Tornarono
insieme nel covo e poi scesero in una specie di palestra sotterranea molto
grande.
Porse
ad Esmeralda una bellissima spada e lui ne prese un’altra
identica.
Si
misero uno opposto all’altra in posizione d’attacco.
Si
lanciarono uno sguardo di sfida, facendo intendere l’uno all’altra che non
avrebbero avuto alcuna pietà. Così cominciò lo scontro. Le spade fischiavano e
si colpivano con una grande forza. Colpi schivati di striscio, mosse dall’infallibile eleganza e la
forza di un leone. Entrambi riuscivano a non farsi colpire mai e a reagire con
prontezza a qualunque mossa, quando Goemon prese la spada con entrambe le mani,
in cima e infondo, usandola come un bastone ed Esmeralda fece altrettanto
scontrandola contro la sua, facendo pressione. Goemon approfittò di quel momento
per guardarla di nuovo, la smorfia per lo sforzo per scaraventarlo a terra e gli
occhi carichi di forze e potenza erano nello stesso tempo intrisi di una grande bontà, e
questo lo percepì subito. E vide anche di fronte a se una bellissima ragazza che
a differenza di tutte le altre che esistevano al mondo, per lui. lei
rappresentava l’immagine di una pura bellezza dall’animo trasparente, come
appariva lei era.
(il
dialogo che segue è in giapponese, fornisco la traduzione subito dopo la frase
in cinese, dentro la parentesi).
Goemon
con una spinta più decisa la buttò in terra, sempre tenendo la spada nello
stesso modo la bloccò in modo da non potersi muovere da terra e le cominciò a
parlare:
Goemon:
戦闘を表現する方法を大きな心の善良さと偉大な強さ!
-(Il
tuo modo di combattere esprime una grande bontà d'animo e una grande
forza!)
Lei
a sua volta conoscendo la lingua gli rispose lasciandolo
sorpreso:
代わりに表現しても大きな勇気と優しさ隠し!
-
(Il tuo invece esprime coraggio e anche un dolce cuore nascosto!)
Con
una mossa decisa, riuscì
a toglierselo di dosso facendolo cadere a terra al posto suo e per bloccarlo si
mise nella sua stessa posizione precedente, ma lui continuò
a parlarle come se niente fosse:
(Tu
dici? non tutti la pensano come te. Io leggo nel tuo sguardo l'onestà e la bontà
d'animo. I tuoi occhi ricordano la vergine Maria, la Madonna della religione
Cristiana, carichi di pietà, amore ma anche di sofferenza, ma sento che sei una
persona affidabile, non sei un'imbrogliona, anzi, sei una rara bellezza dai puri
sentimenti, adesso ne sono convinto!)
Appena
terminò la frase si rialzarono, e dopo alcuni colpi e parate di spada, lui si
buttò contro di lei facendola cadere a terra, e per non darle la possibilità di
reagire, le bloccò il torace col peso del piede e le tolse la possibilità di
usare la spada bloccandola a croce tramite la
sua.
Esmeralda:
您如何設法了解這一切呢?(Come
sei riuscito a capire tutto questo?) gli domandò lei assumendo uno sguardo
smarrito.
Goemon:
,並觀察好您的眼睛是雪亮的。現在我知道你是誰,真的。
(Tramite
questo combattimento, e osservando bene i tuoi occhi. Ora so chi sei
veramente.)
La
ragazza tentò di liberarsi dalla morsa ma invano, così restò ferma e continuò a
parlare:
Esmeralda:
我一直說真話,在我的生命,而且我已不害怕,以顯示他們是誰。 i你… …據我所知,隱藏甜蜜的心在前面的面具,剛性和嚴格的,而內您棲息的一大心,但毫不猶豫地查看他人的恐懼判斷的人,即使你,你是有人特別即使你嘗試隱藏不斷。這我知道。我一直說真話,在我的生命,而且我已不害怕,以顯示他們是誰。 i你… …據我所知,隱藏甜蜜的心在前面的面具,剛性和嚴格的,而內您棲息的一大心,但毫不猶豫地查看他人的恐懼判斷的人,即使你,你是有人特別即使你嘗試隱藏不斷。這我知道。(Ho
sempre detto la verità in vita mia, e non ho paura a dimostrare chi sono. Io di
te ... ho capito che nascondi un dolce cuore davanti ad una maschera rigida e
severa, mentre dentro di te abita un grande cuore ma che esita mostrarsi agli
altri per paura del giudizio delle persone, anche tu, sei una persona speciale
anche se tenti di nasconderti continuamente. Questo lo so.)
Goemon:
甚至你可以很明白的人,你佩服。(Anche
tu riesci a capire molto le persone vedo, è ammirevole.)
Lei
appena finì la frase fece la stessa mossa che aveva fatto a Fujiko quando le aveva messo le mani addosso,
ma anzi che puntarli il coltello al collo, gli mise la spada come una sbarra
sotto il mento e dopo una breve pausa gli disse
sarcasticamente:
–Grazie!- lui di tutta risposta le fece un ghigno
come segno di sfida.
Si
rialzarono entrambi andando a posare le spade.
-Non
immaginavo che tu parlassi Giapponese …- disse lui.
-Ho
imparato diverse lingue grazie al mio nomadismo, magari non sono un’esperta ma
alcune le so parlare bene.-
-Penso
che il giapponese sia una di queste.-
-Può
darsi.- rispose lei sorridendogli.
Ci
fu qualche secondo di silenzio poi lei riprese:
-Io
non ti domando neanche dove l’hai imparato, se non sbaglio tu sei nato in
Giappone.-
-Si
è così, mentre tu sei Canadese.- confermò lui sicuro.
-Ti
sbagli io non sono Canadese.- lo negò invece lei.
-Ma
Fujiko aveva detto che tu eri una gitana Canadese… - -Ha sbagliato, ho solo
vissuto per molto tempo in Canada prima di giungere qua, ma non è ne il mio
paese natale ne la mia patria.- spiegò lei.
-Da
dove vieni allora?-
Lei
si fermò un momento, e guardava la sua giacchetta che stava piegando con uno
sguardo perso nel vuoto, non sapeva se parlare o stare zitta, ma ad un certo
punto si voltò verso di lui e con un sospiro disse
solo:
-Io
vengo dal Messico.-
Si
lasciò andare per un secondo solo, in fondo, pensò che raccontare del suo
passato a qualcuno non sarebbe stata un’azione malvagia, sarebbe stato il primo
passo verso il coraggio di affrontare i propri brutti ricordi, ed Esmeralda ne
aveva parecchi … ma ancora non riusciva a dire più di tanto, si sentiva mancare
il respiro ogni volta che doveva cominciare a spiegare ciò che le era accaduto
un po’ di anni fa, era difficilissimo per lei parlare della sua
vita.
Ma
come Goemon aveva finalmente scoperto la vera anima di Esmeralda, anche lei
aveva percepito la sua.
Aveva
perfettamente capito che quel carattere freddo e distaccato che aveva sempre
Goemon era soltanto uno schermo che nascondeva un giovane uomo pieno di
sentimenti sinceri e veri.
Una
persona molto rara si nascondeva dentro di lui, solo lei se ne era accorta,
nessun’altro mai se ci aveva fatto caso, ma soprattutto in così poco tempo. Per
questo da quel momento, per lui Esmeralda era diventata un soggetto
interessante.
L’aveva
guardata bene e aveva visto in quei suoi occhi profondi come il mare il peso di
una croce.
Una
croce che lei voleva a tutti i costi tener nascosta, ma nello stesso tempo aveva
visto una piccola e buona bambina alla ricerca disperata di un po’ di amore
dalle persone che da quando era diventata zingara tutti
disprezzavano.
Una
piccola bambina che non mentiva mai, che amava la vita e le semplici cose e
sapeva amare davvero.
Una
piccola bellissima bambina che non passava mai come una bellezza volgare o
profana ma come un dolce paradiso per gli occhi, un dolce paradiso ingenuo in
grado di provare veri sentimenti e di soffrire.
“Una
piccola creatura questa ragazza, ecco che cos’è. Anche lei nasconde una tenera
anima dentro di se, mostrando all’esterno uno scudo impenetrabile.” Pensava
Goemon.
Lei
dopo quella frase era rimasta zitta, con gli occhi un po’ spenti e
dall’espressione triste e frustrata. Ma l’arrivo di Jigen e Lupin cambiò subito
quell’atmosfera:
-Goemon!
Esmeralda! Che state facendo qui?- domandò confuso
Lupin.
-Duello
di spade.- rispose prontamente Goemon.
-Oh
davvero? E chi ha vinto?- chiese lui ingenuamente.
I
due si guardarono per un po’ senza saper cosa rispondere, poi intervenne
Esmeralda:
-Era…..patta!-
-Patta?-
disse Jigen.
-Si,
abbiamo smesso che non c’era nessun vincitore. Vero?- disse lei rivolto a
Goemon.
-Si
è giusto.- rispose prontamente lui.
-A
si? Hihihihi!- disse Lupin divertito.
-Mh,
già hehe!- Disse a sua volta Esmeralda un po’
impacciata.
-Comunque
volevamo informarvi che abbiamo trovato un nuovo obiettivo, se venite su vi
mostriamo i dettagli.- intervenne Jigen.
Successivamente
salirono su di sopra.
Andarono
in una stanza sotterranea dove c’era una sorta di piccolo laboratorio con le
armi un computer, delle mappe e tutto quello che occorreva per progettare un
furto a regola d’arte. Quando si furono sistemati per bene, Lupin iniziò a
illustrare la sua idea:
-Allora,
ho trovato una pietra che ha davvero un valore inestimabile! Si tratta ... della
Stella del Kurtisan!!! Hihihihii!-
-La
stella del Kuristan?- domandarono tutti.
-Già
… è un rubino di dimensioni gigantesche e in questo momento è esposto proprio
nel Kuristan a Diamond Town …- estrasse dalla tasca alcune foto del rubino
esposto dentro una vetrina ed era veramente una
meraviglia.
-Di
notte la sorveglianza è minore quindi è il momento perfetto per intervenire e
portare via il rubino. Ora tutto sta: nella tecnica, nell’abilità, nella
velocità e nell’invisibilità. Se riusciamo a mettere in pratica tutte queste
doti non avremo nessun problema, per questo ho deciso che l’azione principale,
cioè prelevare il rubino dal vetro, la effettuerà
Esmeralda!-
-Io????!!!-
disse lei sorpresa.
-Si
mia cara proprio te, hai tutte le capacità che ci servono, ti faremo fare un po’ di allenamento con
le mie attrezzature per affinare le tue tecniche anche se penso che te la
caverai benissimo!-
-Un
momento ma ci saranno gli infrarossi!-
-Si,
è per questo che ho detto che ti ci vorrà dell’allenamento, nonostante tu sia
gitana hai delle abilità da vera ladra
professionista!-
-Oh…-
rispose lei lusingata –Allora, il mio compito sarà calarmi giù dal tetto,
schivare gli infrarossi, aprire il vetro senza fare scattare l’allarme e
prendere il rubino.-
-Si,
ma non solo, dovrai sostituirlo con questo falso che ho creato appositamente
nell’eventualità in cui dovessero scattare gli allarmi.- così dicendo tirò fuori
dalla tasca una perfetta riproduzione del rubino porgendola ad Esmeralda, che lo
guardo incredula di una così perfetta riproduzione, tanto che si chiese a quel
punto cosa serviva rischiare per prendere l’originale se la copia falsa era così
identica, ma si ricredette subito pensando che se qualcuno poi l’avesse
analizzato e avesse scoperto che era falso durante il baratto sarebbero finiti
nei guai. Quei ricettatori erano delle vere volpi.
-Organizzeremo
una stanza in modo da ricreare più o meno le stesse condizioni che ci saranno
nella sala dove c’è il rubino forse un pelino più complicate da perfezionarti
ancor meglio per l’azione originale, con dei fili rossi creeremo i raggi
infrarossi, che tu dovrai scavalcare e schivare con gli occhi bendati seguendo
solo le mie coordinate, che poi tu dovrai cercare di memorizzare, so già come
sono disposti quei raggi, gli legheremo inoltre dei campanellini che ti
aiuteranno a capire se per caso tu ne scontrassi uno in modo da farti capire
l’errore e per darti la possibilità di correggerti e così
via.-
-L’idea
è buona.- disse Jigen.
-Quando
sarà il colpo?- domando Goemon.
-Fra
quattro giorni. Il terzo e il quarto ci serviranno per il viaggio e la
preparazione mentre gli altri due giorni mia cara Esmeralda dovrai sfruttarli
per riuscire a perfezionare le tue tecniche, pensi di
farcela?-
-Certo.-
-Salve
a tutti!- disse Fujiko entrando nella stanza.
-Questo
forse potrei anche non reggerlo …- disse Esmeralda appena vide la
ragazza.
-Oh
mia cara Fujiko guardati sei splendida!!! -Ihihihih!- disse Lupin baciandole la
mano.
-Solo
perché sono venuta qua per te! Ho sentito che avete puntato la stella del
Kuristan, sai caro vorrei tanto poterti dare una mano per prenderla sai?- disse
lei facendo la focosa.
-Oh
cara per prenderlo ho già dato l’incarico ad Esmeralda ma tu potresti tornarmi
molto utile Hihihih!-
-Cosa!?
Hai affidato il compito alla zingara????- disse lei
arrogantemente.
-A
quanto pare si.- rispose seccamente lei.
Fujiko
si voltò verso di lei guardandola arcigna e le si avvicinò tentando di
persuaderla, ma invano: –Cara questa non è una cosa di tua competenza, sarò io a
prendere il rubino per Lupin tu ti occuperai di
altro.-
-No
cara … ha già preso la sua decisione e dovrò anche seguire un durissimo
allenamento per effettuare il colpo alla perfezione, perciò penso che tu sia la
persona meno indicata per questa cosa, sarai tu ad occuparti di altro …. Non
io.-.
Ad
Esmeralda era talmente antipatica quella donna che non esitava a risponderle
arrogantemente e a dirle tutte le cattiverie che le passavano per la testa,
tanto che Fujiko in quel momento non seppe come controbattere così si rivolse a
Lupin:
Lupin
adesso solo perché ti si presenta una ladra esperta dal gradevole aspetto tu gli
affidi i compiti che spetterebbero a me?!-
-Non
devi invidiarmi, volendo potresti farti adorare anche tu …- intervenne Esmeralda
–vattene in India li saresti sacra.- concluse maleficamente lei.
Fujiko
si voltò indignata per l’umiliazione. Prese la sua roba e uscì fuori. Dopo
qualche secondo di silenzio, risero tutti quanti alla battuta di Esmeralda che
le era uscita davvero bene, anche Lupin rideva di guasto. Conosceva Fujiko e
anche se le piaceva a meno che non si fosse trovata in pericolo di vita il resto
che le si diceva a quella donna non lo turbava per
niente.
-Scusate
ma questa mi ci voleva proprio!- disse lei sospirando.
-Ti
è uscita proprio bene Esmeralda, certo che vi odiate proprio a morte!- disse
Jigen fra le risate.
In
effetti era vero, nemmeno Fujiko tollerava quella ragazza la vedeva come una
zingara malefica. Una strega. Pensava inoltre che lei volesse portarle via il
suo Lupin ammaliandolo col suo fascino gitano.
Mentre
invece ad Esmeralda non interessava minimamente.
-Allora
è deciso, da domani, voglio incominciare gli allenamenti!- disse lei
convinta.
-D’accordo, Jigen, vieni con me dobbiamo
incominciare a preparare la stanza così per domandi sarà pronta. Cominceremo
alle otto di mattina Esmeralda, fatti trovare qui per manca dieci, così avrai il
tempo di cambiarti e indossare la tuta apposita.-
-D’accordo,
io … ora salgo su a bere qualcosa, poi me ne andrò a casa, si sta facendo tardi
e devo ancora prepararmi qualcosa per la cena.-
Così
dicendo salì su per le scale mentre Lupin andò con Jigen nella famosa stanza
degli allenamenti. Esmeralda si fermò sulla scala girandosi verso Goemon che la
guardò a sua volta.
Lei
le fece un cenno con la testa per fargli capire di seguirla. Così lui le venne
incontro e salirono insieme su fin alla cucina, quando Goemon ebbe finito di
assicurarsi che erano soli le chiese:
-Perché
hai voluto che ti seguissi?-
Esmeralda
si versò della gazzosa nel bicchiere senza rispondere e senza girarsi, sospirò
un momento poi si voltò verso di lui:
-Volevo
chiederti se volevi cenare da me sta sera, credo di doverti delle spiegazioni e
vorrei anche parlarti … - disse lei seriamente.
Lui
non disse niente per un momento, poi accennò un piccolo sorriso annuendo,
Esmeralda fece lo stesso. Era felice che lui le avesse dato quella
risposta.
Arrivarono
a casa sua e lei si mise dietro alla stufa preparando un cibo giapponese,
sapendo che a Goemon piaceva più di qualunque altro tipo di cibo nazionale.
Parlarono del più e del meno per un po’ quando si sedettero a tavola, però, ci
fu un momento di silenzio e Goemon decise di chiedergli il motivo del suo
invito:
-Perché
mi hai chiesto di venire a mangiare da te?- chiese lui mentre infilzava con la
forchetta il cibo nel suo piatto.
Lei
prima di rispondere bevve un sorso d’acqua, poi
cominciò:
-Vedi
io credo di doverti parlare, ho tenuto nascosto anche troppe cose di me, tutti
quei misteri, quelle frasi lasciate a metà quegli sguardi strani non erano a
casa …. – li fece un pausa - … avevo paura, avevo paura a parlare, di
raccontare,di me, della mia vita, della mia orrenda avventura, di ciò che mi è
successo … non riuscivo a dire niente, ma poi mi sono convinta che facevo del
male a me stessa a nascondere tutto e a tenermi tutto dentro, così ho deciso …-
-Ascolta Esmeralda…- lo interruppe lui –Non voglio obbligarti a parlare, adesso
io comincio a capire il tuo comportamento misterioso e non devi assolutamente
delle spiegazioni …- -No …. Invece ne devo molte … ti va dunque di
ascoltarmi?-.
Goemon
annuì senza esitare, non tanto per l’accanita curiosaggine, ma perché le avrebbe
fatto piacere che la ragazza si sfogasse con qualcuno, e Goemon era più un tipo
fatto per ascoltare che per parlare …così Esmeralda cominciò a raccontare, la
sua vita:
-Un
tempo io vivevo in Messico, possedevo un vigneto, a
Nappa.
Vivevo
insieme ai miei nonni e a mia madre, la mia famiglia era tutto ciò che potevo
desiderare, erano meravigliosi, il mio buon padre era deceduto quando ero molto
piccola in un incidente mentre faceva il militare, non lo ricordo nemmeno,
mentre mia madre e i miei nonni li ricordo molto bene.
Ero
abbastanza ricca e vivevo tranquilla e felice insieme a loro, quando un giorno
conobbi Sean Ambrose … lui si presentò come un borghese di ceto molto alto ma in
realtà era … anzi è, un gheinster mafioso avente suo comando centinaia di
uomini.
Inizialmente
sembrava un uomo normale, ma poi si rivelò un pazzo!
Lo
frequentai per un po’ di tempo ma come amico, io non ho mai voluto avere uomini
perché a quel tempo non desideravo ancora sposarmi, lui però provava (almeno
credo) dei sentimenti per me, così un giorno mi chiese di sposarlo ma io
rifiutai, ovviamente respingendo la proposta cortesemente senza offendere, lui
sembrò non prenderla tanto male. Ma un giorno mentre ero fuori di casa … lui
diede fuoco a tutto il mio mondo … alla mia famiglia … alla mia casa … al mio
vigneto … e sparì dalla circolazione lasciandomi orfana, senza casa e povera ….
Distrutta per la perdita di tutto e di tutti mi spinse ad una scelta di vita
definitiva, avrei vissuto da zingara lontano da tutti senza mai più fidarmi di
nessuno e senza raccontare mai una parla, con nessuno, di quello che ho
vissuto.
Ma
così facendo, tutta la gente iniziò a vedermi come una strega ai tempi
medievali, meritevole di finire al rogo, così oltre a diventare una zingara poi,
cominciai a rubare, i giornalisti mi diedero un nome e diventai popolare. Col
tempo cominciai a disprezzarmi profondamente per tutto ma poi mi abituai
all’idea e pensai che in fin dei conti dopo tutto quello che avevo passato, era
la mia unica via di salvezza, e poi mi resi conto, che si può anche essere delle
ladre portando comunque una buona dose di onore e orgoglio sulle spalle … da
allora continuai a rubare nella speranza di rincontrare un giorno Sean Ambrose …
per fargliela pagare.- Nella sua voce si sentiva accennato un minimo di tremore
per la tristezza del ricordo di tutto quello che aveva pensato, ma aveva
mantenuto un ottimo temperamento evitando ogni genere di
sentimentalismi.
Goemon
era stupefatto. Non riusciva a credere che quella piccola ragazzina indifesa
avesse passato tutte quelle disgrazie, provò un forte rancore per se stesso per
come l’aveva giudicata e per quel pazzo di Sean che aveva distrutto la vita di
quella splendida ragazza.
-….
È incredibile Zoe, ora si spiega ogni cosa, mi dispiace moltissimo averti
giudicato così inizialmente …- disse lui davvero
dispiaciuto.
-Ma
ne avevi tutte le ragioni, io sono una ladra, e una zingara, e poi avendo in
giro un esempio di imbrogliona come Fujiko come si può biasimare la sfiducia? …
è logico-
-Quanto
tempo è passato da allora?-
-Sono
già passati 15 anni …-
-E
tu per tutto questo tempo ti sei tenuta tutto quando dentro di te senza parlare
con nessuno … fino ad adesso …- disse lui incredulo.
-Si,
ho trovato il coraggio solo oggi, quando abbiamo combattuto, ho visto qualcosa
in te che non ho mai visto in nessun altra persona … tranne la mia famiglia, tu
mi dai sicurezza, mi infondi una sensazione di un qualcuno su cui poter contare
senza ombra di dubbio, qualcuno che so che può essermi amico per la
vita!-
-Io
ti ho dato questa sensazione?-
-Si
solo tu! E bhè anche Lupin e Jigen li sento ormai un po’ come una famiglia anche
se li conosco da poco ma è quel genere di sicurezza che percepisci a pelle, e
questo su Sean non l’ho mai provato, nemmeno quando eravamo amici che non
sospettavo nulla su di lui.-
-Sai…
sei proprio una ragazza singolare Esmeralda, davvero ammirevole. Hai un coraggio
da leone e sei una persona onesta anche se ladra. Sai riconoscere il bene dal
male e ti accontenti di poco per vivere e sai voler bene davvero alle persone,
non ne esistono molte di persone come te, forse ci sei soltanto tu. Sei una
rarità Esmeralda, sii fiera di te!- disse lui
sorridendole.
-Ti
ringrazio.- le rispose lei sorridendogli a sua volta.
Ci
fu un momento di silenzio, interrotto soltanto dal rumore della bacchette sul
piatto fin che Esmeralda non gli porse una domanda:
-Sai,
tu e gli altri due ragazzi siete talmente popolari fra la gente, che non ti
chiedo nemmeno qual è il tuo passato perché lo conosco molto
bene.-
-Effettivamente
abbiamo una certa fama!- disse lui con un sorriso
sarcastico.
Ad
Esmeralda affascinava molto. Solo per il semplice fatto che era stata ben voluta
da lui e di aver trovato una sorta di piccola famiglia, il suo cuore si era
ricolmato di gioia dopo tanto tempo. Sorrise fra se e se. Era di nuovo
felice.
Goemon
notò che aveva assunto uno sguardo sereno e aveva capito che era felice, di
conseguenza lo fu pure lui per lei.
-Tu
pensi, che potrei riuscire a fare il colpo senza alcun errore?- gli chiese lei
cambiando discorso.
Lui
smise di mangiare un secondo alzando lo sguardo verso di
lei:
-Gli
allenamenti servono a questo.-
-Mh
… hai ragione … comunque ti devo ringraziare …-
-Di
cosa?-
-Di
avermi ascoltato e di aver accettato di venir qua a mangiare, ma soprattutto di
essere stato comprensivo nei miei confronti nonostante all’inizio ci siano stati
dei piccoli scombussolii.- disse lei sorridendo.
-è
stato un piacere.- rispose lui sorridendo a sua volta.
Ci
fu un momento di silenzio, compensato però da un lungo sguardo fisso negli occhi
da parte di tutti e due, davvero molto dolce.
Goemon
rimase incantato da quei meravigliosi occhi blu notte che lo avevano
completamente stregato . In quel momento lui pensò:
“com’è
bella quando sorride … è sempre splendida. Non smetterei mai di guardarla e di
ascoltare la sua voce dolcissima … non vorrei mai perderla di vista
…”
Lei
invece in quel momento pensò:
“Al
contrario di come pensavo all’inizio, è un uomo meraviglioso, non pensavo che
esistesse qualcuno in grado di sconvolgermi fino a questo punto … mi fa provare
un calore nel cuore davvero incredibile …”
Rimasero
così ancora qualche secondo fin che Esmeralda cominciando ad imbarazzarsi un
pochino abbassò lo sguardo.
Lui
si destò dall’incantesimo che lo aveva coinvolto e si alzò
dicendole:
-Io
… ora devo andare Esmeralda, è stato un piacere e la cena era
ottima.-
-No
grazie a te!-
-Ricordatelo
… tu sei una ragazza speciale, non dimenticarlo mai.- disse
lui.
Lei
sorrise abbassando un po’ il viso e gli disse –E tu sei più unico che
raro.-
-Buona
notte Esmeralda.-
-Notte
Goemon.-.
Chiuse
l’uscio, poi dopo essersi fermata un momento appoggiata alla porta a sognare,
andò a cambiarsi e a mettersi in camicia da notte, un grazioso vestitino lungo
azzurro che le delineava il sinuoso ed esile
corpicino.
Goemon
mentre tornava a casa sentì il bisogno di parlare con qualcuno, era la prima
volta che si sentiva così strano … Lupin?
Non
se ne parlava neanche! Lui che era un mezzo pervertito non gli sarebbe certo
stato di aiuto, considerando poi il fatto che sbavava per quella
ragazza.
L’unico
era Jigen che in quel momento dormiva, così cominciò a correre per raggiungerlo,
quando arrivò salì in camera sua a svegliarlo, e lui con tutta la finezza che
aveva rispose:
-Goemon
che diavolo vuoi?-
-Mi
serve che ti alzi un attimo ho bisogno di parlarti.-
-Goemon!
Non vedi che ore sono? Non possiamo parlarne domani??-
-No
adesso è importante, riguarda Esmeralda, anzi forse più me che lei … insomma se
ti alzi ne parliamo!-
-
…. Uff …………. Dammi il tempo di svegliarmi …-
-Grazie.-
Alla
fine decise anche di vestirsi, convinto ormai che tanto non sarebbe più riuscito
a prendere sonno.
-Allora
… di che si tratta? .. – chiese sedendosi sul letto.
Goemon
cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza, non era da
lui così nervoso e Jigen glie lo fece notare:
-Accidenti
Goemon! Non ti avevo mai visto così nervoso cos’è
successo?-
-
Umpf … è che … sono strano non capisco cosa mi succede, se non la vedo non mi
sento bene del tutto, quando la vedo mi sento bene ma allo stesso tempo mi sento
sconvolto, quando parla non finirei mai di ascoltarla non faccio altro che
pensare alla sua pelle diafana, al suo viso, agli occhi, i setosi capelli
lunghissimi fino in fondo alla schiena, le labbra vermiglie …- Jigen lo
interruppe –Goemon! Non ti rendi conto che ti stai rispondendo da
solo?-
-Che
cosa intendi?-
-Sei
innamorato.- affermò lui.
-Tu
credi? Come hai fatto a capirlo?- a quel punto Jigen scoppiò in una
risata.
-Accidenti
Goemon ma non è possibile che tu sia così cotto da non rendertene conto, ma non
lo vedi che ne parli come se fosse una Dea?-
Goemon
sospirò e disse –Si, hai ragione … Umpf …. Adesso io come faccio a …. …. Che
cos’è?- s’interruppe lui, -Cosa?- domandò Jigen disorientato, -Questo suono?
Sembra un’eco … non lo senti?-.
Jigen
mise una mano accanto all’orecchio destro per sentire meglio, ed effettivamente
giungeva a poca distanza dal covo dove si trovavano, una voce melodica, qualcuno
che cantava.
Si
guardarono un momento e a primo sguardo si intesero subito e senza dire niente
uscirono di corsa dal covo e corsero fino a pochi metri di distanza dalla casa
di Esmeralda, nascondendosi dietro a dei cespugli, era lei che
cantava.
Era
seduta sul tetto a guardare la luna piena che splendeva in cielo e nel frattempo
cantava una canzone.
-Allora
era lei che cantava, ma pensa… ha una voce talmente forte che arriva fino al
covo, però non da fastidio anzi è molto brava!- disse Jigen ascoltando bene la
sua voce.
-Aspetta,
fammi ascoltare … - Goemon
desiderava a tutti i costi ascoltare nota per nota e parola per parola la sua
canzone, cantata da quella voce che per lui era come il divino suono del vento
…
Queste
furono le parole che pronunciò, seguendo un ritmo lento e molto
romantico:
Se
te lo dico Ascolterai?
Rimarrai?Sarai qui per sempre?
Non te ne andrai
mai?
Non ho mai pensato che le cose potessero cambiare..
Tienimi
stretta …
Ti prego, non dire di nuovo Che te ne devi andare …
Un
pensiero amaro Li ho avuti tutti …
Ma li ho lasciati andare …
Tieni il tuo
silenzio È così violento …
Da quando te ne sei andato …
Tutti i miei
pensieri sono con te per sempre …
Fino al giorno in cui torneremo insieme
…
Ti aspetterò …
Se te lo
avessi detto Avresti ascoltato?
Saresti rimasto?Saresti qui per
sempre?
Non te ne saresti mai andato?
Non è mai stata la stessa cosa
…
Tutto il nostro tempo Sarebbe stato vano …
Perché tu dovevi andare
…
Il pensiero più dolce Li ho avuti tutti …
Perché ti ho lasciato
andare?
Tutti i nostri momenti Mi tengono al caldo …
Quando non ci sei
…
Terminata
la canzone si alzò dal tetto su cui era seduta, i suoi capelli volarono
leggiadri alle onde del vento, dopo non si vide più …
-Accidenti!
Bhè oltre ad essere un’abile ladra, è anche una cantante provetta! Potrebbe
farcelo un pensierino in tal caso si stufasse di rubare … dico hai sentito che
voce? Era sublime! Ehi! Goemon? … Goemon????-
Lui
non rispondeva, era rimasto immobile guardando fisso il posto in cui era stata
seduta fino a quel momento cantando quella canzone di cui si ricordava ogni
parola che aveva pronunciato, tanto era bella …
Goemon?
GOEMON?? TI DECIDI A DIRE QUALCOSA??-
Lui
si destò come da un sogno e tutto confuso disse parlando a vanvera –SI! SI!
PENSO CHE PRIMA O POI LE DIRò QUALCOSA!...-
Jigen
lo guardò stupefatto … non aveva capito una parola di quello che gli aveva
detto, ma fece finta di niente, in fin dei conti era troppo innamorato per
capire tutto il resto.
-Jigen
.. hai sentito che roba? … era divina …- disse con la testa fra le
nuvole.
-Si
Goemon ho sentito ma adesso torniamo al covo è tardi, comunque io penso che non
ci siano dubbi, sei stregato da quella ragazza, su coraggio adesso alzati!-
disse tirandolo su per le spalle.
Goemon si lasciò tirar su di peso e spingere da dietro per camminare. Continuava a guardare la casa di Esmeralda dicendo completamente infatuato: – Sublime ….. incantevole …. era … è incredibile … - non era mai stato così imbambolato come quella notte, chissà, se le cose da quella notte, avrebbero preso una svolta particolare …