⊰ ℬaciami, Potter. ⊱


 

Le sue braccia mi stringono possessivamente, come se avesse paura che il vento mi porti via con un soffio. Il fiato si stringe, i miei polmoni e il mio stomaco sono schiacciati contro il suo corpo. Mi rendo conto solo ora di quanto la mezza Hogwarts femminile avesse ragione sul fisico di Potter.

La situazione è una di quelle scomode, e intendo dire "scomode" nel vero senso della parola: il terreno è duro, la coperta non funge da ammortizzatore e il braccio di Potter, che mi avvolge, ammacca la mia fragile schiena. Ma io sono troppo occupata a respirare il suo respiro sulle mie labbra. Anche se tentassi per un momento di concentrarmi sulla scomodità della posizione o su quanto rimpianga il letto di casa mia, continuerei comunque a fissargliele.
Probabilmente sto aspettando - o più che altro sperando - che mi baci di nuovo. E non c'è neanche bisogno che mi sforzi di dirlo ad alta voce: James si scosta in avanti di quei pochi millimetri che ci separano, rapendo le mie labbra con le sue. Di nuovo.
Quando lo fa, è un bacio lento, dolce e stranamente assurdo. Forse era per questo motivo che lo detestavo così tanto. Avevo paura che mi spezzasse, così ho innalzato la mia super barriera magica da E in tutte le materie, finché non l'ha scalfita talmente tanto da lasciarmi completamente allo sbaraglio.
Ora non riesco più a staccarmi, e mi ritrovo a trattenerlo appoggiandogli una mano al collo. Sempre molto piano. Al che, lui stringe ancora di più la sua presa possessiva, lasciandomi completamente in apnea. Mi sembra quasi di riemergere dalle profondità del Lago Nero quando si stacca.

- Evans, ti amo - mi sussurra a fior di labbra, con un filo di voce.
Io sono ancora così presa a respirare il suo fiato, che ci metto qualche secondo ad assimilare quelle tre parole. "Evans", sì, è il mio cognome. Mi chiamo così. "Ti", tutto tranquillo fino a qui. "Amo" ...
- Cosa? - riesco solo a dire in un bisbiglio altrettanto flebile, come se mi fossi appena alzata dal letto in piena notte. Ho anche gli occhi chiusi, addosso a lui, il che rende molto credibile il fatto che sia assonnata.

Potter tace - ed è un fatto sia strano che raro - e difatti dura fin troppo poco. Prende mezzo respiro, rubandolo a me, e deglutisce in fretta e furia, allontanandosi di un millimetro giusto per potermi guardare negli occhi.
- Non so come mi sia venuto, io non... Mi è uscito di slancio, non posso averlo detto davvero, fai come se non l'avessi sentito o come se non l'avessi detto, decidi tu. Insomma, io non...
Gli appoggio una mano sulle labbra prima che la sua agitazione sfoci in un attacco di panico. - Potresti, per favore, stare zitto?

Ovviamente, lui non può rispondere. O meglio, non c'è nulla che James Potter non possa fare, ma si tratta della mia mano... e a meno che non la abbassi con la sua, sono sicura che non tenterebbe mai di combatterla.
I miei occhi, finalmente aperti e svegli, si intrecciano ai suoi, per non slegarsi più. Godric, quegli occhi marroni... ecco, li odio. Odio il fatto che stiano sulla faccia di James Potter, odio la faccia di James Potter, odio il carattere di James Potter che è perfetto per quella faccia.
Ma, infondo, lo odio davvero?

Lascio che le mie dita scivolino piano dalle sue labbra, come una carezza, e mi riavvicino di nuovo fino a sfiorargliele. - Anch'io ti amo, Potter.
Ecco. L'ho detto. Anzi... ma non lo odiavo? Se non altro, Potter non è più il solo ad essere fregato. Aspetto di respirare il suo respiro, il suo respiro, dico... Lo sono anch'io. Sono fregata.
Potter rimane ad assaporare le mie parole per un momento, in cui mi sembra non soltanto di essere lì completamente sola con lui, ma sola con lui nell'intero universo.
Lo sto ancora guardando negli occhi, quando alza un angolo della bocca in un ghigno accennato. Posso quasi sentire quel sorriso sghembo sulla mia pelle, e il volerlo sentire mi ricorda ancora quanto io sia fregata. E non poco.
- Credevo mi odiassi e detestassi e disprezzassi, Evans - sussurra di nuovo, in cerca delle mie labbra.
Proprio quando sto per dargliele, mi scanso appena. - È così, infatti. Solo perché ti amo - devo fermarmi un decimo di secondo, per far sì che gli resti bene impresso - non significa che io non ti odi.

Potter trasforma il suo mezzo ghigno in un ghigno completo, spostandosi a respirare sulla pelle della mia guancia. - Non si dicono le bugie, Evans.
- Per questo dico sempre la verità.
Potter percorre la mia guancia fino a tornare alle labbra, dove si sofferma ulteriormente, senza però baciarmi. - Bugiarda.
- Baciami, Potter - gli sussurro a fior di labbra, sorridendo.
So che lo farà, so che mi bacerà. Perché questa vicinanza è così pericolosa, così... viva, da non riuscire a resistere di più. Come se ne avessi bisogno.
- Non dirmi quello che devo fare, Evans - dice l'attimo prima di riprendere possessivamente le mie labbra.
Ed io glielo lascio fare. Perché, infondo... infondo non l'ho mai odiato davvero.