Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: DoMyThang    22/05/2014    0 recensioni
Una volta mi era capitato persino di entrare nello zoo … avevo visto un elefantino piangere
...
Perché gli alberi lo fanno! Osservano tutto
...
Lui mi stava raccontando tutta la sua vita, perché è così che si fa quando incontri un estraneo che sai che non rivedrai mai più! Si ci scambia le storie
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Villa Borghese … era il mio posto preferito in tutta Roma.

Probabilmente quello era l’unico luogo della capitale in cui non impazzissi, per questo mi attirava. Ero capace di passare tutta la giornata sdraiata all’ombra di un Platano a leggere un libro o ad ascoltare della buona musica, qualche volta mi ero concessa anche di prendere una bicicletta per trascorrere un’oretta a gironzolare per il parco.
Una volta mi era capitato persino di entrare nello zoo … avevo visto un elefantino piangere
 
Nessuno ti disturba a villa borghese
È il luogo perfetto per trovare un po’ di pace. Nel fitto del parco non percepisci alcun suono se non quello degli uccellini. Persino le persone, che di solito sono fastidiose, tendono a diventare invisibili se sai bene dove andare.
Io avevo scelto il mio albero, avevo scelto il piccolo bar in cui andare a prendere sempre il caffè e avevo scelto cosa guardare e cosa non guardare durante la giornata. Perché si può! Scegliere intendo

Ogni volta che entravo nel parco e raggiungevo il mio posto preferito, tutta la fatica della settimana che avevo affrontato si allentava come si allenta una molla… e la sentivo ballonzolare dentro di me, su e giù, la sentivo che mi ringraziava per averla allentata un pochino e la sentivo godersi con me i raggi del sole

Tutte le domeniche mi alzavo al solito orario, mi preparavo e andavo a dormire all’ombra di diversi alberi. Loro si limitavano ad ospitarmi, mi salutavano pacatamente muovendo le foglie e osservavano i miei movimenti. Perché gli alberi lo fanno! Osservano tutto. E non perché non avessero nulla da fare, anzi gli alberi sono impegnati tutto il giorno, impegnati ad affrontare animali sotto il terreno che tentano di ferirli, impegnati a difendersi dagli uccelli che gli rubano i frutti, piangono tanto quando perdono le foglie e si impegnano al massimo per cercare di non farle cadere tutte! Ma a loro piace osservare ed imparare
Sono intelligenti gli alberi

Avevo imparato ormai da tanto tempo che non bisognava mai andare al parco con una camicetta bianca, purtroppo però, ogni tanto dimenticavo questa lezione e quando accadeva succedevano le cose più impossibili!

Tra le tante storie divertentissime che potrei raccontare di macchie di tutti i colori causate da gelati di bambini, cagnolini con tanta voglia di giocare e acquazzoni improvvisi vi racconterò della storia che avete voglia di ascoltare, l’unica che v’interessa realmente: Il mio incontro

Era una domenica come le altre, mi ero portata con me la mia borsa vintage preferita, il sole splendeva come al solito a Roma e le persone chiacchieravano tranquillamente! Ad ora di pranzo avevo preso l’abitudine di sedermi in un piccolo bar un po’ isolato in cui andavano di solito solo i dipendenti del parco e qualche esploratore della villa che si trovava a passare da lì per caso

Avevo fatto da tempo amicizia con il proprietario che mi permetteva di mangiare il mio pranzo all’ombra del suo gazebo. Ogni domenica lasciava il solito tavolino all’angolo riservato per me, tutti i clienti abituali e i dipendenti sapevano che la domenica quello era il mio posto! Mi lasciavano sempre sul tavolo anche una rivista, la moglie del proprietario era abbonata a Vogue e tutte le volte che finiva di sfogliarlo l’anziano signore con la scusa di andarlo a buttare lo portava nel suo bar e lo poggiava sul mio tavolino convinto di farmi felice con un gesto così semplice e premuroso. E ci riusciva! Ogni volta che vedevo la rivista gli sorridevo ringraziandolo apertamente per il pensiero che aveva avuto nei miei riguardi
Era una persona davvero dolce, il proprietario

Quel giorno tutti i tavolini fuori dal locale erano occupati tranne il mio
Una folla di turisti Tedeschi mangiava e brindava, la loro età doveva oscillare tra i 30 e i 45 anni
Fu a causa loro che io mi ritrovai a condividere il mio piccolo tavolino
Un giapponese, dalla pelle un po’ bianchiccia mi aveva chiesto ospitalità per mangiare il suo bento e io non avevo saputo negargliela. Ovviamente mi ringraziò tantissime volte per la mia gentilezza e si scusò altre tante per il disturbo! Più tardi scoprii parecchie cose su di lui e diventammo molto amici ma quel giorno, fu il giorno in cui si fece odiare!
Mi aveva offerto il suo cibo, preparato da lui. Io ero brava a mangiare con le bacchette, il giapponese era una delle mie cucine preferite e la sua tempura era davvero deliziosa! Una volta finito tutto lui aveva insistito per offrirmi il caffè, avevo accettato, era una persona che non mi dava fastidio e la mia famiglia mi aveva insegnato a non rifiutare mai un caffè!

Lui mi stava raccontando tutta la sua vita, perché è così che si fa quando incontri un estraneo che sai che non rivedrai mai più! Si ci scambia le storie. È questo l’unico modo sano per imparare qualcosa

Mi stava spiegando che era a Roma da una settimana per lavoro e che si sarebbe fermato due o tre mesi, non era entrato nei dettagli del racconto, e suonerà sciocco dirlo, non lo aveva fatto a causa di un piccione! Un piccione in cerca di briciole sul pavimento lo spaventò, anzi, lo terrorizzò.
Scattò in piedi all’improvviso portandosi con sé tutto il tavolino e i due caffè caldi e attirando l’attenzione di tutti i Tedeschi che si girarono e si misero a ridere. Mi alzai in piedi anch’io facendo cadere la mia sedia a terra e lieta di non essermi scottata con il caffè caldo! In compenso la mia camicetta era completamente andata …

Il piccione era volato via spaventato e di ciò che accadde dopo ho qualche ricordo vago

Lui mi aveva riofferto il caffè al bancone, qualcuno aveva sistemato le sedie e il tavolini, i Tedeschi se n’erano andati, dopodiché mi aveva lasciato il suo biglietto da visita dicendomi che se lo avessi chiamato avrebbe provveduto a procurarmi una nuova camicia e a farsi perdonare per l’inconveniente e il disturbo. In quel momento aveva un appuntamento, doveva scappare

Non diedi molto peso a quelle parole, non avevo intenzione di contattarlo mai più
Lui era uno di quegli incontri occasionali tipici di Roma
Gli stranieri e i visitatori si mettevano spesso a parlare quando erano soli

Mi ricordo che quel giorno trovai strano che un giapponese sapesse parlare l’Italiano così bene, sembrava addirittura di madre lingua! E mi ricordo che quel giorno mi ero convinta che quel ragazzo fosse un giovane imprenditore …  ma si sa! I giapponesi sono gli unici che si possono permettere di passeggiare per Via Condotti. Lo avevo quasi dato per scontato

Sta di fatto che la domenica successiva e tutte quelle seguenti  a causa di quell’incontro iniziarono a cambiare

Fui costretta a salutarle, le mie domeniche abitudinarie
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: DoMyThang