mika stacca le sue gambe dalla mia vita e scende dalla sedia senta staccarsi dalle mie labbra. Lentamente mi spinge indietro fino a farmi adagiare sul divano e mi fa sdraiare.
Si mette a cavalcioni su di me e inizia a slacciarmi i bottoni della camicia baciandomi il petto e procurandomi dei brividi.
Non posso.
Non ancora.
- Mika -
- Si? - mormora continuando inesorabile la sua discesa.
- Mika. -
- Che c'è? -
Non ho la sua attenzione.
- Mika fermo per favore. - Cerco di tenere la voce ferma, ma sono sul punto di scoppiare.
Si tira su e mi guarda. Nota che ho gli occhi lucidi e si affretta a scusarsi e a sedersi sul divano.
- Non è colpa tua. - ribatto.
Scuote la testa, triste. - Sì, I should have asked you prima di iniziare. Devo sempre rovinare tutto. I'm horrible. -
Come può pensare una cosa simile di sé? Lui è la cosa migliore che mi sia mai capitata.
Mi sporgo verso di lui e lo bacio delicatamente.
Mi guarda con gli occhi pieni di lacrime e senza capire.
Gli passo una mano fra i capelli e poi la poggio all'altezza del suo cuore ascoltandone il battito che sembra anch'esso triste e sconsolato. Infine sprofondo la testa nella sua spalla. Mi avvolge insicuro un braccio attorno alle spalle.
- Non è colpa tua - ripeto. - Ti voglio raccontare una storia. La storia della mia vita fino a pochi mesi fa. -


ANGOLO SCRITTRICE: scusateeeeee, ritardo e corto, ma ho avuto un sacco da fare con la scuola, sto impazzendo. Comunque sto già scrivendo il prossimo e dato che ho ispirazione spero di riuscire a finirlo presto. Questo capitolo non mi piace, non succede niente, ma volevo finirlo così per poi incentrare il prossimo capitolo sulla storia di Daniele.
A presto (lo giuro!!)
ILoveRainbows
  
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