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Autore: Strega_Mogana    31/07/2008    10 recensioni
E’ stato un errore. Non possiamo andare avanti. Vivi la tua vita con l’uomo che ti ama. Dimentica tutto quello che siamo stati.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Il giorno più felice della tua vita -

E’ stato un errore. Non possiamo andare avanti. Vivi la tua vita con l’uomo che ti ama. Dimentica tutto quello che siamo stati.

Mi guardo allo specchio.
Dovrei esser raggiante in questa giornata.
Il giorno più felice della tua vita, lo chiamano.
Per me é solo una stronzata.
Sono seduta in modo composto sulla sedia. Indosso la vestaglia di raso color panna che mi ha regalato mia madre. I capelli sono stati intrecciati da abili mani esperte; sono truccata come non lo ero mai stata fino ad ora.
Fisso l’armadio davanti a me.
Appeso all’anta c’é il mio abito da sposa. Scelto assieme alla mia migliore amica; anche lei ormai moglie.
Ho rimandato questa data a lungo. Ho fatto di tutto per non arrivare a questo giorno.
Ed ora eccomi qui.
Seduta in una stanza piena di fiori bianchi e gialli. Immersa in questo mondo di confetti, pizzo e raso che non desidero. Truccata e pettinata come una bambola di porcellana.
Ma io non sono una bambola.
Mi alzo lentamente. L’angoscia di quello che mi aspetterà da oggi in poi mi pesa sulle spalle come un macigno gigantesco. Mi avvicino all’abito.
Osservo i ricami in oro sul bustino. Accarezzo i veli di stoffa impalpabile che formano la gonna.
Il vestito che sogna ogni ragazza.
Il vestito perfetto per questa giornata perfetta.
Ma oggi non é la mia giornata perfetta.
Oggi é la fine di ogni cosa.
Oggi é il giorno in cui chiuderò con il passato ed inizierò una nuova vita.
Una vita che non voglio.
Chiudo gli occhi. Ricaccio indietro le lacrime.
E’ questo che ho fatto l’ultimo anno.
E’ questo quello che mi sono imposta di fare.
Altrimenti sarei impazzita.
Slaccio la cintura e lascio che la vestaglia cada ai miei piedi con un fruscio melodioso.
Afferro il vestito dalla stampella che lo regge e lo indosso.
Mi sento soffocare.
Non é il vestito.
E’ il mio cuore innamorato, chiuso in una prigione che io stessa ho lasciato che si formasse.
Ho rinunciato a lui. Non ho lottato.
Ed ora sto per diventare la moglie di un altro.
Alzo con un movimento lento la zip laterale, sistemo le pieghe della gonna e mi guardo nel lungo specchio.
Una sposa dovrebbe esser radiosa.
Io non lo sono.
Perché non riesco ad essere felice?
Qualcuno bussa alla porta della stanza.
- Avanti. – dico senza smettere d’osservare la mia triste immagine riflessa nello specchio.
- Finalmente sei pronta. – commenta Ginny entrando con un sorriso raggiante.
I capelli rossi sono sciolti sulla schiena nuda, il suo perfetto corpo di donna é fasciato da un lungo vestito blu e argento. Le mani sono dolcemente intrecciate sul ventre arrotondato che custodisce il primo frutto del suo amore per Harry.
- Sei bellissima. – dice con sguardo luminoso, vedo una lacrima che sta per fare capolino – Scusami, - si affretta ad asciugarsi quell’unica goccia solitaria che é riuscita a perforare le sue barriere e scorrere lungo la guancia diafana – sono questi stupidi ormoni. Gli inviati sono arrivati tutti.
Faccio un profondo respiro. Mi sento male. Mi sento soffocare.
Vorrei essere ovunque ma non qui.
- Hermione, stai bene?
No. Vorrei strappare dal mio corpo questo vestito. Vorrei correre tra le braccia dell’uomo che amo.
L’uomo che non mi sta aspettando all’altare in questo momento.
- Sì, Ginny. – mento con un sorriso tirato, é talmente finto che non mi stupirei se la mia amica si accorgesse che é falso – Sono molto nervosa.
In verità: sono morta dentro.
Ginny sorride comprensiva:
- Ti ricordi quando mi sono sposata io? Ero così nervosa che tremavo come se mi avessero fatto una fattura.
Tiro ancora di più il sorriso. Fingo di divertirmi al ricordo di lei in abito bianco. Radiosa e solare come una sposa dovrebbe essere.
Come io non sono.
Mi porto una mano al cuore.
Batte forte.
Ma non è nervosismo.
E’ dolore.
Gli ultimi attimi di un cuore straziato. Gli ultimi battiti di un sentimento dilaniato dalla perdita del suo grande amore.
Mi sento il respiro corto; le gambe molli.
Vorrei scappare. Ma non posso.
L’unica persona che vorrei al mio fianco non mi vuole.
Non vuole amarmi. Dice che non può amarmi. Che non ne è più capace.
Ma io ho visto un amore immenso dietro il velo nero dei suoi occhi. Ho visto la passione bruciare in quei pozzi neri dove mi sono persa più volte. Dove mi perdo ancora ora se chiudo le palpebre. Ho trovato dolcezza in quelle mani che hanno toccato il sangue. Ho scoperto un amore infinito in quel cuore che lui sostiene essere arido. Ho trovato calore in quel corpo che lui ritiene freddo.
Lui é vita.
E’ la mia vita.
Ma, forse, io non sono la sua.
- Hermione?
Mi desto dai miei pensieri. Lo sguardo si era perso nell’immagine di questa sposa triste che si stava guardando allo specchio.
Osservo Ginny dallo specchio. Faccio un altro sorriso tirato.
- Andiamo?- domanda porgendomi il bouquet di rose bianche e margherite gialle – Ron ti sta aspettando.
Prendo i fiori e annuisco con un debole cenno del capo.
Usciamo dalla stanza e ci avviamo al giardino di casa Weasley dove Ron mi sta aspettando all’altare.
Respiro piano. Il cuore mi batte all’impazzata.
Sono davanti alla porta.
Ginny, al mio fianco, ha un sorriso felice, gli occhi sono ancora lucidi. Piangerà per tutta la cerimonia.
Anch’io lo farò, ma per un altro motivo.
Stringo il bouquet tra le mani.
La porta si apre.
La luce del sole mi acceca.
La marcia nuziale parte.
Il mio cuore smette di battere.

***

E’ stato un errore. Non possiamo andare avanti. Vivi la tua vita con l’uomo che ti ama. Dimentica tutto quello che siamo stati.

La bottiglia si infrange sul muro. I vetri si spargono sul pavimento mentre il vino rosso macchia la parete. Sembra che la pietra grondi sangue.
Un po’ come il mio cuore.
Quello stupido cuore arido che ha deciso di battere di nuovo.
Chiudo gli occhi, cercando di placare le urla di dolore che stanno lanciando i brandelli di quest’anima nera dilaniata.
L’ho persa.
L’ho lasciata andare.
Mi ripeto che è giusto così. Che Weasley saprà renderla felice come io non avrei mai potuto fare. Che non avevo altra scelta. Che tutto e tutti si sarebbero opposti al nostro strano amore.
Sì, me lo ripeto.
Da un anno ormai. Da quando l’ho lasciata andare.
Da quando le ho detto che dovevamo dimenticare.
Come se io avessi mai potuto dimenticare il suo sguardo. Il suo profumo. Le sue labbra morbide. Tutto in questa stanza mi ricorda lei. Tutto. Anche quella maledetta bottiglia che ho infranto.
Alzo gli occhi sull’orologio a pendolo appeso alla parete.
In questo momento starà raggiungendo il suo sposo all’altare.
Lo starà guardando con amore. Riserverà per lui quel magnifico sorriso. Quel sorriso che mi ha fatto innamorare.
Bellissima, in un abito candido come la neve.
Puro com’é lei.
Come io non sono più da anni.
Forse non lo sono mai stato veramente.
Chiudo gli occhi e posso immaginarmi dritto davanti al cerimoniere.
Indossando i soliti abiti neri che mi caratterizzano. Il mio cuore che balza nel petto non appena la vedo in lontananza. Bella da togliere il respiro.
Ma non sarà bella per me.
Non lo sarà più.
Sarà bella per lui. Per l’uomo che saprà donarle un amore puro e non corrotto.
Per lui che saprà donarle dei figli che non si vergogneranno del passato del padre. Per lui che non sembra suo padre mentre la bacia.
Una stretta allo stomaco mi fa richiudere gli occhi.
Il solo pensiero del suo tocco sul suo corpo mi fa male.
E’ giusto così.
Sì. Devo ripetermelo o impazzirò.
Dimenticare. Questo dobbiamo fare. Scordare tutto e vivere una nuova vita. Anche se, per me, questa non è vita.
Ma sono abituato all’oscurità del mio cuore. Posso sopportare le tenebre che celo nell’animo.
Lei no.
Non deve vederle. Non deve corrompersi con esse. Deve restare pura. Incontaminata dal mio male. Quel male che uccide tutti quelli che mi amano. Anche dopo la guerra continuo a vedere i fantasmi di un passato che non smetterà mai di tormentarmi. Dalle mie mani gocciola sangue. E io non posso fermarlo.
Quello che tocco diventa polvere, piccola Hermione.
Non potevo permettere che il mio male attaccasse anche lei.
Non potevo permetterlo.
L’ho lasciata andare per questo.
Per salvarla da me stesso.
Prendo la bacchetta dalla scrivania e la muovo distrattamente verso i cocci della bottiglia che ho lanciato contro il muro. Faccio sparire la macchia rossa e affondo le mani nei capelli.
Qualcuno bussa alla porta.
Mi alzo sorpreso. Spinner’s End è deserta. Nessuno abita più qui. Nessuno sa che mi sono rifugiato qui. Lontano da tutti. Tranne che dal mio dolore.
Una prigione per dimenticare un amore ormai perduto per sempre.
Apro la porta e mi sento male.
E’ davanti a me.
Il vestito bianco sfiora il terreno polveroso della strada. Tiene ancora in mano il bouquet.
Ha gli occhi lucidi, ma non piange. Le guance sono rosse. Alcune ciocche della complicata acconciatura sono fuggite dalla stretta delle forcine. Sembra che abbia corso.
Non ha l’aspetto di una sposa felice.
- Cosa ci fai qui? – la mia voce trema appena, posso solo sperare che non se ne sia accorta. Ma difficilmente Hermione Granger non si accorge delle sfumature della mia voce. C’erano momenti in cui capiva i miei stati d’animo solo con un semplice saluto.
- Non riesco. – mi dice con un filo di voce, il petto si alza e abbassa velocemente avvolto in quel bustino che mette in risalto le sue forme davanti ai miei occhi.
Il desiderio di baciarla diventa quasi doloroso. Il mio corpo ricorda ancora molto bene la sensazione della sua pelle sulla mia. La scarica elettrica che mi percorreva la spina dorsale quando entravo in lei. In quel corpo che sembrava modellato apposta per me.
- Non posso sposarmi se prima non parlo con te.
Mi mordo l’interno di un labbro e, per qualche istante, torno il suo insegnante di Pozioni.
- Non abbiamo nulla da dirci, Hermione.
Tento di richiudere la porta ma lei è più veloce: mette una mano sulla porta impedendomi di chiuderla.
- Allora voglio che tu mi faccia un incantesimo della memoria.
Spalanco appena gli occhi mentre riapro l’uscio. La sua voce è risuonata sicura e decisa in questo vicolo deserto.
I suoi occhi brillano; sfavillanti come stelle.
- Perché? – domando con apparente distacco.
- Perché sei il migliore in questo campo. – risponde sicura di sé – E perché hai detto che devo dimenticare quello che siamo stati.
- Te l’ho detto un anno fa.
- Non è bastato. Se devo sposare Ron, voglio farlo senza il tuo doloroso ricordo. Non voglio che, ogni volta che facciamo l’amore, i miei pensieri vadano a te. Sono stanca Severus. Sono molto stanca di lottare contro il fantasma dell’amore che nutro nei tuoi confronti. E, se devo cancellare questo amore, voglio che sia tu a farlo. Dopo potrò sposare Ron senza i sensi di colpa che mi uccidono ogni volta che lo vedo. Merita di meglio.
Ci fissiamo per un infinito istante.
Mi impedisco di annullare la distanza che ci separa e di baciarla con tutto l’amore che ho in corpo.
Affondo le unghie nel palmo della mano.
Con l’altra afferro la bacchetta.

***
Chiudo gli occhi.
Devo dimenticarlo se voglio tornare a vivere. Anche se, senza di lui, non c’è vita.
Mi preparo per l’incantesimo.
Vederlo così deciso, così distaccato, mi ha aperto gli occhi.
Lui non mi vuole. Inutile soffrire per un amore finito.
Meglio estirparlo dalla propria memoria così da non provare più dolore.
Sì, è questo quello che devo fare.
Ma se devo dimenticare. Se devo cancellare quell’amore, voglio che sia lui a farlo. Voglio che mi guardi mentre lo dimentico.
Così il distacco sarà più definitivo.
- Sono pronta. – dico con decisione, mi stupisco anch’io della fermezza della mia voce.
Attorno a me il silenzio. Sento appena il vento soffiare nelle orecchie, alzandomi appena le gonne del vestito.
Improvvisamente il suo profumo mi inebria. Non l’avevo mai scordato. Pungente ma non sgradevole. Poi arrivano le sue braccia. Mi stringe con forza. Con decisione. Come se non volesse più lasciarmi andare.
Mille emozioni contrastanti prendono il sopravvento.
Torno indietro di un anno. Quando ci amavamo senza preoccupazioni. Quando il mondo attorno a noi non aveva importanza. Quando contavano solo le sue labbra e il suo cuore.
La mia sicurezza si incrina. La dura corazza che mi ero imposta di indossare per non sentire dolore si infrange in mille pezzi.
Sono esposta a lui. Il mio cuore frantumato é nelle sue mani.
Cedo.
Le lacrime che avevo trattenuto per un anno, trovano una via. Si fanno strada e scendono copiose dai miei occhi.
Singhiozzo mentre afferro la sua giacca e la stringo restando nel suo abbraccio.
Sento le sue labbra sulla nuca. Leggere. Delicate.
- Non voglio dimenticare. – affermo strofinando il viso sul petto, affondando ancora di più in quel profumo incantevole. Quel profumo che non mi ha mai lasciato.
- Non voglio che tu dimentichi. – risponde con un filo di voce – E non voglio neppure che sposi Ron.
Sospiro. E’ come respirare per la prima volta dopo un anno.
- Sistemeremo tutto, Hermione. Insieme. Andrà tutto bene.
Annuisco senza staccare il volto dal quel comodo giaciglio. La parola “insieme” risuona nelle mie orecchie.
Lo sento che mi accarezza la schiena. Le sue labbra si sono posate più volte sui miei capelli e sulla fronte.
- Ti amo per quello che sei, Severus. Non mi interessa se il tuo amore è corrotto e macchiato di sangue. E’ sincero e viene dal tuo cuore. Io non chiedo altro.
Mi stringe ancora di più. Una stretta salda. Decisa. Ma non dolorosa.
Alzo il viso ed incontro quei due occhi neri che ho imparato ad amare, ancora prima di capire quello che realmente provavo per lui.
Mi avvicino alle sue labbra e lo bacio piano. Con tenerezza. Come se lo baciassi per la prima volta. Come se non conoscessi le sue labbra.
Dicono che il giorno del proprio matrimonio sia il più felice della vita.
Io questo non lo so.
So solo che ho ricominciato a vivere.

FINE

   
 
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