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Autore: jessthesohodoll    19/05/2014    2 recensioni
"Mi chiamo Angel Elisabeth Hummel-Anderson e no,come avete capito non ho una madre ma due meravigliosi papà :Kurt e Blaine Hummel-Anderson"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
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Capter 12

Who do you think you are?

 

Questa storia non mi piace. Più ci penso e più mi sono convinta che sia una pessima idea. Ma i miei papà non fanno altro che ripetermi che “dopo tutto è pur sempre tua madre” e “Dovresti almeno sentire che cosa ha da dirti” e cose del genere. Si,è vero,ammetto che le sarò per sempre grata di avermi portata in grembo per 9 lunghi mesi,ma questo non significa che debba per forza piacermi. Era questa la mia più grande paura quando dicevo che non volevo conoscere la mia madre surrogato.

Se c'è una cosa che devo darle credito è però il fatto che Rebecca Albert non è di certo una che cede facilmente e ha voluto a tutti i costi incontrarmi per un brunch all'Hilton. A quanto pare è in città perchè una sua cara amica non sta molto bene e alloggia lì.

Quando era incinta di me aveva 22 anni,era senza un soldo e credeva che affittare il suo utero fosse un'idea geniale per fare soldi in fretta e senza fatica. Non aveva però messo in conto le conseguenze “emotive” di una gravidanza. Fu infatti 6 mesi dopo che si tirò indietro,millantando il fatto che ero anche figlia sua e che voleva crescermi come ogni madre che si rispetti. Ci vollero quasi 2 mesi per convincerla,e non senza una ricontrattazione del prezzo iniziale. Questo sta a dimostrazione dell'istinto materno fittizio che la percorreva in quel momento,visto che la prima volta in cui l'ho vista in vita mia è stato due giorni fa. Non si è fatta vedere per 14 anni e questa sarebbe l'amorevole madre che mi ha messo al mondo?

Papà Kurt mi dice sempre che è stato uno dei momenti più difficili della sua vita,ogni volta che passava davanti a quella che doveva essere la mia cameretta ,scoppiava a piangere.

“Non mi importa se ti ha portato in grembo per 9 mesi. I tuoi genitori siamo io e tuo padre,e questo non potrà mai tirarcelo via” mi disse di ritorno da quello spiacevole incontro all'ospedale,quando gli chiesi chi fosse quella donna.

Ero inorridita,scioccata. Non potevo credere che una persona potesse arrivare a tanto. Togliere a due persone meravigliose come i miei papà la possibilità di iniziare una famiglia e solo per puro egoismo,per un desiderio di maternità che è comparso per poi scomparire subito non appena i miei papà le hanno offerto più soldi. Ma io in realtà non ho bisogno di una mamma.

Ma i miei papà si sa,sono le persone più buone del mondo e mi hanno quasi pregato di accettare l'invito di Rebecca. Perchè anche se a loro fa male,sapevano che questo giorno sarebbe arrivato prima o poi e che è la cosa giusta da fare.

“Sai che non sei costretto a stare qui mentre mi vesto vero?” dico al mio accigliato padre,mentre chiudo gli ultimi bottoni della mia camicetta. È seduto sul mio piumone e sta torturando le povere orecchie della mia Coco.

“Lo so,sono solo preoccupato” mi risponde lui.

“E per cosa?” dico,sedendomi vicino a lui.

“E se tenta di portarti di nuovo via da me?” risponde lui con un filo di voce.

“Primo,ho 14 anni e non 2. Se tentasse di rapirmi penso che me ne accorgerei. Secondo,siete stati voi due a dirmi di accettare e terzo,io non vado da nessuna parte”

“Lo so” risponde papà Kurt “ma non sono tranquillo quando quella donna e nei paraggi”

“Non gli permetterò di farmi niente di male”

“Lo so. Di te mi figo,è di lei che non mi fido”

“Vi ha fatto male vero?” chiedo,notando quegli occhi lucidi che cerca di nascondermi.

“Non puoi minimamente immaginare quanto” risponde lui con un sospiro “io e papà eravamo devastati. Credevamo di averti persa per sempre”.


 

L'unica cosa che posso fare è abbracciarlo in questo momento. Lo leggo nei suoi occhi che quel dolore è ancora dentro di lui. L'idea di aver perso la sua unica figlia,l'occasione di avere una famiglia con l'uomo dei suoi sogni,deve averlo lacerato dall'interno.

“Non piangere” dico,asciugando con il pollice una singola lacrima che è riuscita a scappargli “Se tu piangi,sappiamo tutti e due che piangerò anche io,e tu non vuoi che io pianga vero?”

“Giusto” risponde,ritrovando il sorriso “niente musi lunghi”

“questo è lo spirito”

Questo colloquio non deve durare più di un'ora,o so già che non riuscirò a sopportare la presenza di quella donna.

***

L'atrio dell'Hilton e fin troppo grande per essere ammirato con una sola occhiata. Gli stucchi dorati,le tende preziose,tutto di questo posto ricorda una fiaba. Sono arrivata da meno di 5 minuti,3 dei quali li ho passati con il naso all'insù ad ammirare il bellissimo soffitto affrescato.

Mi ha accompagnato papà Blaine all'appuntamento,e non so se sia stato meglio o peggio passare da un lacrimoso padre a uno che non esterna le proprie emozioni,non quando si tratta di me per lo meno. Lo visto piangere e esternare le proprie emozioni un milione di volte con papà,ma con me mai. Perchè sono così i miei papà. Papà Kurt piange per un bel po',ma almeno esterna le proprie emozioni e dopo poco si sente subito meglio. Papà Blaine invece si tiene tutto dentro,cerca di reprimere tutto,sopratutto quando si tratta di me. Dice che non vuole preoccuparmi,ma l'effetto che ottiene è esattamente il contrario.

“Papà s può sapere che c'è?” gli ho chiesto.

“Nulla tesoro” mi ha risposto,senza togliere gli occhi dalla strada.

Ma “nulla” non lo era per niente e lo si nota subito dal modo in cui guida. Se metti il sempre pacato Blaine Davon Hummel-Anderson nel traffico Newyorchese dell'ora di punta quando è nervoso,otterrai un Blaine Davon Hummel-Anderson irriconoscibile,è scientificamente provato. Guida con rabbia,tenendo il volante talmente stretto che gli si sbiancano le nocche,e ,mentre cambia le marce, fa fare alla macchina dei rumori non proprio carini,e prima erano presenti entrambe. Quindi si,”niente” non era proprio la parola più adatta.

“Andiamo papà,lo sai che odio quando non mi dici le cose”

“Non è niente tesoro,tranquilla” mi risponde lui a denti stretti.

“Ok ti conosco. Ti vuoi tenere tutto dentro come al solito per non farmi soffrire,ma sono abbastanza grande per sopportarlo”

“Non voglio farti preoccupare” dice togliendo la mano destra dal cambi per posarla sulla mia,approfittando del semaforo rosso.

“Lo so”


 

La nostra conversazione è però stata interrotta da un SMS di zia Rachel.


 

11,35 da zia Rachel

in bocca al lupo tesoro”


 

Mi è stata molto vicina in questo periodo,dandomi consigli che solo una persona che viene dalla mia stessa situazione come lei poteva darmi,anche se Shelby è sempre stata una persona gentilissima e Elle la chiama “nonna” nonostante non si vedano quasi mai.

“Chi è?” mi ha chiesto papà.

“Zia Rachel”

“Oh” è stata la sua unica risposta.

Pochi istanti dopo eravamo davanti all'entrata dell'Hilton.

“Eccoci arrivati. Buona fortuna e tieni gli occhi aperti. Quella donna non mi è mai piaciuta”

“Ti voglio bene papà”

“Anche io principessa”


 

Avrebbero voluto esserci tutti e due,per difendermi da eventuali attacchi,ma io mi sono opposta. Se devo fare questa cosa,devo farla da sola.

È da cinque minuti che sono qui,ma ancora nessun segnale di Rebecca Albert. Spero non si sia dimenticata. Non faccio in tempo a girarmi che noto subito un'elegantissimo cameriere venire verso di me.


 

“è lei la signorina Angel Hummel-Anderson?” chiede.

“Si sono io” rispondo io incerta.

“Prego signorina Hummel-Anderson. La signora Albert la sta aspettando nel salottino privato”


 

Il suddetto salottino è a qualche metro di distanza dal salone principale,ma non da meno in fatto di stucchi e pietre preziose. Rebecca è li,al centro della stanza,mentre sorseggia pigramente un Tè.


 

“Oh,ben trovata mia cara!” mi saluta educatamente lei “come sei carina”

“Grazie”

“Che cosa prendi?” mi chiede,mentre lo stesso cameriere di prima è tornato per la mia ordinazione.

“un tè anche per me,e gradirei dei capecake”

“Faccia per due” risponde lei “è da un secolo che non mi concedo un capecake”

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto,entrambe assorte ad ammirare la stanza,quando è Rebecca a rompere il silenzio per prima.

“Allora Angel. Parlami un po' di te”

“Non c'è molto da dire. Non saprei da dove iniziare”

“Beh,vediamo. Che scuola frequenti? Dove hai intenzione di andare all'collage? Hai un fidanzato?”

“Tribeca performing High school. Penso di andare all NYADA,come i miei papà e si ho un fidanzato. Si chiama Blake”

“Oh,ed è carino?”

“Molto”

“Bene,bene”


 

Rimaniamo in silenzio per minuti interminabili quando è lei a riprendere la parola.

“Quindi vuoi intraprendere la carriera artistica?” mi chiede,improvvisamente fredda.

“Si,penso di si”

“Oh,speravo volessi scegliere qualcosa di più serio”

“Serio? In che senso?”

“Nel senso che sei anche figlia mia,e non devi per forza seguire le orme di quegli inetti dei tuoi padri”

“Come si permette! Non si fa sentire per tutta la mia vita e ora pretende di sparare sentenze su coloro che mi hanno cresciuta?” urlo indignata.

“Beh,se fossi cresciuta con me di sicuro non saresti così indisponente.” urla lei di rimando “questo è per quando ritroverai il lume della ragione” aggiunge poi passandomi quello che sembra essere il suo biglietto da visita.

“Che me ne dovrei fare?”

“Quando ti sarai stancata di vivere con due checche ti basterà uno squillo e verrò a prenderti. Per prima cosa cambiamo scuola,poi ti farò ammettere alla Columbia come me,oppure preferisci Yale? E infine ti cambierò il cognome. Hummel-Anderson? Il doppio cognome è così fuori moda! Angel Albert suona molto meglio.”


 

Sto per vomitare. La paura più grande di mio padre si è appena avverata.


 

“No,io sono nata per il palcoscenico”

“Nata per il palcoscenico? È questo quello che ti hanno messo in testa quei due?” mi risponde,con una risatina “scommetto che non sei migliore di qualsiasi altra attriccetta da quattro soldi che bazziaca Broadway alla ricerca disperata di una parte”

“Sa cosa le dico. Ne ho abbastanza di lei e delle persone come lei. Solo perchè i miei genitori sono due uomini non significa che siano meno intelligenti o meno propensi alla figura paterna. E se permette saranno sempre dei padri migliori di quello che lei potrà mai essere” dico prendendo la borsa,ricacciando indietro le lacrime. Non devo piangere,non ora.

“Dove credi di andare?” mi urla lei “Se uscirai da quella porta io e te abbiamo chiuso.”

“é quello che spero” rispondo io,e la lascio alle mie spalle,attraversando ad ampie falcate il lussuoso atrio dell'Hilton

***

Il ritorno a casa è stato traumatico. Di sicuro qualche newyorchese avrà pensato che ero pazza,mentre piangevo silenziosamente seduta sa sola in metro. E come se non bastasse,tornata a casa ho trovato solo Coco ad accogliermi. Papà Kurt è a un Brunch con zia Rachel e Zio Finn a portato papà Blaine a vedere la partita.

È lui il primo a rientrare,dopo qualche minuto in cui non ho fatto altro che piangere nel mio cuscino.

 

“Hey tesoro,non credevo di trovarti a casa così presto.” mi dice mio padre,entrando in camera mia. Ma non appena vede i miei occhi rossi,il suo sorriso scompare subito dal suo volto e non può fare a meno che accogliermi tra le sue braccia. Lui fa così,non chiede. Sa che sto male,ed è abbastanza.

 

“Bambina mia,cosa ti ha fatto?” mi sussurra,accarezzandomi i capelli.

 

Rimaniamo qualche minuto così,distesi sul mio letto,con papà che mi canticchia la ninna nanna che aveva composto per me quando ero piccola.

 

Che la luna e le stelle

proteggano i tuoi sogni

che le nuvole

diventino la tua coperta

che il tuo cuore sia leggero

e che il tuo sia un sogno sereno”

 

 

Papà Kurt arriva dopo qualche minuto.

 

“Hey,non vi starete coccolando senza di me spero!” dice con una risata “Che è successo?” aggiunge però,notando lo sguardo preoccupato di mio padre.

“Qualcosa è andato male,ma non penso ne voglia parlare” gli sussurra papà.

“Oh bambina mia,vieni qui” mi dice papà Kur,facendomi cenno di abbracciarlo.

 

“Vi voglio bene ragazzi,lo sapete vero?” chiedo.

“certo” rispondono in coro.

“e sapete anche che non lascerei per nulla al mondo?”

“Senza dubbio” risponde papà Blaine.

“e che non c'è cosa che voglia di più al mondo che rendervi orgogliosi di me? Seguire le vostre orme?”

“Si,certo” risponde papà Kurt.

“Bene,volevo solo ricordarvelo”

“Hey,qualsiasi cosa sia accaduta con Rebecca,noi siamo qui per te”

“Papà ha ragione,noi non andiamo da nessuna parte.” aggiunge papà Blaine.

 

“Di là ci sono dei Muffin se li vuoi! Extracioccolato,come piacciono a te. Ho pensato che ti servissero un po' di cose dolci dopo averla incontrata”

“Grazie”

“E ho preso quegli ai mirtilli per papà” dice poi,riferito a mio padre.

“Grazie amore” risponde lui,baciandolo.

 

Non c'è bisogno che sappiano,purtroppo sanno già che persona sia Rachel Albert.

 

E ora spero solo che la sua ombra scura non perseguiti più la mia famiglia.

 

 

 

 

 

 

Soho corner:

 

E CIAO BELLA GENTE! Per favore niente pomodori marci. Ormai lo sapete che quando dico “spero di aggiornare presto” vuol dire che se va bene avrete il capitolo nuovo a pasqua.....del prossimo anno.

 

Parlando del capitolo è stata un vero e proprio parto. Ormai lo sapete che io e l'angst non andiamo d'accordo.
Ma grazie a Agents of SHIELD (aka mia nuova fissa)

e a due OTP a caso (Skyeward and FitzSimmosn of course),

Skyeward

FitzSimmons 


 

direi che sto migliorando. (sopratutto a causa della prima. anche se la seconda ci si sta mettendo di impegno per farmi impazzire) 

 

Rebecca Albert is the new bitch. TIENI Giù LE MANINE DALLA NOSTRA ANGIE.

 

E Kurt e Blaine in questo capitolo mi hanno fatto tanta tenerezza.

 

Dove credi di andare?” mi urla lei “Se uscirai da quella porta io e te abbiamo chiuso.”

é quello che spero” rispondo io,e la lascio alle mie spalle,attraversando ad ampie falcate il lussuoso atrio dell'Hilton

 

Sassy. Ve lo avevo detto che Angie era una sassy queen come i suoi papà.

 

Cq non rilassatevi,che forse Becca torna per una visitina prossimamente.

 

Che la luna e le stelle

proteggano i tuoi sogni

che le nuvole

diventino la tua coperta

che il tuo cuore sia leggero

e che il tuo sia un sogno sereno”

 

L'ho composta io.

 

Non so,mi sembrava una cosa che Blaine avrebbe potuto scrivere.

 

Dedico il capitolo a Claudietta che sono sicura aspetti questo capitolo con ANZIA....i'm sorry babe.

 

Sto diventando lenta come voi con gli aggiornamenti.

 

See you soon my dears

 

-jess 

  
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