Capitolo VIII
Lady Sinclair
“Oh,
Milady... perché non avete chiamato e
atteso che venissi ad aiutarvi?” disse mademoiselle
Valèns vedendo rientrare Lady Sinclair con le mani ingombre
di pacchi,
oltre alla borsa che portava sempre con sé.
“Non
ti preoccupare Marie-Antoinette, ce la
faccio da sola...” rispose la nobildonna, anche se in quel momento,
scarmigliata e carica di pacchi com’era, non ne aveva affatto
l’aspetto. Ma,
come diceva mademoiselle Valèns,
Milady era fatta così.
“Piuttosto...”
aggiunse, sfilandosi la
giacca e porgendola alla solerte assistente che, nel frattempo, aveva
già
recuperato dalle sue mani le tre scatole e le aveva posate sul tavolo
antico a
lato dell’ingresso, “hai contattato monsieur
Andrews? Sei riuscita a spostare l’appuntamento? Cos’ha
detto? Era molto
seccato? Spero che non si sia sentito troppo trascurato... No, no... è
di certo
un uomo intelligente, avrà compreso”.
Con
lo stile tipico che la
contraddistingueva, era solita porre una domanda dietro l’altra,
talvolta senza
attendere risposta, dandosela invece da sé. Marie-Antoinette trovava
divertente
questo lato di Milady, che la rendeva sempre attiva, al tempo stesso
attenta ad
ogni minimo particolare, ma con quel pizzico di insicurezza,
soprattutto quando
c’era di mezzo qualcosa a cui teneva in modo particolare, che la
rendeva quasi
una fanciulla.
“Ho
fatto come mi avete detto, Milady. All’inizio
mi è sembrato che monsieur fosse
un
po’ deluso... io gli ho assicurato che voi eravate estremamente
dispiaciuta...
ha acconsentito ad incontrarvi, come avevate suggerito, dopodomani”.
“Speriamo
che nel frattempo non subentri
altro “.
“Problemi
alla Maison?” domandò
Marie-Antoinette.
“Già...
come sempre, ultimamente. Ma non
solo. Potrebbe saltar fuori altro” rispose cupa, mentre si accingeva a
salire
le scale per andarsi a cambiare e a riposare prima di cena.
“Ehm...
Milady...” disse mademoiselle Valèns,
indecisa se
fermarla o parlargliene più tardi.
Lady
Sinclair si voltò, con un mesto
sorriso:
“Coraggio,
Marie-Antoinette... cosa voleva
questa volta mio fratello?”. Quando Marie-Antoinette aveva quell’aria
incerta e
titubante era sicura che fosse a causa di Edmund.
“Ecco...
mi ha pregato di dirvi che sarà a
Parigi nel prossimo fine settimana e gradirebbe invitarvi a cena la
domenica
sera...”
“Mi
obbliga, vorrai dire!” la interruppe
Lady Sinclair. “Carino come sempre mio fratello a non domandare neppure
dei
miei impegni”.
“Inoltre”,
proseguì mademoiselle Valèns,
“trova assai disdicevole che continuiate ad
evitare Lord Carlington, il quale è, parole sue, ‘estremamente
affezionato’ a
voi e vorrebbe che cambiaste finalmente idea e che vi decideste ad
accettare un
suo invito ad accompagnarvi a teatro.”.
“Sono
anni che, secondo mio fratello,
dovrei accettare le attenzioni di Lord Carlington... un vecchio
bacucco,
insipido e viscido.”
“Milady,
Lord Carlington ha solo dieci anni
più di voi!”
“Stai
dando della vecchia anche a me? Dieci
anni di Lord Carlington sono venti degli altri uomini, eccezion fatta
per mio
fratello. Lord Carlington è vecchio per definizione. Lo era già nella
culla. E
comunque sia è insipido e viscido, su questo non mi puoi dare torto”.
Mademoiselle
Valèns
trattenne un sorriso.
“Infine...”riprese
come se non fosse stata
interrotta.
“Ah,
c’è pure un infine questa volta!”
sospirò Milady, comprendendo subito che la
sua assistente stava terminando di elencarle gli ordini del fratello.
“Infine
vi ricorda che tra un mese, a
Londra, c’è il ballo di Lady Pensworth, e sarebbe assolutamente...”
“...
disdicevole, riprovevole, o questa volta
ha usato IMPERDONABILE? se non ci andassi.”
“Imperdonabile.
Questa volta ha usato
imperdonabile, Milady!” disse Marie-Antoinette, a sua volta divertita e
più
rilassata.
“Giusto,
imperdonabile. Dimenticavo che riprovevole
lo aveva già usato ieri. Chissà
cosa userà domani per convincermi, visto che non ho alcuna intenzione
di
partecipare ad un ballo, a Londra, quando potrei essere impegnata
ancora con
Alex Andrews. Glielo hai detto, questo?”.
“Certamente
Milady. Ma mi è parso che non
considerasse importante la faccenda ”.
“Ovvio
che no, per mio fratello la mia
vita, i miei impegni, non hanno mai contato nulla. Neppure ora, che
vivo in
Francia, riesce a lasciarmi in pace...” sospirò.
“Si
preoccupa per voi, Milady”.
“Mio
fratello si è sempre e solo preoccupato
per se stesso. Dovrà concludere qualche affare con Lord Pensworth ed è
per
questo che mi vuole al ballo: sa che Lady Pensworth è una mia amica e
conterà
sul fatto che un mio intervento la convinca a
ben disporre il marito, il quale non sopporta mio
fratello. Edmund pensa
ancora che il ruolo di una moglie, o delle donne in generale, sia
quello di
convincere i mariti a fare quello che vogliono, dimenticando che lui
per primo
comanda a bacchetta mia cognata da anni. Mio fratello avrebbe dovuto
nascere tre
secoli fa e sarebbe stato vecchio e di idee antiquate anche allora!
Degno amico
di Lord Carlington”.
“Siete
troppo dura con vostro fratello...
sono sicura che vi vuole molto bene, Milady”.
“Oh,
Marie-Antoinette, sei tu che sei
troppo tenera con lui. Ad ogni modo ci penso io: più tardi lo chiamerò
e gli
dirò di permettermi di valutare l’impegno che potrò avere con mister
Andrews;
se gli andrà bene, allora potrebbe avere qualche probabilità di avermi
al
ballo, altrimenti non se ne parla. Per quanto riguarda Lord Carlington,
dovrà
rassegnarsi al fatto che continuerò ad andare a teatro da sola, oppure
a
scegliermi da sola gli accompagnatori che più mi aggradano. Infine...”
“Oh,
c’è anche un infine?” domandò
divertita mademoiselle
Valèns, assecondando il tono scherzoso che aveva colto nella
voce della sua
datrice di lavoro.
“Infine”
proseguì divertita Lady Sinclair
“gli dirò che avrò piacere di accettare il suo invito a cena purché sia
in quel
ristorantino di Montmartre che mi piace tanto... o, meglio ancora, su
un
battello lungo la Senna. Lo adoro!”
“Siete
diabolica, Milady. Sapete bene che
vostro fratello, a Parigi, non tollera di mangiare in nessun luogo che
non sia
il Ritz”.
“Oh,
che peccato! Pazienza, intanto
domenica prossima ho già un impegno con il dottor Dumònt e sua moglie
per
parlare del nostro progetto comune... non credo che ad Edmund interessi
assistervi e io non ho alcuna intenzione di rimandarlo per mio
fratello” e con
questo scambio di battute Milady si ritirò nel suo appartamento al
primo piano,
lasciando mademoiselle Valèns a
sogghignare divertita, immaginando
il
povero duca di Kesington al telefono, alle prese con la sorella.