Silenziosa,
candida e incantata, la villa della sua
casata si ergeva tra le case cittadine, nascosta alla vista dalla
vegetazione
del parco.
Bellissima,
chiunque avesse l'onore di mettervi
piede rimaneva incantato e rapito dalla sfarzosa eleganza dello stile e
dei
marmi.
Perfetta,
la Villa era nata per essere eterna, per
racchiudere in se il più oscuro dei segreti, le nere
fondamenta a bilanciare la
luce di più di mille candele.
A
pochissimi era dato l'onore di vederne la luce, ad
ancor meno, quello di scoprirne le tenebre.
Lo
stesso cognome, un solo nobile signore, quel nome
sussurrato con timore e riverenza tra coloro a cui ne era concessa la
vista.
Un'anima
eterna ne abitava le stanze, frammenti di
luce ne illuminavano le tenebre, deridendo chi non potesse goderne,
irriverenti
a quel suo sguardo cremisi.
Rosso
nel rosso, alla sua vista apparve un enorme
mantello, un ragazzo destinato a diventare la nuova luce e la nuova
ombra di
quelle mura.
Rosso
nel viola, tra loro mai come ora calava il
silenzio, lasciando parlare gli sguardi fratelli, la tristezza sciolta
in un
muto rimpianto.
Nero
nel bianco, mani giunte, tremanti, sofficemente
guantate, nascondendo la stretta in un lieve sorriso.
Posò
le ginocchia sopra quei marmi, quelle labbra a
sussurrare di nuovo quel nome, quell'anima che in se portava il suo
amore.
Un
amore sottile come quelle dita a stringerla
un'ultima volta, a chiudere su di lei una condanna, nelle sue labbra
una frase
inespressa.
Luce nella luce, buio nel buio, due anime distrutte, una lenta canzone.
Angolo autrice:
Che dire, mi sono cimentata per la prima volta in uno stile diverso dal solito, ispirata da chi sa molto meglio di me come scegliere le parole per rendere magico un racconto. Spero di essere riuscita a rendere piacevole la lettura.Alla prossima !