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Autore: Locked    18/05/2014    3 recensioni
Kurt torna al McKinley dopo il suo soggiorno alla Dalton, ma il rapporto con Blaine è diverso da quello che conosciamo. 
Niente "Oh, there you are" o "You move me, Kurt"; solo una splendida amicizia. 
Tanti chilometri tra di loro, una Rachel un po' inquietante e un Sebastian fin troppo paziente.
Riuscirà la distanza ad avvicinarli più di quanto si aspettano?
[sms+description]
*
(6.50)
Kurt?
(6.53)
Kuuurt?
(6.57)
Kuuuuuuuurt?

 
(6.59)
Blaine.
 
(7.00)
Oh, ma allora non stai dormendo!

 
(7.02)
Oh, no. Assolutamente. Chi potrebbe mai dormire alle sette di mattina della domenica?
*
Alzò di nuovo lo sguardo verso i suoi amici, incontrando un paio di occhi caramellati. “Tu!” esclamò fingendosi indignato. Blaine scrollò le spalle mormorando a mezza voce “Colpevole” e spalancò le braccia. Kurt lasciò cadere la sua tracolla stracolma di dvd sul pavimento con poca grazia e si lanciò letteralmente tra le braccia di Blaine. Respirò a fondo il suo profumo, così simile all’aria dei boschi mescolata all’odore della pioggia, , e incastrò le braccia attorno al suo torace e il viso nell’incavo del suo collo. “Mi sei mancato” Mormorò.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note:
Ultimo capitolo gente! Mi dispiace tantissimo per il ritardo, ma -come ho scritto su FB- il mio computer ha preso un virus giovedì, ed è tornato in mio possesso oggi, quindi questo è stato il meglio che ho potuto fare, avendo il capitolo salvato solo nel pc. cwc Spero che l'attesa sia valsa la pena della lettura, visto che questo è effettivamente il capitolo centrale di tutta la storia. E' rimasto solo l'epilogo. ç.ç Le lacrime me le risparmio per quello.
Vi mando un abbraccio, scusate ancora per il contrattempo. >.<


 
Capitolo IX. Dove Blaine è stordito e Kurt, be', anche lui.


 
(15.19)
Non credo che ‘buona fortuna’ sia la cosa migliore da dire, in questi casi, ma buona fortuna.
 
Kurt inarcò un sopracciglio e bloccò il telefono, infilandolo velocemente nella tasca posteriore dei suoi skinny jeans; sollevò lo sguardo avanti a sé e socchiuse gli occhi, cercando di impedire alle minuscole gocce di pioggia primaverile di incastrarsi tra le sue ciglia castane. Strinse i pugni attorno al vuoto ed accelerò.
 
 
*
 
 
Dire che Blaine fosse ansioso era un eufemismo. Ingoiò un paio di volte a vuoto e si sistemò per la terza volta il papillon nocciola, il preferito di Kurt. Gliel’aveva confessato lui stesso, a quel tavolo di quel bar un po’ sgangherato che era diventato ‘loro’, prima di affondare il viso imporporato nei morbidi strati della sua sciarpa. Blaine avrebbe voluto ringraziarlo, quella volta, ma si era limitato ad arrossire e a mordersi il labbro.

Controllò di nuovo l’orologio e puntò gli occhi sulla porta del Lima Bean, giusto qualche istante prima che un ragazzo castano entrasse, lo vedesse e corresse letteralmente contro di lui.
 
 
*
 
 
Non ci furono complicazioni. Nessuno degli innumerevoli scenari apocalittici escogitati dalla mente di Blaine si verificò. Ci furono abbracci invece, e chiacchiere su tutto e niente e confessioni mormorate a mezza voce e sguardi forse troppo prolungati.

Tranne un misero, enorme particolare; erano Kurt e Blaine, una splendida coppia di amici.

“E Tina ha deciso di duettare con Mercedes e non con Rachel; dovevi vedere la sua faccia! Anche se alla fine mr. Shue ha scelto il brano di Santana e—“ Kurt inarcò elegantemente un sopracciglio e sorrise dolcemente “Tu non mi stai ascoltando.”

Blaine spalancò gli occhi e li sollevò dalle proprie dita intrecciate in un groviglio nervoso al viso di Kurt. “No!” esclamò “Cioè, sì. Voglio dire, no; scusami, non so dove ho la testa oggi.” Azzardò un piccolo sorriso e strinse inconsciamente il labbro inferiore tra i denti.

Kurt afferrò un fazzolettino plastificato e lo strofinò tra i polpastrelli. “Ti ho detto di volerti vedere per un motivo preciso” cominciò “e preferirei che ascoltassi tutto ciò che voglio dirti, prima di pensare qualsiasi cosa.” Blaine osservò la linea appena pronunciata scavata sulla sua fronte, il naso impercettibilmente arricciato.

“Oh, sì. Anch’io devo parlarti ma—“

“Ti prego” lo interruppe Kurt piantando il suo sguardo oceanico nei suoi occhi “fai iniziare me.” Blaine annuì e si sistemò nervosamente sulla sedia scomoda. Il castano prese un profondo respiro ed abbassò le palpebre. Estrasse il suo cellulare dalla tasca e passò rapidamente le dita sullo schermo un paio di volte;  poi attese, il volto impassibile.

Il cellulare di Blaine prese a vibrare sul tavolino e il moro spalancò gli occhi e dischiuse le labbra. “Uhm, perché mi stai chiamando?” chiese, cercando di controllare il tremito della sua voce.

“Oh, io non sto chiamando te; sto chiamando Alex.” Kurt lo fissò per qualche secondo, solo il rumore sordo della vibrazione del telefono in sottofondo, poi bloccò il cellulare e lo infilò di nuovo in tasca. Trascorsero pochi attimi, ore nella mente di Blaine, in cui ci furono solo i loro occhi calamitati gli uni agli altri, i loro sospiri lievi, i loro battiti cardiaci accelerati.

“Tu sapevi.” Non era una domanda; no. Era una constatazione. Kurt sapeva, e Blaine aveva appena rovinato ciò che aveva di più prezioso al mondo. L’altro annuì lievemente, poi contrasse le braccia attorno al busto. “Perché?”

Blaine si agitò a disagio sulla sedia. Non era questo il modo in cui aveva programmato di dirglielo, non con il peso imperdonabile di una bugia tra di loro, non con il rimorso che gli divorava l’anima. Sentì le lacrime pizzicargli all’attaccatura delle ciglia e sollevò lo sguardo verso l’altro, trattenendo il respiro. “Mi dispiace” disse invece.

Kurt sospirò e chiuse gli occhi, come se il peso di ciò che stava accadendo fosse troppo. “Non sono arrabbiato.”

“Cosa?!” Blaine quasi si sbilanciò dalla sedia, urtando il tavolino e facendo oscillare il suo Non-Fat Mocha “Perché?” chiese.

“Perché” cominciò Kurt, aprendo gli occhi e inchiodandolo col suo sguardo più profondo che mai “so che Alex sei tu fin dall’inizio.”

Blaine sgranò gli occhi. “Come? E’ stato Sebastian?” L’altro scosse la testa sorridendo debolmente. “Ti ho riconosciuto” disse “Non subito, è vero, ma dalla seconda volta che mi hai scritto. Il tuo modo di comunicare anche attraverso gli sms, la passione per Los Angeles, le ripetizioni di scienze, il fatto che sembrava mi conoscessi fin troppo bene.” Sollevò lo sguardo verso l’entrata del Lima Bean. “Perché?”

Blaine sospirò. “Io … mi sono pentito di averti mentito esattamente due secondi dopo averti scritto di essere ‘Alex’” mormorò “Non volevo … non ho avuto il coraggio di smettere. Non so perché. Volevo solo … capire, suppongo.” Intrecciò le dita tra di loro e posò lo sguardo sul bicchiere non ancora vuoto.

“Cosa, Blaine?”

E Blaine decise che non era quello il momento di essere codardo; e sì, probabilmente lo era lo stesso, perché quella storia degli sms era assurda e lo aveva completamente sopraffatto, e forse Kurt non si sarebbe mai più fidato di lui. Ma cos’hai da perdere, quando non hai più niente?

E fu facile; facile come un battito di ciglia, facile come respirare, facile come mai si sarebbe aspettato potesse essere.

“Volevo capire se fossi innamorato di me, come io lo sono di te.”
 
 
*
 
 
Blaine rimase a fissare la sedia vuota avanti a sé per una manciata indefinibile di secondi, prima di precipitarsi fuori dal locale, la tracolla abbandonata sotto la sedia, il giubbetto dimenticato sullo schienale, il fiato già corto e l’adrenalina in circolo nelle vene.

“Kurt!” lo chiamò, una volta che la porta del bar si fu richiusa alle sue spalle. “Kurt, ti prego; parliamone.” Una cascata di acqua lo investì appena mise un piede oltre l’ingresso; la pioggia, forte e insistente, scuriva il tessuto chiaro della giacca di Kurt, in piedi davanti a lui, di spalle.

“Lo so, non sei innamorato di me; io … va bene, posso conviverci, posso superarla, posso provarci. Ti prego. Sono stato un idiota a cominciare a mandarti degli stupidi messaggi anonimi, non si ripeterà mai più. Mai.” Tirò su col naso, cercando di asciugare le lacrime salate sulle sue guance con la manica del maglioncino. “Dimmi solo che ti fidi ancora di me, dimmi solo che possiamo ancora essere amici;” continuò, avvicinandosi ma non osando sfiorarlo, osservandogli la schiena contratta e le braccia avvolte prepotentemente attorno al busto. Le gocce di pioggia continuavano ad inzuppargli i vestiti e anche un po’ l’anima “che potrò chiamarti quando Sebastian mi tortura con le sue battute da idiota, che potrò abbracciarti quando non ci vediamo per settimane, che potremo continuare a fare stupide osservazioni sui vestiti di Rachel Berry o della tua insegnante di Economia Domestica. Ti prego.”

Kurt si voltò lentamente, gli occhi oceanici velati di un grigio opaco, un sorriso bagnato di lacrime e pioggia a decorargli il viso. “Blaine, stai zitto.” Sussurrò, muovendo un passo in avanti e chinandosi di qualche centimetro, prima di poggiare le labbra sulle sue.
 
 
*
 
 
E non fu come se lo erano immaginato; perché sì, nella loro mente avevano provato a ricostruire, a creare quel momento che entrambi agognavano.

Non fu perfetto; non fu uno di quei baci da film d’autore, quelli che ti fanno girare la testa ed accelerare il battito cardiaco solo a vederli, perché un po’ ci sei anche tu in mezzo ai due innamorati immortalati dalla videocamera.

Ma fu terribilmente, incredibilmente loro. Fu come nuvole e farfalle variopinte nello stomaco e battiti frenetici e scomposti in gola; fu gocce di pioggia incastrate tra le ciglia e agli angoli del cuore, tuoni lontani e profondi e scintille di lampi. Fu palpebre chiuse all’ultimo momento, serrate perché questo è un sogno e non voglio svegliarmi e labbra morbide e screpolate, al sapore dolce del caffè e stordente dell’amore.

Quando si separarono, le mani dell’uno ancora appoggiate, leggere, sulle guance e sul collo dell’altro, nessuno dei due aprì gli occhi. Kurt passò la lingua agli angoli della bocca dischiusa ed espirò velocemente. “Come hai potuto pensare” cominciò, e le palpebre di Blaine svolazzarono velocemente “anche solo per un secondo” anche Kurt scoprì lo sguardo, il cielo liquido sciolto nelle iridi “che non fossi innamorato di te?”

Ed erano ancora intrecciati l’uno tra le braccia dell’altro, quando Blaine realizzò tutto. “Tu … cosa?” chiese, la paura intrisa nella voce, il sollievo radicato in fondo agli occhi.

“Sono innamorato di te.”

“Dillo di nuovo.”

“Sono innamorato di te.”

“Ancora!”

“Sono innam—pfh”

Poco importava che nessuno dei due fosse un esperto; avrebbero imparato insieme ad amare.

Poco importava che la pioggia li avesse ridotti a un groviglio bagnato di arti e vestiti appiccicati alla pelle, perché finalmente stringevano tra le dita tutto ciò di cui avevano bisogno.





Angolino dell'autrice:
Non pensate che si sia risolto tutto. Eheheh. C'è l'epilogo e ci saranno le spiegazioni. Purtroppo per questa settimana non garantisco l'aggiornamento regolare di giovedì per cause di forza maggiore (compito di fisica e matematica ed interrogazione di storia su settecento e più anni di programma. E versione di latino. Non ce la faccio più. cwc) Anyway, avrete il capitolo, I swear. E mi impegnerò il più possibile per pubblicarlo in tempo.
Voglio ringraziarvi tutti, dal primo all'ultimo che passa su queste pagine anche solo per sfogliarle a caso. Dalle persone che hanno letto silenziosamente a quelle che hanno seguito/preferito/ricordato. E GRAZIE a quelle ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, Mellark, Miss Obrien, breaking free e castal3. Siete angeli.
Se vi interessa solo il capitolo, ho finito (lol), altrimenti *si schiarisce la voce* avete visto la puntata? Oh, mio Dio, è stata FANTASTICA, All of me, American Boy (Chris, se muovevi un altro po' il bacino io collassavo di fronte alla tastiera *//*) e 'He's the love of my life' e 'I'm the luckiest guy in the world e sjhdsj. Mi avete persa. (e io l'ho sempre detto che Blaine avesse qualcosa di strano con gli uccelli, lol uwu)
E va be', raccogliete i miei resti, veramente.
Qui i miei contatti! Un bacio e buonanotte.
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