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Autore: Life_is_a_fight    23/05/2014    1 recensioni
Quanto è difficile non cadere nell'oblio a sedici anni, penso sia impossibile, ogni adolescente attraversa un periodo buio nella propria vita ed io da brava ragazza ci sono appena entrata dentro come un aeroplano che si ritrova nel bel mezzo dell'occhio del ciclone. È quasi come stare sulle montagne russe con tutti i tuoi amici a bordo; sì, è vero ci sono continui alti e bassi ma nonostante la nausea vai avanti perché al primo posto del vagone, proprio accanto a te c'è lei, l'unica persona a cui affideresti tutta la tua vita a quest'età, la tua migliore amica.
Ma immaginate per un solo momento che quel posto sia vuoto e ad ogni curva non c'è più una mano da stringere... Beh, io così sono caduta nell'oblio!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4:
Il week-end è finalmente arrivato. Amo il week-end, sono gli unici due giorni in cui i miei genitori mi lasciano fare quello che voglio.
Ma questo venerdì non mi sono organizzata, sono stata talmente tanto impegnata nello studio e nel pensare a Nina che proprio non mi è passato neanche per la mente decidere che fare il venerdì sera.
Scelgo di sdraiarmi sul divano e vedere qualche episodio di America’ s next top model quando sento il mio iphone vibrare, lo prendo e leggo un messaggio:
“Ciao romana, ti va di uscire un po’ ? Non puoi dirmi di no dai ! Se no mi costringi a svelare i tuoi segreti …. Allora ?     Davide.”
Tremendo. Non so perché ma quando leggo queste parole mi si apre un sorriso sul volto, non so se andare sinceramente; in fondo non lo conosco, però è stato così carino con me.
“Ciao triestino, via tuscolana 134,   c’è un pub dove vado sempre. Ore 21.30. Puntuale !   Caterina.”
***
Sono già con 10 minuti di ritardo, esco velocemente dalla metro e corro verso il locale. Sono nervosa, ho paura che lui non sia all’altezza delle mie aspettative, non che le mie aspettative siano alte solo che… La verità è che a me serve uno come Nico. Ma mi serve davvero ? Forse mi sto fissando troppo, forse è destino che lui stia con Viola… Da oggi in poi me lo devo togliere dalla testa, migliori amici e basta.
D’un tratto lo vedo, è lì, seduto su una sedia fuori dal pub e mi sta aspettando. Ha un’aria più affascinante del solito, con quella camicia blu che gli evidenzia i bicipiti e la giacchetta nera è davvero bellissimo; non come me che invece ho un semplice paio di jeans a vita alta, delle ballerine rosse, una camicetta bianca a fiori rosa e una giacca rossa.
Mi viene incontro, e mi saluta con due baci sulla guancia. Appena i nostri zigomi si toccano vado in fiamme, è vero! Ma è diverso… diverso da come mi tocca Nico. Ecco ci risiamo, di nuovo a pensare a lui… Basta!
Appena ci sediamo al tavolo ordiniamo, io una birra e lui un cocktail dal nome strano che non so neanche pronunciare. Parliamo per un po’ di lui, di me, della scuola e costantemente tengo una postura rigida e uso un linguaggio poco dialettale; questa cosa mi snerva, non sono me stessa così, insomma con Nico parlo liberamente, dico e faccio delle cose tremende senza vergognarmi e senza aver paura di essere giudicata come una pazza.
Si nota la differenza di età tra me e Davide. Mentre parla, lui pensa già al futuro, a quello che vuole fare tra due anni mentre io… io non sono neanche sicura di cosa mangerò domani mattina a colazione !
Lui avvicina la sua sedia alla mia e mi posa una mano sul ginocchio, faccio finta di niente e continuo ad ascoltarlo mentre parla della fotografia. Ama fare le foto, si è appassionato a questo hobby quando aveva solo 9 anni perché la mamma è una fotografa, ma chissà perché, se provo a fargli delle domande su di lei lui cambia subito discorso.
Sento squillarmi il telefono e leggo sul display: Step.
Step sta per Stefano, il migliore amico di Nico. Loro due si conoscono da quando hanno più o meno 3 anni e da allora non si sono mai più separati, stanno sempre insieme e devo ammettere che della comitiva di Nico è l’unico che mi sta realmente simpatico.
Rispondo e sento la sua voce preoccupata.

  • Cat, ti prego corri qui, abbiamo fatto un casino… Nico sta ridotto malissimo. Ti prego, non so che fare –

  • Step dove siete ? Vi raggiungo subito.-  dico io ansimando.

  • Stiamo a Villa Lazzaroni, sbrigati ti prego ! – dice lui riattaccando velocemente.

Chiudo il telefono e mi alzo in piedi. Nico sta male, è in pericolo, ha bisogno di me. Non lo posso abbandonare, ne ora ne mai ! Lo amo… perché lo amo così tanto da non resistergli, da dare la vita per lui pur di vederlo felice e contento. La verità ?
È che sono una stupida perché so di non essere ricambiata eppure senza neanche accorgermene sto correndo verso la metro per raggiungerlo.
Corro con tutta la forza che ho in corpo, ma il mio fisico non ce la fa… Il mio cuore non ce la fa, sento già una leggera tachicardia. Mi fermo per qualche secondo per riprendere fiato ma lui ha bisogno di me, non mi interessa di star male… Devo raggiungerlo.
Dietro di me in metro appena prima che si chiudano le porte dei vagoni entra Davide. Mi ero quasi dimenticata di lui, non avevo riflettuto quando mi sono alzata dal tavolo lasciandolo da solo senza una spiegazione.

  • Cat tutto bene ? – mi dice avvicinandosi.

  • Nico… è successo qualcosa a Nico – rispondo balbettando.

  • Tranquilla, ora lo raggiungiamo e sistemiamo tutto okay ? –

Sistemiamo tutto, questo dovrebbe includere anche lui ? Non capisco, perché gli interessa tanto di Nico… Insomma da quanto ho visto l’altro giorno a ricreazione non si stanno proprio simpatici.
Mi stringe forte tra le sue braccia per tutto il tragitto in metro e mi sento sicura, protetta come se con lui non mi potesse accadere niente di brutto però non riesco a smettere di pensare a Nico e a cosa gli sarà successo.
Non appena giungiamo a destinazione mi catapulto fuori dalla metro, dietro di me Davide. Sento un forte calore che mi pervade tutto il corpo, mi ha appena stretto la mano. Mi giro verso di lui e mi sorride, io ricambio diventando tutta rossa in viso. Non è il momento adatto per pensare a queste cose. Stringo ancora di più la sua mano e lo tiro per accelerare il passo e lui mi segue.
All’entrata di villa Lazzaroni vedo un gruppo di ragazzi intorno ad una panchina e corro verso di loro.
Lo vedo. La faccia e la maglietta piena di sangue, mi faccio spazio tra gli amici di Nico e scoppio in lacrime. Che diamine sarà successo ? Tiro fuori un po’ di fazzoletti dalla borsetta e li bagno nella fontana vicina per ripulirlo un po’ dal sangue secco che ha su tutti gli zigomi.

  • Cat, noi non volevamo chiamarti ma lui non faceva altro che urlare il tuo nome prima… -  sbotta  Step.

Non dico nulla, l’unico pensiero che mi viene in mente è che ha gridato il mio nome e questo mi fa sentire davvero soddisfatta.

  • Mi spiegate che è successo ! – dico io nervosamente.

  • Erano 7 ragazzi del quarto, sono venuti qui per rompere, erano ubriachi e hanno cominciato a parlare di… - Step non finisce la frase.

  • A parlare di ? Finisci ‘sta frase ! – rispondo urlando

  • Di te… Stavano parlando di te per provocarmi e mi sono buttato su Andrea Lombardi che diceva di volerci provare con te… - interviene Nico.

Ero io ? La causa di questa rissa ero io ? Insomma perché gli dava tanto fastidio se parlavano di me, infondo io potevo essere sua ma lui ha preferito Viola cosa vuole ora ?
Per la rabbia gli do uno schiaffo sulla testa, poi lo guardo e lo abbraccio scoppiando in lacrime.

  • Sei un vero cretino lo sai ? Ho sempre detto che hai un solo neurone funzionante e mi sbagliavo non funziona neanche quello ! – dico io tra un singhiozzo e l’altro.

  • Forse è il caso di portarlo a casa, io abito qui vicino prendo la macchina e vi accompagno io – interviene improvvisamente Davide.

Alzo gli occhi per guardarlo ma non faccio in tempo, lui si è già voltato per andare… Lui è sempre stato qui, a vedere… cavolo !
 
Dopo all’incirca mezz’ora sento suonare il clacson di una macchina, mi volto verso la strada e vedo Davide dentro una punto bianca. Mi faccio aiutare da Step per portare Nico in macchina; come se non bastasse ora mi tocca un viaggio insieme a Nico e Davide, non che mi imbarazzi ma date le circostanze non mi sembra una delle cose migliori…
Allo  stereo parte Tu sei lei di Ligabue. Non ci credo, anche qui ! Nico si gira verso di me e mi sorride mostrando i denti ancora sporchi di sangue. Divento tutta rossa in volto e giro la testa verso il finestrino per non guardarlo. Mi fa male ascoltare questa canzone e quasi mi viene da piangere ma non voglio dargli questa soddisfazione quindi trattengo le lacrime e tiro fuori la faccia con l’aria più sostenuta che riesco a fare, cercando di essere il più credibile possibile !
***
Finalmente siamo arrivati a casa di Nico. Prendo il suo giacchetto e cerco le chiavi del cancelletto per entrare nel suo giardino così possiamo parcheggiare dentro facendogli fare meno strada possibile…
Sono io la prima ad entrare in casa e Monica, la mamma di Nico ancora non sa nulla dell’accaduto…
Sento qualcuno scendere dal piano di sopra. Nico ha una casa bellissima: su tre livelli con giardino e piscina… Meravigliosa !

  • O mio Dio ma che ti è successo tesoro ?-  chiede preoccupatissima Monica.

  • Il deficiente ha fatto a botte con uno del quarto due volte più grande di lui ! – intervengo io

  • Cosa ? E perché scusa ? – risponde lei.

Nico mi guarda ma rimaniamo tutti in silenzio. Quello sguardo mi ha detto tutto… I suoi occhi mi dicevano  ero geloso di te okay ? e i mie rispondevano okay.
 Lo portiamo nel salone e gli medichiamo le ferite. Ora sta bene, è al sicuro ma non voglio comunque lasciarlo. Voglio restare con lui.
Ora è sdraiato sul divano con del ghiaccio sulla faccia mentre la mamma, che è infermiera, gli prepara la crema da mettere sulle contusioni; io invece sono inginocchiata per terra accanto a lui e gli stringo la mano, poggio la testa sul suo braccio e sento la stanchezza che mi entra dentro mentre l’adrenalina se ne va… Cado nel sonno.
***
Una mano si poggia e mi alzo di scatto, mi giro e vedo la mamma di Nico.

  • Tesoro ora puoi tornare a casa, grazie per quello che hai fatto e ringrazia anche il tuo amico okay ? Ah …. E tranquilla, ho avvertito io i tuoi che stavi qui, gli ho detto che appena avevamo sistemato tutto tornavi a casa. Salutameli – dice Monica sorridendo, quasi come non fosse successo nulla, ma infondo chissà quanti ragazzi così avrà medicato.

  • Aspetta, Davide è ancora qui ? –

  • Si, è fuori in giardino… Ti sta aspettando, vai ! E buonanotte Cate –

Mi ha davvero aspettata ? Okay… Sono due le opzioni: o è uno stolker o è il ragazzo perfetto ed io non lo merito…
Mi avvicino a lui.

  • Ehy, la mamma di Nico ti ringrazia tantissimo e… anch’io. Grazie di essere rimasto, non eri tenuto a farlo-

  • Volevo farlo, non sono il tipo che si tira indietro davanti alle difficoltà- risponde lui con un’aria davvero molto seria.

  • Mmm… Scusa, sono molto stanca. Torno a casa…- dico io sbadigliando.

  • Aspetta…-  dice afferrandomi un braccio. – Abiti qui vicino giusto ? Ti accompagno io a piedi, non mi va che vai da sola –

Sento che sto diventando tutta rossa in volto, sorrido e annuisco con la testa.
Per tutto il tragitto non parliamo, ogni tano mi butta un’occhiata ed io altrettanto.
Arrivati sotto casa mia, mi sorride e dice:

  • Beh, non era proprio la serata che mi aspettavo però va bene così-

  • Mi dispiace di come sia andata, mi dispiace di non essere stata molto con te ma… -

  • Ehy, tranquilla. Facciamo che mi devi un’altra uscita e siamo pari che ne dici ? –

  • Dico che mi sembra giusto – concludo io sorridendo.

Allora sento le sue mani sui mie fianchi e mi avvicina a sé per darmi un bacio sulla fronte. Restiamo così per un po’, poi lui si allontana dicendo che è ora di andare ma io rimango ad occhi chiusi… Quando li riapro vedo che sta già in cammino per allontanarsi da me.

  • Buonanotte, romana – dice infine, mentre se ne va.

***
Mi butto nel letto, prendo il telefono in mano per chiamare Ni… Ah giusto, non posso chiamare Nina e raccontarle, non più ormai. Ecco che di nuovo un senso di solitudine mi pervade e mi fa scoppiare in lacrime… Mi manca, mi manca tantissimo…

  
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