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Autore: ClarinetPeach    18/05/2014    2 recensioni
Bowser è un principe il cui padre autoritario impedisce di realizzare il suo sogno: studiare musica. Dopo aver sentito il timbro di un clarinetto, il ragazzo fugge di nascosto dal castello dove viveva e corre verso la scuola di musica dove aveva ascoltato quella bella melodia.
Lì il protagonista incontrerà Peach, Rosalinda e Mario e in quel posto si svilupperanno delle amicizie e delle rivalità e... scopritelo con me in questa fanfiction!
Buona lettura da RosalindaxLudwig!
NB. Il prologo è una rielaborazione di una mia vecchia one-shot
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Mario, Nuovo personaggio, Peach, Rosalinda
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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prologo Era una bellissima giornata nel Regno dei Funghi. Il cielo era di un rassicurante color turchese che veniva ravvivato da allegre nuvole bianche che parevano fatte di zucchero filato.
Ma nonostante esse, il sole illuminava il paesaggio, donando ai non pochi visitatori di Fungopoli, una sensazione di gioia e di allegria.
E intanto era finita un'altra giornata di scuola, per Bowser, che aspettava le sue guardie seduto sui rossi gradini del grande edificio guardando i suoi amici che correvano verso chissà dove con un'espressione radiosa che sembrava rispecchiare il tema di quella bellissima giornata.
Quando due Goomba vestiti di nero arrivarono, Bowser si alzò in piedi con un'espressione malinconica, in contrasto con tutto ciò che accadeva in quel momento. Non voleva che due sconosciuti lo scortassero intorno a sè! Il suo desiderio era quello di correre gioiosamente come i suoi compagni di classe, senza regole da dover seguire, senza essere il principe dei Koopa. Il ragazzo, infatti era il futuro sovrano di un popolo che non voleva nemmeno governare, che in quei giorni era guidato dal suo patrigno, l'autoritario Morton II.
Ma si sa, dietro a ogni cosa negativa c'è sempre un lato positivo. E quello del ritorno da scuola di Bowser era il fatto di passare vicino a una scuola di musica.
Nonostante la facciata fosse da rimordenare, da ormai due anni, Bowser si fermava davanti a essa per ascoltare le bellissime note, allegre e spensierate, come i suoi amici.Ogni giorno, uno strumento diverso. Nel tempo il principe seppe riconoscere ogni timbro al solo ascolto, seppur ignorando il nome dello strumento che stava suonando, e anche se suonava un'orchestra, riusciva a distinguere tutte le parti, anche quelle più secondarie.
Quel giorno eseguivano il "Bolero" di Maurice Ravel. Sebbene i due temi si ripetevano quasi alternatamente, ogni volta che si riascoltava, veniva fuori un nuovo particolare, che avrebbe contribuito a rendere più magico il brano.
Nel momento in cui Bowser cominciò a sentire la melodia prodotta da uno strumento dal timbro caldo e rassicurante, il ragazzo si commosse. Fin dalla prima volta che lo aveva sentito, quasi due anni prima, lo aveva adorato. Il musicista eseguiva quel passaggio tortuoso con una briosità e una gioia mai viste. E quando il pezzo finì, il principe cominciò ad applaudire provocando perplessità nei Goomba che lo accompagnavano.
"Cosa ci troverà d'interessante in un edificio vecchio e rovinato?"si chiese uno di essi dall'aria per niente arguta e con una sensibilità alla musica quasi nulla.
Bowser fece cenno alle due bodyguards di continuare a camminareverso il castello, a pochi metri di distanza.
Nell'edificio, il ragazzo continuò a riflettere alla musica che aveva ascoltato davanti a quella scuola e allo strumento che lo affascinava per quasi due anni. Non sapeva come era fatto, ne' il nome. L'unica cosa di cui aveva informazione era il suo timbro, soffice e brillante come le nuvole che osservava dalla finestra della sua camera. A lui non sarebbe dispiaciuto imparare a suonarlo, e magari correndo allegramente verso casa alla fine di ogni lezione, come i suoi amici dopo la scuola.
Ma sapeva che al patrigno non sarebbe mai piaciuta l'idea. Lui voleva un figlio forte e valoroso, come i suoi gloriosi antenati. Voleva un soldato, non un musicista. Secondo lui un artista non sarebbe servito a nulla per il castello.
Ma il suo desiderio era diventato talmente forte che in quello stesso pomeriggio si sarebbe allontanato dal suo castello, a dispetto della sua famiglia di guerrieri, in modo di non farsi vedere o sentire, e quando aprì la porta, la chiuse immediatamente. Si allontanò di corsa dalla sua casa e si diresse verso la scuola di musica, di cui aveva visto solo la facciata rovinata e da cui aveva ascoltato così tante melodie.
Ma quando mise la tozza zampa sulla soglia della porta, il suo cuore cominciò a battere forte e il suo corpo robusto cominciò a tremare come se si trovasse in una situazione difficoltosa. Ma nonostante ciò camminò lungo lo stretto, ma curato corridoio che lo conduceva verso la reception, occupata da una ragazza alta e snella con un occhio coperto dai capelli talmente biondi che sembravano bianchi. Indossava un lunghissimo vestito color acqua, stretto dalla parte del seno e che doveva allargarsi fono alle gambe e ai piedi coperti dal bancone.
"Benvenuto alla Scuola Privata di Musica di Relasmunde Toadstool" Salutò la giovane donna con un sorriso
"Salve" Contraccambiò Bowser
"Vedo che è la prima volta che entri qui. Hai già in mente che strumento vuoi imparare? Offriamo una preparazione molto alta su tutti gli strumenti più possibili e immaginabili, dal pianoforte al flauto, dal violino al clarinetto, che insegno io, passando anche per le percussioni come la batteria o la marimba. Hai l'imbarazzo della scelta. Allora, qual è la tua decisione?" spiegò minuziosamente la ragazza della reception
Bowser aggrottò la fronte e cominciò a pensare a quale strumento avrebbe cominciato a imparare. Voleva apprendere quello che aveva sentito per così tanto tempo, ma si vergognava di dire alla donna che non conosceva lo strumento che gli interessava.
Intano stava arrivando una ragazza di media statura dai capelli biondi dello stesso colore del sole e dagli occhi color del cielo sereno di quella giornata. Indossava un vestito rosa e sul petto indossava un medaglione dello stesso colore dei suoi occhi. La giovane salutò allegramente la donna della reception:"Buongiorno Profesoressa Rosalinda!"
"Ciao Peach. Prepara il tuo strumento e ripassa gli esercizi che ti ho dato mentre mi occupo di questo visitatore" Spiegò Rosalinda
Poco dopo si cominciò a sentire una scala. Anche se era un semplice esercizio, il suono era gradevole, caldo e armonioso come il suono che Bowser aveva ascoltato per tanto tempo
Il Principe dei Koopa chiese curioso alla donna della reception:"Profesoressa! Quello è il suono di un clarinetto?"
La bionda rispose:"Certamente! Vuoi provare a suonarlo?"
Bowser rispose euforico:"Sì, la prego!"
Rosalinda rise e concluse:"Bene, ti faccio provare il clarino, ma se non ti dovesse piacere, non preoccuparti. Questa prima lezione è gratis e se non vuoi continuare, puoi anche non presentarti le prossime volte, ma spero che quella di oggi sia un'esperienza interessante e gradevole"
E la donna si alzò dal bancone e accompagnò Bowser nella stanza in cui precedentemente entrò Peach, che si stava esercitando. Quando la donna dal vestito color acqua aprì la porta, la ragazza si fermò e si alzò in piedi.
"Sono arrivata" trillò l'insegnante.
"Lui sarà un mio futuro allievo e un tuo compagno... ehm... come ti chiami?" chiese Rosalinda mordendosi il labbro
"Io sono Bowser" rispose il principe
"Ciao Bowser! Io sono Peach. Speriamo di essere dei buoni compagni di studio. E se avrai dei problemi, non esitare a chiamarmi!" si presentò la ragazza vestita di rosa stringendo la mano al futuro sovrano dei Koopa, che la osservava attentamente. Per i suoi gusti era molto carina
"Peach! Smonta il clarinetto, che illustro a Bowser le sezioni di questo magnifico strumento" ordinò Rosalinda all'allieva, che ubbidì senza fare una piega. Lo strumento diventava sempre più piccolo, che alla fine si ridusse in sei sezioni apparentemente insignificanti..
L'insegnante prese un pezzo e lo fece toccare delicatamente a Bowser:"Vedi, questo è il bocchino, la parte in cui appoggerai la bocca durante le tue esecuzioni. E vedi quella fascia gialla che c'è lì dietro? Quella è l'ancia. Vibrando, questa linguetta, riesce a far suonare l'intero strumento!"
Bowser osservò l'ancia e la guardo incredulo. Per lui non era possibile che da quel pezzo di canna si riuscissero a eseguire tutti quei pezzi! Successivamente Peach e Rosalinda illustrarono a Bowser ogni singolo segmento del clarinetto, dal barilotto alla campana ricurva che stava in fondo. Alla fine della spiegazione, la ragazza vestita di rosa rimontò lo strumento e l'insegnante chiese al Principe:"Vuoi provare a suonare lo strumento?"
"Sì!"
Bowser prese lo strumento e lo mise in bocca imitando la posizione che aveva Rosalinda: le labbra erano tenute in modo stretto, come se dovessero dare un bacio e il pollice tenuto dal poggiadito. E così il fiato che faceva uscire il Principe, pronunciò un sol dal suono allegro e vivace, come se non fosse una nota musicale, ma un ragazzino dal carattere frizzante.
Peach e Rosalinda guardarono il giovane sbalordite e la bionda dall'occhio coperto riuscì stentamente a proferire parola:"Ma... ma questo suono è degno di un professionista! E' chiaro, brillante e stabile. Sicuro che questa sia la tua prima lezione di musica?"
"Sì" affermò il ragazzo leggermente imbarazzato dai complimenti della donna, che entusiasta, gli chiese di inserire  di nuovo l'aria nello strumento, cosa che Bowser fece ottenendo lo stesso risultato di prima.
"Ma è incredibile! Hai un talento fuori dalla norma! Adesso provami a fare un fa!"commentò Rosalinda mostrandogli la diteggiatura. Il ragazzo eseguì l'ordine dell'insegnante, che eccitata, gli spiegò a suonare le note fino al mi basso, la nota più grave del clarinetto
"Ha eseguito benissimo anche le note più basse! Di norma, si hanno molte difficoltà a emettere dei suoni così la prima volta,  è riuscito a suonarlo fluidamente." disse Rosalinda a Peach, sempre più esterefatta dalle note di Bowser, che mormorò ripetutamente che per lui fossero semplici.
E dopo poco tempo, la lezione finì. Il Principe salutò  Peach e Rosalinda ringraziandole della bellissima lezione e tornò a casa di corsa, come aveva sempre sognato. Il tramonto, intanto, rendeva magico il paesaggio, colorando tutto quanto di un colore arancione.
Quando si fermò davanti al castello, aprì  la porta, ma un'ombra scura e minacciosa, che si avvicinava sempre più diventando una figura rassicurante. Bowser, che prima pensò che il padre lo avesse visto, tirò un sospiro di sollievo notando che in realtà l'essere inquietante era sua madre
"Bowser! Dove sei stato? Erano ore che ti stavo cercando!"
"Mamma! Cosa ci fai qui?"chiese l'adolescente spaventato
"Te l'ho detto. Ti stavo cercando. Per favore, dimmi dove sei stato!" implorò sua madre in modo supplichevole che stava per diventare disperato.
Bowser, che non voleva dire niente, timoroso che il patrigno lo venisse a sapere, vedendo la preoccupazione di sua madre, parlò:"Mamma, oggi ho esaudito uno dei miei più grandi desideri: ho cominciato a studiare musica!"
La reazione della madre fu immediata quanto prevedibile. Rimase sorpresa e sembrava che per qualche secondo avesse dimenticatata come si parlava, poi, fece un respiro e aprì bocca:"Davvero? Sono contenta per te! Studiare musica è una grande soddisfazione, ma anche un grande impegno! Ma temo che tuo padre si arrabbi!"
"Lo terremo nascosto!" borbottò Bowser diventando rosso per la vergogna "Tu mi aiuterai?" chiese
"Visto  che anche io ho studiato pianoforte quando avevo la tua età, contro quello che dicevano i miei genitori, ti capisco e ti aiuterò non dicendo niente a tuo padre e ti darò una mano pagandoti le lezioni e lo strumento, che non so quale sia." rispose la madre con un sorriso sincero.
Bowser disse:"Suono il clarinetto. Grazie per l'aiuto! Sei la mamma migliore del mondo!"
Abbracciò la madre e corse verso camera sua, accese il computer e cercò delle immagini di clarinetti, ne selezionò una e la ingrandì. Osservando la foto, il suo viso era estasiato e felice, con gli occhi talmente sgranati che sembravano uscire dalle orbite, e dopo qualche minuto di religioso silenzio raro nel castello dove abitava il ragazzo, pensò:"Lezioni di clarinetto, sto arrivando!"

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Prologo finito!
Spero che vi piaccia! Questo capitolo l'ho ricavato da una mia vecchia one-shot e l'ho adattata per una storia a più capitoli completamente dedicata al clarinetto, strumento che suono da moltissimo tempo!
E se ci sono delle cose in cui devo migliorare, segnalatemele pure, cercherò d'impegnarmi ancora di più!
Ci vediamo
Bowser and Peach
  
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