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Autore: _Discord_    23/05/2014    4 recensioni
Tutti i pony di Equestria hanno dei demoni interiori da combattere ogni giorno. Ma quello della giovane Trixie sembra avere spesso la meglio su di lei. E quando il tuo demone ha la meglio, c'è solo una forza in grado di sottrarti alla follia...
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pinkie Pie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Potente come l’amicizia
 
 
 
 
La grande e potente Trixie si massaggiò le tempie con gli zoccoli, concentrata. Doveva appellarsi ad ogni briciolo di energia magica presente nel suo corno per quell’esercizio, ne andava della sua reputazione.
- Ammirate! – esclamò solenne – solo per voi, stasera la grande e potente Trixie si esibirà nell’incredibile numero dei Vasi Fluttuanti!
Il suo corno si illuminò di magia e in un attimo il primo dei quattro recipienti che aveva davanti a sé galleggiò in aria, sollevandosi ad alcuni metri da terra.
Lo sguardo della pony era fermo. L’acqua del vaso si increspò leggermente senza versarsi, mentre faceva levitare il secondo recipiente poco più sotto.
Il numero consisteva nel travasare il liquido dal primo al secondo vaso, che era stato munito di due fori distanziati sul fondo. Gli zampilli che ne sarebbero usciti avrebbero riempito gli altri due contenitori e, tramite la magia, l'acqua sarebbe stata rispedita nel vaso iniziale, creando un circolo infinito.
Conscia di avere gli occhi di tutto il pubblico puntati sul suo spettacolo, la pony sistemò i contenitori alla posizione stabilita e inclinò quello pieno con la magia: l’acqua scivolò con grazia, spandendo per la stanza un gradevole sciabordio. Ora arrivava il pezzo più difficile.
Qualunque unicorno avrebbe avuto difficoltà a far levitare tutti quegli oggetti contemporaneamente, ma lei doveva applicare un incantesimo di levitazione separato sull’acqua stessa, affinché il numero riuscisse.
Con la lingua tra i denti pronunciò la magia e il liquido nei vasi brillò per un istante…
Poi all’improvviso le sue forze vacillarono e il rumore di cocci infranti le parve simile ad un tuono, nel silenzio della stanza.
Le lacrime della puledra si aggiunsero all’acqua che lentamente si spandeva sul pavimento e Trixie si voltò verso la platea, piena di imbarazzo.
Il vuoto della sua camera da letto risuonava delle risate dei pony immaginari che la riempivano fino a qualche istante prima e il loro disprezzo la travolse come se fosse stato reale.
In un impeto di rabbia si avventò contro la sua scrivania, ribaltandola: tutti i tomi magici si inzupparono di acqua, le boccette di inchiostro si infransero e il portaritratto con la sua foto autografata venne incenerito da un fiotto di magia distruttiva.
Aveva fallito. Di nuovo.
Lei, la grande e potente Trixie, incapace di un banale trucchetto da circo. Quando là fuori Twilight Sparkle stava sicuramente compiendo qualche prodigioso studio sull’origine dell’universo, sotto l’influenza della Principessa stessa.
- Al diavolo – sbottò esasperata.
Al diavolo i loro studi, al diavolo la loro magia, al diavolo tutti!
Diede un calcio alla scrivania ribaltata con una delle zampe posteriori, ricavandone solo una nuova ondata di dolore. Almeno quello era solo fisico.
Quando lo posò nuovamente a terra, però, lo zoccolo le diede una fitta talmente forte che zoppicò fino al bagno, dove teneva gli antidolorifici.
Fuori pioveva. Dal cielo grigio scendeva una pioggerella incolore e insignificante. Proprio come lei.
Chiuse la finestra, borbottando contro i pegaso che non facevano il loro dovere.
Quando si voltò, il grande specchio del bagno le rimandò il suo riflesso. Avvicinandosi, Trixie vide una giovane pony azzurra, fradicia di acqua, di lacrime e di frustrazione; ogni suo tratto le ispirava debolezza, dalla punta della coda a quella del naso. Odiò quell’immagine. Quella non era lei. Lei era la grande e potente Trixie, maga prodigio e prossimo luminare di Equestria nel campo della magia applicata!
Proprio mentre pensava questo, lo sguardo le cadde sul Cutie Mark: una mezza luna e una bacchetta magica a forma di stella. 
Forse aveva sbagliato tutto. Forse la sua natura era quella di vagare tra le stelle e la luna, nell’universo: un universo freddo e inospitale, fatto della derisione del mondo.
Nello specchio la sua immagine prese a deformarsi: sulla liscia superficie ora compariva una pony dal manto scuro e gli occhi rossi, la criniera grigia come la cenere e lo sguardo ardente; quando alzò lo sguardo, Trixie si trovò davanti, ancora una volta, il suo Monstro, il suo lato oscuro.
- La grande e potente Trixie – rise il riflesso – non ho mai visto niente di più patetico negli ultimi mille anni…
- Silenzio! – intimò Trixie, battendo lo zoccolo sul vetro – non è colpa mia se non riesco…
- A fare cosa? A lanciare gli incantesimi più semplici? A conquistare le attenzioni e l’amore degli altri? Ad avere amici?
Le sue lacrime ripresero a sgorgare a fiotti, ne sentiva il sapore salato in bocca. Sapore che il Monstro adorava.
- E’ solo colpa tua, Trixie. Sei un’incapace nata e tutto il tuo allenamento è patetico oltre che inutile. Non puoi cambiare ciò che sei…
- Cosa sono? – mormorò la puledra, abbassando lo sguardo a terra.
- Sei una creatura debole. Sei la vergogna di chiunque ti stia accanto...
Trixie si morse il labbro e scivolò a terra con la testa tra gli zoccoli.
- Basta, tutto questo non è reale...
- Debole! Debole! Vergogna! Debole! – urlava il Monstro, martellante.
- Basta… Basta… - sussurrava lei, disperata.

Un improvviso rumore di zoccoli alla porta la fece voltare di scatto.
- Che c’è? – urlò insieme al suo riflesso, la voce distorta.
- Trixie? Sei lì? Ovvio che sei lì! Ti sento! – urlò una voce fastidiosamente acuta dalla strada.
La pony si asciugò gli occhi e diede le spalle al Monstro, che digrignava i denti, minaccioso.
Quando aprì la porta, un turbine rosa la investì entrando in casa, lasciandola senza parole.
- Ti ho portato un muffin! – urlò di gioia Pinkie Pie, saltellandole attorno – Mi sono detta, una giornata piovosa come questa è perfetta per una festa! Quindi ho chiamato tutti i miei contatti e abbiamo ballato, mangiato, giocato e poi di nuovo mangiato, ma alla fine Applejack si era bevuta talmente tanto sidro che era diventata tutta verde, così – e la sua faccia assunse una sfumatura smeraldina – quindi ho pensato che i muffin sarebbero stati di troppo, ma poi mi sono detta: “Pinkie Pie, i muffin non sono MAI troppi” e allora ho pensato che magari qualcuno là fuori…
Trixie era rimasta lì, con gli occhi sgranati. Conosceva a malapena quel buffo pony color confetto che le saltellava attorno, faceva parte della combriccola di Twilight Sparkle. Dopo qualche secondo, però, la sorpresa che le aveva tenuto a freno la lingua venne meno e decise di interrompere quel fiume di informazioni non richieste.
- Ascoltami…
- … Ma poi mi sono detta “Pistacchio e marmellata e la torta è assicurata!”. Nonna Pie lo diceva sempre e non sia mai che io butti una torta, quindi…
- Stammi a sentire, io non…
- …ma come potevo sapere che lo zucchero venisse dalle piante, scusa! Hai visto mai piante a forma di zolletta? Non ha un briciolo di senso, ed è per questo che è così interessante, anche se secondo me…
- FERMATI UN SECONDO, PER AMOR DI EQUESTRIA! – strepitò l’unicorno e Pinkie Pie si bloccò a mezz’aria, congelata.
Nei momenti di assoluto silenzio che seguirono, Trixie si domandò, nell’ordine, come diavolo facesse quel cavallino rosa a fluttuare a mezzo metro da terra senza l’ausilio della magia, come fosse possibile che quell'uragano fosse piombata a casa sua senza essere stata invitata e quale mezzo usare per farla uscire.
Pinkie la guardò con curiosità, poi sorrise.
- Hai ragione, ho esagerato – disse allegra, toccando finalmente il suolo – avevi detto un secondo e io sono rimasta lassù quasi per dieci. E’ comprensibile che tu sia arrabbiata! Ma io ho la soluzione!
Si frugò nella borsa e ne tirò fuori uno splendido muffin, rosa esattamente come il suo manto.
- Ta-dah! – urlò, alzandolo in aria come un trofeo.
Trixie fece per replicare, ma tanto bastò perché l’altra le spingesse il dolce in bocca, soffocandola per metà.
- Allora? Ti piace? L’ho fatto io! Non trovi che sia il muffin più muffinoso nella storia dei muffin? E poi è rosa, non potrebbe essere più perfetto!
Di nuovo, l’unicorno aprì la bocca per lanciarle qualche insulto, ma si rese conto di non esserne in grado. Il sapore del dolcetto non era paragonabile a niente che avesse mai assaggiato prima: dolce, gustoso e fragrante. Trixie venne invasa da un piacere genuino di appagamento che non provava da troppo tempo.
Mentre masticava, la pony di terra saltellava in giro, curiosando dappertutto.
- La tua stanza da letto è un disastro! – esclamò, sinceramente sorpresa – Mi piace! Ricorda la mia camera, anche se io non ho foto di me stessa in posa, né tutti quei libri, né tutto quel bianco sulle pareti...
Trixie si era mossa per fermarla, ma Pinkie Pie era ad un passo dal bagno, là dove il Monstro aspettava, arcigno.
- No! – disse l’unicorno sbarrandole la strada e chiudendo la porta – è… occupato!
- Oh! Giusto! – rispose l’altra, semplicemente – mi sembrava di avere visto qualcuno dentro, volevo salutarlo!
- Chi hai visto? – chiese l’unicorno, terrorizzata.
- Me, ovviamente! – rise Pinkie Pie – Devi avere uno specchio enorme, riuscivo a vedermi tutta quanta per intero! Non se ne trovano più di specchi così o almeno così mi hanno detto quando ho rotto l’ultimo che avevo comprato per…
Mentre la pony ricominciava a farneticare, a Trixie sfuggì un sorriso. Forse era stato il muffin, o forse la sua ospite era davvero l’Elemento della Risata come dicevano, ma la sua presenza, nonostante la mettesse vagamente a disagio, le donava un vago senso di serenità. Il suo sorriso non passò inosservato, comunque.
- Vero che è divertente? Anche io ho riso tanto, quando me l’ha detto! – concluse Pinkie Pie, soddisfatta.
- Ascolta, tortina rosa, io… Io ti ringrazio per il muffin, ma stavo… facendo pulizie, hai visto in che stato è la casa, quindi...
- Aaaah, chi ha tempo per le pulizie? Aspetta non rispondermi, lo dirò io: non tu!
La puledra rosa aveva appena iniziato a spingerla con la testa verso la porta.
- Fuori piove, Pinkie Pie, non voglio uscire!
- Sciocchezze! Ha smesso di piovere duecentoquarantacinque secondi fa! Ora ci sono solo le pozzanghere! Scommetto che riuscirei a trovare la più profonda prima di te! Ma non vorrei che ti sporcassi i vestiti, quindi…
Fulminea, addentò la cappa e il cappello dell’unicorno e li lanciò su una poltrona, facendoli atterrare perfettamente piegati.
- Scommetto che la grande e potente Trixie ha dei metodi segretissimi per trovare le pozzanghere più profonde e io non vedo l’ora di vederli – aggiunse poi, facendole l’occhiolino.
Trixie la guardò dritta negli occhi. Non la stava prendendo in giro. Poi sorrise di nuovo.
- La grande e potente Trixie acconsente! Ma solo per mezzora, ho ancora numerosi esercizi da perfezionare – proclamò con sussiego, avviandosi finalmente verso l’uscita.
- Oky-doky-loky! – esultò Pinkie Pie.
Poi, un attimo prima di raggiungere la sua nuova amica all’esterno, la pony rosa si voltò verso il bagno e tirò fuori la lingua, esibendosi in una lunga e sonora pernacchia, per poi chiudersi dietro la porta.
Dall’altra parte dello specchio, il riflesso oscuro del Monstro ringhiò, sconfitto, mentre lentamente svaniva nel nulla...
  
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