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Autore: Ili91    19/05/2014    4 recensioni
[Crossover Teen Wolf/Supernatural, Sterek, POST 3x12]
Un vecchio amico di John Winchester fa sapere a Dean e Sam che a Beacon Hills ci sono problemi e richiede il loro intervento. Intanto, sei mesi dopo gli ultimi eventi successi a Beacon Hills, Lydia trova due cadaveri in pochi giorni e Stiles e il resto del branco sono certi si tratti dell’opera di un licantropo. Derek, intanto, si è trasferito, ma una telefonata lo spinge a tornare a casa.
Leggesi anche come: Beacon Hills ha un alto tasso di mortalità, Derek e Stiles hanno sentito la mancanza l’uno dell’altro, e Dean ha un serio terrore di un’anziana signora e del suo pappagallo.
Tratto dal primo capitolo:
Senza smettere di battere sulla tastiera del portatile o cliccare con il mouse, Sam disse: «Un vecchio amico di papà - Timothy, lo ricordi? - mi ha fatto sapere che a Beacon Hills succedono cose strane e richiede anche il nostro intervento.»
[…]
«Hai trovato riscontri o il vecchio Timothy esagera?»
Sam si voltò verso di lui, guardandolo ad occhi sbarrati. «Esagerare? Penso che Beacon Hills dovrebbe essere citata come una delle città con il più alto tasso di mortalità dell'ultimo secolo.»
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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There is need of the Winchesters - CAPITOLO 10 Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Comico
Note e avvertimenti:
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima, seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 10/16 (2490 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12



There is need of the Winchesters

10

La stazione di polizia era più esagitata del solito. Succedeva sempre quando avveniva un fatto grave e peggiorava se la situazione degenerava.
Stiles non era certo di cosa fosse accaduto, ma, da quel poco che era riuscito ad origliare, non poteva essere nulla meno di un omicidio.
Beacon Hills era una città piccola e prima che Scott fosse stato trasformato in un licantropo, i casi non erano stati molto diversi da un furto in un negozio o un gatto sulla cima di un albero. Non scherzava, era avvenuto davvero. Il pomeriggio più mal utilizzato della sua vita. Il luogo dove vivevano era talmente noioso che, per certi versi, si era quasi emozionato sentendo di un cadavere diviso in due parti, certo, prima di scoprire che fosse la sorella maggiore di Derek e tutta la storia che c'era dietro.
L'omicidio quindi, almeno secondo lui, aveva una discreta possibilità di avere a che fare con il branco.
A Scott non sarebbe stato contento di saperlo, era stato piacevole il periodo di pace successivo al Darach.
Stiles si avvicinò al bancone e appoggiò il peso contro la superficie liscia. Si sporse in avanti, sorridendo all'agente di fronte a lui, che aveva tutta l'aria di non essere sorpreso di vederlo.
«Stiles, sei qui per vedere tuo padre?» chiese l'uomo, speranzoso.
Non rientrava nelle sue priorità al momento, in verità. «Non è necessario. Mi sembra molto impegnato e volevo solo sapere se sarà a casa per cena.» La testa gli suggerì che la scusa non reggeva, perché avrebbe potuto telefonare per informarsi senza presentarsi direttamente in centrale. «È successo qualcosa di grave?» chiese con finta innocenza.
L'agente sospirò, sconfitto. Se pensava che non sarebbe riuscito a liberarsi di lui prima di aver cantato, aveva ragione. «Hanno trovato un altro corpo.»
Stiles strinse le labbra. Lo immaginava, ma non era contento dell'effettiva conferma.
«Chi?»
«Donna bianca, bionda, sui trent'anni. Nessun tentativo d'effrazione...» cominciò a snocciolare l'agente con tono meccanico di chi aveva spesso conversazioni del genere.
Stiles inarcò le sopracciglia. «Lo o la conosceva» dedusse.
«Stiles!» esclamò la voce di suo padre.
Lui venne colto talmente di sorpresa che saltò all'indietro di scatto, urtò il contenitore di penne, facendolo cadere e rovesciare il suo contenuto.
«Merda» borbottò, voltandosi verso suo padre. «Ehi, papà!» Sollevò una mano in segno di saluto e lo raggiunse dopo essersi congedato dall'agente.
L'espressione di suo padre era un po' minacciosa e un po' esasperata. «Cosa fai qui?»
Stiles si spremette il cervello alla ricerca di una scusa plausibile e si rammaricò di non averci pensato prima. “Ehi, papà, ti ho portato la cena”, ma non aveva nulla con sé, a parte un pacchetto di caramelle mezzo consumato, che non credeva sarebbe andato bene.
Un momento! Avrebbe potuto dire che era lì a sporgere denuncia per qualcosa, avrebbe improvvisato. «Senti, papà...»
«Sai che non posso parlarti del caso, non al mio figlio adolescente.»
«Ho sentito che è stata ritrovata una donna, ha qualcosa a che fare con i precedenti omicidi?» replicò Stiles, ignorando l'ammonimento. Aveva trascorso tutta la sua vita in mezzo ai casi, a maggior ragione negli ultimi anni, quando suo padre era stato promosso da vice-sceriffo a sceriffo.
«Bill non avrebbe dovuto raccontartelo.»
«Non si tratta di notizie segrete, prima o poi un giornalista riporterà la notizia sul giornale.»
«Sì, e, prima o poi, come tutti i civili leggerai la suddetta notizia su quel dannato giornale.»
Stiles si trattenne dal replicare che lui e gli altri avevano già una pista e che lui avrebbe potuto aiutare davvero, voleva solo essere ascoltato, ma suo padre era già preoccupato dello stretto legame che aveva con il soprannaturale, non poteva spingersi tanto oltre.
Il bussare alla porta li distrasse dalla loro conversazione.
Suo padre gli rivolse un'altra occhiata dura e implacabile prima di esclamare: «Avanti!»
Stiles s'indispettì e incrociò le braccia al petto, ma si cucì la lingua. Questa volta non avrebbe detto nulla sul fatto che sua madre lo avrebbe ascoltato, se ci fosse stata.
Era accaduto una sola volta che perdesse la calma fino al punto di dire qualcosa di simile e non sarebbe successo mai più. Era consapevole di come avesse ferito suo padre e Stiles era davvero pentito. Se non avesse potuto ottenere le informazioni direttamente da lui, avrebbe trovato un'altra risorsa.
La porta si aprì e, fermo sulla soglia, c'era l'agente Bill.
«C'è l'agente Stiles per lei, signore.» Bill si mosse sul posto, a disagio. «Gli dico di aspettare?» chiese e li squadrò.
Stiles riconobbe immediatamente il nome falso che Sam usava a Beacon Hills, per muoversi insieme a suo fratello nell'ambiente di polizia.
Suo padre scosse la testa. «No, fallo entrare.» Si rivolse a lui. «Noi due abbiamo finito.»
Stiles fece una smorfia e si avviò verso la porta con passo arrabbiato.
Appena incrociò Sam, fece un segno con la mano ad indicare che dopo avrebbero parlato. Sam annuì e andò da suo padre, mentre lui proseguì in direzione opposta, deciso ad aspettarlo fuori, vicino alla Chevy Impala.
Sam lo fece attendere per quindici o venti minuti circa; mentre lasciava la centrale, stringeva tra le mani un blocchetto e lo consultava.
«Fingete di essere agenti del F.B.I. e guidate una Chevy Impala, non vi succede mai che qualcuno si insospettisca?» fu la prima cosa che chiese a Sam, quando lo raggiunse.
Sam si strinse nelle spalle e abbozzò un sorriso. «Qualche volta, ma finora ce la siamo sempre cavata.»
Stiles non indagò oltre, perché gli pareva indelicato chiedere. A prima vista, sembrava che Dean e Sam potessero contare solo l'uno sull'altro e pensò che la loro vita dovesse essere molto dura e triste. Come famiglia, a Stiles era rimasto solo suo padre, ma aveva anche Scott, che era come un fratello per lui, tanti altri amici e una casa, qualcosa che lo facesse sentire al sicuro.
«Che cosa ti ha detto mio padre?» chiese invece, cambiando argomento. «Perché eri andato da lui?»
Sam scosse il capo. «Ora non ha più importanza. Mi ha telefonato Dean, poco fa, ha scoperto chi è l'arciere e poi è stato scoperto un altro cadavere.»
«Vengo con te.» Non voleva perdersi assolutamente qualcosa di così importante.
Sam lo fissò, poi annuì. «D'accordo, sali.»
I due presero posto a bordo della Chevy Impala e l'auto venne messa in moto.
«Dove stiamo andando, dall'arciere o dal cadavere?»
«Entrambi.»

***

La Camaro era stata parcheggiata al riparo, nascosta alla vista dalle finestre di Annette.
Derek osservava Dean scambiarsi qualche parola con suo fratello Sam, al telefono, poi questi riattaccò e si girò verso di lui. «Sam ha detto...»
«Ho sentito» replicò solo Derek, indicandosi con un dito l'orecchio destro.
«Oh, giusto! Non sono abituato a frequentare lupi mannari, di solito li uccido e basta.»
Derek non si scompose, era abituato a quella litania, aveva conosciuto molti cacciatori e, soprattutto, Dean sembrava tenerti a rimarcare in continuazione il concetto.
Io cacciatore, tu lupo; io vivo, tu morto.
Dalla telefonata, Derek aveva appreso che la donna che stavano cercando non era più solo il fantomatico cacciatore, ma era anche morta. Era stata ritrovata a metà mattinata, da un'amica della vittima che era passata a prenderla per uscire insieme.
Appena era stato scoperto il fatto, i figli della vittima erano stati prelevati da scuola e portati da una zia da parte di padre. Erano rimasti completamente soli adesso e lui poteva immaginare benissimo cosa stessero provando.
Il cadavere, ritrovato con tre frecce confiscate nel petto, era stato rimosso dalla polizia per essere sottoposto ad autopsia e la casa messa sotto sequestro, non che questo contasse molto per loro.
«Ora cosa facciamo, aspettiamo Sam?»
Dean lo guardò con un sorriso ironico e, senza una parola, si precipitò fuori dalla macchina.
Derek lo seguì. «Potrebbero esserci dei poliziotti di guardia.» Era già stato arrestato una volta da uomo innocente e non voleva ripetere l'esperienza.
«Probabile, ma non importa.» Da una tasca della giaccia tirò fuori il tesserino falso dell'F.B.I. e glielo mostrò.
«Oh, certo, molto utile» replicò Derek con un ringhio sommesso. «E io?»
Dean sorrise. «Potresti trasformarti in una versione lupesca del commissario Rex!»
C'era ancora qualcuno che trovava divertenti le battute sui cani? Non pensava l'avrebbe mai detto, ma, a confronto, Stiles almeno era decisamente più creativo.
Appena si avvicinarono in prossimità dell'abitazione di Annette poté notare un nastro avvolgere l'intera proprietà e un paio di persone in divisa di guardia alla porta, ad indicare che in quella casa era stato commesso un delitto.
«È con me» disse Dean ai due, con tono serio e professionale, sorprendendolo. Estrasse di nuovo il distintivo e gli agenti permisero ad entrambi d'entrare.
Il delitto era avvenuto in soggiorno, poteva capirlo dal semplice odore che emanava, anche se non c'era più nessun corpo.
Nella stanza erano anche evidenti segni di colluttazione, vetri della credenza rotti, sedie del tavole spostate o rovesciate sul pavimento. Il divano era ribaltato e il tappetto era scomposto, in quanto formava delle pieghe a onda che potevano far inciampare qualcuno.
«Sembra sia passata una mandria di bufali» commentò Dean e Derek non poté che essere d'accordo. Una devastazione tale non poteva essere opera solo di due umani.
Dean cominciò a girare per la stanza, alla ricerca di qualcosa. Lui immaginò che fosse qualcosa che un agente qualunque non avrebbe mai pensato di dover trovare.
«Quando avrete risolto il caso, cosa farete?» chiese Derek dopo un po', mentre osservava Dean muoversi frustrato per la stanza. Chi aveva ucciso Annette aveva fatto un lavoro pulito, senza lasciare nessun dettaglio. Già da un po' si erano convinti che il lupo mannaro in questione dovesse essere un Alpha, in quanto non lasciava alcun odore al suo passaggio, ma diventava sempre più una conferma.
Aveva posto quella domanda a Dean perché due nemici che si univano per contrastare un nemico comune non li rendeva due amici. Quando l'alleanza si sarebbe sciolta, cosa sarebbe successo?
«Quello che facciamo sempre, ci rimetteremo in marcia verso un nuovo caso.»
«Non ti credo» replicò Derek. L'ultima volta che si era fidato di un cacciatore questi gli aveva distrutto la vita, perché avrebbe dovuto pensare il contrario? «E prima di questo?»
«Che cosa mi stai chiedendo, se appena ucciso il mostro vi tenderemo un agguato e faremo una strage? Forse, se ce ne darete motivo.»
«La maggior parte della nostra specie non uccide gli esseri umani, esattamente come non lo fate voi.»
«Almeno noi non abbiamo istinti animaleschi» replicò Dean, con una smorfia.
Derek non era d'accordo, gli umani potevano essere anche peggio.
«In ogni caso...» continuò l'altro. «Nemmeno noi siamo assassini senza cuore o dei traditori. Abbiamo stipulato un'alleanza e la rispetteremo. Dovrai fidarti della mia parola, però.» Fino a quel momento Dean era stato di spalle, prestando attenzione a dove si trovavano, piuttosto che a lui. «Piuttosto, tu... non eri in città quando è avvenuto tutto questo, non è vero?»
Non gli piaceva quel cambiò di discorso, che lo prese in contropiede. «No, mi ero trasferito.»
«Sì, Scott me l'ha detto. Sei tornato per i tuoi amici?»
Non siamo amici, non ho amici, non ne voglio, fu la prima risposta che gli venne in mente, improvvisa e senza pensare, ma ci ripensò. Non era una risposta sincera, la realtà era diversa ed era quasi una sorpresa per lui stesso. Era stato lontano da tutto e tutti per molto tempo, non era nemmeno sicuro di meritarlo, ma aveva degli amici, qualcuno a cui tenere e proteggere al di là di famiglia e branco.
Dean sollevò una mano, come per impedirgli di parlare. «Senti, è qualcosa che posso capire. La famiglia è più importante di tutto, ma non finisce con il sangue.» Parlò in tono deciso, sincero, come non l'aveva mai visto fino a quel momento. Subito dopo, sembrò quasi arrossire e fece un passo indietro, cosa che quasi sconvolse Derek, perché Dean sembrava una persona superficiale, ma forse lo era meno di quello che voleva far credere. «Ora però smettiamola con questi discorsi e pensiamo al caso.»
Abbandonarono la casa giusto in tempo per incrociare Stiles e Sam, che venivano dalla direzione opposta.
Non rimase sorpreso nel vederli insieme, Stiles aveva la capacità di trovarsi spesso in quelle situazioni.
Dopo essersi messi al corrente a vicenda delle proprie conoscenze, Dean riepilogò: «Abbiamo trovato la cacciatrice che ci ha attaccati, infatti possedeva un armamentario identico di frecce con cui ci ha colpito, ma il lupo mannaro deve aver pensato bene di liberarsi di lei.»
«Come mai?» chiese Sam, forse più a se stesso che a loro in particolare.
«Non era più utile o aveva deciso di mollare, o qualcosa del genere» disse Stiles.
Dean fece un verso di stizza. «Odio questi licantropi di Beacon Hills, sono strani e non si comportano come dovrebbero.»
«Sta giocando con noi» aggiunse Sam, pensieroso.
«Quello che vuole è il potere di Scott, no? Vuole logorarlo, facendogli pensare di non essere adatto come Alpha» disse Derek. La stessa cosa che era successa a lui.
Stiles lo guardò. «Gli staremo vicino, nessuno si sentirà più solo nel nostro branco.»
Derek fissò l'altro intensamente negli occhi e annuì. «Se è Scott che vuole, non dovrà fare una prima mossa contro di lui?»
Sam scosse il capo. «No, è più semplice attaccare persone a lui vicine, continuerà così fino a che non sarà più necessario.»
«È un vigliacco» aggiunse Dean.
«Sa che Scott è più forte di lui, per questo non lo colpisce direttamente!» esclamò Stiles, come colpito da un'illuminazione.
«Questo non ci aiuterà a trovarlo. Starà nascosto e colpirà nell'ombra» disse Sam. «Domani, io e Dean andremo a parlare con la testimone che ha ritrovato il corpo di Annette.»
«L'amica.»
I due fratelli annuirono con il capo in contemporanea e poco dopo il gruppo si divise. Sam e Dean salirono a bordo della Chevy Impala, mentre lui e Stiles rimasero lì, a pochi metri dalla casa di Annette, con quest'ultimo che lo fissava in attesa. 
Derek ricambiò l'occhiata. «Cosa?»
«Sono arrivato con Sam, perciò...»
«Vuoi un passaggio?» chiese, capendo subito dove l'altro voleva arrivare.
Stiles s'illuminò. «Molto volentieri, grazie! Stai migliorando, sai, ancora un po' e sarai una persona gentile e cordiale verso il prossimo.»
Derek rise con ironia e s'incamminò verso la Camaro, posteggiata poco più in là. «Ti lascio qui.»
Sentì Stiles corrergli dietro. «Accidenti quanto sei permaloso! Scherzavo, okay? Scherzavo!»
Quando i due si ritrovarono uno di fianco all'altro a bordo dell'automobile, Derek sentì come una sensazione di deja vù, viste quante volte continuava a ripetersi quella situazione. 
Mentre guidava, scacciò il pensiero e si concentrò sul lupo mannaro, godendosi il silenzio in cui Stiles sembrava essere precipitato, forse perché troppo impegnato anche lui a concentrarsi sul caso.
Le morti continuavano ad aumentare ed era preoccupato che presto sarebbe toccato a qualcuno di loro vicino. Quanto sarebbe passato prima che l'Alpha approfittasse di una momento di distrazione per uccidere uno del branco? Era riuscito a rapire Isaac senza troppe difficoltà, considerò, sentendosi di nuovo in colpa per aver trasformato quel ragazzo in un lupo mannaro. Aveva commesso molti errori, ma stava facendo il possibile per porvi rimedio e per non perdere nessun altro.
Derek accostò vicino alla macchina di Stiles e lo lasciò scendere. «Grazie.»
«Stiles» lo richiamò, prima che si allontanasse troppo e non potesse sentirlo. «Stai attento. Come miglior amico di Scott tu sei il primo bersaglio ed è già successo che...»
«Lo so, ma siamo tutti in pericolo. Stai attento anche tu.» Chiuse la portiera della Camaro e se ne andò. 

[to be continued...]


Spazio Autrice: Bentornati e buon lunedì!
Allora, spero che le dinamiche un po' mischiate (Stiles e Sam, ma, soprattutto, Derek e Dean) vi siano piaciute.
Questo capitolo è forse un po' di passaggio, ma nel prossimo succederà qualcosa d'importante.
Nel prossimo capitolo: Dean snocciola teoria, si scopre il nome della proprietaria del motel e gli Sterek rimangono soli. ;)

Alla prossima settimana!
Ilaria
   
 
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