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Autore: chibinekogirl    21/05/2014    2 recensioni
Ormai erano in guerra.
Harry, la sua famiglia, l’Ordine. Tutti la volevano allontanare da quel luogo pericoloso e mettere in salvo.
Ma loro, loro non capivano.
Quella era la sua vita, il suo mondo!
Non si sarebbe tirata indietro…
Lo Specchio le aveva mostrato chi lei fosse veramente.
E non lo avrebbe deluso.
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Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ginny scavalcò alcuni macigni e si lanciò alla sua sinistra, portando con se Luna e Neville.
I detriti si rovesciarono violenti sulle loro schiene piegate e il ragazzo coprì le teste delle amiche con le proprie braccia, proteggendole.
Un boato rimbombò per l’intero corridoio, frantumando le immense finestre sporche di calce.
Schegge taglienti si sparsero ovunque, come brina mattutina sul freddo e insanguinato pavimento di pietra.
La rossa Grifondoro chiuse gli occhi e si tappò le orecchie con le mani, sconvolta.
Un vento gelido l'avvisò che il possente muro era alla fine esploso, crollato sotto i colpi degli incantesimi dei Mangiamorte.
Ormai erano in guerra.
Hogwarts doveva resistere.
Harry, la sua famiglia, l’Ordine. Tutti la volevano allontanare da quel luogo pericoloso e mettere in salvo.
Ma loro, loro non capivano.
Era li che lei voleva e doveva essere.
Non era una ragazzina sprovveduta e indifesa che si sarebbe lasciata nascondere come una codarda.
Non ci stava.
Quella era la sua vita, il suo mondo!
Non si sarebbe tirata indietro…
Avrebbe lottato fino alla fine.
Avrebbe fatto giustizia per Fred, per i maghi caduti e tutte le vittime di quel massacro.
E se salvare le persone che si amano significava morire… beh! Lo avrebbe accettato con onore.
Meglio vivere combattendo che strisciare in un angolo ad aspettare che uno o l’altro degli eserciti prendesse il sopravvento e sottomettesse il nemico.
Un polverone denso e grigiastro si propagò per l'intero androne, facendo brancolare tutti nell'oscurità.
Figure indistinte tossivano forte, muovendosi davanti al suo campo visivo, come ombre di fantasmi venuti a perseguitarla.
Era il suo momento.
Ginny asciugò, con il dorso della mano, il sangue che macchiava le sue labbra livide, afferrò saldamente la bacchetta e con ferocia scappò dal nascondiglio, inseguendo Amycus Carrow.
Vide Tonks sbucare dal nulla dietro di lei e lanciare uno Schiantesimo verso un Mangiamorte che si accasciò al suolo, inerme.
Si ritrovarono terga contro terga, respirando affannate, senza distogliere lo sguardo sugli avversari. Si cercarono, afferrando ognuna la mano dell’altra, come ad infondersi coraggio e forza.
Li c’erano i loro uomini a combattere.
'' Ginny hai visto Remus?"
'' Era al piano di sopra con due Mangiamorte... ma sono sicura che stia bene Tonks!"
“ Vado a vedere. Ruggisci, Grifona! Fagli vedere cosa può fare una Weasley!”
La donna le sorrise e si precipitò sulle scale quasi inesistenti.
Ginny continuò a rincorrere Amycus tra le aule esplose, scansando di quando in quando luminosi fasci colorati.
"Protego!" urlò.
L’onda d’urto spazzò via entrambi, mandandoli a scontrarsi contro alcune sedie di legno.
Amycus si rialzò e ridendo sguaiatamente si avvicinò alla ragazza, ancora stesa e boccheggiante.
“ Crucio!”
Ginny ebbe la prontezza di rotolare su un fianco, mancando di un soffio il terribile anatema. Si tirò su di scatto e lo Schiantò.
Vide lo stupore dipinto sul volto di Carrow che la indicò incredulo.
Il sottoposto di Voldemort sbarrò gli occhi, rovesciandoli all'indietro e un tonfo secco lo seguì sul lastricato.
La Grifondoro spezzò la sua bacchetta lanciandola lontano e, senza voltarsi, scappò verso la Sala Grande dove infuriava la battaglia più cruenta.
Saltò su una porta divelta per evitare un pilastro e scorse suo fratello Percy che combatteva furioso contro Rockwood, lanciando maledizioni ad un ritmo frenetico e veloce.
I due maghi si muovevano quasi in circolo squadrandosi astiosi, con la bacchetta sfoderata, come lupi famelici davanti ad una succulenta preda.
“ Ginny! Cosa ci fai ancora qui?”
“ Piantala Perce, qui ci siete tutti e io non me ne starò in disparte capito?” strillò lei, ricominciando a correre.
E Percy fece quello che la ragazza non si aspettava.
Non la fermò.
La guardò solo di sfuggita, sorridendo.
“ Sembri sempre di più nostra madre, Gin!” e riprese a duellare.
Continuò a camminare spedita tra le macerie e vide confusamente da una finestra Neville e Oliver Baston trasportare il corpo esangue del minuto Colin Canon verso l’ingresso distrutto della Scuola di Magia.
Ancora un'altra vittima.
Ancora morti.
Innocenti stroncati.
Senti un nodo alla gola e ricacciò indietro le lacrime.
Corse a perdifiato tra corridoi e scale, aule e stanze, fino a quando una porta rotta e socchiusa non attirò la sua attenzione.
Non c’era nessuno in quel lato del castello,tutto intorno a lei era così silenzioso e distrutto.
Qualcosa di luminoso e chiaro vi era all’interno della sala, ne era certa; lo poteva constatare dal tenue bagliore che si scorgeva dalle crepe dei muri e dell’uscio.
Si avvicinò cauta, con il cuore che le batteva all’impazzata.
Spinse con forza e vi entrò.
Anche lì i segni della guerra non avevano risparmiato niente: ul grande candelabro d’ottone era caduto rovinosamente sul marmo, frantumandosi in tanti pezzi sghembi e affilati; calcinacci riempivano un lato della sala e tutti i tappeti erano lacerati e bruciati in più parti.
Ginny si approssimò a quel fulgore lattiginoso e portò le mani sulla bocca stupefatta.
Lo Specchio delle Brame si ergeva maestoso su tutto quel disastro, l’unica luce in quel buio cosi abbattente.
Il grande vetro però era incrinato in molti punti e un lato era rovinosamente caduto per terra; si poteva vedere solo il consumato e annerito legno sottostante al cristallo.
La giovane si accovacciò e raccolse un frammento tagliente, ispezionandolo.
Lo Specchio delle Brame.
L’oggetto capace di mostrare i veri desideri dell’uomo, qualunque essi siano.
Vi posò una mano sopra, rabbrividendo a quel contatto freddo e vuoto.
Respirò a fondo e riversò il suo sguardo affranto nel suo stesso riflesso.
E quello che vide la spaventò.
Stentava a riconoscersi.
Diventata lo spirito di quello che era.
Il suo corpo era sporco, ferito,martoriato, spossato.
La dolce bambina di qualche anno prima era fuggita per lasciare il posto ad una furia rossa,intrepida e incollerita.
Voldemort.
Quel pazzo stava demolendo tutto ciò in cui lei credeva, come un dio degl’inferi che a suo piacimento comanda le Parche di tagliare i fili che tengono in vita l’uomo.
Lo Specchio smise di rifletterla, per mostrarle i desideri del suo cuore.
Vide il mondo salvo.
I suoi amici intorno ad una tavola imbandita, ridere giovali e spensierati.
Vide se stessa e Harry adulti, stesi su un divano davanti al portico della loro casa.
Si vide con in braccio i loro figli dai capelli rossi e gli occhi azzurri.
I compleanni, le risate, i giochi, gli abbracci, i baci.
Tutto.
Vide la sua famiglia al completo.
Un singhiozzio la prese alla sprovvista e lei scrutò meglio quel vetro appannato.
No, non era al completo.
Metà salutano felici.. ma quelli dall’altro lato non erano neanche visibili.
La parte mancante dello specchio non permetteva di vedere tutte le persone a cui lei teneva.
E in quel momento ripensò a tutti quelli che erano morti e stavano morendo; allo scempio che quella setta maledetta stava compiendo in nome del nulla.
Il suo cuore non riuscì più a contenere le aggrovigliate emozioni che vi si annidavano dentro… ed esplose. Ginny scoppiò a piangere, urlando forte, incapace di arginare quel delirio di pensieri e sentimenti che l’affliggevano.
Si accasciò malamente sul macadam e posò il capo rubicondo sullo specchio infranto.
Lacrime calde e salate le attraversarono le guance imbrattate, tentennarono sul mento arrotondato e poi si lasciarono cadere stanche nel vuoto, infrangendosi sui suoi pugni e sulle sue gambe piegate.
Non sapeva se avrebbe rivisto nessuno.
Quel silenzio intorno a lei la stava dilaniando, lacerandola più e più volte.
Si sentiva cosi forte prima, ma in realtà era tremendamente spaventata.
Era da sola, senza direzione.
Senza luce.
Si stava richiudendo nelle sue paure e nelle sue sofferenze, permettendo a se stessa di cadere nel profondo oblio della disperazione.
Brancolava nel dolore, annientandosi sempre di più.
Stava perdendo tutto.
La sua vita non aveva più uno scopo.
Non era riuscita a proteggere la sua famiglia.
E il male avrebbe prevalso, schiacciandoli sino a ridurli a miseri essere striscianti.
Forse non aveva più senso combattere, stavano per essere spazzati via lo stesso, come foglie nella tempesta.
Si sentiva senza speranza, svuotata, inerme.
Come se fosse già morta tante, troppe volte.
 
Furiosa, battè ripetutamente i pugni sul vetro, graffiando i palmi pallidi.
Fiotti di sangue le rigarono i polsi e si raccolsero tra i suoi gomiti, bagnando la maglietta lacerata.
Come poteva riguadagnare quello che aveva perso?
Ginny aprì gli occhi lucidi e fissò nuovamente lo specchio.
Profonde occhiaie circondavano le sue orbite incavate e indemoniate.
Quello che aveva perso non poteva tornare indietro.
Ma cosa avrebbe detto la sua famiglia, vedendola cosi inerme?
Non doveva restare indietro.
Lo doveva a Fred.
A Colin.
A tutti quelli senza nome che erano periti per dare una speranza agli altri.
Avrebbe corso, cercando la via giusta.
Avrebbe corso fino a quando non le sarebbe rimasta un'unica strada in cui farlo.
Chi era lei per sottrarsi al destino?
Si alzò in piedi, barcollando.
Lo Specchio s’illuminò e le mostrò nuovamente se stessa… ma stavolta non era la reietta e debole Ginny Weasley di prima.
Questa era diversa.
Fiera.
Aggressiva.
Coraggiosa.
Indomita.
Era una guerriera.
E allora capì.
Quello che doveva fare non era abbandonarsi dall’ angoscia, bensì abbracciarla e farla propria.
Avrebbe attinto da lei la forza per andare avanti e non darsi per vinta.
Sino a quando anche un solo mago o una sola strega si sarebbero schierati contro il male lei avrebbe dovuto combattere.
Nuovo vigore la invase, scavando un sentiero profondo nel suo cuore.
Lasciò cadere i cocci di cristallo, strinse con decisione la bacchetta di nocciolo e si c’incamminò a passi decisi verso l’uscita.
Non si sarebbe tirata indietro.
Lo Specchio le aveva mostrato chi lei fosse veramente.
Non lo avrebbe deluso.
Harry avrebbe ucciso Voldemort e lei, insieme a tutti gli altri, avrebbe lottato.
“ E vinceremo!”
 
  
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