Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: Goldenslumber14    20/05/2014    2 recensioni
"-Ma questo è un fottutissimo triangolo, e da entrambi i lati!-
-In che senso?-
-Nel senso dell'eterosessuale e dell'omosessuale!-"
Si sono conosciuti ad Amburgo, erano ancora dei ragazzi e nessuno di loro avrebbe immaginato che, quella città sporca e violenta avrebbe cambiato per sempre la loro vita. Un semplice incontro in uno strip club si rivela essere più significativo di quanto avessero pensato e l'unico ricordo di quell'incredibile storia, è una bambina: Marilyn. Non le hanno mai detto nulla su sua madre, volendo come cancellare ogni ricordo di quel periodo, ma Marilyn vuole sapere, e forse sarà proprio ricordando che John e Paul capiranno che non possono continuare a fingere.
Dal testo (Cap VIII):
"-Paul, non ho più nessuno, se adesso te ne vai anche te- Paul lo zittì. Disse che avrebbe sicuramente trovato un'altra donna e sarebbe stato felice -Si, e poi magari viviamo per sempre felici e contenti? Paul non è come una fiaba, io non sono come te! Hai trovato la donna della tua vita, la mia se n'è andata. So che in passato ho sbagliato, ma non lo rifarei, perché adesso so cosa significhi per me"
•momentaneamente sospesa•
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Capitolo VII:

 

-Scozia- 14:16-

 

I passi di Paul facevano scricchiolare le foglie autunnali del bosco. Guardò le fronde degli alberi illuminate dal sole, facevano strani giochi di luce.
Quella mattina erano andati tutti a fare un pic-nic nel bosco e non aveva saputo resistere alla tentazione di andare ad esplorarlo. Lo faceva stare bene, lo tranquillizzava.

Accarezzò il pelo folto di Martha, che gli stava sempre accanto in quelle passeggiate. Si arrampicò su di un masso, ricoperto tutto di erbino, fino ad arrivare alla cima. Si sedette mentre osservava i movimenti della natura. Il rumore degli alberi, il cinguettio degli uccelli, il vento.

Qualcosa di diverso però attirò l'attenzione di Paul, che aprì gli occhi. Riconosceva sempre un rumore diverso dagli altri quando era in un bosco, perché era in qualche modo più secco e non era in armonia con il resto dell'ambiente -Paul cosa cavolo ci fai lassù?- Paul guardò prima John e poi la pietra dove era seduto -Ah, niente. Osservavo- John scosse la testa. Paul adorava la natura, in tutte le sue forme. Stare lì per lui era come essere a casa.

John si arrampicò per stare insieme all'amico. Paul gli fece spazio, permettendo a John di sedersi. Fu come abbagliato, era davvero bello poter guardare tutto da lì, senza che nessuno ti disturbasse. Capiva perché Paul ci era salito.

Si soffermò anche lui ad ascoltare i rumori della natura. Era rilassante.

-Paul, pensi che ritornerò con Yoko?- Paul sospirò, la cosa non era facile, sapeva quanto complicato fosse il loro rapporto e infatti certe scelte non riusciva a capirle -Ti telefona ancora?- John scosse negativamente la testa. Da quando l'aveva informata che andava in Scozia, non si era fatta più sentire. Come se non volesse che lui fosse lì, con Paul e sua figlia.
L'uomo più giovane alzò la testa verso l'alto -Beh, se tu vuoi è sempre possibile- John abbassò gli occhi, esatto se voleva. La corsa dei suoi pensieri fu interrotta dai passi di Marilyn, che li aveva raggiunti. Li guardò interrogativa, erano proprio buffi seduti sul quel macigno, che osservavano tutto dall'alto -Sembrate usciti dal Signore degli Anelli- commentò mentre faceva cenno loro di scendere.
John diede un'occhiata a Paul, come per chiedergli se veramente volesse scendere. Paul annuì, scivolando per primo da quel masso. Si ritrovò davanti a Marilyn. Quanto era bella, ogni giorno che passava lo notava sempre di più. Il suo viso stava cominciando ad avere dei tratti più adulti. Aveva perso le guance tonde e rosee che aveva da bambina e che tanto si divertiva a tirarle.

Marilyn prese la mano di John e insieme si avviarono dove le altre stavano facendo la borsa. Marilyn alzò lo sguardo verso Paul, le nascondeva qualcosa, lo aveva notato da quando era tornata da Los Angeles. Era sempre nervoso, lei lo capiva anche dai piccoli gesti, come quando batteva il dito impercettibilmente sul tavolo o quando si passava sempre una mano fra i capelli, come se qualcosa non andasse.

-Papà, John mi ha raccontato di quando ha baciato la mamma- Paul puntò lo sguardo sul suo amico, ci era riuscito finalmente, era riuscito a parlarne. John nascose un sospiro, già, si era impegnato proprio in quella cosa. Voleva tutto per Marilyn.

Paul si mise le mani nelle tasche del giubbotto verde foresta -Dopo è successo un casino- disse Paul. John si mise a ridere, lo ricordava bene. I loro assurdi litigi, soltanto per quella ragazza. Dovevano essere matti.

John le accarezzò i capelli castani. La ragazza sorrise alle attenzioni del padre -Immagino che tu voglia sentire la storia vero?- chiese retoricamente John. Era tipo una fiaba, i bambini adorano le fiabe e certe volte chiedono sempre la stessa. Era lo stesso per Marilyn, si stava appassionando e voleva assolutamente sapere come era andata a finire.

Paul decise di fermarsi, non voleva che Linda sentisse i loro racconti, per la verità non le aveva detto quasi nulla sulla madre di Marilyn e ciò aveva fatto arrabbiare Linda. Lei voleva sapere chi fosse effettivamente il padre, ma lui non poteva darle una risposta.

Si sedettero nell'erba formando un piccolo cerchio. John si sistemò gli occhiali -Allora si comincia?-

 

                                                                              ***

 

-1959- Amburgo-

 

-Sei un coglione!-

-Non mi dire che te la sei presa?-

-E certo, io mi sono fidato di te!- la rabbia di Paul era plausibile. John sapeva perfettamente che non avrebbe dovuto farlo, ma trovandosi in quella situazione. Ricordò con piacere quel bacio, desiderato da tanto tempo -Ora non cominciare con il fatto della fiducia- Paul stava per esplodere. Non lo sopportava quando faceva così, gli sembrava di parlare con un idiota, quando John invece era tutt'altro che quello.

Chiuse gli occhi e sospirò rumorosamente, doveva calmarsi, non voleva litigare, soprattutto con John. Decise di prendere la cosa con filosofia, c'era un motivo se Jenn si era spinta a tanto, almeno dal racconto di John sembrava che fosse stata lei -Ma rispiegami come è andata la faccenda- Paul si sedette sul letto.
John era scocciato, quante volte avrebbe dovuto raccontargli quell'episodio? Ormai lo aveva imparato a memoria, peggio di una preghiera -Allora, quando siamo venuti qui lei si è addormentata sul mio letto. Io mi stavo cambiando quando lei si è svegliata, mi ha detto di venire accanto a lei, così sono andato. E Paul...mi ha detto perché non si è messa con te- Paul alzò lo sguardo verso John. Aveva omesso quel piccolo particolare. Sentì le mani pizzicargli, se non fosse stato John lo avrebbe preso a colpi “E ti viene in mente adesso razza di idiota!? Me lo chiedo da giorni!” frenò la lingua, volendo comportarsi civilmente. Fece cenno a John di continuare -Beh, ha detto che- John prese aria nei polmoni, era veramente difficile dirlo -Ha detto che è per me- vide la faccia di Paul sbiancare.

Il ragazzo più giovane si alzò dal letto ed appoggiò le mani al muro -Sono queste le sue esatte parole?- sentì la mano di John che si appoggiava delicata sulla sua spalla. La sentì muoversi per un tratto della schiena, come una carezza -Paul, mi dispiace, giuro che non volevo- Paul si girò guardandolo. Era incredibile, certe volte non sembrava il John sonoilpiùfigodiquestaterra Lennon, in quel momento era diverso, pensava sul serio ciò che diceva -Ma no, è solo che...- John gli prese le spalle guardandolo con dolcezza. Paul sorrise a quello sguardo -È una situazione strana Paul, ci piace la stessa ragazza...però io ho Cynthia-

-E cosa centra, io fino a pochi giorni fa stavo con Dot- John ridacchiò, erano stati una bella coppia, ma negli ultimi tempi erano diventati troppo appiccicati e più nessuno li sopportava. Ad Amburgo Paul si era accorto che per colpa di lei stava perdendo i suoi amici, e l'aveva lasciata.

-Adesso non pensiamo a Cynthia ok? Ciò che accadrà qui, molto probabilmente rimarrà qui John. Sarà solo un bel ricordo- Paul aveva ragione, Amburgo sarebbe passato e con la città tutte le persone che vi avevano conosciuto.

John si sdraiò sul suo letto, pensando ad una soluzione a tutto quel casino. Paul invece preferì sedersi a terra, guardando John dal basso. Il suo sguardo si posò sugli occhi di John, erano belli, avevano qualcosa di misterioso e profondo, come del resto era lui. Vide appunto quegli occhi illuminarsi, poi dilatarsi. Le sopracciglia si alzarono e quando vide che stava guardando verso di lui, Paul si spaventò -Paul, ho avuto uno dei miei lampi di genio- a John venivano sempre nel momento del bisogno, spesso e volentieri erano delle soluzioni strambe, ma che risultavano ottime per la situazione.
 -Dimmi tutto- Paul si avvicinò a lui, volevano entrambi uscire da quel casino, senza però far soffrire nessuno -Allora, ciò che vogliamo noi è che qualcuno si metta con Jenn. L'unico problema è che siamo incastrati in un fottutissimo triangolo, quindi la soluzione sarebbe finirla con lei- John vide che lo sguardo di Paul si stava spegnendo, come pensava -Ma, la mia mente geniale ha posto rimedio anche a questo, nessuno di noi si metterà nel vero senso della parola con Jenn, ma potremo amarla entrambi- Paul non aveva capito, non gli sembrava possibile quella cosa. Aveva battuto tutte le altre cavolate che aveva detto fino a quel giorno -Penso di non aver capito- John sospirò -Quanto sei scemo, in poche parole potremmo fare un trio di amanti!- disse John alzando il pugno trionfante.

Paul alzò le sopracciglia -John, tu mi devi cinque sterline-

 -Ma perché!? Cosa centra adesso!?- Paul aprì la mano, guardandolo deciso -John, dammi i soldi- lui sbuffò e si frugò nelle tasche “Come fa a sapere che ho esattamente quella somma?” tirò fuori i soldi e li diede contro voglia all'amico -Tieni stronzo- Paul si fece scappare un sorrisetto soddisfatto.

John lo spintonò con un piede -Adesso mi spieghi cosa centravano i soldi, ho perso a qualche scommessa?- Paul scosse la testa massaggiandosi la guancia. Incrociò le braccia arrabbiato -Perchè hai detto una cazzata- John rimase allibito. Gli era sembrata la soluzione più logica, lo sapeva che era strana ma non pensava che Paul l'avesse presa in quella maniera -Hai offeso i miei sentimenti- voltò la testa fingendosi addolorato.
Paul rise e raggiunse John sul letto -Non intendevo la soluzione, ma sul “trio di amanti”-

-Perchè, non ti piace?- John si asciugò una lacrima invisibile guardando il bassista. Paul appoggiò la testa sulla spalla di John, che lo guardò confuso -Ma no tesoro, è solo che visto che l'hai detto te, era parecchio strano- disse Paul in falsetto. Scoppiarono entrambi a ridere. Dovevano dire a Jenn della loro “scelta” “Ci prenderà per matti io lo so” si disse Paul mentre uscivano dalla stanza per andare a cercarla.
Si trovarono ben presto in mezzo alla folla. John guardò Paul facendogli cenno di seguirlo. Ricevettero parecchi insulti, visto che spintonavano la gente per arrivare velocemente all'Anglikanische Kirche.
Entrarono dentro cercandola con lo sguardo. C'era molta gente quel giorno, era sabato dopo tutto. Andarono a vedere se era al bancone, che magari parlava con una sua amica, ma niente. Paul era agitato, già non era convinto che quella cosa avrebbe funzionato, in più lì c'era un sacco di gente e lui non sopportava la confusione -Ah, cazzo,ma dove è andata!?- sentì John che gli dava dei colpetti alla spalla -Che cazzo c'è adesso!?- John indicò il palco con un cenno della testa.
Paul sgranò gli occhi. Jenn era lì, sul palco, che faceva il suo lavoro. Si ritrovò a fissare le sue gambe, avvolte da delle calze a rete che lasciavano ben poco all'immaginazione. Lo stesso valeva per tutto il completo, che pian piano sarebbe sparito.
Si riscosse quando vide che lei li stava guardando. Era imbarazzata e gli fece cenno di andarsene, Paul prese per un braccio John, ma lui era irremovibile. Incrociò le braccia, sfoderando un mezzo sorrisetto -Cosa fai?- chiese Paul, non era il momento per fare i pervertiti -Mi godo lo spettacolo- ammiccò a Jenn, che però alzò gli occhi al cielo e continuò a lavorare.
Paul avrebbe voluto avere la forza di girarsi e andarsene, ma era come incollato lì e si dovette subire John, che non la smetteva di fare commenti sconci su di lei -Ma non te l'eri portata a letto?- John lo guardo, poi si mise a ridere -No, era solo una bugia per farti andare in tilt, tutto qui- Paul era furioso.

Quando tutto fu finito, andarono nei camerini, dove di sicuro avrebbero trovato Jenn. Infatti era lì che li aspettava, arrabbiata, ma li aspettava. Ancora con il completino camminò con passo deciso verso i due e senza farli parlare diede uno schiaffo a John. Lui si massaggiò la guancia, dove si era disegnato il segno della mano di lei -Perché?-

 -Perché sei un'idiota ecco perché!- lui si mise le mani in tasca e abbassò lo sguardo. Paul le appoggiò una mano sulla spalla, che era del tutto scoperta -Jenn, abbiamo ripensato a ciò che è successo in queste settimane- lei puntò lo sguardo nuovamente su John -Gliel'hai detto?- lui alzò le mani come per difendersi -Si, è mio amico dopo tutto- lei sbuffò, ma fece cenno a Paul di continuare -E beh, visto che piaci a tutti e due e...tu non ti sai decidere, abbiamo pensato che...finché restavamo ad Amburgo, potevamo fare tipo una coppia a tre- Jenn sgranò gli occhi. Girò i tacchi e se ne andò verso il gruppo di ragazze, che si stavano struccando.
John e Paul la inseguirono, chiedendole di fermarsi. Le altre ragazze intonarono un “huu” quando videro che la stavano inseguendo.
La ragazza decise finalmente di fermarsi, quando si girò era ancora più furente in viso. Li guardò entrambi, non capivano proprio cosa volesse dire per lei quella cosa -Mi avete preso per una puttana?- domandò. Loro scossero la testa all'unisono.

Lei sospirò, era incredibile, era accaduto tutto così velocemente. Però una soluzione andava trovata, magari avrebbe smesso di frequentarli, anche se voleva bene ad entrambi.
Si guardò intorno, le sue colleghe li stavano guardando, così decise di portarli fuori da quel posto. Prese il cappotto ed uscì dalla porta sul retro. Nel vicolo non c'era nessuno e avrebbero parlato indisturbati -John, so che hai avuto tu quest'idea- lui ridacchiò passandosi una mano fra i capelli -Ma allora cosa dici?- Paul ormai non ce la faceva più, aveva subito di tutto in quei giorni, dal non essere ricambiato al dover condividere il suo amore con qualcun altro. Era strano per lui, ma poteva abituarcisi -Non lo so Paul, è difficile. Ormai avete capito che mi piacete entrambi, ma non vorrei che mi prendeste per una facile- nei suoi occhi John vide la paura, la paura che potesse riaccadere tutto.
Se avesse sbagliato anche quella volta sicuramente non si sarebbe più ripresa -Ragazzi sapete entrambi qual'è la mia condizione, adesso sto bene, ma se questa cosa dovesse procurarmi del dolore...non so se ce la farei- Paul la circondò in un abbracciò. Lei lo strinse a se, era bello sentire il calore, che nuovamente ritornava in lei -Non ti devi preoccupare, è finché siamo ad Amburgo- John si avvicinò ai due, ovviamente imbarazzato da quella situazione -Appunto, intendo dire che se qualcuno ti chiedesse se sei single tu potresti dire benissimo di no, oppure se vuoi levartelo dalle scatole si, capito? È strano da spiegare, ma non stiamo tecnicamente insieme, solo... amanti ecco-

 -John- Paul lo guardò male, non gli piaceva come usava quella parola, faceva sembrare la cosa molto più illegale di quel che era -Va bene sto zitto- Jenn si staccò da Paul. Ci pensò su un attimo, beh poteva provare, in fondo cosa c'era di male -Ok, ma dobbiamo darci delle regole- servivano proprio in quel caso, o la cosa sarebbe diventata subito caotica.
 -Quando siamo tutti insieme, non dobbiamo baciarci o queste cose qui- i due ragazzi storsero la testa -Intendo dire che non è che mi dovete saltare addosso, solo magari prendere la mano ogni tanto, gli abbracci o baci sulla guancia...piccole cose insomma- John parve insoddisfatto.

Quella cosa sembrava farsi sempre più interessante. Non si sarebbero create nemmeno delle gelosie perché, nessuno avrebbe fatto nulla davanti all'altro. Era perfetto.
Paul sorrise, ci sarebbe stato sicuramente da ridere, ma non pensava che l'avrebbe detto anche agli altri Beatles. Soprattutto a Stuart, era con lui che di solito John condivideva tutto, ma in quel periodo visto che Stu stava con Astrid, John si era molto avvicinato a lui, e di questo Paul ne era felice.
-Allora siamo d'accordo?- chiese John. Gli altri due annuirono -Però se la cosa degenera io mi tiro fuori- avvertì Jenn. Sembrava sensato.
John alzò il pugno in aria gridando -Al trio di amanti!- gli altri due gli urlarono contro scocciati. Lui rise, si, sarebbero stati un bel gruppetto loro tre. Perchè in quel caso non si parlava solo di amore, c'era anche l'amicizia di mezzo, che semplificava le cose.

Paul propose di andare a festeggiare al Kaiserkeller, il nuovo locale dove suonavano. L'Indra era stato chiuso per il troppo rumore, così Koschmider li aveva spostati lì. Non era tanto diverso dall'Indra, solo un poco più grande, ma era questione di un paio di metri.
Dentro si respirava la solita aria pesante, tipica dei posti sempre chiusi. Quando entrarono un altro gruppo era sul palco, così se ne approfittarono per una birra -Al trio!- proclamò John alzando la bottiglia. Brindarono allegramente, era una nuova sfida, sicuramente una cosa da raccontare alla futura prole.
Li raggiunsero Stuart e Astrid. Jenn sorrise ad entrambi mentre John li presentava -Jenn, questi due sono Stuart e Astrid- quest'ultima storse il naso. Jenn notò che il suo sguardo si era fatto perfido e il suo sorrisetto diabolico faceva trasparire le sue emozioni -Ma a te ti conosco, è quasi impossibile non conoscerti- Jenn fece finta di non aver capito a cosa si riferisse, non avrebbe potuto incolparla per cose che aveva solo pensato.
Infatti John guardò le due ragazze -Sai, i ragazzi parlano molto di come tu sia brava nel farli eccitare- Jenn incrociò le braccia sul petto increspando le labbra. Se quella era una guerra, non le spettava che accettarla -Ah, e tu devi essere la fotografa, non pensare che non si parli di te dalle mie parti. Sono molto famose le tue foto di gente nuda-
Stuart avendo capito dove voleva arrivare Jenn, volle proteggere la sua ragazza -Il nudo è arte- Jenn si finse stupita -Allora se il suo nudo è arte, anche il sesso lo è- Astrid fece un passo in avanti arrivando ad un centimetro dalla faccia di Jenn, che restava impassibile, anzi se la rideva delle reazioni della ragazza -Mi stai dando della troia per caso!?- Jenn scosse la testa -No, perché non torna un dettaglio, noi ci facciamo pagare- i ragazzi guardavano la scena esterrefatti.
Sapevano che la regola numero uno era non immischiarsi tra i litigi delle ragazze, poteva andare a finire veramente male.
Jenn se ne andò dal Kaiserlkeller, ma si fermò sulla porta -Ah, Stuart se lei non ti soddisfa, conta pure su di me- gli fece l'occhiolino guardandolo sensualmente.
Mentre John se la rideva, Paul andò dietro a lei. Quando Jenn si sentì chiamare da una voce amica, si fermò. Paul le prese la mano guardandola -Ma...- lei non lo fece parlare -Ha iniziato la puttana!- Paul sorrise -Stavo per dire che hai fatto bene- lei lo abbracciò. Finalmente qualcuno dalla sua parte.
Paul le circondò le spalle con un braccio -Io non sopporto Stuart, ma non capisco perché Astrid abbia reagito in quel modo- Jenn sospirò. Era sempre degradante sentirsi chiamare troia, soprattutto quando era vero -So che gente frequenta, tutti artisti che sognano di diventare famosi. Ah, quelli non sanno qual'è la vita vera- abbassò lo sguardo.
Era da molto tempo che non aveva sogni, aveva smesso di sognare molto tempo fa e in quel momento voleva solo vivere senza la tristezza -Forse hai ragione, ma ci siamo anche noi tra quelli- Jenn lo guardò ironica -E chi l'ha mai detto che non siete dei completi idioti?- Paul si mise a ridere. La convinse a rientrare, sapendo che Stuart era sicuramente andato via e con lui anche la vipera. Infatti dentro c'era solo John, che insieme agli altri del gruppo se la ridevano.
John aveva raccontato anche a loro del litigio tra Jenn e Astrid, e non la smettevano di ridere -Comunque sei stata grande- le disse George mettendole una mano sulla spalla. Jenn gli sorrise grata, nonostante tutte quelle persone odiose, ce ne erano alcune che ti facevano tornare il sorriso.
  -Beh, se l'è meritato, non si insulta una Allen-

 -Ben detto- disse John alzando la bottiglia.
Rimasero a festeggiare per tutta la notte, fino a che i ragazzi non furono troppo ubriachi anche solo per tenersi in piedi.

Jenn andò da John e Paul, accasciati scompostamente su delle sedie, che ridevano senza un vero motivo -Ragazzi io vado- John alzò la mano a mo' di saluto. Lei invece li baciò sulla guancia salutandoli.
Quando uscì la strada si era svuotata e rimanevano poche persone, si strinse nel suo cappotto beige camminando velocemente. Non era sicuro rimanere in una strada vuota durante la notte, soprattutto nel quartiere a luci rosse. Arrivò al suo locale, dove un omaccione stava chiudendo la porta di legno massiccio.
Jenn si fermò ad osservare l'edificio, era strano per uno strip club, aveva un qualcosa di maestoso e antico. Forse era per le belle scalinate o per il portone imponente. Anne le aveva raccontato perché si chiamava così. Un tempo era stato una specie di chiesa dove si riunivano gli anglicani, ma poi era era stato chiuso e cose varie, per questo si chiamava Anglikanische Kirche. Chiesa Anglicana.
Rise sotto i baffi a pensare che appunto quel luogo le aveva cambiato la vita. Era riuscita a sconfiggere la tristezza ed era cambiata, diventando più forte.

Riprese il cammino. A volte avrebbe voluto rivedere Sophie, la ragazza che le aveva salvato la vita, ma lei era riuscita a trovarsi una sistemazione migliore ed era riuscita ad andarsene. Sophie ovviamente non voleva lasciarla lì ed era stata proprio Jenn a insistere purché se ne andasse. E così era rimasta da sola, aveva dovuto prendere la vita tra le sue mani e decidere cosa farne.

Arrivò davanti al condominio, dove tutte le ragazze stavano già dormendo o, molto più probabile, chiaccherando sottovoce.
Prese le chiavi dalla tasca destra del giacchetto ed aprì la porta. Aspirò l'aria fredda dell'ingresso, interamente in pietra nera e bianca. Si trascinò pesantemente sulle scale, era stanca anche lei. Quando fu arrivata al terzo piano, si fiondò in camera sua buttandosi sul letto. Non riuscì nemmeno a salutare le altre, che si addormentò.
Era stata una delle giornate più strane della sua vita, ma era anche l'inizio di una nuova vita.


Angolo Autrice:
Well well well...finalmente sono tornata! Beh, in questi giorni sono stata occupata in gita e non ho potuto pubblicare, ma adesso eccomi qui con un nuovo capitolo!
Beh, come nell'avvertenza il triangolo si è formato. So che è una cosa abbastanza inverosimile, ma nelle fan fiction si può tutto no? E quindi ne ho approfittato.
Ringrazio Chiara_LennonGirl06 e Missrocker per aver recensito, grazie davvero ^^

With Love
Goldenslumber14
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Goldenslumber14