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Autore: pandanto    18/05/2014    5 recensioni
Ogni amore ha i propri ritmi. A volte aspettare, esitare, rende i rapporti più concreti.
SPOILER 7a STAGIONE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Tutto lentamente si evolve, a volte nemmeno ci facciamo caso; eppure, quando le evoluzioni si fanno più veloci e più violente, qualcosa in noi cambia: gli avvenimenti si ammassano, diventano sempre più invadenti e ci fanno venir voglia di lasciare tutto e andare via.

 

Nell’ultimo mese Sheldon aveva abbandonato la sua ricerca e ora cercava di convincere il rettore a concedergli la possibilità di cambiare settore, ma non gli era stata concessa.

“Dottor Cooper, sono spiacente, ma la questione è critica a livello economico. La nostra università non si può permettere repentini scambi da un settore all’altro, l’ammontare del denaro investito nella sua ricerca non è rimborsabile. Viviamo in una situazione di crisi economica mondiale e la sua richiesta non può essere accolta. Mi dispiace.”

Aveva avuto una discussione con Amy, il che lo faceva sentire ancora più a disagio. Penny e Leonard stavano per sposarsi e lo avevano annunciato pubblicamente; lo avevano anche invitato a vivere a casa di Penny così che loro potessero vivere nell’appartamento 4A da soli e ne era ancora più triste. Il negozio di fumetti di Stuart era andato in fiamme e ora aveva perso uno dei pochi luoghi in cui si poteva trastullare e alienare.

Una sera si chiuse nella sua stanza e si chiuse a chiave, si sedette poi sul letto e iniziò a piangere. La sua vita aveva perso significato. Ogni certezza era svanita. Il suo mondo era crollato e lo lasciava senza protezioni, mentre attorno nessuno si accorgeva di nulla. Si stese e guardò il soffitto mentre le lacrime scendevano verso le orecchie, dandogli una sensazione fastidiosa. Poi nel silenzio sentì il ronzio delle sue orecchie farsi più forte per lo sforzo del pianto. All’improvviso, mentre si allungava per prendere dei fazzoletti, guardò la sua collezione di fumetti e fece una smorfia tra il sorriso e la voglia di continuare a piangere.

“La mia vita è in pezzi”, pensò. “Non ho nulla da perdere. Ho bisogno di cambiare aria e di staccarmi dal passato”.

Si alzò in piedi e si diresse verso l’armadio. Una volta aperto, si fece coraggio e prese il borsone delle emergenze, uscì dalla stanza e si infilò il cappotto.

"Devo trovare la mia strada”.

Leonard andò per aprire la porta d’ingresso ma notò che era stata chiusa a chiave. Chiese a Penny la chiave d’emergenza ed entrò in casa. Qualcosa era diverso: le luci erano spente, sull’appendiabiti non c’era il giubbino di Sheldon e il pc rosso non era più sulla scrivania. “Sarà uscito”, pensò, e si sedette sul divano.
 
«Sheldon, ma che stai facendo?», strillò l’uomo occhialuto. L’altro, impassibile, lo guardò e con sommessa calma gli disse che voleva cambiare vita. Parlarono finché tutti non se ne ebbero fatta una ragione.

«Mi mancherai».

«Lo so».


 
Amy sedeva sul divano, fissava Leonard priva di espressione.

«Perché lo hai lasciato andare?».

Uscì da quella casa con la voglia di sbattere la porta che le ribolliva nelle vene. Loro, quelli che li avevano uniti, adesso li dividevano.

«È  colpa sua, di Leonard, quel… quel…». Tanto era la rabbia che non riusciva a trovare un insulto adatto da urlare dentro al veicolo per riferirsi all’amico. Andò correndo in camera e si lasciò cadere sul letto, piangendo ininterrottamente. Nella sua mente balenò l’immagine di lui, il suo sorriso, e poi una voce in sottofondo cantava di un amore strappato via, proprio quella canzone che aveva sentito in quel locale qualche sera prima quando era uscita con le altre. Continuava a pensare che fosse stata colpa loro, che avrebbero dovuto fermarlo e che la sua vita ora aveva perso il suo senso. Stremata, si addormentò, la testa le scoppiava, le guance si asciugarono lentamente. Aveva una forte fitta all’altezza del cuore.
 

La mattina dopo, quando i raggi del sole raggiunsero il suo viso, sentì il telefono squillare una, due, tre volte, ma non rispose, convinta che fosse stata Penny a chiamarla. Quando però le chiamate si fecero più insistenti prese il telefono e, senza neanche controllare il mittente, rispose con un secco e acido “Che c’è?”.

«Ehi».

La donna perse un battito. Quella voce, come per miracolo, le risollevò il morale.

«Sheldon», sussurrò lei, la voce soffocata dall’emozione.

«Mi dispiace, non dovevo sparire così. Voglio solo che tu sappia che sto bene e che non devi imputare la colpa che a me. Non avrei mai desistito dal perseguire la decisione a cui sono giunto in questi ultimi giorni. Leonard non poteva fare nulla, nemmeno Penny, e nemmeno tu. Starò via per un po’, ma tornerò, giuro. Non ti ho abbandonata. Ho pensato a te dal primo momento in cui ho messo piede fuori di casa. Ti chiamerò quando vuoi, sarò sempre qui ad ascoltarti. Mi manchi tantissimo, ma non potrò essere lì con te che fra qualche…».

«Qualche…?».

«…Beh, non lo so».

«Come fai a non saperlo?». Respirò profondamente, in attesa.

«Amy, non ne ho la più pallida idea. Ho bisogno di riscattarmi da una vita di rinunce e di asservimento agli altri… devo allontanarmi dal condizionamento al quale sono costretto da quando ho scoperto cosa siano le convenzioni sociali. È difficile. Voglio essere libero».

La dottoressa pensò più volte di ribattere ma alla fine si limitò a chiedergli di vedersi. E lui, dal profondo del suo cuore, pescò la frase più stupida che, a suo avviso, un uomo potesse dire per confortare qualcuno.

«Chiudi gli occhi e pensa a me. Mi vedi?».

Amy sprofondò sotto alle coperte. «Sì, ti vedo».

«Anch’io ho gli occhi chiusi. Ho tenuto gli occhi chiusi tutta la notte per fingere che tu fossi qui con me. Che cosa stupida…».

«Ma no, è… è bellissimo!», esclamò lei, balbettando un po’.

«Ehi, devo chiudere. Il mio treno è arrivato. Alla prossima, Amy Farrah-Fowler. Mi aspetterai?».

«Sì», disse sorridendo.

Appoggiò il telefono sul comodino e andò a gustarsi i suoi ultimi giorni di ferie.


Pensava ancora a quel “qualche”. Ci pensava mentre chiedeva scusa a Leonard, mentre cucinava, mentre era insieme agli altri e sedeva accanto al posto vuoto.

«Chissà cosa starà facendo», esordì nel silenzio Raj. Si rattristarono e presero a fissare ognuno il proprio cibo.

«Mi manca», sussurrò Howard.

Leonard scattò in piedi e lasciò il pasto sul tavolino. Prese il giubbotto e uscì.

«Dove stai andando?», chiese Penny.

«Vado a riprendere il mio migliore amico».

Si guardarono l’un l’altro.

«Beh, che stiamo aspettando?», chiese Bernadette, «Forza! Raj, Howard, noi andiamo insieme! Voi altre signorinelle andate con Leonard!».

Amy balzò in piedi e andò ad abbracciare il fisico.

«Grazie».

«Guarda che lo faccio per tutti quanti, mica solo per te!», esclamò e le fece l’occhiolino. «Dai, andiamo».

 
 ________________________________________________«♥» nda
 
Ehilà! Sono terribilmente in ritardo ma ho avuto un sacco di cose da fare. Detto sinceramente, quando nella scena finale della 7x24 (quella in cui Amy prende a cuscinate Leonard) hanno messo le risatine della folla io mi sono sentita estremamente triste. Non faceva ridere per nulla a mio avviso.
Critiche a parte, spero vi sia piaciuto!
Aggiornerò appena posso!
   
 
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