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Autore: mcr_frerard    18/05/2014    1 recensioni
un ragazzo introverso sta per cambiare scuola e vita. Non sarà solo la nuova scuola a farlo crescere ma anche le persone che incontrerà in questo percorso. Gli amici veri sono pochi, bisogna riconoscerli e tenerseli stretti.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I'LL NEVER TELL YOU A LIE

 

 

 

La famiglia di Mikey è fantastica. Sua madre Donna, ha cucinato tantissime cose appetitose per cena e, anche se non sono abituato a mangiare così tanto dato che i miei non guadagnano molti soldi, nel piatto non mi è avanzato nulla. Abbiamo parlato di scuola, di musica, di sport e argomenti vari, ma quando mi chiedevano qualcosa di personale come amicizie, ragazze e famiglia, cercavo di dare una risposta molto approssimata, non mi piace parlare a persone che non conosco bene di cose personali; Mikey doveva averlo capito perché ogni volta che i suoi mi ponevano una domanda del genere cambiava argomento al mio posto e mi sorrideva.

Adesso sono seduto di fianco a Mikey sul letto nella camera degli ospiti al piano di sopra. Lui è sdraiato per tutta la lunghezza del letto mentre io sono seduto a ripensare a questa giornata diversa dalle solite monotone. Anche lui sembra pensieroso, e a dirla tutta anche un po' preoccupato per ragioni che non so se voglia rivelarmi o meno. Lo inizio a fissare con sospetto per qualche secondo sperando che se ne accorga ma niente. Sospiro rumorosamente. Niente di nuovo. Allora lo inizio a guardare come in attesa, ma non mi degna neanche di uno sguardo, così do due colpi di tosse e finalmente mi guarda. I suoi occhi fissi nei miei che si chiedono il perché di questo mio comportamento e i miei che lo guardano di rimando ponendosi la stessa domanda. Si mette a sedere continuando a guardarmi, questa volta con aria stanca.

“Cosa c'è Frank?” “No niente, è che ti vedevo pensieroso...” lui sbuffa e torna a sdraiarsi. Ho detto qualcosa di sbagliato? Forse non dovevo insomma, non siamo migliori amici, ha tutto il diritto di tenere alcune cose per sé, però questo suo comportamento mi preoccupa un po'. Si mette nuovamente a sedere e appoggia i gomiti sulle sue ginocchia e affonda il viso tra le mani. Gli do una pacca leggera simile ad una carezza sulla schiena.

“Frank, sono preoccupato per Gerard, mio fratello”

Ora che ci penso Gerard non ha cenato con noi anzi, non l'ho proprio mai visto se non nelle foto di famiglia vicino all'ingresso, O almeno penso sia lui...

“Come mai?” si sistema i capelli e guarda il soffitto. “Beh, non sta passando un bellissimo periodo e scarica la tensione bevendo alcolici nel bar sotto casa...” mi guarda per vedere la mia reazione ma tutto quello che so fare è uno sguardo triste e compassionevole. “I nostri genitori non sanno nulla perché mi ha chiesto di tenere la bocca chiusa finché non gli sarà passata, ma ormai sono tre mesi e non sembra migliorare. Sono preoccupato perché proprio i fine settimana beve più del solito e a volte non riesce neanche a tornare a casa.” Ora capisco la sua preoccupazione, anche se non so se stia facendo la cosa giusta a non dirlo ai genitori. “Sei sicuro di fare la cosa giusta a tenere i tuoi genitori all'oscuro di questa faccenda?” “In realtà all'inizio non ne ero molto convinto però dopo averci pensato a lungo Gerard ha ragione, i miei non devono assolutamente venirlo a sapere perché altrimenti lo manderebbero in un centro per disintossicarsi, e il più vicino è a più di 50 km di distanza.” Mi faceva stare male vederlo così ma non poteva farci niente, nessuno poteva farci niente per quello che ne sapevo. A parte Gerard stesso.

“Ragazzi! Sono le undici passate, andate a dormire!” mi guarda, mi mostra un mezzo sorriso augurandomi di dormire bene e poi esce chiudendo la porta per permettermi di mettere il pigiama con un po' di privacy. Mi cambio ripensando al fratello di Mikey e al motivo della sua depressione.

Ormai è mezzanotte inoltrata e il mio cervello non ha intenzione di spegnersi, e anche se chiudo gli occhi non riesco a prendere sonno. Che caldo, mi sta venendo una gran sete. Mi alzo intenzionato ad andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua ma non conoscendo la casa mi conviene andare in bagno per evitare di svegliare tutti. Se non ricordo male il bagno è tra la camera degli ospiti e quella di Gerard. Cammino facendo meno rumore possibile e arrivo finalmente al lavandino. Apro il rubinetto, bevo poca acqua alla volta, però sento un fastidioso rumore provenire dal piano di sotto, come un tintinnio. Ricomincio a bere mentre le mie gambe iniziano a tremare per paura che in casa sia entrato qualcuno con cattive intenzioni. Chiudo il rubinetto e decido di farmi coraggio e controllare di sotto, ma prima vado davanti alla camera di Gerard per vedere se è arrivato o meno, anche se sono quasi certo di no dato che non ho sentito nessuno salire le scale. Come previsto il suo letto è vuoto. Mi giro titubante e mi avvicino alle scale accovacciandomi sul gradino più alto guardandomi attorno cercando qualsiasi sagoma in movimento. Nessun movimento sospetto, però il tintinnio non cessa, e ad esso si è aggiunto uno strano rumore, come qualcosa che sfrega. Ho una paura fottuta di ritrovarmi un assassino alle spalle così inizio a girare su me stesso come un cane che si insegue la coda sentendomi solo stupido.

Scendo i primi gradini con calma, poi immagini di killer mi invadono la mente e inizio ad accelerare fino a correre in direzione del divano. Mi raggomitolo su di esso dalla paura della mia ultima osservazione: il rumore proviene dalla porta d'ingresso. Ora il rumore è cessato dandomi il tempo di riflettere sul da farsi. Tiro un sospiro di sollievo e intanto appoggio i piedi per terra e mi alzo in piedi iniziando a camminare verso la porta per poi guardare attraverso lo spioncino. Essendo buio non si vede granché ma appena noto una figura ondeggiare a pochi metri di distanza dalla porta un brivido mi percorre la schiena immobilizzandomi completamente. Resto qualche secondo a guardare senza fare o dire niente, poi sento nuovamente quel tintinnio e mi accorgo che proviene da un mazzo di chiavi che questa persona tiene in mano. Solo ora penso alla possibilità che questa persona possa essere Gerard e che non riesca ad aprire la porta perché ubriaco. “C-chi è?” L'ombra ondeggia di nuovo e si appoggia alla porta. “Chi è?” chiedo, questa volta più convinto. “Abito qui” è decisamente ubriaco e quindi non posso fidarmi. “Come ti chiami?” “Io? Ehm...Gerard.” Sì, probabilmente è lui. E se non lo fosse? Farei entrare in casa uno sconosciuto la prima notte che dormo da qualcuno. Se invece fosse lui e io non lo facessi entrare i genitori lo troverebbero a dormire fuori dalla porta e- Un tonfo mi porta a guardare nello spioncino ma...Dov'è andato!? Penso in fretta a cosa fare e trovando le chiavi attaccate al muro alla mia destra decido di aprirgli cercando di fare il meno rumorosamente possibile. La serratura scatta ed io apro la porta vedendo Gerard(?) sdraiato per terra con il viso sul tappetino con su scritto welcome. Mi avvicino a lui e gli prendo il braccio percuotendolo sperando in una qualsiasi risposta. Emette un grugnito di disapprovazione e lentamente lo aiuto ad alzarsi. Faccio un po' fatica dato che è più alto di me ma alla fine riesco a portarlo in casa. Chiudo la porta e torno da lui sul divano dove l'ho fatto sedere. Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro “Gerard, ora dobbiamo andare di sopra a dormire. Altrimenti i tuoi genitori si preoccupano.” Mi allontano per vedere se è d'accordo o meno. Mi guarda un attimo e poi mi dice “E tu chi sei?” Giusto, io per lui sono solo uno sconosciuto che si trova in casa sua, meglio portarlo a letto e spiegarglielo dopo. “Se vieni di sopra con me te lo dico, va bene? Ora però devi anzi, dobbiamo dormire”. Mi guarda non troppo convinto ma poi decide di ascoltarmi, così gli metto un braccio sulle mie spalle e lo aiuto a salire le scale. Arrivati in cima mi dice di farcela da solo ad arrivare al suo letto, allora gli lascio il braccio e lo seguo mentre va in camera e si mette sotto alle coperte. Faccio un movimento con la mano come per salutarlo ma la luce della luna che penetra dalla finestra mi mostra il suo viso impegnato in un'espressione contrariata e imbronciata. “Mi hai mentito” cosa? In che senso gli ho mentito? “Non è vero” “E invece sì, avevi detto che una volta a letto mi avresti detto chi sei” ah giusto. Più che ubriaco sembra un bambino che non vuole dormire ma decido comunque di accontentarlo. Mi avvicino al suo letto e mi siedo in modo che possa vederlo mentre lui si sposta leggermente per farmi un po' di spazio. “Hai ragione. Allora, io mi chiamo Frank e sono un amico di tuo fratello. Mi ha ospitato a dormire qui da voi per aiutarmi con storia dell'arte.” Mentre parlo lui mi guarda incantato come un bambino mentre ascolta la favola della buona notte. “Non hai sonno Gerard?” Sbadiglia e subito dopo mi dice che un po' di sonno ce l'ha ma vuole sapere meglio chi sono.

 

 

 

 

 

“FRAAAAANK! MA DOVE SEI!?” Uhm, bella domanda. Mi stropiccio gli occhi e non appena li apro mi ritrovo sdraiato per terra di fianco al letto di Gerard. Ma, era Mikey quello che mi chiamava? Mi alzo con le braccia indolenzite e le gambe che fanno fatica a reggermi ma, dopo essermi stiracchiato come si deve, guardo Gerard con i capelli neri tutti spettinati e mi viene quasi voglia di spostargli il ciuffo da davanti agli occhi però penso sia meglio andare ad assicurare a Mikey che sto bene. Scendo le scale per cercarlo ma poi lo sento arrivare da dietro con passo veloce fino a sentire il suo peso sul mio. “Mikey che fai? Ahia, ti sembra ti sembra che saltare addosso agli ospiti sia carino? Ahahah dai non farmi il solletico” “In famiglia Way saltare addosso agli ospiti è d'obbligo!” Poi si alza e mi allunga una mano aiutandomi a fare lo stesso. Poi mi sussurra un grazie e notando la mia espressione si avvicina e mi dice “Grazie per Gerard, questa notte ho sentito dei rumori di sotto, la voce di Gerard e la tua. Questa mattina non eri in camera tua ma nella sua, ho fatto due più due. Quindi grazie”. Mi sorride e va in camera a vestirsi invitandomi a fare lo stesso. Salgo le scale e vado in bagno, poi mi dirigo in camera dove mi cambio e metto tutte le cose nello zaino. Invece di scendere da Mikey vado in camera dal fratello per vedere se è già sveglio. Appena mi ritrovo davanti alla porta aperta lo vedo seduto a gambe incrociate sul letto che si massaggia le tempie. Cerco di restare immobile ma lui si volta verso di me con aria assente e mi guarda male, sembra incazzato. “Me lo ricordo sai?” “Ti ricordi cosa?” Smette di massaggiarsi le tempie e dice “Ieri mi hai mentito” mi metto a ridere ma notando la sua espressione seria torno serio pure io e mi siedo sul letto vicino a lui. “Non ti mentirò mai più” gli dico con un piccolo sorriso e lui ancora preso dai postumi della sbornia si sdraia, mima un grazie con le labbra e si riaddormenta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Heilà! Buon pomeriggio a tutte, questo capitolo l'ho scritto in circa circa tre o quattro ore e rispetto ad i primi due mi sembra scritto meglio, anche se il finale non mi soddisfa più di tanto...

Come al solito vi prego di recensire anche solo per scrivere che piuttosto che scrivere dovrei zappare nei campi ma fatemi sapere cosa ne pensate (pleaseeeee *fa occhi dolci*)

Alla prossima domenica!

  
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