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Autore: Sognatrice_2000    18/05/2014    3 recensioni
Strani casi di omicidio si verificano nella città di Tokyo,destando lo spirito indagatore del giovane detective Shinichi Kudo,sotto le sembianze di Conan Edogawa. Le vittime,esclusivamente di sesso femminile, sembrano essere accomunate dall'età,intorno ai vent'anni,e dalla professione,nel campo della medicina o della scienza; inoltre,strani indizi compaiono ogni volta sulla scena del crimine,apparentemente privi di significato.
Nel corso delle indagini,Conan scoprirà che il caso è collegato all'Organizzazione nera,ma per motivi totalmente diversi rispetto a quelli pensati da lui. Una persona che gli è molto vicina è coinvolta senza che lui lo sappia in questa terribile vicenda,e alla festa di compleanno di Sonoko,il giovane Shinichi Kudo affronterà una lotta piena di colpi di scena,che lo porteranno a scoprire un' inquietante verità.
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         Capitolo 4 :
                                                         Una scoperta decisiva 

 
 
                                       
Sui due bambini era calato un silenzio innaturale,spezzato soltanto dal rumore del vento e dal fruscio delle foglie.
“Se è uno scherzo,non è affatto divertente,Kudo”Ai lo fissò intensamente,cercando di capire se stesse dicendo la verità o meno. Eppure,in cuor suo,sapeva benissimo la risposta. Ma non voleva che anche Conan venisse coinvolto o peggio ancora,che venisse a sapere del suo passato.
“Anch’io vorrei che fosse uno scherzo,ma purtroppo è la verità”ribattè duro il giovane detective “sei in pericolo.”
“Che cosa te lo fa pensare?”chiese Ai con aria di sfida,ma se ne pentì subito dopo.
“Haibara … tu mi stai nascondendo qualcosa,non è vero?”il tono di voce di Conan era stranamente tagliente,ma vi si poteva scorgere anche una nota di preoccupazione.
“Non so di cosa parli”replicò calma la bambina bionda.
“E invece lo sai!”sbottò inaspettatamente Conan,afferrandola per la spalle e scuotendola forte,mentre lei assumeva un’espressione di puro stupore “Tu conosci il magazzino in periferia,l’hotel centrale di Beika e anche questa foresta!”
“Ti stai sbagliando … non sono mai venuta su quest’isola”cercò di controbattere Ai, ma sapeva che era inutile.
Difatti Conan assottigliò le sopracciglia,seccato e infastidito : “Che strano … eppure, tempo fa,quando sono venuto qui con Goro e gli altri per risolvere un caso,tra i registri delle persone che alloggiavano nel nostro stesso albergo,c’era anche il tuo nome. O vorrai dirmi che c’è un’altra persona che si chiama così?”
Passarono secondi di silenzio interminabile. Ai abbassò lo sguardo,lasciando che  le ciocche di capelli biondi le coprissero totalmente gli occhi,scivolando sulle palpebre.
“E’ vero”mormorò con voce rauca “tempo fa,quando facevo ancora parte dell’organizzazione, sono venuta qui per svolgere delle ricerche,ma questo non significa nulla. Io non … “
“Ai!”Conan la scosse di nuovo,costringendola a guardarlo negli occhi “ Ma non capisci che sei in pericolo? Qualcuno sta cercando di ucciderti!”sospirò per calmarsi “Non voglio costringerti a raccontarmi cose spiacevoli,hai il diritto di avere i tuoi segreti … però cerca di capire,in questo caso si tratta della tua vita! Devi dirmi chi ti sta cercando e per quale motivo vuole proprio te … “
“Vorrei tanto risponderti,ma non lo so neppure io”rispose dura,imponendosi di guardarlo negli occhi. Non poteva rivelargli quella terribile verità,ma non poteva neppure lasciare che il suo più caro amico venisse coinvolto in un caso così pericoloso. Era una questione personale,spettava a lei risolverla.
Conan sospirò rassegnato,capendo che così non avrebbe ottenuto nulla. Poi,all’improvviso, gli tornò alla mente la conclusione a cui era giunto pochi giorni prima. Se l’obbiettivo del killer era Ai,allora il movente che aveva considerato era errato. O forse no … poteva significare soltanto una cosa.
Stava per aprire bocca,in procinto di dire qualcosa,quando un giovane agente di polizia,seguito da alcuni colleghi,comparve davanti a loro.
“State tranquilli bambini,adesso ce ne occupiamo noi.”disse quello più anziano,che doveva essere il capo,avvicinandosi a loro.
In quel preciso momento,arrivarono di corsa anche l dottor Agasa,Genta e Mitsuhiko. I due bambini assunsero un’espressione terrorizzata e sorpresa allo stesso tempo,cercando di consolare Ayumi per lo spavento preso,mentre il dottore si avvicinò a Conan e Ai.
“Ma cosa sta succedendo qui?”chiese stupito,abbassandosi all’altezza di Conan.
“Ayumi e Ai hanno trovato il corpo di una ragazza mentre raccoglievano la legna per il fuoco nella foresta”bisbigliò il bambino,indicando con un gesto della mano il cadavere vicino ad un albero “e c’era anche la boccetta di profumo.”
“Allora è lo stesso assassino”Il dottor Agasa non era a conoscenza di tutti i particolari del caso,ma Conan gli aveva raccontato a grandi linee degli omicidi.
“Esatto”annuì lui “secondo me è opera di un serial killer professionista,ma ci sono ancora molti elementi da accertare … “Evitò di parlargli di ciò che aveva scoperto riguardo ad Ai,perché doveva ancora confermare i suoi sospetti,sebbene fosse convinto di essere sulla pista giusta.
“Ho trovato il documento della vittima”Il giovane agente di prima estrasse dalla tasca dei pantaloni della ragazza una carta d’identità,aprendola e leggendone il contenuto : “Il suo nome era Akiko Tanada,età 19 anni. Professione dottoressa. Credo lavorasse in una clinica del posto.”
L’espressione di Conan si fece più sicura. Adesso era convinto più che mai del coinvolgimento di Ai in quella vicenda.
Si avvicinò come se niente fosse al poliziotto,sfoggiando un sorriso ingenuo.
“Posso vederla un attimo?”Senza aspettare risposta la sfilò velocemente dalle mani dell’uomo,che lo guardava stupito,e diede una rapida occhiata alla fotografia al suo interno.
Ritraeva una giovane dai lineamenti,la pelle del viso bianca come il latte,gli occhi  verdi e i capelli castani,ondulati e a caschetto.
Senza dubbio,era identica ad Ai,così come le prime due vittime. Ecco il motivo di quello strano presentimento che faceva la sua comparsa ogni qualvolta vedeva i volti delle ragazze assassinate.
“Dammi qua e torna a giocare con i tuoi amici!”Il poliziotto,visibilmente irritato, riprese in mano il documento,allontanandosi.
Conan lanciò una lunga occhiata pensierosa ad Ai,la quale si mordeva le labbra, agitata,sebbene cercasse in tutti i modi di mascherarlo.
 
 
**
 
 
Era ormai giunto il tramonto. Genta,Ayumi,Mitsuhiko,Ai e Conan erano seduti in cerchio in una piccola radura erbosa davanti alla loro tenda,osservando il crepitio della fiamma di fronte a loro,dove il dottor Agasa stava cuocendo la cena. I loro visi erano tristi e abbattuti per ciò che era accaduto,con reazioni differenti rispetto a quelle che assumevano di solito quando si presentava un caso da risolvere : Conan osservava di sottecchi Ai,preoccupato e indeciso su come comportarsi,mentre quest’ultima sembrava non prestare alcuna attenzione a ciò che accadeva intorno a lei,quasi si trovasse in un mondo a cui solo lei poteva accadere. Infine,i Detective Boys,di solito ansiosi di mettersi a caccia del colpevole,erano stranamente silenziosi e turbati.
Il professore,vedendoli così,cercò di infondere loro un po’ di allegria : “Ehi ragazzi,che cosa sono quei musi lunghi?”Porse i piatti con lo stufato di verdure a ciascuno dei bambini,ma in risposta ottenne solo qualche sorriso stanco.
Il resto della cena trascorse in un silenzio quasi surreale,fin quando Conan esclamò : “Oh,accidenti,mi sono sporcato!”Sulla sua camicetta bianca,effettivamente,si allargava una grossa macchia d’olio.
 “Vado a cambiarmi”disse,alzandosi in piedi e sparendo oltre la tenda nella quale erano stati depositati tutti i bagagli.
Dal suo borsone azzurro estrasse un’altra camicia dello stesso colore,e dopo averla indossata,si apprestò ad uscire.
Ma qualcosa attirò inaspettatamente la sua attenzione : da un borsone rosso,quello di Ai,spuntava una piccola scatolina bianca,dalla forma decisamente insolita.
Inizialmente il senso di colpa prevalse,ma poi la curiosità ebbe la meglio. La afferrò e la aprì piano ; i suoi occhi si sbarrarono all’istante dalla sorpresa,non appena si rese conto che conteneva un flaconcino di profumo alla rosa. Era di Ai? E che nesso poteva esserci tra quella boccetta e il medesimo oggetto che veniva ogni volta lasciato sulla scena del delitto?
Poi,il suo cervello si sintonizzò sulla scritta ad un lato della scatola,che diceva semplicemente : “Per la mia dolce piccola Sherry.”
Trasalì. Che cosa significava? Analizzò meglio le parole : quella era la stessa grafia di colui che aveva scritto le lettere sui flaconcini di profumo trovati ogni volta accanto ai corpi senza vita. Ciò poteva significare solo una cosa : era stato l’assassino a fare quel regalo ad Ai,e doveva senza dubbio trattarsi di una cosa importante,per lei, visto che lo aveva portato con sé.
Con la fronte corrugata e le mani che stringevano il mento,si mise a riflettere. Doveva assolutamente scoprire la sua identità,ma non sapeva da dove cominciare. No,un indizio l’aveva. L’assassino l’aveva chiamata Sherry,quindi doveva essere per forza un membro dell’organizzazione.
Ma chi? Poteva essere qualcuno che lui conosceva,ma i membri dell’organizzazione erano di sicuro moltissimo,vista la sua importanza e il suo raggio d’azione,ma lui non poteva di certo conoscerli tutti.
Accidenti! Gli sarebbe bastato solo un piccolo,piccolissimo indizio per arrivare alla verità. Sapeva che se avesse chiesto una spiegazione ad Ai,lei non gli avrebbe di sicuro mai risposto.
Provo a ragionare,considerando tutti gli elementi : era qualcuno che indubbiamente doveva essere molto più grande di lei,dato che la chiamava “piccola”,o forse qualcuno che si considerava superiore a lei. Ma doveva considerare che Shiho era molto giovane, forse l’unica ragazza di quell’età che lavorava per l’Organizzazione.
Un’altra cosa però lo rendeva dubbioso : questa misteriosa persona in che rapporti era con Ai? Sulla scatola c’era scritto “Per la mia dolce piccola Sherry.” Un’intuizione improvvisa,a cui però lui si rifiutava di credere,lo colpì in pieno. L’aggettivo “mia” poteva forse significare che la persona in questione era senza ombra di dubbio un uomo,e che aveva una relazione con Ai?
Se era così … chi poteva essere? Un flashback improvviso lo colpì,capendo perché quelle parole gli erano tanto familiari. Era sicuro di averle già sentite tempo fa …
 
 
Conan era affannato,correva veloce per i corridoi all’interno dell’hotel,senza curarsi minimamente delle persone che gli passavano accanto. Aveva finalmente capito chi dei sette sospettati aveva ucciso il politico Matsuyama,ma,se le cose stavano come pensava lui,doveva correre sul tetto dove si era nascosta Ai,per evitare che gli Uomini in Nero la vedessero nel suo vero aspetto.
Trasalì quando sentì il boato di uno sparo,e strinse più forte il suo trasmettitore a forma di spilla,nella speranza di riuscire meglio a sentire cosa stava succedendo con la microspia piazzata negli occhiali di Ai.
All’improvviso,una voce fredda e che lui conosceva bene,arrivò fino alle sue orecchie, facendogli mancare il fiato.
“Mi sei mancata moltissimo,piccola Sherry … ”
 
 
“Gin!”esclamò,svegliandosi improvvisamente da quel ricordo. Ne era sicuro,quelle erano le parole esatte che aveva pronunciato durante lo scontro all’Haido City Hotel, quando Ai aveva quasi rischiato di morire per mano sua. Aveva sentito tutta la conversazione grazie ad una microspia inserita nei suoi occhiali da vista,che aveva dato ad Ai come travestimento.
Ora che ci pensava meglio,c’era stata quell’altra frase …
 
 
“Gli occhiali e la tuta che indossi sono poco adatti per celare la tua identità,mia dolce Sherry …”
 
 
Intendeva forse dire che lui la conosceva troppo bene e che non sarebbe riuscito ad ingannarlo con un travestimento così banale? O forse-e si sentì arrossire mentre formulava quel pensiero-voleva dire che quell’abbigliamento era poco adatto per una bella ragazza come lei?
E poi … sì,c’erano altre frasi strane,come ad esempio …
 
 
“E tu come hai fatto a scoprire … che ero scappata dalla cantina attraverso la canna fumaria?”
“I tuoi capelli ramati. Ho visto una ciocca dei tuoi meravigliosi capelli vicino al caminetto. Non so se in quella cantina ti ci abbia trascinato Pisco o se tu sia andata lì di tua iniziativa,ma alla fine poco importa. Perché io ti ho sentita. Respiravi affannosamente e tremavi,mentre il tuo profumo mi inebriava …”
 
 
Quella risposta aveva fatto sorgere molti dubbi nella mente geniale del detective : di solito un assassino,specie come Gin,non avrebbe parlato in quel modo ad una sua vittima. E non avrebbe avuto senso perdere tutto quel tempo in chiacchiere,sarebbe bastato un solo colpo di pistola. Il cervello di Conan si concentrò sulle ultime parole dette da Gin :
 
 
“ … mentre il tuo profumo mi inebriava …”
 
 
 
Ma certo! Il profumo! Conan si diede dello sciocco per non averci pensato prima. Il profumo trovato ogni volta sulla scena del delitto aveva senza dubbio un ruolo chiave per la risoluzione del caso. Per non parlare del modo in cui venivano ferite le vittime : Conan ricordava bene che quel giorno Gin aveva ferito Ai un po’ dappertutto, in varie parti del corpo,come se si divertisse a farla soffrire lentamente prima di darle il colpo di grazia. Era la stessa modalità di quei delitti seriali. Ogni elemento combaciava alla perfezione.
“Conan,va tutto bene?”Le voci mischiate di Genta e Mitsuhiko,provenienti dall’esterno,lo fecero sobbalzare.
Si affrettò allora a riporre il profumo nello stesso punto dove l’aveva trovato,stando bene attento a rimetterlo nella stessa identica posizione,in modo da non far capire ad Ai che l’aveva trovata ed esaminata.
Uscendo dalla tenda,Ayumi gli chiese con un velo di preoccupazione nella voce : “Stai bene,Conan? Non ti vedevamo più uscire dalla tenda …”
Conan improvvisò una risatina infantile,grattandosi il capo un po’ a disagio : “Non preoccuparti,è tutto a posto. Non riuscivo a trovare un cambio,per questo ci ho messo un po’ di più.”
La bambina sembrò convinta,e lui si sedette nuovamente a mangiare con gli amici, non potendo fare a meno di lanciare un’occhiata furtiva ad Ai di tanto in tanto,la quale sembrava assorta come non mai in pensieri lontani e irraggiungibili,che però Conan stava iniziando ad intuire.
Ricordava bene che,dopo quel caso,aveva tentato di chiederle quali fossero i suoi rapporti con Gin,ma prima che potesse formulare la domanda lei lo aveva bloccato, forse prevedendola,e a lui non era più venuto in mente di approfondire la questione,fino ad oggi.
Forse Ai lo aveva fatto perché non voleva ricordare il passato,perché si vergognava di ammettere di essere stata con l’uomo che aveva ucciso Akemi,la sorella a cui era legata moltissimo. Un dubbio gli sorgeva spontaneo : Ai era innamorata di lui, oppure quello che teneva in piedi il loro rapporto era solo l’attrazione,la passione,e la necessità di lei di avere qualcuno accanto?
Conoscendola,Ai non era certo il tipo che stava con qualcuno per divertimento o sfogo ; anzi,probabilmente era proprio Gin che la pensava così,mentre lei doveva esserne,forse,ancora innamorata. Altrimenti non si sarebbe spiegato perché conservava ancora il suo regalo.
Questo non lo comprendeva : come poteva una persona provare amore,un sentimento così profondo,per un assassino che le aveva reso la vita un inferno e che le aveva strappato per sempre uno dei suoi affetti più cari?
Ma d’altronde la sua amica era sempre stata un mistero,una mente complessa che lui,il detective più geniale di tutto il Giappone,non era ancora e forse non sarebbe mai riuscito a decifrare.
Scosse la testa : perché si poneva simili domande? Non voleva mettere il naso nella vita privata di Ai,per lui era sufficiente proteggerla e accertarsi che  la sua identità non venisse scoperta.
Quella sera si addormentò con uno strano presentimento. Sentiva,senza comprendere bene il perché,che si stava avvicinando inesorabile un difficile scontro finale,da cui la ragione sarebbe stata sconfitta in partenza.
 
  
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