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Autore: OfeliaMontgomery    18/05/2014    1 recensioni
Il mio nome è Tiffany Rose e il giorno di Halloween ho perso tutti. Ho perso una madre dolce e apprensiva, una piccola sorellina giocherellona che amavo tanto e un padre protettivo che sarebbe andato contro tutti e tutto pur di proteggermi. I miei amici, Lola dolce e ingenua e Ryan forte e sempre con la battuta pronta. Se stavi male cercava in ogni modo di tirarti su di morale. E ora non ci sono più, sono tutti morti. Sono rimasta sola con l’altra mia sorella minore, l’unica che sono riuscita a salvare in quel maledetto giorno.
Quel giorno che tutti avevamo atteso con ansia si è trasformato in una carneficina vera e propria. I mostri camminavano in mezzo a noi. Quella notte i morti viventi, quegli zombie hanno attaccato ogni forma di vita distruggendola. Si sono nutriti di persone innocenti. Hanno infettato con il loro morso molte persone, trasformandole in zombie. E hanno ucciso, mangiato, squartato tutti, compresa la mia famiglia e i miei amici.
Nessuno sa il motivo di questa invasione, nessuno sa da dove sia potuto iniziare il virus. Per adesso l’unica mia preoccupazione è portare al sicuro mia sorella Alice. Il più lontano possibile dalla città.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Dopo aver ucciso un casino di zombie nell’edificio, ci eravamo rifugiati in un appartamento ed anche lì abbiamo dovuto uccidere tre non morti: madre, padre e bambino. Per non sentirne la puzza li abbiamo buttati fuori dalla finestra e poi ci eravamo rintanati nell’appartamento, barricando la porta con un divano.
Ogni tanto controllavo fuori dalla finestra per vedere com’erano le strade: affollate di zombie senza cervello. Chissà per quanto tempo ci toccherà rimanere lì e non sapere se Alice era al sicuro mi faceva venire un’ansia fortissima, tanta che Jason dovette abbracciarmi da dietro e trascinarmi con lui sul divano per poi iniziare ad accarezzarmi i capelli per tranquillizzarmi.
– Andrà tutto bene. Alice è con gli altri, sta bene – mi sussurrò all’orecchio per tranquillizzarmi.
Mi tranquillizzai fra le sue braccia, appoggiando la testa sul suo petto e sentendo il battito del suo cuore, ma durò ben poco perché dal piano superiore iniziarono a partire urli agghiaccianti e passi molto pesanti. Gli zombie stavano entrando nell’edificio e le persone che erano riuscite a barricarsi in casa, stavano morendo per mano di quei mostri.
La maniglia della porta, dell’appartamento in cui stavamo noi iniziò a girare, qualcuno o meglio qualcosa da fuori stava cercando di entrare; ma da quando gli zombie erano capaci di aprire una porta? Poteva essere qualcuno ancora vivo…
Mi alzai dal divano, sganciandomi dalle braccia di Jason, mi avvicinai alla porta e guardai dallo spioncino. Quello che vidi mi fece spaventare, c’era un ragazzo con gli occhiali che cercava di entrare, ma era stato intrappolato da quasi dieci zombie che iniziarono a morderlo e staccare la carne dalla pelle, facendola schizzare su tutta la porta persino sullo spioncino. Saltai indietro spaventata, coprendomi la bocca con entrambe le mani per non fare rumore. Il ragazzo urlava dal dolore mentre con le poche forze che rimanevano bussava alla porta. Mi costrinsi a trattenere le lacrime; era orribile sentire quelle persone urlare mentre gli zombie li mangiavano. Era orribile. Quanto ancora saremmo riusciti ad andare avanti così? Io già adesso non ce la facevo più ed era passato solamente un mese dall’epidemia. Avevo perso mia madre, mio padre, mia sorella, Sarah…chi altro dovevo perdere? Quando finirà questa tortura?
Continuando a guardare la porta, camminai indietro e lentamente verso Jason e il divano, quando con le gambe toccai il morbido del mobile, mi ci sedetti sopra ed appoggiai la testa sulla spalla del mio ragazzo.
– Tranquilla, sono qui – disse abbracciandomi e scoccandomi un leggero bacio sulla fronte. Annuii accoccolandomi a lui; mi appoggiò un braccio sulla vita e mi strinse di più verso se stesso, intanto ascoltavamo la pioggia picchiettare contro la finestra, sull’asfalto e sulle macchine.
Gli zombie facevano verso spaventosi mentre giravano per l’edificio in cerca di carne umana ancora viva. Mi facevano schifo e venire il voltastomaco.
Chissà quanto tempo dovremmo stare in quel posto; ero stanca e l’unica cosa che volevo fare era tornare a casa e stare con Alice. Lentamente sotto al tocco delicato di Jason, mi addormentai per la troppa stanchezza.
 
 
Alice.
 
Tiffany e Jason non erano ancora tornati e fuori c’era il temporale. Chissà se stavano bene…Ma di sicuro stavano bene, si saranno nascosti da qualche parte, magari in un casa.
Il temporale stava facendo uscire dai boschi molti zombie, i tuoni li facevano andare fuori di testa, ancora di più di quanto già lo erano. Non si fermavano alla fattoria ma continuavano a camminare per seguire i fulmini che puntavano sulla città. Dovevamo comunque stare attenti in caso qualche zombie provasse a fare il furbo e cambiasse la direzione, cioè venire verso la nostra casa.
Regina e Hannah non erano ancora uscite dalla loro stanza; Amy e Maggie invece mi avevano aiutata a fare la colazione mentre Leroy accendeva il fuoco per riscaldarci un po’. Avevamo chiuso tutte le tende per non fare notare dagli zombie e in qualche modo stava funzionando.
Io, Leroy e le sorelle Pike ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare, anche se in verità non avevo molta fame perché ero preoccupata per mia sorella e Jason.
Maggie appoggiando una mano sulla mia, mi rassicurò sul fatto che ce l’avrebbero fatta perché erano molti furbi. Lo sapevo, ma avevo lo stesso paura.
– Alice mi potresti passare il latte? – mi chiese Amy allungando la mano fasciata verso di me, glielo passai poi tornai a fissare il piatto pieno di cereali.
Anche Leroy come me aveva notato la mano fasciata di Amy – Signorina Amy cosa ti sei fatta alla mano? – chiese gentilmente prendendole il polso, la bionda lo scansò via e alzandosi arrabbiata dal tavolo, se ne andò in camera sua.
Maggie ci guardò imbarazzati per la sorella – Mi dispiace, e che non le piace molto farsi toccare. Da piccola ha subito abusi da parte di nostro padre e sotto alla fascia ha una cicatrice fatta da lui…non le piace molto mostrarla – spiegò la bionda poi chiedendo scusa si alzò da tavola e andò da sua sorella.
Né io né Leroy fiatammo, mangiammo in silenzio, solamente noi due e il temporale. I tuoni continuavano a farsi sentire, sempre più forti. Odiavo il temporale e il fatto che non c’era Tiffany me li faceva odiare ancora di più perché quando succedeva andavo sempre da lei. Anche se prima non l’avrei mai ammesso, quando mi abbracciava nei momenti come questi, mi faceva stare bene e adesso mi mancava tanto.
 
 
– Piccola il temporale sta passando e gli zombie se ne stando andando – mi sussurrò Jason cercando di svegliarmi. Mugugnai qualcosa poi girai il viso verso lo schienale del divano e tornai a dormire. Jason sbuffò e sedendosi vicino a me, iniziò a farmi il solletico, dovetti trattenere le risate, ma questo riuscì a svegliarmi.
– Possiamo tornare a casa – disse felice Jason aiutandomi ad alzarmi. Mi stiracchiai le ossa, ero più rilassata ed ero meno stanca. Jason diede un ultima occhiata alla strada, adesso con meno zombie e poi dirigendosi verso la porta, tolse il divano emettendo un po’ di rumore. Lo aiutai e poi uscendo da lì, controllammo che il passaggio fosse libero. Scendemmo velocemente le scale, ma due zombie ci bloccavano le scale; Jason ci mise ben poco ad ucciderli, due colpi al cranio e i due non morti andarono giù come due sacchi di patate che rotolarono fino all’ultimo gradino.
Corremmo fuori dall’edificio finalmente liberi di tornare a casa. Colpii uno zombie che mi era apparso alle spalle e poi girando la testa verso Jason, gli feci segno di entrare in macchina. Ci stavamo avvicinando alla macchina, quando due pistole puntate alle nostre teste ci fecero fermare – Dove credete di andare? – chiese un uomo con voce minacciosa dietro di me. E per la seconda volta mi trovavo una pistola puntata alla testa…benissimo.
  
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