Il momento del riposo.

‹‹ La luna splende teneramente, non trovi? ››

‹‹ Avete ragione, Madre. ››

Oona posò dolcemente la mano sulla guancia della bambina. Le rughe sulla sua pelle risaltavano in contrasto con le guance vellutate e rosee di Nimue. ‹‹ Per te è stata una lunga giornata, piccola. Se lo desideri, puoi ritirarti nelle tue stanze. ››

Nimue annuì rapidamente, ma non si mosse. I boccoli rossi le incorniciavano il viso, illuminato dai grandi occhi verdi titubanti.

‹‹ C’è qualcosa che ti turba? ›› domandò la Sacerdotessa Madre dopo qualche istante.

‹‹ Io… credo di dover domandare il vostro aiuto, Madre. Si tratta di Pan. ››

Oona annuì, curiosa.

Non appena la bambina aprì la sua bisaccia, la testolina di un ghiro fece capolino. Nimue lo prese con tenerezza tra le mani, accarezzandolo soprappensiero. ‹‹ L’ho trovato qualche settimana fa. Sta per arrivare la neve, e lui ancora non è entrato in letargo… Ho paura che non riuscirà a sopravvivere all’inverno. ››

‹‹ Dov'era di preciso? ››

‹‹ Vicino alla Vecchia Fonte, sul versante Ovest della collina ›› spiegò subito Nimue.

Oona sorrise, toccando con un dito la fronte dell’animaletto.

‹‹ Dopo quasi due anni di servizio, ancora non hai imparato che quella zona brulica di Spiriti? ››

La bambina sgranò gli occhi, come ricordandosi improvvisamente. ‹‹ Quindi è possibile che gli Spiriti dell’Aria e gli Spiriti della Terra non abbiano ancora influenzato il sonno degli animali? ››

‹‹ No, piccola, è qui che sbagli. Gli Spiriti influenzano il sonno degli animali, ma a partire da stanotte. ›› precisò Oona, indicando la luna.

Nimue trattenne il fiato, stringendo al petto il ghiro. Gli occhi le si gonfiarono di lacrime, mentre tentava di trattenerle mordendosi il labbro inferiore. ‹‹ Questo vuol dire che Pan… lui non si addormenterà quindi… ››.

La sommessa risata di Oona fece tremolare il lume nelle sue mani. La donna si avvicinò alla teca delle erbe, scegliendo con occhio esperto alcune foglie. Le pestò pazientemente, sotto lo sguardo attento della bambina, mormorando una preghiera tra le labbra. La Sacerdotessa Madre si posò il pollice sulla mezzaluna che le era incisa sulla fronte, poi si voltò.

‹‹ Per fortuna, la Natura ci concede di imitare il lavoro degli Spiriti, in alcuni casi. ›› spiegò Oona, spalmando un po’ dell’impasto sotto il nasino dell’animale. La sua testa ciondolò per qualche secondo, poi le palpebre si abbassarono dolcemente. Nimue appoggiò l’orecchio sul petto del ghiro, cercando di ascoltarne il battito cardiaco.

‹‹ Dorme. ›› concluse, sorridendo.

‹‹ Ed è ora che tu lo segua tra le braccia del Sonno, piccola mia. Trai insegnamento dalle esperienze di questa giornata. ››

‹‹ Lo farò, Madre. ›› rispose la bambina, uscendo.

Oona chinò il capo. Nimue sarebbe diventata una brava Sacerdotessa, un giorno avrebbe preso il suo posto a capo della comunità. Si sdraiò sulla sua branda, osservando a lungo la Luna della neve. Il respiro rallentò, gli occhi le si chiusero.

Anche per lei era finalmente giunto il momento del riposo.

*microfono prego*

Allora, questa è la storia preparata per il contest Sai lanciare un incantesimo? di Aleyiah. Sono sempre stata appassionata dalla tradizione celtica, ho persino iniziato una long fic mai finita proprio su questo tema. (A chi può interessare, Figlia di una strega)
Non ho voluto precisare se Oona si sia semplicemente addormentata, o se il riposo che intendeva aveva anche un altro significato... a voi libera interpretazione. Per quanto riguarda l'aspetto formale, ho seguito le regole dell'Enciclopedia Treccani per la punteggiatura, giusto per stare tranquilla.
Hope you enjoy!