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Autore: Silver Shadow    20/05/2014    0 recensioni
Okay questa è la mia seconda fanfiction e io sono tipo "aiuto" (?) La scrivo per tutti gli appassionati di Percy Jackson che è un pezzo della mia vita. E' ambientata fra La maledizione del titano e La battaglia del labirinto, ed è incentrato sul dolore dei ragazzi dopo ciò che è successo in quella vecchia discarica degli dei. In quanto a Percabeth non attiene del tutto alla storia del libro ma a me piaceva così; spero piaccia anche a voi. Chu! >
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Percy Jackson, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo una rapida doccia, una sostanziosa cena in infermeria in compagnia di Annabeth e Talia e un sonno di 10 ore mi sentii assolutamente meglio.
- Fai veramente schifo – mi canzonò Annabeth il mattino dopo, guardandomi ingozzare la colazione con disgusto.
- Sono un uomo! Ho bisogno di più proteine! – protestai ingollando un cornetto.
 - Scusa hai anche intenzione di pranzare? – mi domandò inorridita.
- Naturalmente! Ho anche bisogno di carboidrati! – esclamai, raggiante.
- Non vorrei essere ripetitiva, ma fai schifo – ripeté lei, strappandomi un sorriso (che non credo fosse venuto molto bene visto la quantità di cibo che avevo in bocca).
- Mi sento un po’ il colpa – mi disse, all’improvviso. La guardai senza capire, pensando stesse ancora scherzando su quanto mangiavo, ma il suo sguardo era serio, anzi, triste, e puntato verso il basso. I suoi capelli biondi ricadevano davanti al viso catturando i raggi del sole che filtravano dalle finestre.
- Cioè, per Talia. È l’amica femmina più vicina che ho.. oltre che l’unica – specificò – e non le ho detto niente di noi due ieri sera nonostante ne avessi avuto tutto il tempo. Anche se glielo dicessi oggi, si arrabbierebbe perché avrei potuto farlo prima. Non vorrei pensasse che non mi fido di lei… - sospirò, scuotendo leggermente la testa.
Posai la mia tazza di latte e mi voltai verso di lei, serio.
- Glielo diciamo insieme. Oggi. – esordii, suscitando in lei sorpresa. Mi guardò con i suoi grandi occhi grigi spalancati come se non potesse credere che avrei voluto far sapere a qualcuno di quello che era successo fra me e lei.
- Tu vuoi.. Vuoi davvero.. – balbettò, incapace di mettere insieme una frase, e io sorrisi perché era la prima volta che le succedeva una cosa simile.
- Certo. Anche perché così gli altri sapranno che non dovranno provarci con te, no? Anche se probabilmente deluderò le mie fan.. – sospirai in maniera teatrale, e riuscii a farla ridere. Quel suono mi scaldava il cuore.
Annabeth aprì la bocca per rispondere ma non seppi cosa voleva dirmi perché Talia (credo che lo faccia apposta) entrò nella stanza in quel preciso istante, un sorriso raggiante a incoronarle il volto e i capelli tirati all’indietro che mettevano in risalto i suoi occhi blu.
- Buongiorno malati. Porto buone nuove! – esclamò attraversando la stanza a grandi passi, brandendo un paio di fogli in mano. No, non fogli. Lettere. Lettere?
- Leggete questi e vedete di guarire in fretta, non  potete assolutamente mancare!  - quasi urlò dall’eccitazione, sedendosi sul letto di Annabeth che stava già strappando la lettera.
- Gentili mezzosangue/satiri/creature non citate stabilite al Campo Mezzosangue – cominciò Annabeth – siamo felici di informarvi di un evento inedito che vedrà quest’anno solo la sua prima edizione, nella speranza che l’iniziativa venga portata avanti nell’anno. Il giorno 20 di questo mese si terrà nella zona della mensa (appositamente allestita per l’evento) un grandioso banchetto seguito da un ballo, cui signore e signori potranno avere accesso solo se abbigliati adeguatamente e accompagnati da un partner. Vi esortiamo a partecipare numerosi all’iniziativa. Con sincero orgoglio, Amministrazione del Campo Mezzo sangue. – Quando terminò di leggere la sua fronte era aggrottata e io ero effettivamente molto confuso, ma Talia era raggiante.
- Non è fantastico? Un ballo per soli semidei! Una possibilità di svago tra tanta fatica e innumerevoli allenamenti! – disse con voce acuta e sognante.
- Ehm.. Che significa “abbigliati adeguatamente”? – domandai, ancora incerto su come prendere la notizia.
Talia alzò gli occhi al cielo, improvvisamente disperata.
- Significa in maniera elegante, testone. – mi canzonò accigliata, facendo ridere Annabeth.
- Percy con lo smoking! – stentò, ridendo fino a tossire e trascinando Talia con sé.
- Non voglio sembrare un pinguino! – protestai, gonfiando le guance e stringendo i pugni, anche se non potevo essere preso sul serio con quella faccia.
- Okay, okay.. Ma nessuno di noi ha un vestito elegante, come si fa? – intervenne Annabeth dopo il suo accesso di risatine che le aveva fatto arrossare le guance.
- Quel problema è già stato risolto – ci rivelò Talia sorridendo – Percy, Tyson tornerà per l’occasione e ti porterà il tuo abito.. Per quanto riguarda te Annabeth, il tuo è già nella mia stanza! -
L’organizzazione di Talia era quasi spaventosa, ma all’improvviso l’idea mi travolse e mi entusiasmò.
- Perfetto! Il 20 io e Annabeth ci saremo! – esclamai sorridente, contagiato da Talia.
- Ehm.. C’è un unico problema.. – sussurrò Talia grattandosi la nuca. – Oggi è il 20.
Sgranai gli occhi. Avevo ancora cerotti e fasciature dappertutto e non ero sicuro di reggermi in piedi per un’intera serata.. Per non parlare di Annabeth che era coperta di lividi e aveva ancora le labbra gonfie e visibilmente graffiate.
- Io non vengo al ballo in questo stato! – strillò Annabeth con quella voce acuta che le veniva solo quando era nervosa.
- Oh, figuriamoci. Ci penso io a sistemarti, voi pensate a riposare e prendere un po’ di nettare per riprendervi! Non accetto repliche. – Talia sfoggiò il suo tono anti-repliche, poi si rivolse ad Annabeth - Ti vengo a prendere verso le 6 di oggi pomeriggio – per poi spostare lo sguardo su di me – alle 8 in mensa. Puntuale! – scandì ogni sillaba come se volesse imprimerla a fuoco nella mia mente.
- Sissignore – dissi automaticamente.
- Ehm.. Talia.. – stavolta fu Annabeth a parlare. Il suo tono era incerto e la sua voce era scesa di diverse ottave, quasi un sussurro. Il colorito delle gote era ancora più acceso e lo sguardo vagava ovunque tranne che sul viso della figlia di Zeus.
- Io e Percy.. – e qui mi rivolse uno sguardo intimorito – dovremmo.. dovremmo dirti una cosa. -
All’inizio mi sentii di nuovo confuso come i minuti successivi alla lettura della lettera d’invito, ma poi ricordai, e l’espressione di Talia si fece cauta all’improvviso, come se non sapesse se insospettirsi o essere comprensiva. Probabilmente scorse del rossore anche sul mio viso, perché si accigliò.
- Che avete combinato? – ci chiese con tono grave, come se avesse deciso che dovevamo dirle qualcosa che l’avrebbe fatta arrabbiare.
Mi avvicinai tremante ad Annabeth e le presi la mano, intrecciando le dita alle sue per infonderle conforto e sicurezza. L’espressione guardinga di Talia vacillò per qualche secondo, per poi spegnersi definitivamente e lasciare spazio a un sorriso largo da un orecchio all’altro.
- Incredibile! Percy Jackson, tre volte eroe e protagonista di un’antichissima profezia riesce finalmente a baciare una ragazza. Dovrebbero renderlo pubblico! – sollevò le braccia al cielo nel pronunciare le parole e nonostante l’impulso di risponderle per le rime mi limitai ad esserle silenziosamente grato per averci evitato l’imbarazzo di dirle tutto.
- E’ quello che dico anche io! – esclamò Annabeth guardandomi euforica per poi rivolgersi all’amica – Percy Jackson sconfigge l’ennesimo nemico: il primo bacio! -
Talia scoppiò a ridere, assencondandola.
- Percy Jackson e Le labbra maledette – inveì ancora.
- Percy Jackson 2: L’impresa del ballo – disse a stento Annabeth, voltandosi dall’altro lato per non farmi notare che stava ridendo.
Talia ormai era piegata in due dalle risate (nemmeno si preoccupava di nascondersi) ma riuscì a continuare a infierire.
- Percy il Pinguino -
Beh ne avevo abbastanza.
- La volete smettere? – urlai, lanciando un cuscino in testa a entrambe per zittirle. Annabeth mi lanciò un’occhiata di traverso nemmeno troppo convincente, ma lo sguardo di Talia mi fece immediatamente pentire di ciò che avevo appena fatto
- Oh.. Oh Jackson, sei fottuto. – ruggì e, dopo aver afferrato un altro cuscino, mi colpì in faccia talmente forte da tirarmi la testa indietro.
- Vuoi la guerra, Grace? – proposi in tono di sfida, afferrando il cuscino di un letto vuoto. – E guerra sia.
  
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