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Autore: Agnese_san    20/05/2014    1 recensioni
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[...]I ragazzi, tre maschi e tre femmine, sono scomparsi nel bel mezzo di quella che testimonianze hanno dichiarato essere stata una stretta sorveglianza, durante la cerimonia della consegna dei diplomi nella West Roswell High School.[..]
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Parte 26

Indicazione della data: 28 ottobre 2002 - Washington, D.C.

Oggi è stato annunciato che l’inchiesta del Senato sulle attività dell’FBI è finita con la condanna dell’organizzazione, costituita per difendere la legge e recentemente accusata di averla infranta. Già sciolta nel 2000, l’Unità Speciale, incaricata di investigare su fatti straordinari di origine extra terrestre, è stata ancora una volta costretta a chiudere. L’FBI metterà la documentazione a disposizione di un organismo indipendente che dovrà attestare le accuse di appropriazione indebita di fondi.

Gli agenti coinvolti saranno assegnati a nuovi dipartimenti e sarà loro proibito di mettersi in contatto con i loro ex colleghi per quello che riguarda le recenti investigazioni. Si dice che accuse penali saranno promosse contro gli agenti di grado più elevato.

Tutto questo è il risultato per un attentato non autorizzato alla vita di quattro adolescenti di Roswell, New Mexico, sospettati di essere coinvolti con l’esplosione avvenuta alla Edwards Air Force Base, nonostante le tenaci smentite dei genitori dei ragazzi. L’accusa ha costretto sei adolescenti, ormai conosciuti come il Sestetto di Roswell, a fuggire dalle loro case per paura di quella stessa gente che aveva fatto giuramento di proteggerli. Fonti non confermate dichiarano che gli agenti hanno ucciso uno dei ragazzi in un’imboscata sulle montagne del Colorado, dove anche tre degli agenti hanno perso la vita in quello che è stato fatto passare per un incidente. E mentre i loro corpi sono stati recuperati, con ferite che hanno confermato la morte per caduta o affogamento, il corpo del ragazzo non è mai stato ritrovato. - - - Reuters.

* * * * *

"Cosa dobbiamo fare, Eccellenza?" Chyn sollevò gli occhi dal dispositivo che ora mostrava una decisa linea bianca. "Zan è tornato, ma non da’ segni di volersi muovere."

"E’ una costante che si ripete." Bektor si grattò il mento. "Va da qualche parte, poi si ferma per un breve periodo di tempo. Poi si sposta ancora. Ci sono notizie dall’Alto Comando? Cosa mi dici di Kalyn?"

"Di Kalyn, nulla. Il Comandante Kell suggerisce di avvicinarci a Zan e di controllarlo da lontano. Dice che, visto che Zan si sta comportando in modo anormale, di studiarlo e di capire i suoi motivi. Prima d’ora, la prevedibilità di Zan ci ha reso le cose molto facili. Questi nuovi sviluppi, preoccupano lui quanto noi."

"D’accordo." annuì Bektor. "Domani, ci sposteremo sulle montagne dove si nasconde Zan e lo localizzeremo. Dopo che avremo individuato il suo aspetto, cominceremo i turni di sorveglianza."

* * * * *

"Michael?" Connie era senza fiato. "Che ci fai, tu, qui? E perché questi nomi falsi?"

"E’ una lunga storia." sbuffò lui.

"Voi vi conoscete." Il viso di Kyle era un grosso punto interrogativo.

"Sì." annuì Connie. "L’ ho incontrato qualche mese fa. E anche Max, Liz e Maria. Sono stata a Roswell per un po’."

"Grande!" Kyle scosse la testa. "Finalmente riesco ad incontrare una ragazza e lei già conosce Evans."

"E perché io non ti ho mai visto?" Isabel si accigliò.

"E nemmeno io?" Kyle si avvicinò a Connie.

"E’ stato quando è successo l’incidente con il Caccia." le disse Max. "Tu e Jesse eravate … stavate cercando di venire a patti con … la situazione. Non ho idea di dove fossi tu, Kyle. Oh, scusa. Questa è mia sorella, Isabel. E questo è Jesse, suo marito."

"Salve."

"Ciao."

"Allora, come vi siete incontrati?" Kyle guardò da Michael a Connie.

"Mi hanno aiutato a liberare mio padre."

"Gli abbiamo salvato la vita." ammise Max. "Suo padre era stato coinvolto in … un inspiegabile incidente, così lo abbiamo fatto fuggire."

"Dalla base dell’Aeronautica?" Kyle spalancò gli occhi e fece un lungo fischio. "Okay. E ora stiamo usando dei nomi falsi. Io sono Kyle. Io, ah … scusami per il nome falso, ma … noi … sai com’è. A proposito, si che sai com’è! Perché anche voi state usando nomi falsi?"

"Perché mio padre è ricercato dai militari. La storia di copertura che hanno usato è che è rimasto ucciso nell’esplosione. Dubito che possano permettergli di andare in giro a provare che vogliono coprire qualcosa."

"Coprire cosa?"

"Che mio padre si è scontrato con un UFO."

"Aspetta! Era Te … "

"Come sta tuo padre?" chiese subito Max. "Dove sta? Dovrebbe essere qui."

"Sta bene." annuì Connie.

"Ad ogni modo," Isabel assunse il ruolo della perfetta ospite. "Non rimaniamo in piedi accanto alla porta. Perché non ci spostiamo in soggiorno?"

* * * * *

"Stai bene, Jen?" Bill si chinò sulla moglie incinta e le passò una mano sulle gambe.

"Sto bene." gli confermò lei. "Niente di rotto."

"Credo che siamo bloccati." grugnì lui.

"Bella scoperta, Sherlock." Jen guardò fuori dal finestrino la neve che vi si stava ammucchiando contro. "Quanto pensi che ci vorrà, prima che arrivi qualcuno?"

"Ci potrebbero volere anni. Questa strada non è molto usata. Solo dalla squadra del parco. Prima sgombreranno la statale. E visto che nessuno sa che abbiamo preso questa strada … "

"Bill, non possiamo restare qui."

"Lo so." lui tornò ad appoggiarsi alla spalliera del sedile e si passò una mano tra i capelli. "Ascolta. La cosa migliore da fare è vedere se posso arrivare in città. Forse troverò un bar o un altro locale aperto."

"Bill … "

"Lo hai detto tu stessa, non possiamo rimanere qui. E, o restiamo qui, nella speranza che arrivi qualcuno o io posso andare a cercare aiuto. Tu hai cibo in abbondanza; per bere, puoi far sciogliere un po’ di neve. Dietro c’è un a coperta, così sarai a posto fino a che non tornerò con i soccorsi."

"Bill … " Lei gli afferrò un braccio.

"Lo farò." annuì lui.

Bill si chinò e baciò sua moglie. Aprì la portiera, appoggiandovisi pesantemente contro, ed uscì nel buio. Jen si sporse e posò il palmo della mano sulla portiera che lui aveva appena richiuso.

* * * * *

Sollevando il colletto per ripararsi dal freddo e chinandosi in avanti per contrastare il vento, Bill si sforzò di avanzare nella neve che aveva raggiunto un’altezza notevole. Teneva teso un braccio davanti a sé, per ripararsi gli occhi dalla neve che stava scendendo. Non era solo il vento a fargli sentire freddo; era scivolato e caduto tante di quelle volte, che era difficile dire dove terminava la neve ammassata dal vento e dove cominciavano i suoi vestiti. Faceva freddo. Aveva freddo. Era anche molto stanco, ma sapeva che non doveva addormentarsi. C’erano persone che dipendevano da lui. Doveva trovare aiuto per la salvezza di Jen. Scrollando i piedi, per togliere un po’ di neve, continuò a procedere faticosamente sul manto bianco.

La cosa peggiore era la stanchezza, decise. Il freddo era sopportabile. Era da molto che aveva smesso di sentirsi le dita delle mani e dei piedi.

"Il vecchio Duca di York!" muggì contro l’oscurità che stava svanendo. L’alba era dietro l’angolo. "Aveva diecimila uomini. Li faceva marciare su per la collina e poi li faceva riscendere." Cantare gli teneva lontana la mente dal desiderio di dormire. Quando la canzone finì, ricominciò ad arrancare tra la neve.

"Cinque minuti." disse a se stesso. "Che male può farmi resistere ancora cinque minuti?" Ormai non camminava più in linea retta, ma barcollava zigzagando. Bill si fermò e si chinò in avanti, appoggiandosi alle ginocchia per sostenersi. Nuvole di vapore gli uscirono dalla bocca, mentre si sforzava di riprendere fiato.

"Cento bottiglie di birra sul muro, cento bottiglie di birra … " Doveva proseguire. Il sole cominciò a sorgere. Aveva freddo, era stanco ed affamato. "Cinque minuti." grugnì. "Solo cinque minuti."

Il suo corpo ondeggiò avanti ed indietro. Le palpebre pesanti cominciarono a chiudersi.

"Devi stare sveglio." si disse. "Solo cinque minuti. Centiiiiglie di biiiiaasuuuuro … "

Il terreno si alzò per venirgli incontro. Il sonno gli sembrò il benvenuto. Il buio gli sembrò così caldo e, quando il manto di neve lo avvolse, lui era già svenuto. Non si accorse delle mani che si allungarono verso di lui.

"Va tutto bene, amico." disse una voce che lui non sentì. "Siamo qui."

* * * * *

Come cambiano le cose. Sono felice che Isabel e Jesse abbiano deciso di stare insieme, sebbene mi vergogni un po’ per il modo in cui ho reagito alla notizia. Mi preoccupo per Max e per la responsabilità di tutti noi che ricade sulle sue spalle. So che lui sta cercando di dividerne il peso, ma preoccuparsi è insito nella natura di Max. Ma so che la felicità di Isabel gli è di grande aiuto, così penso che la mia reazione sia stata eccessiva.

L’accettazione di Jesse nei nostri ranghi è permeata da un velo di tristezza per la perdita di Kyle. Sono felice che abbia finalmente trovato qualcuno con cui si senta a suo agio e tutti si sono accorti che, sebbene la loro relazione sia appena nata, provano sentimenti profondi, l’una per l’altro. Lui ha deciso di rimanere con la nostra amica, invece di ripartire con noi. E posso capirlo.

E’ impossibile, invece, capire quello che mi ha fatto provare la scoperta delle azioni di Tess per il concepimento di Zan. Sono sicura, anche se non c’è una prova concreta che Max sia andato a letto con Tess, che sia stata tutta una deviazione mentale. Ma non mi interessa più. Abbiamo accettato quel periodo terribile e ce lo siamo lasciati alle spalle. Dopo tutto, il pensiero che Max non ha tradito quello che avevamo, aggiunge una ciliegina ad un dolce già pieno di ciliegie.

Ma Max è ferito. E’ difficile descrivere quello che ho provato, quando ha distrutto gli ovuli fertilizzati di Tess. Perché anche se erano di Tess, erano anche una parte di Max, erano una forma di vita. Sarebbe stato meglio se ci fosse stato Michael lì con noi, ma non c’era. Io posso solo stare vicino a Max e sperare di poterlo aiutare ad uscire da quest’altro danno alla sua psiche. Sono arrivata ad augurarmi che l’FBI si faccia di nuovo viva, in modo che abbia altro cui pensare.

Ma l’FBI non sembra più essere una minaccia. Non che per questo abbiamo abbassato la guardia. In fin dei conti l’Unità Speciale era già stata disciolta anni fa. E poi c’è Sean, anche se spero che abbia imparato la lezione. Ma ho la sensazione che con lui non sia ancora finita. So che Max potrebbe ucciderlo, cosa che causerebbe un danno irreparabile alla più gentile delle anime.

* * * * *

"Allora, cosa avete trovato?" chiese Kyle dal divano dove era seduto, con in mano una busta di patatine.

"Ehy, Kyle." lo chiamò Maria dalla porta, dove lei e Michael si stavano togliendo i giacconi. "Sta nevicando ancora."

"E’ tanto che sei tornato?" Max si lasciò cadere sulla poltrona e si servì di una delle ciambelle posate sul piccolo tavolo.

"Quasi dieci minuti." Kyle si strinse nelle spalle. "Allora, cosa avete trovato?"

"Odio cercare lavoro." Maria saltò in grembo a Michael.

"Non che tu debba farlo molto spesso." grugnì Michael.

"Questo non me lo fa piacere comunque."

"Ragazzi! Ragazzi! Concentratevi!" Kyle sollevò in aria entrambi gli indici e se li posò sulle tempie. "Lavoro. Cosa … avete … trovato?"

"Io ho trovato lavoro in un asilo." Maria si strinse nelle spalle. "Niente di importante."

"Tu? Lavorare con i bambini?" Kyle aveva gli occhi fuori dalle orbite.

"E allora?" Maria si raddrizzò. "Okay. Erano disperati. La nevicata inaspettata ha causato un’ondata di panico. Centinaia di famiglie stanno per arrivare e hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura dei bambini."

"E tu, Michael? Cuoco in una tavola calda?"

"Sicurezza."

"Cosa?"

Michael fissò Kyle. "Valenti, se non la smetti di ridere, giuro che ti … "

"Salve, ragazzi." li salutò Isabel dalla porta. "Chi c’è a casa?"

Jesse ed Isabel si tolsero i giacconi ed entrarono in soggiorno.

"Ciao." li salutò Maria, roteando gli occhi in direzione di Kyle e di Michael. "Trovato niente?"

"Sì." Isabel fece un grande sorriso.

"Grande!" Kyle distolse lo sguardo da Michael, cercando di controllare la sua risata. "Allora, cosa farete?"

"Io lavorerò all’asilo. Sai, aver cura dei bambini."

"Stai scherzando?" ridacchiò Maria. "Anche io."

"Questo supera il lavoro di vigilante che ha trovato Michael." ridacchiò Kyle. "E tu, Jesse."

"Portantino all’ospedale." Jesse si sedette sul divano.

"Avete saputo qualcosa di Max e di Liz?" Isabel si sedette accanto a Jesse e le loro mani si cercarono.

"Non ancora." Kyle fece una smorfia. "Non credo che ci siano molte richieste di lavoro per moglie e marito."

"Hey." Maria sollevò una mano. "Sapete cosa potrebbero fare? Mettere in scena uno spettacolo. Max potrebbe indossare un abito scuro pieno di lustrini e Liz un vestito aderente. Max potrebbe fare i suoi trucchi in palcoscenico. Potrebbe farsi chiamare ‘L’incredibile Zan’."

"Liz non ha detto niente di Max?" Isabel si sedette sul bordo del divano. "A proposito di quello che lo fa essere così … "

"Giù di morale?" fu Maria a finire la frase. "Liz non lo direbbe mai. Ha detto solo che hanno scoperto qualcosa. Ho avuto paura che volessero separarsi."

"Quei due? Kyle sollevò un sopracciglio. "Separarsi? Non c’è possibilità."

"Forse dovrei parlargli." continuò Isabel.

"Lascia fare a Liz." Maria scosse la testa. "Sai che c’è una sola persona che possa aiutarlo quando sta così. Parla del diavolo … " La porta di ingresso si aprì. "Ragazzi, siamo tutti qui."

"Ciao." li salutò Max, con lo sguardo ancora spento.

"Ciao." fece eco Liz arrivando dietro di lui e prendendogli la mano.

"Sicurezza." disse Isabel indicando Michael. "Ospedale, asilo, asilo. E voi ragazzi?"

"Addetta alla ricezione al Plaza." Liz rise al gesto di Isabel.

"Soccorso." Max si grattò dietro l’orecchio. "Io, uhm … indosserò un giacchetto rosso e me ne andrò in giro per le piste, assicurandomi che stiano tutti bene. Se ci fosse una valanga, o qualcosa di simile … dovrò aiutare a cercare i sopravvissuti."

"Sperando che tu sia uno di loro." Maria sembrò preoccupata. "Non dovresti stare fuori dalle piste, dove si suppone gli sciatori non debbano andare, perché è pericoloso?"

"Credo di potercela fare, Maria." Max si accigliò.

"Sì." annuì lei. "Credo che potresti."

"Allora siamo tutti a posto." dichiarò Kyle.

* * * * *
"Devi vedere Connie, stasera?" chiese Max quando furono tutti seduti a cena.

"Non stasera." Kyle scosse la testa." Perché?"

"Abbiamo bisogno di parlare." Max posò coltello e forchetta sul piatto. "Tutti noi. C’è qualcosa che dovete sapere."

"Era ora." mormorò Isabel.

"Prima io e Liz sparecchiamo." Maria si alzò e cominciò a raccogliere i piatti vuoti. "Accidenti, avete visto come abbiamo fatto presto a ristabilire la routine che avevamo in Idaho?"

"Idaho." annuì Kyle. "Mi sembra che sia passata una vita."

"Lo so." rise Liz, portando i piatti in cucina.

"Bene." Max si alzò e cominciò ad aiutare le ragazze. "Molte mani rendono più leggero il lavoro, no?"

Visto che tutti si erano dati da fare, ci misero poco a radunarsi in soggiorno, gli sguardi fissi su Max e Liz.

"Siamo andati a visitare l’osservatorio. Sapete, quello enorme, che hanno usato per il film di James Bond?"

"Uh huh?" Annuirono tutti, gli sguardi pieni di aspettativa.

"Tutto qui?" Maria roteò gli occhi.

"Avete fatto delle foto?" Kyle aprì la bocca e vi portò davanti la mano aperta.

"Sono stato riconosciuto." Max li azzittì tutti.

"Dall’FBI?" Michael fu subito in allerta. "No, aspetta. Erano tutti troppo occupati a salvare il sedere. Da Sean Deluca?"

"No." Max scosse la testa. "Da un autista di taxi ottantenne."

"Huh?"

"Se mi lasciate continuare! Quel signore ha detto che non riusciva a credere che fossi proprio io. Era convinto che fossi un suo amico che era stato rapito dagli alieni sessant’anni fa."

"Allora il suo amico era il tuo donatore." Michael comprese subito. "E … ?"

"Per quanto sorprendente possa essere stato, quello che ha attirato la nostra attenzione è stato sentirlo parlare di uno schianto, a Puerto Rico, undici anni fa."

"E …?" Michael stava ignorando i commenti degli altri. "Andiamo, Max. Sputa la storia."

"Siamo andati a controllare su Internet. Nel 1991 c’è stato uno schianto sulle colline. L’aviazione ha detto che si era trattato di uno dei suoi jet. Testimoni hanno detto che era coinvolto anche qualcos’altro. L’autista ci ha detto che l’UFO era caduto in mare e non sulle montagne."

"Oh, bene." Michael si appoggiò alla spalliera. "Bella storia, Max. Raccontala ai tuoi nipotini."

"Michael!" Maria gli mollò una pacca sulla spalla. "Va’ avanti, Max."

"Ad ogni modo, io e Liz siamo andati a nuotare." e Max cominciò a cercare tra un pacco di fotografie.

"Oh, no." grugnì Kyle. "Max, io stavo scherzando."

"Abbiamo visto questa." Max fece girare la foto che avevano scattato alla strana roccia.

"Interessante formazione rocciosa." Michael era oltre la frustrazione. "Pensavo che avessi qualcosa di importante da dirci."

"Ti aiuterebbe se ti dicessi che c’era sopra una impronta argentata e che io e Liz siamo entrati dentro?"

"Un’altra camera dei Bozzoli?" gli occhi di Michael si spalancarono. Ora tutti erano seduti sul bordo della loro sedia.

"No." Max scosse la testa. "Era una nave spaziale."

"Una nave spaziale?" Isabel restò senza fiato.

"E c’era anche il pilota, ma era morto."

"Che forma aveva lo scheletro?" chiese Kyle.

"Una cosa strana. Quel tipo era morto ormai da undici anni, ma sembrava … normale. Per quello che era, voglio dire."

"Che aspetto aveva?" Isabel si stava torcendo le mani.

"Era come Nasedo, quando lo abbiamo guarito nella camera dei Bozzoli." disse Liz.

"Avete trovato qualche indicazione sul motivo per il quale sono venuti?" Michael si alzò per vedere le altre fotografie prese da Max.

"No." la nave era vuota, tranne che per il pilota."

"E il libro." aggiunse Liz. "E questi … congegni."

"Quale libro?" Michael sollevò lo sguardo. "Quali congegni?"

"Quando siamo entrati nella cabina di pilotaggio, ho trovato un libretto ed il pilota aveva questi due strani apparecchi alla … uhm, cintura. Uno potrebbe essere un’arma. L’altro non ne abbiamo idea."

"Sarà meglio che me li diate. E anche il libro."

"No." Liz scosse la testa. "Sto studiando il libro e voglio provare a tradurlo. In quanto agli strani congegni, li abbiamo lasciati con i comunicatori ed il Libro del Destino nel la … in un posto sicuro."

"Conveniente." sogghignò Michael.

"Ma che cos’hai?" Max guardò l’amico ad occhi stretti.

"Può volare?"

"Cosa?"

"La navicella. Può volare? Funziona ancora?"

"Non ho provato a metterla in moto. "Max si strinse nelle spalle. "Michael, ma che ti passa per la testa? Che razza di domande fai? E’ successo qualcosa?"

"Niente." Maria tirò Michael per un braccio, facendolo allontanare dal gruppo.

"Che può significare, Max?" Jesse, stando un po’ separato dal gruppo, sembrava nervoso.

"Non ne sono sicuro, Jesse. Potrebbe non significare niente. L’area … di carico era vuota. Forse ce ne erano altri, a bordo."

"Solo che adesso non ci sono più, giusto? Potrebbero essere dei nemici."

"Ma potrebbero anche essere amici. E sono passati undici anni. Ormai potrebbero essere dovunque."

"O da nessuna parte." aggiunse Liz. "Forse era vuota. Forse è stata mandata per prendere, non per portare."

"Vuoi dire noi?" Isabel spalancò gli occhi.

"Forse." concordò Max. "E’ solo un’altra cosa da cui guardarci."

* * * * *
   
 
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