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Autore: Alley    20/05/2014    2 recensioni
“Allora è vero quello che dicono del matrimonio.”
“Come?”
“Appunto.”

[Clint/Coulson] [post "Beginning of the end"]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Phil Coulson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Allora è vero quello che dicono del matrimonio.”
 
“Come?”
 
“Appunto.”
 
Phil aggrotta appena la fronte e volta il capo; al suo fianco, Clint è steso su un lato col gomito infossato nel cuscino e la guancia poggiata sul pugno chiuso. 
 
Non pare contento della scarsa attenzione riservatagli.  
 
“Mi aspettavo un po’ più di entusiasmo da parte tua” dice, ma il suo cipiglio tradisce preoccupazione più che risentimento “Non mentre facevamo sesso. Lì eri sufficientemente entusiasta.”
 
Phil non si è illuso nemmeno per un istante di potergli nascondere il mucchio di pensieri che turbinano nella sua mente.

Forse se fosse stato ancora il vecchio Coulson sarebbe stato diverso, ma i colpi subiti negli ultimi mesi hanno sfregiato a tal punto la maschera che era solito indossare da lasciarvi crepe grandi come voragini attraverso cui è fin troppo facile guardare.
 
“Perché hai quella faccia?”
 
Non che Clint abbia mai avuto difficoltà a vederlo – a vederlo davvero -, a valicare il muro d’impassibilità dietro il quale lo stoico occhio buono di Nick Fury era solito barricarsi.

Leggere le persone era sempre stato uno dei suoi più grandi talenti, farsi leggere un rischio che preferiva non correre; tutto questo prima che arrivasse lui, a scombussolare convinzioni ed equilibri che credeva inattaccabili.
 
“Quale faccia?”
 
Quella faccia. Quella che avevi quando diedi accidentalmente fuoco all’ufficio di Fury.”
 
“Ti assicuro che quella era una faccia completamente diversa.”

“La faccia imbestialita la riservasti a me---"
 
“Era il minimo.”
 
"---e con Fury passasti in modalità ‘disperazione repressa’. Proprio come adesso.”
 
Phil distoglie lo sguardo, ingoiando un sospiro. La verità è che il nuovo Phil Coulson non è in grado di tenersi dentro il peso di quello che gli è accaduto e che gli sta accadendo; ha un bisogno feroce di condividerlo, di dar voce a quel senso d’impotenza e d’inadeguatezza che lo schiaccia come un macigno.

Il nuovo Phil Coulson è troppo debole per affrontare tutto da solo e troppo egoista per risparmiare agli altri un’angoscia che dovrebbe essere soltanto sua.
 
Il nuovo Phil Coulson è troppo umano, e non è facile scendervi a patti.
 
“Clint, sono contento di essere qui con te…”
 
“Ma?”
 
Non sopporta il fatto che debba esserci un ‘ma’, che quella non possa essere semplicemente la giornata perfetta che aveva programmato e che meriterebbero di trascorrere. Non sopporta il modo in cui la normalità continua a sfuggirgli dalle dita e a condannarli ad un’esistenza in cui le ombre sono sempre più numerose delle luci.
 
Questa volta, non può nulla per trattenere il sospiro.
 
“Ma è--- complicato.
 
“In che senso?”

“Ieri sono riuscito a contattare alcuni degli agenti che avevo in lista. Ho cominciato da quelli più fidati, per avere subito a disposizione qualcuno su cui poter contare. Ero sicuro che avrebbero accettato.”
 
“Non l’hanno fatto.”
 
Phil annuisce, continuando a guardare dritto di fronte a sé. “Hanno detto che non ci sono le basi per ripartire.”
 
Credeva che lo S.H.I.E.L.D. rappresentasse qualcosa per loro, qualcosa per cui valesse la pena lottare e rimettersi in gioco. L’ha deluso scoprire il contrario, ma quel che più l’ha frustrato è stato rendersi conto della validità delle loro argomentazioni.
 
Dell’agenzia a cui ha dedicato la vita – per cui ha dato la vita - non restano che ceneri, e lo spettro di un passato fatto di illusioni e menzogne; dappertutto piovono accuse e recriminazioni e nessuno è disposto a dare appoggio o peggio ancora fiducia a chi ne ha fatto parte.
 
Non sempre al crollo segue la ripresa. A volte la caduta è definitiva e non resta che voltare pagina. Il nuovo Phil Coulson è troppo testardo – troppo vigliacco - per accettarlo, ma non è così stupido da non riconoscerlo.
 
“Non sono sicuro che ci siano le condizioni per ricostituire lo S.H.I.E.L.D.” È la prima volta che dà voce a quel pensiero, e fa più male di quanto si aspettasse. “Non sono sicuro di potercela fare.”
 
Non vede il braccio di Clint avvicinarsi; sente solo le sue dita stringersi attorno al polso, poi scendere piano lungo il dorso. Gli prende la mano, se la porta alla bocca e schiocca un bacio al centro del palmo.
 
“Sei l’agente migliore che abbia mai conosciuto” le labbra salgono fino a raggiungere l’attaccatura delle dita, stampano un altro bacio a ridosso del metallo luccicante “La persona migliore che abbia mai conosciuto” salgono ancora e accarezzano i polpastrelli, vezzeggiano finanche la punta delle dita “Se c’è qualcuno che può rimettere in piedi lo S.H.I.E.L.D., quello sei tu.”
 
“Sei di parte.”
 
“Cosa te lo fa pensare?”
 
“Quello.”
 
Clint segue la traiettoria del suo sguardo e incontra la striscia d’inchiostro che gli fascia l’anulare.
 
“Ti ho sposato perché lo penso, non lo penso perché ti ho sposato” replica, poi gli chiude delicatamente la mano e appone un bacio sulle nocche “Se ce l’hai fatta con il ragazzo che hai raccattato al circo, puoi farcela con chiunque.”
 
Phil sorride bonariamente al pensiero di quel giorno lontano ormai un’eternità. È bello rivangare quel ricordo, soprattutto adesso che la memoria recente racconta storie che preferirebbe non aver vissuto; è bello avere qualcosa a cui appigliarsi mentre il mondo a cui appartenevi frana e l’impossibilità di ricostruirlo ti assilla.
 
“Non eri così male. Un tantino indisciplinato, ma niente di irreparabile.”
 
Lo sguardo che Clint gli rivolge in risposta è intriso di scetticismo. “Sei di parte.”
 
L’immagine dell’ufficio di Fury avvolto dalle fiamme gli torna in mente, vivida e terribile, assieme all’eco del panico che provò allora – terribile anche quello. E il modo in cui l’unico occhio di Fury lo aveva fissato mentre provava a giustificare il suo allievo – è appena arrivato, sa che non ha una storia facile alle spalle. Per favore, gli dia del tempo. Mi dia del tempo per aiutarlo - era stato ancor più spaventoso.
 
“In effetti sì. Eri impossibile.”
 
“Non mi aspettavo una risposta romantica come la mia, ma sicuramente qualcosa di meglio.”
 
Phil ridacchia, si libera dalla stretta e intreccia le loro dita a mò di scusa. Non che la sua fosse una calunnia infondata; allora era davvero impossibile – lo è tutt’ora, in realtà, ma si tratta di un’impossibilità più…controllabile -, eppure non c’è stato un momento, un solo momento in cui abbia pensato di lasciar perdere, di gettare la spugna e voltargli le spalle. Arrendersi non è mai stata un’opzione contemplata, con Clint.
 
“Mi dispiace. Non volevo che parlassimo di questo.”
 
“E di cosa avremmo dovuto parlare? Del tempo?”
 
Struscia sotto le lenzuola fino a raggiungerlo, lo scavalca con una gamba e gli si stende addosso. Impiega un po’di tempo – un bel po’di tempo - per sistemarsi – come sempre. Certe volte Phil pensa che lo scambi per un materasso – e gli bacia la mascella prima di poggiare la testa nell’incavo della sua spalla.
 
Phil deve ammettere che quelle attenzioni sono un ottimo palliativo.
 
“Rimetterai le cose apposto” sentenzia risoluto, mentre la mano di Phil gli percorre la schiena, ricalcando leggera la linea delle scapole. In momenti come quello la normalità tanto bramata sembra più vicina, e Phil vorrebbe che non fossero soltanto sporadiche parentesi tra un ostacolo e l’altro.
 
“Sono contento che Fury ti abbia nominato suo erede. La sua scrivania mi è sempre sembrata più comoda della tua.”
 
“Scordatelo.”
 
“Hai paura che ci scoprano e lo dicano al direttore? Oh, ma adesso sei tu il direttore, che felice coincide-- Ahi!”

Phil constata con soddisfazione che i suoi pizzicotti non hanno perso smalto. "Era vietato e resterà vietato.”
 
“Anche le relazioni tra colleghi lo erano.”
 
“Appunto. Una sola trasgressione è più che sufficiente.”
 
“Ho sempre pensato che il regolamento andasse svecchiato. Potrei occuparmene personalme-”
 
“No.”
 
“Non vuoi essere un direttore al passo coi tempi?”

“Se con al passo coi tempi intendi che autorizza rapporti sessuali sul posto di lavoro, no. Assolutamente no.”
 
Clint sbuffa contro il suo collo ed emette quello che probabilmente vorrebbe essere un verso di protesta, ma che risuona più come un miagolio indistinto.
 
“Fai pure il retrogrado, se tanto ci tieni” si lamenta, accoccolandosi meglio contro di lui “Sarai comunque un grande direttore.”
 
Phil si aggrappa a quelle parole con tutta la forza di cui è capace. 














Note
Clint con la fede tatuata Head Canon forevah.
 
  
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