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Autore: metaldolphin    21/05/2014    2 recensioni
Ho scritto questa storia un po' di tempo fa, arrabbiata dopo una lite con perfetti estranei su un famoso social network a proposito degli sbarchi provenienti dall'Africa che interessano la mia regione.
Pochi giorni dopo averla terminata, l'ennesimo naufragio tramutatosi in strage e il quasi consecutivo incidente nella miniera turca, mi ha fermato nella pubblicazione per una mia forma di rispetto, dato che questa è pur sempre una FF con i personaggi di un mangaanime.
Chi mi segue sa che spesso uso questo mezzo per lanciare dei messaggi e questa storia, più di altre, è stata scritta appositamente a tale scopo.
Voglio sottolineare che il parere espresso è mio (anche se pare concordare molto con le intenzioni del creatore della serie) e non intendo offendere le idee di nessuno, soltanto esprimere le mie. Sottolineo che non è un'esposizione legata alla politica, ma soltanto a personali sentimenti umani.
Dopo queste puntualizzazioni doverose, tornando alla trama, la Ciurma dovrà affrontare ostilità e difficoltà, nel confrontarsi con persone e situazioni particolarmente dure, che li riguarderanno anche in prima persona, facendo emergere consapevolezze e sentimenti nuovi.
Non mi resta che augurarvi una buona lettura.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Rufy fu catapultato d’improvviso indietro nel tempo, a quando frequentava il Grey Terminal da bambino, con Ace e Sabo.
Quelle giornate passate a cercare tesori, sconfiggere animali feroci e a vivere come in una continua avventura, come se non ci fossero ostacoli che potessero essere superati… fino a quando i nobili decisero di dar fuoco alla discarica in cui migliaia di povere persone sopravvivevano, relegate fuori dalla città, abitata solo dai più ricchi che si erano arrogati il diritto di eliminarli dalla faccia della terra, violando tutte le regole morali dell’umanità.

Ai loro occhi innocenti non c’erano nobili benestanti e poveri miserabili: c’erano solo persone, uomini, gente... tutti uguali, tutti appartenenti alla stessa specie. E dopo quel cruento episodio Sabo aveva rinnegato la sua famiglia d'origine, che abitava in città.

E adesso, proprio davanti agli occhi esterrefatti suoi e della sua Ciurma, vedeva ripetersi una tragedia che poteva benissimo accomunare a quella di tanti anni prima: povera gente dallo sguardo disperato, uguale in tutti -uomini, donne e bambini- riempiva barconi malandati che venivano respinti con decisione sulle rive di quell’isola a cui stavano per approdare anche loro con la Sunny.

Anche se ancora lontani, arrivavano alle loro orecchie le suppliche e il pianto dei poveri disgraziati che avevano la sfortuna di cadere nell’acqua gelida del mare di quell’isola autunnale. Tendevano le braccia ai compagni ancora sulle imbarcazioni, ma il mare semiagitato non li aiutava di certo.
Prima ancora che il Capitano potesse dire qualcosa, Nami precedette le sue intenzioni e, tirato fuori il suo Clima Takt, si attivò per sedare la superficie marina di quel tratto di mare ed aiutare così i naufraghi. Ci riuscì in breve e mentre i compagni annuivano soddisfatti e si complimentavano con lei, dall’isola si accorsero del suo operato ed iniziarono ad inveire contro di loro.

-Ma su quest'isola i pirati non hanno mai avuto problemi, vero Robin?- chiese Franky all’Archeologa, che confermò con un cenno del capo e spiegò: -Non sono arrabbiati con noi in quanto pirati; sono in collera perché hanno capito che è venuto da qui l’aiuto per quella gente.

Sanji non credeva ai suoi occhi: non tollerava maltrattamenti ingiustificati a donne e bambini piccoli, alcuni dei quali erano neonati.

Zoro fissava la scena in un silenzio gelido, con la fronte aggrottata e le spade in mano, pronto ad agire non appena la distanza si fosse ridotta. Vicino a lui era Nami, che impaurita dalla reazione degli isolani, cercava istintivamente protezione vicino allo Spadaccino.

Ruppe momentaneamente la tensione un sorridente Chopper, ignaro di quanto stesse accadendo, che salito sul ponte e rendendosi conto che qualcosa non andava, seguì lo sguardo dei compagni e vide la triste scena tra le due fazioni sulla costa.
Socchiudendo gli occhi, senza dire una parola, corse a radunare la sua attrezzatura per aiutare quanta più gente possibile. Sapeva bene cosa significava essere respinti quando si ha bisogno d'aiuto.
   
 
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