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Autore: Zomi    18/05/2014    6 recensioni
-Dammela subito ho detto!!!- ringhiò, premendo un piede a terra.
-E io ho detto di no!!!!- gli rispose con una linguaccia la rossa, puntando i pugni sui fianchi.
Zoro digrignò i denti, passandosi nervosamente una mano sul viso, a trattenere la rabbia che gli stava martellando nelle vene sulle tempie.
Quell’orrida strega dai capelli rossi.
Avrebbe dovuto buttarla a mare, appenderla per il pennone e usarla come sirena d’emergenza, bruciarle tutti i suoi adorati vestiti, spezzarle i tacchi e lasciarla in balia di un pesce cane affamato…
No, forse l’ultima no.
Non voleva essere il responsabile dell’estinzione di quella povera creatura indifesa.
E si riferiva al pesce cane ovviamente...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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MANI & CHIAVI

 
 
-Dammela subito ho detto!!!- ringhiò, premendo un piede a terra.
-E io ho detto di no!!!!- gli rispose con una linguaccia la rossa, puntando i pugni sui fianchi.
Zoro digrignò i denti, passandosi nervosamente una mano sul viso, a trattenere la rabbia che gli stava martellando nelle vene sulle tempie.
Quell’orrida strega dai capelli rossi.
Avrebbe dovuto buttarla a mare, appenderla per il pennone e usarla come sirena d’emergenza, bruciarle tutti i suoi adorati vestiti, spezzarle i tacchi e lasciarla in balia di un pesce cane affamato…
No, forse l’ultima no.
Non voleva essere il responsabile dell’estinzione di quella povera creatura indifesa.
E si riferiva al pesce cane ovviamente.
-Dammi subito quella maledettissima chiave, mocciosa- latrò, tendendo la mano aperta verso Nami.
La cartografa, per nulla intimorita dal ringhiare del verde, alzò il nasino al cielo, chiudendo gli occhi sbuffando.
-Mai-
-Dannazione Nami!!!- urlò, avvicinandosi di un passo –Ho sete: dammi la chiave del mobiletto dei liquori!!! Ora!!!!-
-No, no, no e ancora no- incrociò le braccia al petto, stringendo in un pugno l’ambita chiave.
-Siamo lontani dalla prossima isola, e se ti concedessi di bere qualcosa, finiresti la scorta di Rhum in meno di venti minuti…- affermò seria e decisa.
-Stronzate- sbottò lo spadaccino –Non vuoi darmela perché vuoi tenerti tutta per te la scorta, e bertela da sola senza rimanerne a secco.
-Mi stai dando dell’egoista per caso?!?!?- strillò a occhi granati.
-No, ti sto dando dell’avara spilorcia!!!- sghignazzò divertito.
Una vena scarlatta iniziò a pulsare vistosamente sulla candida e immacolata fronte della navigatrice.
Quell’idiota senza cervello.
Come osava? Lei pensava al bene di tutti.
Se le provviste d’alcol finivano, chi avrebbe potuto sopportare Sanji e le sue moine, o Rufy con le sue stupidate?!?
Se poteva concedersi un bicchierino di tequila ogni tanto, avrebbe avuto i nervi meno tesi e avrebbe picchiato meno frequentemente tutti, colpevoli o non.
Lo faceva per il bene di tutta la ciurma!!!
Anche per il suo, per quell’ammasso muscoloso di cellule dal capo verde che se ne andava in giro per la Sunny, ringhiando e sbuffando, quando non dormiva venticinque ore su ventiquattro.
Se non c’era alcol, loro come si sarebbero divertiti la notte, senza le loro gare di bevute?!?
Come avrebbero potuto addormentarsi insieme, mano nella mano, spalla contro spalla, da sobri, con il loro orgoglio a mantenere le distanze?!?
-Sai che ti dico…- sbottò Nami, rigirandosi la chiave nel palmo della mano, per poi esibirla tra due dita verso il compagno -… che questa non la vedrai fino alla prossima isola-
Con il suo sorrisino vittorioso e sadico, fece cadere la chiave tra le coppe dei suoi seni, lasciandola scivolare nella stoffa del bikini, nascondendola tra la coppa, florida e grande, e il tessuto, teso e aderente al seno.
Zoro ghignò, per nulla imbarazzato.
-Credi che non abbia il coraggio di prenderla da lì?- indico con un dito il petto della compagna, incrociando le braccia al petto.
-Non oseresti- ridacchiò Nami, guardandolo con sguardo di sfida.
Era un uomo ligio e d’onore: non avrebbe mai osato infilare una mano tra i seni di una donna , senza il permesso di questa.
O no?
Il ghigno dello spadaccino si fece sempre più ampio, e in un breve attimo, nemmeno il tempo per lasciare alla cartografa di capire che stava per accadere e scappare dalla sala comune in cui si trovavano, Zoro le saltò addosso, atterrandola a terra.
-Maledetto!!!- strillò Nami, rigirandosi sotto di lui, addossato con tutto il suo dolce peso contro la schiena della rossa.
-Dammi quella stupida chiave!!!- sbottò, mettendosi cavalcioni sopra il sederino oscillante della rossa.
-Ho detto mai!!!- urlò, premendo il capo contro la mascella sinistra del verde, cercando di liberarsi di lui -Dannazione, Zoro: pesi!!!-
-Dammi la chiave e ti lascio stare- grugnì, tentando di bloccarle i polsi a terra.
-Prenditela se ne hai il coraggio- sbottò acida.
Ringhiando, lo spadaccino le fermò una mano sul pavimento, premendola con la sua e incrociando le loro dita, mentre distanziava il viso dall’altra mano della cartografa, che tentava di graffiarlo, soffiando coma una micia indispettita.
-Credi che non lo faccia?!?- sbottò, premendo  il bacino sulle natiche sode e invitanti di lei –Non ho paura di infilare la mano tra le tue tette-
-Provaci e finirai all’altro mondo- sibilò Nami, scalciando e dimenandosi.
-Dammi quella chiave!!!-
-Prenditela se ci tieni tanto!!!!- sghignazzò, certa che non avrebbe mai osato.
Ma si sa, sbagliamo tutti, Nami compresa.
E fu cos che, ringhiante e punto sull’orgoglio, zoro infilò una mano tra le coppe della cartografa, schiacciando il seno sinistro, fresco e morbido, tra le dita callose e calda.
Un silenzio assordante si impadronì della sala comune, quando entrambi gli occhi dei pirati si posarono sulla mano, stretta con sicurezza e spavalderia, sul seno della navigatrice.
Un silenzio pesante, imbarazzante, che fu squarciato dalle urla della rossa.
-MA SEI DEFICIENTE?!?1 TOGLI QUELLA MANO DA LIIIII!!!-
-MOLLA LA CHIAVE, MOCCIOSA, E IO LA TOLGO-
-TOGLILA, TOGLILA, TOGLILA!!!!!- strillava, schiacciata a terra dal corpo del compagno, dimenandosi e avvampando su tutto il viso.
Anche Zoro era leggermente arrossito, e tentava di non provare piacere nel tastare quella collinetta rosa e delicata, che si agitava, per i movimenti ribelli di Nami, tra le sue dita.
-Mocciosa piantala di dimenarti!!!- ringhiò, cercando di restare concentrato nel trovare la chiave del mobiletto dei liquori.
Non la sentiva sotto il seno della rossa, e il dubbio di aver afferrato la tetta sbagliata lo faceva sudare.
-Zoro!!! Smettila di rigirarti tra le dita la mia tetta come se fosse un bignè!!!- digrignò i denti, premendo la spala contro la guancia del verde.
-Io non mi rigiro nessuna tetta: voglio solo la chiave!!!!-
-Smettila!!-
-Dammela!!!-
-Smettila!!!!-
-Dammela!!!-
-Zoro smettil…-
-Uhm…-
I due litiganti, rossi e ansimanti, alzarono gli occhi sulle due figure mugugnanti e attenti, che li fissavano.
-Te l’avevo detto che sarebbe successo prima o poi, fratello- si pettinò il ciuffo Franky, fissando le mani incrociate tra loro di cartografa e spadaccino.
-Eh si- sospirò Usopp, scuotendo il capo e alzando le mani in aria –Certo non mi aspettavo in questo modo così passionale e travolgente-
I suoi occhi neri da cecchino, si posarono sulla mano di Zoro, immersa tra le coppe della rossa, e i bacini dei due schiacciati tra loro, quasi uniti in una cosa sola.
-Ma che state farneticando?!?- sbottò acida Nami, dimenandosi sotto il compagno –Non è come sembra lui…-
-… a vuole- sospirò il ricciolo –Tranquilla Nami, abbiamo sentito in che modo insistente te la chiedeva-
Zoro avvampò, fissando inorridito il cyborg puntargli un dito contro, oscillandolo e scuotendo il capo in sincrono.
-Porcellone- lo ammoniva.
-Ma che cavolo dite,razza di deficienti- ringhiò, stirando il capo verso i due –Non…-
-Su su…- mosse la mani davanti a se Usopp -… non ci dovete alcuna spiegazione-
Ridacchiando, carpentiere e cecchino attraversarono la sala, scambiandosi gomitate e occhiolini sornioni.
-Vi lasciamo soli- cantilenò, chiudendo la porta della ala dietro di se.
-Peace and love fratelli… tanto love, ma protetto mi ramando- li puntò con gli indici tesi Franky, muovendo le dita come se fossero delle pistole spara amore.
La porta si chiuse n un lento scricchiolio, lasciando soli Nami e Zoro.
-Buzzurro- mormorò la rossa, passandosi la mano sul seno opposto  quello ancora racchiuso nel palmo del verde.
-Prendi da bere…- sospirò, estraendo la chiave del mobiletto -… ho bisogno di bere-
Lo spadaccino ghignò, sciogliendo la presa che teneva sul petto della compagna, afferrando la chiave annuendo.
-Anch’io- borbottò, aiutando la rossa ad alzarsi.
Insieme si avviarono verso il mobiletto dei liquori, ben decisi a dimenticare le battute dei compagni su di loro, non propensi ad accettarli.
Perché, in verità, le loro mani, erano ancora intrecciate tra loro, ed entrambi erano sobri.




 
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