“Ringrazia che sono cresciuto in un sottoscala o questa relazione non era fattibile” si lamentò Harry. Si alzò in piedi, i pantaloni gli gocciolavano e aderivano bagnati alla pelle. Draco strofinò con la gamba contro la tazza del bagno e osservò Harry sbattere con la schiena al box del bagno.

“Si dia il caso che io, invece, odi abbassarmi a questo postaccio. Non è per niente la casa carina che volete far credere questa scuola. Mio padre lo verrà a sapere che pullula di mostri” si lamentò Malfoy. Si sollevò i boxer, il membro ancora gli pulsava. Harry indossò la camicia resa semi-trasparente dall’umidità e se la chiuse.

“E quando verrà a sapere di noi?” domandò. Si strofinò la mano sopra lo sperma che gli era rimasto appiccicaticcio sulla gamba. Draco sbatté un paio di volte gli occhi e si rimise la cravatta.

“Sei forse pazzo? Se uscissimo alla luce del sole mio padre ti crucerebbe fino alla pazzia e mia madre ti ucciderebbe dolorosamente” sibilò. Le iridi color smeraldo di Harry brillarono e il moro abbassò il capo.

“Lo vogliono fare a prescindere” borbottò. Draco si rimise la camicia bianca, si sollevò i pantaloni e li chiuse.

“Scordatelo, se ti sei stancato di questi incontri puoi anche non venire più. Per me è solo una sfida, sfregiato” sibilò Malfoy. Si voltò, prese la casacca nera e la indossò. Harry si morse l’interno guancia e sorrise.

“Saresti il primo a sentirne la mancanza” disse seducente. Draco arrossì e strinse gli occhi, corrugando la fronte.

“Spocchioso Grifondoro” borbottò.

-Diamine se ha ragione- pensò.