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Autore: Rubylight    21/05/2014    2 recensioni
Fiordalia è una regione nel mondo dei pokemon confinante con Kalos a sud-ovest. Leonardo è un ragazzo che abita in questa regione e, un giorno, passeggiando per il percorso vicino alla sua città, farà un incontro che gli cambierà la vita. Avventura, azione, amore, amicizia... Questo non mancherà nel racconto!
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Pokemon Dreams

 

L'ospedale di Legamoderno era un grande grattacielo che spiccava su tutti gli altri edifici. Il suo interno era gigantesco, tanto da confondere anche dottori che lavoravano lì dentro da anni. Fortunatamente qualcuno se ne accorse e riempì l'ospedale di innumerevoli indicazioni. La situazione migliorò, ma non per tutti. Per Alberto, ad esempio. Si era perso per ore in quei maledetti corridoi. Quando riuscì a raggiungere la stanza che stava cercando, era troppo tardi. “L'orario delle visite è finito!” Alberto stava per svenire quando sentì quelle parole uscire dalla bocca dell'infermiera. Aveva camminato per più di due ore in quelle bianche gallerie ricolme di cartelli con scritto cose del tipo “Sala Operatoria --->” “<--- Ascensori” e via dicendo solo per sentire un'infermiera che gli diceva di andarsene. “Ma credo che anche se così non fosse, non avrebbe molto da vedere...” continuò quella indicando un pannello di vetro da cui si intravedevano due lettini. Sotto le coperte di questi c'erano Angela in quello di sinistra e Leo in quello di destra. “Sono ambedue in coma... Non si preoccupi però: non sono in pericolo di vita.” Alberto si limitò ad annuire dispiaciuto (per il fatto che erano in coma, non perché non erano in pericolo di vita) e chiese dei loro pokemon. “Si sono già ripresi, ma per sicurezza li teniamo sotto regolari controlli.” Pensava pure al suo Accelgor. Non aveva subito gravi danni, solo un idropompa molto potente... Niente in confronto ai tagli dei pokemon di Leo e Angela. Con qualche ricerca, Alberto aveva scoperto qualcosa in più sui pokemon che usavano le corna come spade il giorno prima. Si chiamavano Terrakion e Keldeo. Erano potenti pokemon che, assieme ad altri due, formavano un gruppo di leggendari della regione di Unima. Cosa ci facessero nelle mani di quei criminali, però, non se lo sapeva spiegare. “Ehm... forse è meglio che adesso lei vada...” Alberto si stava trattenendo troppo suscitando l'attenzione irritata dell'infermiera. “Uhm... sì, certo...” Fece per andarsene, ma poi si fermò voltandosi imbarazzato nuovamente verso l'infermiera spazientita. “Credo di non sapere come arrivare all'uscita...” La donna guardava Alberto sbalordita. Lo accompagnò all'ingresso e quindi lo scacciò senza fare troppi complimenti.

“Capisco il perché molti preferiscano le infermiere del centro pokemon...” borbottava mentre si dirigeva verso casa sua. Abitava proprio in quella città, nel lato vicino a Golfo Tramonta. Era ormai notte fonda e il cielo blu scuro era stellato magnificamente quella notte. Alberto non riusciva però a goderselo. Pensava a Leo ed Angela... Pensava che loro si erano sacrificati ferendosi gravemente, mentre lui era lì, tutto intero. Si sentiva un codardo, uno debole. Ma poi cercò di farsi forza. Infatti era stato lui a portare in salvo Angela. Infatti era stato lui a permettere a Leo di arrivare in cima al monte con Accelgor. Guardava la ball di Karrablast, o meglio, di Escavalier. Non l'aveva ancora restituito a Leo. Era il suo primo pokemon, sicuramente gli era molto affezionato e, di conseguenza, doveva essere preoccupato per il suo allenatore. Lo fece uscire dalla sfera e gli sorrise. “Ciao Escavalier! Sono Alberto ricordi?” il pokemon annuì debolmente. “Ti senti pesante vero? La corazza di Shelmet lo è un pochino, ma presto ti ci abituerai!” Escavalier aveva uno sguardo cupo. Prese a guardare a terra e così rimase per tutto il tragitto. “Ti manca Leo vero?” il pokemon non si mosse. “Adesso rientra nella sfera... Domani ti porterò da lui” ancora niente. Alberto lo rimise dentro la ball ed entrò in casa. Si sentiva in colpa pure per lui. Sarebbe voluto rimanere con il suo allenatore a lottare, ma lui ha voluto prenderlo con sé in cambio di Shelmet. Durante lo scambio il guscio del pokemon lumachina fu affidato a Karrablast, facendolo evolvere nell'Escavalier che era ora. Si era evoluto ma non servì a nulla. Non poteva fare nulla per proteggere il suo allenatore mentre soffriva. E non lo accettava, continuava a dimenarsi nella pokeball cercando di ribellarsi a quel pensiero. Alberto sentiva la sfera del pokemon muoversi nella sua tasca e, ad ogni movimento, veniva divorato dai rimorsi e dalla depressione. La sua casa era molto piccola, giusto quattro stanze: cucina, camera da letto, bagno e salotto, che coincideva con la sala da pranzo. Viveva solo, non aveva genitori. Fu trovato da Auro quando era ancora un neonato. Il capopalestra non gli disse mai dove e come, ma era meglio non saperlo. Lo aveva capito guardando Auro impallidire e cominciare a sudare quando gli poneva la domanda. Si gettò sul letto e si addormentò quasi subito con le lacrime agli occhi. Non aveva nemmeno cenato quel giorno. Ma non aveva fame. Aveva solo voglia di sprofondare in un sonno profondo e di svegliarsi solo quando anche Angela e Leo avrebbero riaperto gli occhi. E se loro non gli avrebbero più riaperti, be'... Anche lui non l'avrebbe più fatto.

Il giorno dopo il sole colpì subito il volto di Alberto, svegliandolo. Era ancora l'alba, più o meno le cinque e mezza. Pigramente si alzò dal letto accorgendosi di aver dormito vestito. Si spogliò e fece una doccia. Sotto l'acqua calda si sentiva rilassato. Sembrava quasi che l'acqua potesse trascinare via con sé i pensieri sgradevoli. Si sentiva massaggiare le spalle dalle gocce pesanti che cadevano sul suo corpo. Chiuse gli occhi e si lasciò abbandonare il corpo. Avrebbe voluto stare così per sempre. Riaprì gli occhi solo quando la sveglia delle sei suonò. Non sapeva nemmeno lui dire se si fosse addormentato in piedi. Sapeva solo che doveva tornare all'ospedale. Si mise velocemente una t-shirt bianca sotto ad una felpa azzurra, un paio di boxer e dei Jeans marroni. Prese lo zaino e via. Quando raggiunse la stanza dove erano ricoverati Angela e Leo (in tempo record dall'ultima volta) l'infermiera dell'altra volta era lì. Come c'era da aspettarsi i suoi amici dormivano ancora. “Ah, ancora tu... I pazienti sono decisamente migliorati, soprattutto il ragazzo. Quindi ora se ne vada” “Ehm, aspetti!” “Cosa vuole?” “Porti questo pokemon dal ragazzo, è suo...” Alberto porse la sfera di Escavalier all'infermiera che, tentennando, decise accontentarlo. “La ringrazio” “...” Avrebbe voluto chiedere anche di Accelgor, ma era già tanto che quell'irritante infermiera gli concedesse di consegnarli Escavalier.

Ora era sul percorso fiorito che era stato il teatro della battaglia di due giorni prima. Era disteso sull'erba fresca di una radura vicino al bosco Brezzazzurra. Chiudeva gli occhi e si rilassava. La brezza che veniva dal bosco era piacevole al contatto con la pelle. I suoi capelli dorati giocavano col vento danzando su e giù. L'odore fresco di muschio ed erba si infilava nelle narici. Non era sgradevole, anzi, sembrava essere piacevole. Il bosco Brezzazzurra era un luogo fantastico. Gli alberi erano principalmente pini, ma non abbastanza da considerare il bosco pineta. Le stradine non erano asfaltate e ai bordi crescevano margherite e denti di leone. Più distanti c'erano cespugli e alberi, non troppo vicini fra di loro. Era impossibile perdersi. Il bosco non era fitto e nemmeno tanto grande. Inoltre vi era una singola via che portava all'affaccio sul mare. Al tramonto c'era uno spettacolo tanto stupefacente da attirare cinquanta turisti al massimo ogni sera. Gli abitanti del bosco erano Minccino, Wingull, Cherubi ma anche molti altri pokemon di ogni tipo che volevano avere una vita spensierata. D'estate anche gli Hoppip arrivavano con la brezza estiva. Vicino al bosco vi era la radura dove riposava Alberto. Più che riposare, però, pensava. Pensava a cosa avrebbe fatto. Cosa avrebbe fatto prima e dopo il “risveglio” di Angela e Leo. E questi pensieri lo portarono inevitabilmente a quelli della sera del giorno prima. Fu come seguire tanti piccoli e teneri Teddiursa fino ad arrivare a trovarsi di fronte ad un feroce e arrabbiato Ursaring. Un Ursaring che colpisce violentemente con gli artigli e le zanne, causando gravi ferite anche ad un robusto Aggron. Ma questa volta il bersaglio era un gracile umano che si ritrovò agonizzante sul terreno. Alberto si ritrovò con le lacrime sulle labbra senza neanche accorgersene. Cercò di riprendersi asciugandosi velocemente gli occhi con un braccio e leccando le lacrime sulle labbra. Erano salate ma nello stesso tempo amare. Amaro non era il sapore che percepì il palato, ma quello che sentiva il cuore. Alberto era impalato e un'altra lacrima gli rigò il volto. Stava per asciugarla velocemente con la mano, ma una Ralts lo precedette. Aveva dei profondi occhi castani e gli stava sorridendo. Sembrava aver percepito i suoi sentimenti. Alberto contraccambiò il sorriso e la carezzò sul capo. I Ralts erano pokemon molto graziosi e carini con un potere molto particolare: percepire le emozioni. Inoltre i Ralts non si mostrano mai se non di spontanea volontà a persone pure di cuore. Pensandoci Alberto si rallegrò un po' mentre continuava a fissare il pokemon sensazione. Questo, dopo aver contemplato gli occhi smeraldini del ragazzo biondo, cominciò a tirarlo da un dito facendo capire che voleva essere seguito. Alberto, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò nel mezzo del bosco Brezzazzurra correndo goffamente dietro un pokemon. Improvvisamente Ralts si fermò di colpo facendo ruzzolare Alberto nel cespuglio di fronte. Quando riuscì ad aprire gli occhi senza che vi si infilasse un fastidioso rametto, il pokemon sensazione aveva le braccia spalancate leggermente verso l'alto, come a mostrare qualcosa dietro di lui. Per un secondo Alberto era un po' confuso, ma poi uno Zorua spuntò da dietro Ralts. Aveva la stessa allegria del pokemon sensazione e si muoveva qua e là intorno ad Alberto. Faceva tanta confusione da far passare inosservato un Helioptile, sempre molto allegro. Si unì seguito da Ralts a Zorua e cominciarono a canticchiare e a ballare. Al biondo scappò una risata rendendosi conto che quella Ralts e i suoi amici cercavano di consolarlo. Quella Ralts aveva ascoltato i suoi sentimenti e lo ha voluto rallegrare. Non poteva lasciare deluso quel pokemon davvero speciale. Doveva dimostrargli che lei gli aveva migliorato l'umore. Così giocò con loro tutto il pomeriggio. Aveva incontrato tre nuovi amici.

  
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