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Autore: MagikaMemy    30/07/2008    2 recensioni
E' arrivato il momento di dirsi addio. Il momento di capire che niente, per Sora e gli altri, tornerà ad essere come prima.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5: dichiarazioni segrete, attrazione fisica e una cucina di matti

Roxas ebbe una strana sensazione, come se qualcuno lo stesso fissando.

Si voltò con rapidità verso Axel, scoprendo con rabbia che non era stata solo un’impressione.

“Scusa, che hai da guardare? Vuoi una foto?” chiese, burbero, mentre Demyx e il resto del gruppo si era praticamente addormentato al suolo a forza di ascoltare le ciance del cuoco muscoloso.

Axel fece un ghigno, le braccia conserte e la schiena appoggiata al muro.

“Oh, ti assicuro, dal vivo rendi molta più giustizia.”

Roxas avvampò, imbarazzato, ma per nulla al mondo avrebbe mostrato di dare importanza a ciò che quel deficiente gli diceva, quindi ancora una volta ribattè acido.

“Hai finito di dire cavolate?!” e, senza lasciare ad Axel il tempo di rispondere, si avviò verso Kairi, che intanto cercava di non morire per la noia.

“Ti giuro, Kacchan, quella specie di istrice palestrata è proprio insopportabile!” si sfogò con la cugina, sussurrando.

Kairi fece una piccola risatina, poi rispose bisbigliando: “…invece è simpatico. E poi sembra proprio avere un debole per te, non credi?” disse, tanto per stuzzicarlo un po’.

E ovviamente riuscì nel suo intento, perché Roxas, di nuovo rossissimo, agitò le braccia freneticamente e inconsapevole gridò: “COSA? NON E’ VERO! NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO!!”

Solo quando sentì la sua voce esplodere nella cucina il povero ragazzo capì il suo errore, ma ormai era troppo tardi: tutti, ma proprio tutti (compresa l’istrice palestrata) lo stavano fissando con la medesima espressione scioccata.

Roxas piegò le labbra all’ingiù, e quando vide Xaldin MARCIARE verso di lui provò il forte impeto di prendere il coltello sul tavolo accanto a lui e conficcarselo nel petto.

Il cuoco gli si fermò davanti, sotto lo sguardo un po’ confuso e spauritò dei presenti, e inarcò le folte sopracciglia nere.

“Regola numero trentadue: nella mia cucina non.si.URLA!!! Chiaro, sottospecie di elfo? Solo IO, qui, posso gridare! Mi sono spiegato?”

Roxas cercò di sorridere, nonostante provasse l’impellente bisogno di cambiarsi le mutande “emh…ehehe!” rise isterico, per poi sgattaiolare un po’ indietro e rinchiudersi in un religioso silenzio.

Kairi alzò gli occhi al cielo: a forza di frequentare Sora, anche Roxas era diventato un campione delle figure del cavolo.

Dopo un’altra mezz’ora passata a sorbirsi le chiacchiere di Xaldin, Axel gli si avvicinò e gli diede una pacca sulla spallona.

“Ok, vecchio, hanno capito. Da domani potrai strapazzarli per bene. E ora, ragazzi, chi di voi ha fame?”

Si alzò un brusio di voci confuse, e ad Axel sembrò di essere uno di quegli animatori alle feste di bambini.

Sora sopratuttto aveva i lucciconi agli occhi.

“Axel…io ho fameeee…”

“Tranquillo piccolo! Xaldin preparerà subito qualcosa! Vero Xal?”

“Come no, vi va bene il latte coi biscotti?” chiese l’uomo divertito.

Axel lo guardò scettico.

“Non sono bambini di cinque anni che stanno andando a dormire, cretino.”

Xaldin sentì qualcosa tirargli il grembiule, e vide Sora e Demyx che, aggrappati a lui, lo guardavano con dei visi talmente pucciosi da essere inquietanti.

“Io i biscotti li voglio al cioccolato!”

“Xalchan, mi ci metti il miele nel latte? Eh? Eh?”

Roxas si battè una mano sulla fronte.

Uno poteva anche sopportarlo…ma ben DUE Sora erano troppi anche per uno con la sua infinita pazienza.

Perché era andato fin laggiù, perchè?!

**

Il villaggio era veramente enorme, ma Axel e Demyx erano delle guide perfette e, soprattutto, divertenti, così il pomeriggio passò molto rapidamente, nonostante per Roxas fu insopportabile dover ascoltare le battutine acide di quell’istrice per tutto il tempo.

Axel non aveva fatto altro che stuzzicarlo con piccoli insulti o frasi dal doppio senso, per poi guardare nella sua direzione e fargli la linguaccia.

Ma porco cavolo, perché sembrava che tutti i matti fossero intorno a lui?? Cos’era, una specie di legge naturale???

Per fortuna, nessuno si era accorto degli sguardi da killer che si erano scambiati, tutti presi a cercare di memorizzare le posizioni dei vari luoghi eccetera.

Bah, meglio così.

Ci mancava solo che qualcuno (tipo Sora, tanto per fare un esempio) cominciasse a rompergli sul fatto che Axel gli stava prestando attenzione, cosa che, per la cronaca, lo infastidiva a dir poco.

Verso le sette e trenta, Demyx guardò il gruppo di amici, con cui era già entrato in confidenza.

“Bene, sciogliete le righe! Vi ricordo che noi dello staff ceniamo alle nove e mezza, perciò ci vediamo dopo!” disse tutto contento, facendo l’occhiolino.

Sora alzò il pollice convinto: “Ricevuto, Demmy! “

Il sorriso di Demyx si illuminò, e insieme lui e Sora cominciarono a ridere come matti, sotto lo sguardo preoccupato degli altri, che guardavano la scena parecchio scandalizzati.

“Temo proprio…che Sora…abbia trovato un compagno di demenza…” disse Yuna, un sorriso un po’ isterico sul visino abbronzato.

Rikku e Paine annuirono, Kairi portò una mano sul viso per nascondere una smorfia.

“…Sora…sei sicuro di avere sedici anni??” chiese, mentre Naminè sorrideva imbarazzata.

Axel era piuttosto tranquillo, e come se niente fosse prese un Demyx tutto sorridente per la parte posteriore del colletto.

“Ok, Demyx, hai finito di fare il cretino. Ci vediamo dopo, ragazzi.” Esclamò, salutando tranquillo e trascinandosi dietro Demyx, che intanto gesticolava come il personaggio di un cartone animato.

“A dopo, Socchaaaaaan!!!”

“Ciao Demmyyyyy!!!” gridò Sora, sbracciandosi.

Riku, che aveva assistito alla scena, si avvicinò a Sora disgustato.

“Vedi di non farti contagiare dalla stupidità di quel tizio…anche se credo che la tua sia una causa persa in partenza…”

“Nh?” Sora lo guardò per un secondo, poi non appena associò ciò che vedeva al nome di Riku si voltò di scatto, col broncio.

“Sbaglio o io con te non ci parlo?”

“A dire il vero MI STAI parlando. Quanti neuroni hai, in quella zucca?” chiese Riku, che senza pensarci gli diede un pugnetto leggero sul capo.

Si udì un piccolo ma nitido ‘toc’, e Sora con le lacrime agli occhi come un cucciolo si mise le mani poco sopra le orecchie, esagerando come sempre.

“Rikuuuu, quando la smetterai di trattarmi come un bambino??”

“Tu SEI un bambino!”

“Non è vero!”

“Oh, sì che lo è.”

“Bugiardooo!”

“Che bimbo kawaii che sei, Socchan! Ooooooh sei proprio kawaiiiiiiiii”

“Rikuuuu, falla finita!”

“La smettete o avete intenzione di continuare fino a domattina?” li interruppe Kairi secca.

Sora la guardò praticamente in lacrime.

“Kacchaaaan, ha cominciato lui!”

“Eddai, stavo solo scherzando! Quanto sei permaloso!”

“Permaloso? IO??? Sei tu che sei insopportabile!”

Kairi sospirò pesantemente, e Naminè, sorridente come sempre, congiunse le mani delicatamente.

“Sarà un estate molto lunga, temo.” Sussurrò a sé stessa, con un sorriso smaliante.

**

“Ahahahahahahah, oh mio Dio Socchan, ma che razza di pigiama hai?”

“Perché, Ticchan? E’ un semplice pigiama estivo!”

“Sì, ma…oh mio Dio..ahahah…è di un colore…eheheh…un po’ strano, no?”

“Wakka ha ragione, So. E poi, scusa la franchezza, ma il rosa stona con i tupi capelli.”

“Siete tutti cattiviii! E non ti ci mettere anche tu, Rox! Oltretutto, hai fatto un commento super effemminato!”

“Tanto mi date tutti del gay ormai, mi sto calando nel personaggio.”

Wakka e Tidus sbottarono a ridere di nuovo quando Sora si sedette sul letto della loro camera e si tamponò i capelli gocciolanti con un asciugamano colorato e un ‘espressione impagabile sul volto.

“Basta, vi odio! Tutti quanti!!”

Roxas, seduto sul pavimento con una confezione di pokkie tra le gambe e un bastoncino tra i denti, sorrise e gli offrì la scatoletta, che Sora afferrò infuriato.

“Ce l’avete tutti con me!”

“E smettila di fare la vittima! Poi scusa eh Socchan, ma anche tu te le cerchi…voglio dire…ma dài, un pigiama rosa? Che ti aspettavi, che ti facessimo i complimenti e ti chiedessimo quanto lo avevi pagato?” chiese Tidus, buttando una carta sul letto suo e di Wakka e battendo così l’amico alla seconda partita a Seven’s up della serata. (Un famoso gioco di carte giapponese, nda).

Sora gli lanciò un’occhiataccia, masticando lentamente un bastoncino di cioccolato.

Wakka osservò le carte per un istante, poi azò lo sguardo verso Tidus, che aveva l’aria tutta soddisfatta.

“Basta, io ci rinuncio. Non si può giocare a carte con te, è impossibile vincere. Devi dirmi come fai.”

“Tutto talento, caro Wakka. Tutto talento” fece Tidus, irritante, poggiando la testa sul materasso mentre l’amico, borbottando, mischiava le carte per una terza partita.

Roxas si sdraiò completamente sul legno del pavimento e lanciò una rivista a Sora.

“Tòh, fatti due risate.”

Sora guardò il tankobon che Roxas gli aveva lanciato e trasalì.

“No, Rox, sei incorregibile. Questi cosi te li porti pure in vacanza?”

“Lo sai che sono shonen-dipendente.”

“Ma porca miseria, così è troppo!! Almeno ti leggessi roba decente, potrei anche capirti…però senti, Gensomaden Saiyuki è proprio da donna! Poi dicono che sei gay…ti credo, cioè guarda che porcherie ti leggi!”

“Ma sì, continuate pure a darmi del frocio, tanto se non mi ci chiamate almeno una volta al giorno tutti quanti non siete contenti, vero?” rispose Roxas noncurante, prendendo un altro bastoncino dalla scatola accanto a lui.

Riku si affacciò alla porta, con indosso solo un paio di pantaloni lunghi di un verde scuro.

Sora lo studiò per un breve minuto.

Perché non poteva essere anche lui così? Se avesse avuto almeno la metà dei muscoli di Riku, Kairi sicuramente si sarebbe messa con lui, con tanto di occhi a cuoricino e sguardo da fangirl.

E invece no.

Sora, il piccolo, lo stupido Sora, nonostante facesse tremila sport diversi con regolarità, aveva gli stessi muscoli di Pisellino di Braccio di Ferro, anzi no, di Olivia, quella tizia tutta magra e con delle gambe che avevano lo stesso spessore di un foglio visto di profilo.

Era una specie di maledizione, ormai.

Tutti lo paragonavano sempre a Riku, solo perché loro andavano sempre in giro insieme.

Per una volta, avrebbe voluto che qualcuno gli facesse un complimento.

Uno solo.

Chiedeva molto?

Evidentemente sì, visto che in cinque anni di amicizia con Riku ancora nessuno gli aveva concesso questa specie di grazia divina.

Desiderava tanto essere il figo della situazione, almeno una volta.

Ma lui non era il figo della situazione.

Lui non era quello che dormiva a petto nudo, no: lui era quello col pigiama rosa.

Cavolo.

Giurò che avrebbe buttato quella roba la stessa mattina dopo; poco male se, tornato a casa, avrebbe dovuto inventare un racconto su come il suo adorabile pigiamino era andato scomparso nei meandri del bungalow.

Riku si sedette accanto a lui senza espressione, e nel silenzio generale (Wakka e Tidus non fiatavno mai quando giocavano a carte e Roxas…bè, Roxas non era già molto loquace di per sé, figurarsi quando si metteva a leggere quei cavolo di manga) nessuno sembrò fare caso al fatto che il più grande avesse praticamente i pantaloni che lasciavano vedere tutte le mutande.

Tutte.

“Se il cavallo di quei cosi fosse stato un po’ più basso, avresti fatto prima a metterti un tanga, Riku” osservò Sora onesto.

Riku fece una smorfia.

“Carino il pigiamino. Te l’ha prestato Kairi?”

Sora sentì le orecchie infuocarsi, e saltò praticamente sul letto, puntando un dito contro quel..quel..quella specie di…di…

Impiegò qualche secondo per trovare un insulto che, gridato, potesse mostrarsi abbastanza figo, ma per sua grandissima sfiga, prima che potesse dire qualcosa, Riku lo prese per un braccio e lo costrinse ad abbassarsi.

“Oook, la smetto, adesso però vieni che è tardi e i bravi bambini a quest’ora dormono.”

“Io non sono stanco! E non sono un bambino!” si lamentò Sora cercando di liberarsi dalla presa, senza ovviamente riuscirci.

Rieccoli, quei muscoli del cacchio.

Quanto lo odiava.

Riku, senza fare il minimo sforzo, alzandosi prese Sora per la vita e se lo mise sottobraccio con fare annoiato, come se fosse la cosa più normale del mondo.

“Ah! Riku, mettimi giù! Cacchio Riku, un giorno io ti…ti..:”

“Mi ucciderai con la puzza dei tuoi calzini?”

“Sì! Cioè, voglio dire, NO! NO!”

“Sì, ok, come vuoi tu” si arrese il più grande senza mollare la presa e ridendo divertito.

“Io porto il bambino a letto, ragazzi. Domattina sveglia alle sette. Non fate tardi.”

Gli altri tre, in tutta risposta, mormorarono qualcosa senza distogliersi dalle loro attività.

Sora, a pancia in giù e col braccio di Riku sull’ombelico, sporse una mano verso Roxas.

“Roooooxaaaas” cominciò quas piangendo “aiutamiii! Siamo compagni di stanza!”

“Guarda che io dormo sul divano.” Rispose Roxas, annoiato, senza alzare gli occhi dal suo stupidissimo tankobon.

Sora sentì una pietra di tremila chili colpirlo in piena testa.

“Coooosa? Non dormi con me nel letto a castello??”

“In salotto si sta più freschi. Riku, ti prego, mandalo a nanna.” Esclamò Roxas spazientito, girando pagina.

Riku fece un cenno col capo e obbedì, uscendo dalla stanza mentre Sora dava del traditore a Roxas.

Arrivati nella loro camera, Riku mise Sora sul letto a castello, nella parte bassa.

“Io voglio stare in alto!!!” si lamentò Sora, quasi con tono capriccioso.

Riku rise.

“Ma stai zitto, tempo quindici secondi e cadresti giù come uno scemo. No, non se ne parla, tu dormi di sotto.”

Senza accettare altre lamentele, Riku, un po’ come una mamma, sollevò le lenzuola e lasciò che Sora si accucciasse sul letto, dopodichè lo coprì un poco.

Sora lo lasciò fare, perché in effetti era vero, si sentiva un po’ stanco.

Solo un po’ però, eh!

Riku si sedette sul pavimento e rimase a fissarlo.

“Bè, che c’è? Adesso mi lasci in pace?”

Riku sbuffò.

“Scemo, come se non lo sapessi che se ti lascio qui da solo hai paura. Dài, rimango un pochino, tanto ci metti un minuto ad addormentarti.”

Sora aveva le guance un po’ arrossate, con le mani congiunte davanti alle labbra.

Cavolo, quel cuscino era proprio comodo…però non voleva dare soddisfazione a Riku e fargli vedere che era stanco davvero…

Riku poggiò il mento sul materasso e sorrise lievemente, illuminato un poco dalla luce della luna che si intravedeva dalla finestra.

“…dài, tanto lo so che vuoi dormire.”

Uffaaaa, quanto era antipatico…

Mmmh…

Ok, forse poteva chiudere gli occhi…solo un momentino però…solo…un…momentino…

“Mmmmh…”

Riku sorrise di nuovo.

Lo sapeva.

Sora era crollato come un sasso.

Era proprio un bambino.

Rimase a guardarlo dormire per un po’.

Non sapeva quando gli sarebbe ricapitata l’occasione di restare a spiarlo così tranquillamente.

Per la prima volta, pensò a quella frase, così, semplicemente guardandolo.

Ormai erano due anni che si era accorto di provare qualcosa per quella specie di scoiattolino formato gigante, ma non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe sussurrato una cosa del genere.

Eppure vederlo lì, di fronte a lui, con la luce della luna in faccia, le guanciotte un po’ rosse e i capelli scompigliati sparsi sul cuscino, si arrese alla verità.

Lo disse con un bisbiglio.

Sapeva che Sora non poteva sentirlo, non si sarebbe certo svegliato per un brusio così leggero.

Ma lo disse comunque.

Nonostante fosse inutile, sussurrò quella frase con tutta la semplicità che possedeva.

“…Dio, quanto ti amo.”

**

“Buongiorno, cagnolino. Dormito bene nella cuccia?”

Roxas sussultò, facendo cadere la fetta di pane tostato che stava per prendere dal buffet.

Si voltò torvo.

Ci mancava anche questa, di primo mattino.

“Noto con gioia che sei ancora vivo, Axel” disse sarcastico, riacchiappando il pane e avvicinandosi alla macchinetta delle bevande.

Vi mise sotto una tazza con sopra il logo del club e premette il bottone per la cioccolata.

Axel sorrise sadico.

“Simpatico e allegro fin dal primo mattino, non c’è che dire. Sei sempre così tetro?”

“No, oggi mi gira bene.”

“Oh, certo.”

Roxas aspettò la cioccolata, mentre Axel si versava del succo di frutta al pompelmo e lo fissava di sbieco.

Il più piccolo, accorgendosene, gli si rivolse acido.

“Bèh, buona colazione. Spero che ti strozzerai coi cereali” e si avviò rapido verso uno dei tavoli occupato già da Riku, Tidus, Kairi e Rikku.

“Rox, dov’è Socchan?” chiese Rikku quando l’amico si sedette, sorseggiando il suo latte freddo.

Tidus fece spallucce: “Non è riuscito ad alzarsi, l’idiota. Eppure è andato a dormire prestissimo, ieri sera.”

Kairi addentò il suo cornetto, pensierosa.

Doveva ammetterlo, il pensiero che da quel giorno lei e Sora si sarebbero incontrati solo durante le pause la faceva sentire un po’ triste.

Bè, almeno con lei c’era Riku, e poi in spiaggia lavoravano anche Demyx e Axel.

In fondo, sarebbe anche potuto rivelarsi divertente.

Demyx sbucò dal nulla, uno strano cappello di paglia che gli copriva i capelli disordinati..

“BUONGIORNOOOOO!!! Allora ragazzi,dormito bene??” gridò, entusiasta come sempre.

Il ragazzo si sedette sul tavolo accanto al loro, ma mentre Tidus stava per rispondere Axel si era seduto accanto a Demyx, la sedia che sfiorava la schiena di quella di Roxas, che si girò nervoso.

Axel portò alla bocca il suo succo rosso.

“Per carità, Demmy, non glielo chiedere. Dalla faccia di questo cagnolino, si direbbe proprio che abbiano dormito su un letto di spine.”

“Buongiorno, Axelchan.” Disse Kairi tutta sorridente, mentre Roxas alzava un pugno, super tentato di conficcarglielo dritto nel cervello.

“Tu…brutto…”

Axel portò un dito sotto l’occhio e gli fece la linguaccia, con grande divertimento, e si voltò di nuovo per tornare a concentrarsi sul succo di frutta.

Demyx ad un tratto si alzò e iniziò a sbracciare, guardando verso l’ingresso della cupola.

“Akuchan, guarda chi c’è!! Sono Marluchan e Larchan! MARLUCHAAAAAN!! Siamo quiii!”

Tutto il gruppetto (compreso il tavolo di Naminè, Paine e Wakka) si voltò ad osservare i nuovi arrivati.

Erano una coppia di ragazzi, il maschio doveva avere più o meno l’età di Demyx, ma la ragazza sembrava leggermente più piccola.

Roxas rabbrividì vedendo i capelli di entrambi…ok, la femmina aveva un taglio di capelli un po’ strano, quasi da sembrare un cospaly….però poteva anche passare, ma…il maschio aveva la chioma completamente ROSA!

Rosa, come il pigiama di Sora della sera prima!

Mio Dio, e poi dicevano che il gay era lui.

Il suddetto ragazzo sorrise e corse verso Demyx, stringendogli caldamente la mano.

“Demmy, che bello rivederti! Non sei cambiato per niente, sei sempre il solito stupidotto.” Disse, ma amichevolmente.

La ragazza dietro di lui aveva un po’ l’aria imbronciata, ma si avvicinò lo stesso, nonostante sembrasse più interessata ad Axel che a Demyx.

“Ciao Larxene” fece il ragazzo, tranquillo “ti sei fatta più carina dell’estate scorsa.”

“Ci hai ripensato, Axel? Ora ti interesso?”

Axel fece un sorrisino alquanto irritante.

“Sbagliato. Stavo solo facendo una piccola considerazione.”

Larxene rimase impassibile, e Axel si voltò verso il ragazzo.

“Marluxia, ti trovo in forma!” esclamò, vivace.

Marluxia agitò un po’ i capelli, gesto che suscitò in Roxas una cosa simile al disgusto, per poi sfoggiare un sorriso ineguagliabile.

“Grazie, Axel. Anche tu non stai messo tanto male.”

Demyx, che evidentemente si sentiva escluso visto che non era al centro dell’attenzione da ben cinque secondi, voltò Marluxia verso i due tavoli dei ragazzi.

“Marlu, loro sono il gruppetto di Tokyo. Ragazzi, lui è Ataaru Marluxia, gestore della botique del Club.”

Marluxia, nonostante fosse un tipo un po’ eccentrico, sembrava molto cortese, e strizzò un occhio al gruppetto.

“Benvenuti qui al Club, ragazzi. Per qualsiasi cosa, potete trovare me e la mia collega nel negozio. A proposito,” acchiappò la bionda per un braccio, costringendola ad andare davanti a tutti “lei si chiama Larxene. E’ ovvio che anche lei sarà disponibile ventiquatt’ore su ventiquattro, vero Larxychan?”

“Se, continua a sognare” fece Larxene, lasciando di sasso il gruppo di amici.

Kairi guardò l’orologio giallo e arancione che aveva al polso, regalo di compleanno da parte di sua madre.

“Ma proca miseria, Sora ha proprio deciso di non svegliarsi?!”

“Anche Yucchan è rimasta a letto, stamattina. Speriamo che quei due ghiri vengano entro mezz’ora, sennò addio colazione.” Osservò Rikku.

Riku osservò il thè che galleggiava nella sua tazza, il capo poggiato su una mano.

“Quei due stanno fuori come balconi.”

“Io gleilo avevo detto, a Sora, che lavorare non era uno scherzo né un gioco…ma lui mi ha dato retta?! No, figurarsi!!” sbottò Roxas, incrociando le braccia, quasi offeso.

Nessuno se lo filava mai, mai!

Prima o poi avrebbe dovuto tarci un taglio, a questo vizio di regalare consigli a persone che non se li meritavano.

Accidenti a lui e alla sua prematura saggezza!!

Axel appoggiò il mento su una spalla del ragazzo, che trasalì.

“Ti spiace scansarti? Non tutti abbiamo le spalle larghe come un armadio, sai?”

“Era un complimento o cosa?” chiese l’altro, apparentemente senza alcuna intenzione di muoversi.

Roxas cercò di non arrossire, ma ormai era troppo tardi, e la sua unica speranza era che Axel non se ne accorgesse.

“Tsk, figurati se mi metto a fare complimenti a uno come te. Perché ti sei fissato con me? Perché non vai a rovinare la vita di qualcun altro?”

Axel sorrise soddisfatto.

“Perché mi piaci tu. Altre domande?”

Tutti gli altri, che erano rimasti a guardare la scena, trattennero il fiato, così come Roxas, che impiegò un minuto per tradurre la frase del ragazzo.

…ma porca miseria!

Cos’era quel dolore allo stomaco?

E soprattutto…perché quel cavolo di cuore gli batteva così forte???!!!!

**

Definire il primo giorno di lavoro ‘estenuante’ sarebbe stato un complimento.

Fare il cameriere era davvero uno schifo, calcolando che tra le mansioni era anche prevista la pulizia della sala dopo i pasti, il lavaggio dei piatti, il mantenimento dell’ordine nella cucina eccetera.

Sora e gli altri avevano scoperto inoltre, e a malincuore, che Xaldin era solo il capo-chef, e che in cucina c’erano anche altri cuochi, tutti matti come cavalli.

C’erano due tipi che giravano sempre insieme, tali Zexion e Lexaeus, e sia lui che Roxas che Tidus e Wakka giuravano di non averli mai sentiti avere una conversazione.

Poi c’era Luxord, un tipo biondastro che, a quanto pareva, era stato cacciato di casa dalla moglie perché aveva il vizio di giocare d’azzardo, sospetto che si era rivelato fondato quando, ogni sera, dopo cena (che veniva consumata con tutto lo staff all’aperto, dietro la cupola, accanto ad un secondo ingresso alle cucine) lui e Tidus si sfidavano a carte e lui, puntualmente, batteva il più piccolo, che si metteva le mani tra i capelli, tutto ciò ovviamente sotto lo sguardo soddisfatto di Wakka, che dopo tante sconfitte adorava vedere il suo rivale (nonché migliore amico, ma evidentemente questo era un particolare che non sempre ricordava) venire’annientato’.

E poi c’era Xigbar.

Dunque, lui era un discorso a parte.

Sora e gli altri ormai erano quasi abituati alla presenza di Xaldin, che in fondo non si era rivelato poi così teremendo come era sembrato la prima volta che lo avevano incontrato, nonostante fosse comunque molto severo.

Ma c’erano delle volte in cui era gentile, senza contare che era lui ogni sera a preparare la cena per tutti quelli dello staff, motivo che, secondo lui, lo giustificava a bere almeno una bottiglia di birra e ubriacarsi, di conseguenza, come una cucuzza.

Insomma, suo compagno di bevute era Xigbar.

Xigbar era un tipo che incuteva dieci volte più paura di Xaldin, e non perché fosse più brutto (cosa che comunque sicuramente influiva) ma perché era sempre pornto ad insultare, gridare e fare casino.

Insomma, era un po’ sul tipo di Demyx, solo più rozzo e meno infantile e carino.

Nonostante la presenza di questi tipi che sembravano appena usciti dal peggior manga horror della storia, però, e nonostante il lavoro fosse più difficile di quanto si fosse aspettato, Sora si stava divertendo come un matto.

Girare per i tavoli e sorridere ai clienti con Roxas, Tidus e Wakka che litigavano con una vecchia signora o ci provavano con le ragazze era uno spasso terribilmente divertente, e a quanto aveva sentito anche Kairi e le altre e Riku si trovavano molto bene.

Certo, forse era solo l’euforia della seconda settimana, e chissà, magari tra un mesetto si sarebbero stufati, ma l’importante era che in quel momento stavano tutti bene.

A dire il vero, però, Roxas lo preoccupava un po’.

Cioè, gli avevano raccontato che era successo qualcosa con Axel durante la colazione del primo giorno, ma questa cosa ancora nesusno gliel’aveva spiegata bene.

Avrebbe vluto chiedere direttamente a lui, ma perfino uno con la sua ottusità avrebbe capito che non era proprio il caso, se non voleva che Roxas lo mordesse tipo mastino, così si limitò ad aspettare che fosse lui a parlargliene, ben sapendo che sicuramente non sarebbe successo tanto presto.

Sora vide l’amico lasciare mezza okonomyaki nel piatto e alzarsi dalla grande tavola dove tutti stavano chiacchierando e parlando della giornata di lavoro appena conclusa.

Decise di non seguirlo, nonostante ne avesse voglia.

Lo conosceva fin troppo bene, e sapeva che gli avrebbe solo dato fastidio, quindi restò seduto a fissare la sua tazza di ramen, sovrappensiero.

Roxas, nel frattempo, aveva approfittato di tutto quel casino per allontanarsi e sedersi su una panchina un pò distante.

Si strinse nella felpa azzurra, e alzò lo sguardo verso il cielo con l’intenzione di osservare le stelle e, magari, riuscire a capire qualcosa di quella situazione.

Dunque, ricapitolando: Axel era gay.

Ok, un po’ lo aveva immaginato, sarebbe stato inutile mentire a sé stesso, e la mattina del Lunedì passato aveva confermato i suoi dubbi.

La cosa interessante era che sia Kairi che gli altri non erano sembrati minimamente scossi dal fatto che un ragazzo di ventitrè anni cercasse in tutti i modi di attaccare bottone con uno di quindici, che, oltretutto, era anche loro amico.

Bè, certo, chi se ne fregava di Roxas, tanto lui anche era gay, no?!

Già se le immaginava, quella matta di sua cugina, Rikku e Yuna scrivere una fanfiction yaoi a tre mani dove quella specie di istrice lo sodomizzava o uno schifo del genere.

Rabbrividì solo al pensarci.

Però in fondo questo poteva anche sopportarlo…la cosa che lo faceva veramente, ma veramente uscire di testa era l’atteggiamento di quella specie di maniaco.

Ma porca miseria, perché non poteva limitarsi a provarci in modo normale, come tutti?

Che ne so, chiedendogli una sigaretta (per la cronaca, lui non fumava, perciò anche se fosse stato, non avrebbe avuto niente da dargli e lo avrebbe mandato a quel paese, dicendogli che fumare fa male), domandandogli se voleva uscie con lui, robe del genere!

Cioè, non è che lui avrebbe detto di sì…,ma sicuramente sarebe stato meglio un corteggiamento ‘tradizionale’, piuttosto che uno alla Axel, che prevedeva invece tenativi di baciarlo improvvisi, battutine irritanti e sorrisini che gli facevano solo venir voglia di prenderlo a schiaffi.

Oooh, certo, perché Axel era un figo, era un maestro di surf, nessuno, NESSUNO poteva resistere al suo fascino.

Le persone con quella mentalità gli facevano venire voglia di vomitare.

Ma allora perché ogni volta che lo vedeva, ogni volta che quel cretino avvicinava il viso al suo, lui rischiava di svenirgli davanti?

Cercò di giustificare questa specie di attrazione fisica con il fatto che l’adolescenza, la pubertà e tuttte quelle cavolate di cui parlavano sempre gli psicologi dei film causassero in lui una specie di curiosità, come se fosse in uno stato di prova o qualcosa del genere, in cui stava studiando la sua sessualità e cose simili.

Era solo curiosità.

SOLTANTO cuirosità.

Che cazzata, perché continuava a farsi queste menate quando lo sapeva BENISSIMO che la realtà era un’altra??!

Doveva arrendersi, Axel gli piaceva.

Alemno fisicamente.

Non voleva dire che fosse innamorato né altro, semplicemente, fisicamente non lo travav poi così ripugnante.

Cioè, bisognava essere oggettivi, in fondo, e dando un giudizio paraziale sì, finalmente lo ammise, trovava che Axel fosse un bel ragazzo.

Ma restava il fatto che avesse il carattere peggiore del mondo, perciò no, non avrebbe mai ceduto a quell’istrice palestrata, MAI!

Da quel momento cominciava la lotta per tenere lontano Axel, lotta che avrebbe vinto ad ogni costo!

Fiero della sua genialità si voltò verso il tavolo, pensando di tornare a sedersi e finire l’okonomyaki, ma il suo sguardo si posò involontariamente su Naminè, che stava ridendo con Paine e Yuna per una battuta di Marluxia.

...gli era appena venuta l’idea più geniale che il suo cervello potesse elaborare!!

**

Axel rise, vedendo quel cagnolino super kawaii seduto sulla panchina con lo sguardo fisso in avanti e uno strano bagliore degli occhi.

Stava architettando qualcosa, non era difficile capirlo.

E pensò che ci fossero il 95% delle probabilità che la cosa lo riguardasse.

Mostrò un ghignò particolarmente soddisfatto.

…finalmente, la cosa inziava a movimentarsi un po’.

Note dell’autrice:

Penso che se dicessi che sono sei ore consecutive che scrivo mi prendereste matta (cosa che effettivamente sono, mi sa), ma è la pura verità! Perciò non ci fate caso se ci sono errori di battitura, ho controllato ma ho il cervello in pappa e quindi la vista mi si è un po’ appannata!

Allora, anche se in ritardo mostruoso, ho aggiornato, finalmente…che dire? Questo capitolo mi piace proprio, e finalmente la storia sta inziando a prendere un ritmo diverso e ad entrare nel vivo! Ora che abbiamo tutti i personaggi principali, e ora che si è formato questa specie di super gruppo (in cui ci sono anche i miei bellissimi nobody, finalmente *w*) penso che il terreno sia pronto per piantarci fiorellini, cespugli e anche qualche carciofo XD Traduzione: potremo dire che dal prossimo capitolo arriveranno i casini, e non vedo l’ora di iniziare a scriverlo! Ma penso che stasera, invece di mettermi a scrivere, mi riposerò un po’ cazzeggiando su internet, cosa che oggi non ho fatto, visto che ho anche scritto Good Morning (one-shot Akuroku, se volete date un ‘occhiata) sono leggermente distrutta XD ma mi diverto troppo a scrivere questa storia, perciò mentre scrivo non mi rendo conto del tempo che passa, e quando finisco mi sento distrutta, ma soddisfatta!

Bene, ora la mia parte preferita: le risposte ai commenti!! Pronti, viaaaaaaa >___<

Piccola_Stella_Senza_Cielo: sono felicissima che tu e gli altri vi divertiate con la mia storia, mi sento appagata, anche perché io punto moltissimo sul lato comico! Sapere che una cosa che mi fa faticare vi rende felici e vi fa ridere mi rende la ragazza più felice del mondo!! Veramente! E ovviamente sono contenta che ti piaccia l’atteggiamento di Axel…anche io lo adoro, ed è per questo che ho voluto caratterizzarlo in modo particolare ma restando abbastanza fedele all’originale, col suo carattere un po’ strafottente ma, diciamocelo, super sexy *___*! E Riku…eeeeeh, scommetto che dopo questo capitolo la confusione aumenterà…cos’ha in mente? Avrà il coraggio di provarci con Sora, quel povero deficiente per il quale metà dei personaggi hanno una cotta? ---> piccola nota: quest’idea di ‘tutti pazzi per Sora’ no so come mi è venuta, ma ho pensato che sarebbe stato divertente che ci fossero tanti ammiratori per un personaggio stupidotto e poco sveglio come lui, che non capisce mai quando qualcuno ci sta provando e simili… infine, come sempre, ti ringrazio dei complimenti! Adoro scrivere, è la cosa più divertente del mondo, e gaudagnarsi i complimenti per un lavoro divertente mi fa pensare: ‘tu non te li meriti’ XD Ma in fondo, perché dovrei fare la finta modesta? Grazie infinite, un bacione gigante, anche da parte di Riku (ma veramente se proprio dovessi scegliere io lo darei a qualcun altro, il bacio…ndRiku) (silenzio è___é nd me) (Davvero Riku? Ma allora c’è qualcuno che ti piace? E chi è? Eh? Eh? ndSora) (…quanto sei ottuso…nd me+Riku) (eh? Perché??? O___o nd Sora) (Niente, lascia stare…ndRiku+me)

SoraRoxas: tranquilla, l’importante è che mi hai fatto sapere che ne pensi, anche se in ritardo, e che ti sia piaciuto anche questo chappy…eeeh, non so se potrò accontearti per quanto riguarda Riku, sai com’è, a lui Sora piace sul serio…ma tranquilla, tanto qello scemo non lo capisce he ci sta provando, quindi…credo proprio che questo triangolo (pe rora, ma chissà che non diventi un quadrato…muahahahahah) ci metterà parecchio, a sciogliersi…ohohohoho, la storia è ancora moooolto lunga XD! Per quanto riguarda gli altri mebri…bè, ecccoti accontentata! Mi sembra di aver messo tutti, se non sbaglio…mmmh…*corre a fare due cacoli* ah, bè, manca Xemnsa, ma c’è un mtovio se non l’ho messo…eheh…lui ha una parte piccola, e apparirà solo nel penultimo capitolo…perciò dovrete aspettare ancora, per vederlo, I’m sorry! Ma non penso che l’assenza di personaggi sia un problema, in questa ficcy…anzi, mi chiedo come farò a gestirli tutti *___* non è che usciranno fuori dal mio controllo? *si preoccupa* oh bè, cercherò di fare del mio meglio, anche per voi che mi sostenete con tanto affetto! Come al solito, sono felicissima che il chappy vecchio ti sia piaciuto, e spero questo non sia stato da meno! Kissone

PER CONCLUDERE, RINGRAZIO ANCHE VOI CHE LEGGETE SOLTANTO E CHI HA INSERITO LA STORIA TRA I PREFERITI. UN BACIO A TUTTI, AL PROSSIMO CHAPPY ^___^

*MagikaMemy*

   
 
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