“John, mi volevi?” chiese Jessica sbucando da dietro le porte dell’ufficio del suo capo.
“Si, siediti pure”
Jessica si sedette davanti a lui accavallando la gamba destra su quella sinistra elegantemente.
Notò che il suo capo aveva qualcosa di allegro, il che era molto strano, di solito quando passava nei corridori non guardava mai nessuno e se lo faceva lanciava solo fulminate.
In un certo senso gli faceva paura il fatto che fosse allegro.
John si alzò e andò vicino alla finestra scrutando i grandi grattacieli di New York.
“Tu sei una dei miei migliori giornalisti che ho, lo sai?”
La ragazza inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia sotto al seno.
“Beh, anche Mitchell è bravo come giornalista e forse molto più di me” disse con un leggero velo di fastidio.
John scosse la testa e gli rivolse uno sguardo che sembrava essere tra l’arrabbiato e il divertito.
“Mitchell è solo un coglione egocentrico, e non discutere ciò che ti dico” disse andandosi a sedere sulla sua sedia nera “sei determinata, non vai via dal tuo ufficio senza aver finito il tuo lavoro, e questa tua forza di volontà ti sta portando a diventare una delle migliori nel tuo campo”.
“John” disse iniziando a sentire il nervoso arrivare al cervello “arriva al sodo”
L’uomo aprì il cassetto della sua scrivania e tirò fuori un foglio che lo mise davanti a Jessica.
“Questo foglio, è la tua isola del tesoro”
Jessica iniziò a leggere finché non si senti mancare l’aria.
“TRE MESI?!” sbottò spalancando gli occhi.
Il capo annuì e sorrise.
“I-io non posso, John” disse mettendo il foglio sulla scrivania “ io non posso lasciare mio fratello vedovo da solo e con una figlia…da solo!”
“Jessica, lo so che tu hai una situazione difficile, ma questa opportunità non tornerà indietro”
Lei rimase in silenzio passandosi una mano sul viso e scuotendo leggermente la testa.
“Beh, se non accetti, sarò obbligato a dare questo lavoro a Mitchell” disse il capo.
“Mitchell è solo una testa di cazzo, non sa fare un beato tubo da solo, e poi mica eri tu che ha detto che Mitchell era un coglione?”
“Mica eri tu che hai detto che lui era più bravo di te?”
Questo era un colpo basso e Jessica si stava innervosendo sul serio.
Stare con suo fratello per aiutarlo con la bambina e mantenerli con la misera paga che riceve oppure staccarsi per tre mesi e al ritorno tornare con il successo assicurato e con un pacco di soldi?
Jessica sospirò e poi guardò John negli occhi.
“Va bene, accetto” disse facendo apparire la sua voce insicura.
“Sei sicura?”
“Più che sicura, John”
John le sorrise e gli diede la penna per firmare il foglio, e lei lo firmò con sicurezza.
Si alzò e diede una stretta di mano al capo.
Fece per andarsene, ma si fermò nell’ aprire la porta.
“John”
“Si?” chiese alzando lo sguardo di nuovo su di lei.
“Come sono i Guns n Roses?”
Lui sorrise e fece una piccola risata.
“Meglio se lo scopri in questi tre mesi” disse ridendo sotto i baffi.
Jessica deglutì e uscì dall’ufficio per ritornare al suo lavoro.
 
 
 
 
Il rumore stridulo della forchetta contro il piatto iniziava ad innervosire Clark, il fratello maggiore di Jessica.
“La vuoi finire?!” chiese alzando leggermente il tono di voce.
Jessica ritornò con la mente nel mondo della realtà.
“Scusami, è solo che ho un sacco di pensieri per la mente” disse guardando la sua nipotina che pasticciava con il cibo nel piatto mentre era seduta sul seggiolone.
A volte vorrebbe fermare il tempo per stare con lei più tempo, godere i suoi anni di vita migliori.
“Ho notato” disse Clark ritirando il suo piatto e mettendolo nel lavandino “si può sapere che cosa è successo per essere così estranea a noi?”
Lei fece lo stesso con il suo piatto e andò a sedersi vicino alla bambina.
“Nulla di che, è stata una giornata un po’ pesante…tutto qui”
Fece un piccolo sorriso distratto e diede un bacio leggero sulla testolina riccioluta di Rebecca.
Il fratello la guardò e sospirò.
“Il capo ti ha dato altro lavoro?” chiese slacciando la bambina e prendendola in braccio.
Jessica scosse la testa e si alzò pure lei.
“No, niente di tutto questo”
“E allora cosa succede, mostriciattolo?” chiese con un sorriso pieno di dolcezza che solo lui poteva fare.
Lo guardò negli occhi e notò quanto fossero diversi nonostante fossero fratelli.
Lui era riccio e con i capelli castano scuro, mentre lei era liscia e i capelli neri come pece.
Lui era muscoloso, mentre lei era esile.
A volte la gente li scambiava per marito e moglie e a lei faceva sorridere questa cosa.
“Jessica, ti prego, non farmi preoccupare”
Diglielo, stupida! Diglielo!
“Andrò in tour con i Guns n Roses per intervistarli” disse tutto d’un fiato.
Clark sorrise a trenta due denti e gli diede un bacio sulla fronte.
“Ma è una cosa meravigliosa! Quando pensavi di dirmelo?”
Jessica sorrise, ma sapeva che quella era solo una parte bella notizia.
“Clark…dovrò stare via per tre mesi” disse come un sospiro.
Il sorriso si spense in un nano secondo e abbassò lo sguardo a terra.
“Oh…”
La ragazza rimase li a guardarlo e li strinse il cuore come in una morsa.
“Beh, sono felice, potrai sbarcare come giornalista, e potrai portare a casa un bel po’ di soldi ora…giusto?” chiese fingendo un sorriso.
“Si, è così”
“Allora fai il tuo dovere, mostriciattolo!”
I due si diedero un’ abbraccio  rischiando di far soffocare la piccola.