Capitolo 12 - Guerra parte II
Al mattino è Rhymer a svegliarmi. Ma da dei colpetti timidi sulla spalla e mi tende una mezza mela.
«Ben svegliato. Nottata tranquilla eh?»
«A quanto pare. Stavo pensando» aggiungo addentando il frutto. «Che forse hai ragione. Dovremmo stanare noi i Distretto 1, ucciderli e farla finita»
La ragazzina si volta verso di me con espressione scioccata. «Ma io scherzavo!» esclama. «Come potremmo? Loro hanno armi, cibo, non hanno paura di noi! Non hanno paura di nessuno a ben vedere, e noi…»
«Noi abbiamo la lancia, i coltelli, e l’effetto sorpresa. È vero, non hanno paura, ma forse questo è il loro punto debole. Non si aspetteranno mai che qualcuno vada a cercarli, la sera faranno i turni di guardia, certo, ma sarà sveglio solo uno alla volta. Noi arriviamo di soppiatto, lo freddiamo e poi finiamo l’altro. Potremmo aspettare che sia sveglia Lumi, è così sicura di sé che non si cura nemmeno di guardarsi intorno più di tanto durante la guardia perciò sarà più facile da cogliere di sorpresa. Arriviamo nascosti dai pilastri della stazione e poi loro alle spalle. È un ottimo piano»
«Non voglio. Ci uccideranno se ci scoprono»
«Non ci scopriranno! Potrebbe funzionare e poi resterebbero solo altri quattro tributi»
«A quel punto forse sarebbe meglio sciogliere l’alleanza»
«Ci penseremo a tempo debito. Per ora penso che mettere fuori gioco Lumi e Trevor potrebbe essere utile per tutti quanti»
Rhymer annuisce ancora poco convinta, poi sobbalza e io altrettanto. Il cannone ha tuonato e nemmeno molto in lontananza; ciò vuol dire che qualcuno è morto, il mio istinto mi dice che non è né Lumi né Trevor perciò sono solo più tre, gli altri.
«Andiamo al ruscello» propone lei, e io non trovo nulla da obiettare.
Il ruscello di Rhymer è davvero piccolo, ma l’acqua è fresca e pulita ed è piacevole lavarsi un po’ ogni tanto.
«Mettiamo a punto il piano?»
Alzo le sopracciglia. «Allora accetti?»
«Qualcun altro è morto oggi, non voglio fare la fine del topo col gatto. Almeno moriremo in fretta»
«Non moriremo. Saranno loro a morire e la colpa sarà tutta della loro arroganza»
Passiamo tutto il giorno a parlare del piano d’azione, interrompendoci solo per mangiare due pasti abbondanti per tenerci in forze; tanto a fine giornata saremo o morti o in possesso del tesoro dei favoriti. Quando la luce inizia a calare ci avviamo in direzione della stazione al centro dell’arena. Rhymer è tesa come una corda di violino; camminiamo in silenzio, sobbalzando per ogni fruscio o rametto spezzato, infine arriviamo in vista della Cornucopia.
«Eccoci» sussurra lei.
Mi fermo sul posto e la volto di forza verso di me. «Stammi bene a sentire, l’ansia non ci porterà da nessuna parte. La prima regola per un’imboscata, un attacco o un qualsiasi combattimento è mantenere il sangue freddo. Capisco che possa essere difficile ma devi estraniarti da te stessa, fare come se non fossi tu ad agire ma qualcun altro. Sii forte, altrimenti soccombi»
Il terrore nei suoi occhi è chiaro e lampante ma almeno smette di tremare e annuisce con un po’ più di convinzione. Chissà se ha già dovuto uccidere; questo spiegherebbe molte cose riguardo la sua paura.
Avanziamo nella luce calante del crepuscolo fino ad essere nascosti tra i pilastri di cemento e finalmente vediamo l’accampamento. Lumi si sta coricando, segno che il primo turno spetta a Trevor.
«Dovremo aspettare la notte»
L’inno ci fa alzare lo sguardo sul cielo. Il tributo morto di oggi è il compagno di Rhymer dal Distretto 7.
«Si chiamava Malcom» dice lei duramente. «Chissà com’è morto…»
«Eravate amici?»
Scuote la testa in segno di diniego. «Ma sono contenta che non debba ucciderlo tu, o io, o che non possa più cercare di ammazzarmi»
Annuisco perché capisco benissimo come deve sentirsi. Anche per me il pensiero di uccidere Mavis non era esattamente piacevole.