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Autore: mcr_frerard    11/05/2014    0 recensioni
un ragazzo introverso sta per cambiare scuola e vita. Non sarà solo la nuova scuola a farlo crescere ma anche le persone che incontrerà in questo percorso. Gli amici veri sono pochi, bisogna riconoscerli e tenerseli stretti.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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SOMEBODY CARES ABOUT ME

 

 

“Hey ciao Frank! Com'è andato il primo giorno di scuola?” “Sinceramente me lo aspettavo diverso, in classe da me erano tutti troppo agitati e c'era sempre una gran confusione. A te Mikey?” “Ah, circa come a te, solo che ero io la fonte di quella confusione generale... I professori mi hanno già dato un soprannome: uragano blu.” “Ahahah, come mai blu?” “Hai presente quei muri bianchi a righe rosse e gialle così monotoni? Ecco, io ho preso un pennarello blu e ho disegnato le note di una canzone dei guns 'n roses per tutto il perimetro, ma i professori non la vedevano come un'opera d'arte come me e mi hanno mandato dal preside” “Quindi sei finito nei guai il primo giorno!?” “In realtà il preside ha detto che chiuderà un occhio un occhio dato che sono nuovo, ma la prossima volta rischio la sospensione” “Beh dai, ti è andata bene dopotutto” “Sì ma nessuno dei miei compagni conosce i guns tranne uno...” “Neanche da me però un professor- >>

*prossima fermata: liceo scientifico*

“Frank, Belleville è così piccola che c'è solo un liceo scientifico ahahah” “Hai ragione ahahah, eccoci arrivati!” “Va bene, allora ci vediamo domani... Ciao Frank!” “Ok, ciao!”

 

Oggi davanti a scuola c'è meno gente rispetto a ieri, magari devono ancora arrivare, vedo al massimo 50 persone...

*driiiiin*

Entro dalla porta e con la solita lentezza mattutina mi dirigo in classe. Per fortuna che mi hanno messo al primo piano, non ce la farei mai a fare tutti quei piani di scale ogni mattina con questo zaino pesantissimo.

Non mi nota mai nessuno quando entro e adesso in classe ci sono solo quattro ragazze, una guarda il cellulare mentre le altre chiacchierano rumorosamente mentre si tolgono il giubbotto di marca. Quasi tutti i miei compagni ieri hanno detto di venire da famiglie benestanti e hanno almeno una villetta a testa, alcuni hanno già la macchina pur non avendo l'età per guidarla.

Dopo essermi tolto il cappotto mi siedo al mio posto in terza fila vicino alla finestra e prendo fuori dallo zaino il libro di storia, l'astuccio e il diario. In attesa del professore provo a disegnare il teschietto nell'angolo del diario sul mio quaderno ad anelle mentre la classe comincia a riempirsi.

Il primo giorno ero rimasto da solo perchè i banchi erano stati contati e all'appello mancava un ragazzo, spero solo che sia simpatico dato che Mikey mi a detto che in questa scuola non cambiano i posti spesso, una o due volte l'anno.

Questo disegno non mi sta venendo per niente male... “Ciao. Sono Jared, ieri non sono potuto venire e mi hanno detto che questo è l'unico posto rimasto”. Appena mi volto vedo un ragazzo con dei capelli biondo scuro lunghi fino alle spalle, degli occhi azzurri e un naso molto fine. Rimango incantato qualche secondo, poi Jared muove la mano su e giù davanti ai miei occhi come per svegliarmi. Scuoto un attimo la testa e mi scuso. “Ah sì, siediti pure. Scusa, oggi sono un po' addormentato...” “Sì sì va bene, ora scambiamoci di posto, non mi piace stare esterno” “Va...va bene”

Che maniere, non ci conosciamo nemmeno e mi dice già cosa fare.

“Tu come ti chiami?” Mi chiede disinteressato mentre si passa una mano tra i capelli. “Frank” “Sei uno di poche parole eh?” Intanto mi si avvicina all'orecchio come per dirmi un segreto. “Frank, non è che per caso avresti una spazzola e uno specchio da prestarmi?”Una spazzola ed uno specchio!?

“Come scusa?” “Sì insomma, ci sono molte ragazze carine qua in classe ed il cappuccio mi ha spettinato tutto!” “Non ce le ho, di solito non porto a scuola questo genere di cose...” “Uff... Ecco lo sapevo!”

Questo ragazzo può essere carino quanto vuole ma è un po' troppo egocentrico per i miei gusti.

 

 

 

 

 

“Come hai detto? Una spazzola!?” “Sì esatto, e anche uno specchio perchè il cappuccio l'aveva spettinato e non poteva farsi vedere così dalle ragazze!” “Ahahah avrei voluto esserci!”

Mikey è sempre simpaticissimo, in diverse cose ci assomigliamo parecchio però lui è molto più estroverso, mentre io parlo con poche persone e solo se necessario.

“Tu Mikey hai rivisto il preside invece?” “Oggi no, anche se mi hanno quasi beccato i bidelli mentre scrivevo Green Day sulla porta del bagno” “Ecco chi l'aveva scritto!” “Eh già, tutto merito mio. Ora però preparati che la prossima fermata è la nostra”

 

 

 

 

Il primo mese di scuola volò, però ho già preso la mia prima insufficienza in storia dell'arte per colpa di quella stronza di una professoressa che si mette a fare una verifica a sorpresa dopo quattro settimane di scuola. Per fortuna Mikey si è offerto di aiutarmi dato che ha preso 8/9, così questo fine settimana mi ha invitato a casa sua a dormire.

 

 

 

 

Non posso ancora credere di essere stato invitato a casa di qualcuno a dormire! Voglio dire, non ho mai avuto nessuno che si preoccupasse per i miei voti e mi invitasse addirittura a dormire da lui. In effetti alle medie se avevo un' insufficienza dovevo rimediare da solo e quasi tutte le volte riuscivo a cavarmela, anche se molto sfacciatamente.

Oggi è giovedì, quindi tra due giorni mi trovo con Mikey al parco vicino alla gelateria per poi andare insieme a casa sua. Ai miei genitori ho parlato di Mikey, dell'aiuto che mi vuole dare con storia dell'arte eccetera, e alla fine fortunatamente hanno ceduto dandomi il consenso.

 

 

 

 

 

“Frank, hai preso il pigiama?” “Sì mamma...” “E lo spazzolino?” “Certo, ora però devo andare che Mikey mi aspetta alle 15” “Ok, fai il bravo”. Mi dà un bacio sulla guancia e mi saluta con un abbraccio che sembra durare un'eternità. Dopo essermi staccato da mia madre esco di casa e mi incammino verso il parco.

Dopo una decina di minuti sono arrivato e mi siedo sulla prima panchina libera ad aspettarlo. Sono le 15,20 e non lo vedo ancora arrivare, così decido di andare a prendere un gelato rigorosamente cioccolato e panna. Sembra delizioso, mi avvicino per assaggiarlo ma vengo spinto e mi ritrovo la faccia cosparsa di panna .

Sento dei ragazzi che urlano “E non farti più vedere!”

Mi giro un po' incazzato ma appena mi volto vedo Mikey con un occhio tutto arrossato e la guancia completamente insanguinata. Tiene in mano gli occhiali con le lenti rotte e vedo che fa fatica anche solo a stare in piedi. “Cos'è successo!?” “Ma niente, quei ba-” fa una pausa per sputare del sangue “Quei bastardi avevano voglia di picchiare qualcuno e” altra pausa “E da quello che ho capito al loro capo stanno antipatici quelli con gli occhiali”

Va bene che Belleville non è molto sicura, ma non avevo mai sentito una storia del genere, intanto lo faccio sdraiare su una panchina mentre corro dal gelataio che, avendo assistito alla scena, mi porge un bicchiere pieno di ghiaccio e dei fazzoletti. Ritorno da Mikey e inizio a tamponargli la guancia non prestando attenzione ai suoi lamenti.

“Credo sia meglio andare a casa, non vorrei che si infettasse” Decidiamo di andare a casa sua perchè più vicina e perché a quest'ora non ci dovrebbe essere nessuno.

Dopo qualche minuto che camminiamo mi tira una manica e mi indica con un movimento del capo una casa arancione con un piccolo giardinetto.

“Frank, tieni le chiavi...Quella rossa apre il cancello e quella blu la porta”

Senza dire niente prendo le chiavi dalla sua mano e apro frettolosamente il cancello e poi la porta, che emette un cigolio agghiacciante. Dentro non c'è molta luce ma intravedo un letto o un divano a pochi metri dall'ingresso e, dopo aver chiuso la porta, lo faccio sedere e continuo a tamponargli la ferita. Prendo altri fazzoletti e copro parte del divano per evitare di sporcarlo di sangue. Vado in bagno alla ricerca del disinfettante e dopo averlo messo a soqquadro come si deve torno da Mikey, che ormai si è addormentato.

Decido comunque di disinfettarlo, poi prendo una garza e gli fascio la caviglia. Infine mi siedo un attimo a pensare.

Ricapitoliamo: sono a casa di uno conosciuto neanche due mesi di cui non so nemmeno il cognome per colpa di quella dannata insufficienza in arte!? Non...non so che dire.

 

 

 

Uhm, che sonno...che ore sono? Ma dove mi trovo?

Sono sdraiato su un divano vicino a... A Mikey, giusto. Devo essermi addormentato, meglio svegliare anche lui prima che i suoi arrivino a casa e assistano a questa scena.

“Mikey, svegliati” gli picchietto sulla spalla ma sembra non sentire, così inizio ad aumentare il volume della voce. “MIKEY SVEGLIA!”

Sobbalza leggermente guardandosi intorno un po' spaesato per poi mettersi a sedere per ricordare cos'era successo. Io intanto guardo l'orario, le 17,30. “A che ora vengono i tuoi a casa?” Mi guarda e prima di rispondere si schiarisce la gola. “Ehm...mi sembra alle 18, che ore sono?” “Sono le 17,30. Abbiamo circa mezz'ora per mettere in ordine” “In che senso?” “Beh prima ho cercato il disinfettante in bagno e per trovarlo ho messo un po' in disordine...” “Ok, ho capito. Allora vediamo di fare in fretta”

Gli porgo una mano per aiutarlo ad alzarsi e poi andiamo in bagno. La situazione è peggiore di quanto non ricordassi: boccette di profumo sul pavimento, un rotolo di carta igienica mezzo srotolato e qualche spazzola sparsa qua e là. Senza dire una parola iniziamo a rendere il bagno agibile dividendoci i compiti, io gli passo le varie cose e lui le mette al loro posto. Dopo una decina di minuti il bagno è abbastanza presentabile, quindi torniamo in salotto a controllare che il divano non si sia sporcato. A nostra grande sorpresa non ci sono macchie di alcun tipo, solo i fazzoletti usati qualche ora prima che ci affrettiamo a buttare.

Finalmente un po' di pace, questa giornata non è iniziata nel migliore dei modi, ma spero che adesso non si presentino più imprevisti. Mikey mi guarda, si massaggia la testa e poi si offre di farmi fare il giro della casa cercando di dimenticare quello successo al parco.

“Questo è il salotto, mentre più in là c'è il bagno anche se credo non ci sia bisogno di presentazioni...” Poi mi porta in camera dei suoi genitori facendomeli vedere in foto.

“Di qua c'è la mia camera, non è grandissima ma non posso di certo lamentarmi” Appena entro noto uno specchio alto almeno due metri e mezzo e un letto a due piazze al centro della camera. La mia camera sarà grande come la metà della sua.

“Che bella, è molto spaziosa!” “Sì, i miei genitori hanno deciso di farla diventare mia e non di mio fratello perchè lui ha detto di non aver bisogno di molto spazio”

Non mi aveva mai parlato di suo fratello, ho sempre creduto fosse figlio unico.

“Non sapevo avessi un fratello” “Sì, è lui che mi ha aiutato a prendere 8/9 nel compito sai, lui fa l'artistico ed essendo al terzo anno la parte che stiamo facendo noi la sa praticamente a memoria! Comunque la sua camera è al piano di sopra, vuoi venire?” “Ehm, sì certo!”

Saliamo le scale bianche in tutta calma mentre lui mi fa strada. “Su questo piano ci sono 3 stanze: la camera di Gerard, mio fratello, il bagno e la camera degli ospiti... Se vuoi puoi già portare su la tua roba” “Sì, va bene. La vado a prendere...arrivo”

Scendo le scale, cerco la borsa e, una volta trovata sotto al tavolo, la afferro e torno su da Mikey.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti(?) !

Questo capitolo è un po' più lungo del primo però come avrete notato si inizia a parlare di Gerard anche se non è ancora entrato effettivamente nella storia. Però vi prometto che nel prossimo capitolo (in un modo o nell'altro) lo faccio arrivare.

Detto questo vorrei ringraziare Sid e Tyx per l'aiuto che mi hanno dato a scrivere questi due capitoli e grazie soprattutto alla ragazza che ha sprecato importanti minuti della sua vita per recensire il primo capitolo.

Ricordo che sono disposta a ricevere recensioni positive e anche negative. Se avete qualche idea su come continuarla sono aperta a qualsiasi consiglio vogliate darmi.

Ok...ciao

  
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