Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: OfeliaMontgomery    23/05/2014    2 recensioni
Il mio nome è Tiffany Rose e il giorno di Halloween ho perso tutti. Ho perso una madre dolce e apprensiva, una piccola sorellina giocherellona che amavo tanto e un padre protettivo che sarebbe andato contro tutti e tutto pur di proteggermi. I miei amici, Lola dolce e ingenua e Ryan forte e sempre con la battuta pronta. Se stavi male cercava in ogni modo di tirarti su di morale. E ora non ci sono più, sono tutti morti. Sono rimasta sola con l’altra mia sorella minore, l’unica che sono riuscita a salvare in quel maledetto giorno.
Quel giorno che tutti avevamo atteso con ansia si è trasformato in una carneficina vera e propria. I mostri camminavano in mezzo a noi. Quella notte i morti viventi, quegli zombie hanno attaccato ogni forma di vita distruggendola. Si sono nutriti di persone innocenti. Hanno infettato con il loro morso molte persone, trasformandole in zombie. E hanno ucciso, mangiato, squartato tutti, compresa la mia famiglia e i miei amici.
Nessuno sa il motivo di questa invasione, nessuno sa da dove sia potuto iniziare il virus. Per adesso l’unica mia preoccupazione è portare al sicuro mia sorella Alice. Il più lontano possibile dalla città.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


– Jason abbiamo un problema con due zombie alle recinzioni – gli spiegai mentre stendevo dei panni.
Jason annuì e prendendo la sua balestra, salì sulla scala che portava alla divisoria dalla fattoria al resto del posto. Eravamo riusciti a portare con un camion delle lamiere di acciaio, alte più o meno due metri e le avevamo impiantate nel terreno per formare una recinzione. Di fronte ad ogni lamiera avevamo messo tante ruote motrici abbastanza grosse per farsi si che se li zombie dovessero spingere per poter entrare, non riuscirebbero a muovere niente per il troppo peso. Per uscire da lì, avevamo costruito una porta di ferro che si poteva trascinare a destra o a sinistra.
Da quando aveva creato quella recinzione, gli zombie non erano mai riusciti ad entrare nella fattoria. Per la città avevamo messo dei cartelloni con su scritto la strada per arrivare alla fattoria, in caso volessero vivere un po’ in tranquillità. Alice ed io avevamo fatto scorta di ogni cosa, dal cibo ai vestiti. Ed infine avevamo messo apposto il fienile con cuscini, coperte e tutto il necessario perché adesso ci viveva della gente che era riuscita a salvarsi e a venire alla fattoria.
Guardai Jason mentre colpiva gli zombie e infatti non mi accorsi dell’arrivo di mia sorella che mi saltò sulle spalle.
– Ciao Tiffany – disse contenta scoccandomi un bacio sulla guancia.
– Ti sei appena svegliata? – le chiesi, baciandole una tempia.
Lei annuì scendendo dalle mie spalle e stiracchiandosi – Ancora zombie? – chiese a Jason quando fu sceso da la sopra.
– Sì, dopo dovrò andare a riprendermi le frecce e ci toccherà bruciare gli zombie come sempre – rispose portandosi la balestra sulla spalla.
Senza dire nient’altro andammo in casa dove Hannah e Regina stavano preparando il pranzo insieme a Jennifer e Tom - marito e moglie, arrivati da poco alla fattoria -, invece Leroy stava uscendo dalla casa con un vassoio pieno di mangiare per quelli rimasti nel fienile-casa.
– Tiffany oggi è Natale, possiamo almeno addobbare un albero? – mi chiese Alice accarezzandomi un braccio e mettendomi il broncio. Quel vizio proprio non voleva scomparire.
Erano passati esattamente cinquantacinque giorni dall’inizio dell’epidemia ed era da cinquantatre giorni che vivevamo in quella fattoria, avevamo avuto molti problemi con quattro psicopatici, aveva perso Sarah, ma alla fine ce l’avevamo fatta. Eravamo ancora vivi e stavamo cercando di vivere questa nuova vita - orribile ovviamente -, ma cercavamo comunque di adattarci.
– Si certo, gli addobbi che siamo riuscite a prendere li ho messi in soffitta – le risposi, dandole un bacio sulla testa. Lei annuì e girando i tacchi, corse al piano di sopra per poi salire in soffitta a prendere gli addobbi.
– Il pranzo di Natale è quasi pronto, non sarà come quelli passati, ma l’importante è che siamo ancora tutti vivi – disse Jennifer, tirando fuori dal forno due polli arrosto con le patate.
– Si è vero – disse Regina passandomi un po’ di piatti che andai ad adagiare delicatamente sul tavolo in salotto. Avevamo spostato un po’ l’arredamento della casa, avevamo spostato i divani e li avevamo messi uno di fronte all’altro così da lasciare spazio dietro per il tavolo da pranzo. Infatti così era stato. Per le camera da letto invece fu un po’ più difficile, Alice si trasferì nella nostra camera, per lasciare l’altra stanza con il letto più grande ai due sposini. Hannah e Regina fecero stare nella loro camera anche Leroy invece per le due sorella Pike toccò la stanza un po’ più piccola ma per loro andava bene.
Le altre persone che erano arrivate alla fattoria, le avevamo messe nel fienile. C’erano abbastanza letti - forse venti - e di sicuro non stavano stretti, avevamo messo dei divisori per i letti, creati con delle tende appese su dei fili che partivano da una parete e finivano in quella opposta. Così avevano un po’ di privacy. Ovviamente il bagno se lo facevano in casa perché lì purtroppo non c’era.
Io e Jason stavamo pensando anche di prendere dei capanni di legno per le persone che volevano stare da sole, ma il problema più grande erano come sempre gli zombie. Il negozio in cui c’erano i capanni era pieno di zombie ed andare in due era impossibile. Ma qui erano tutti terrorizzati dall’idea di uscire di nuovo da lì, quindi ci toccava fare tutto noi: io, Alice, Jason, Hannah, Regina e Leroy. Ogni tanto venivano anche Jennifer e Tom, ma raramente.
Sentimmo Alice correre giù per le scale come una pazza, era felice di poter fare l’albero, almeno così sembrava che tutto fosse normale. Si faceva l’albero di Natale, come ogni anno, senza pensare a niente. Invece non era proprio così perché io non riuscivo a stare calma anche con le recinzioni ma cercavo in tutti i modi di non darlo a vedere, soprattutto ad Alice.
– Posso scegliere io l’albero? – chiese uscendo di casa con lo scatolone in mano. La seguii a passo svelto, perché sembrava stesse correndo, da quanto andava veloce.
– Alice non correre – dissi correndole dietro, fino ad arrivare al suo fianco.
Alice rise poi appoggiando a terra lo scatolone, scelse il pino al centro perché quello sulla destra era troppo grande e quello sulla sinistra era troppo piccolo. Quindi quello al centro andava più che bene.
Iniziammo ad addobbarla con delle palline colorate, fiocchettini e piccole ghirlande che avevamo trovato nello sgabuzzino di un negozio, quando all’improvviso sentimmo il rumore di ruote contro la ghiaia, qualcuno stava arrivando alla fattoria. Salii di corse le scale per vedere meglio, infatti era così. Una macchina rossa si era fermata qualche metro più avanti dell’entrata e dalla macchina erano usciti una donna, un uomo e un bambino piccolo. Alzarono il viso e incontrarono il mio sguardo, gli sorrisi gentilmente, anche se come minimo l’avranno notato appena. Scesi di corsa le scale ed andai ad aprire la porta di ferro e feci segno a loro di muoversi. Presero la loro roba dalla macchina e correndo verso di me, entrarono nella fattoria. Chiusi velocemente la porta e girandomi verso di loro, sorrisi, – Benvenuti alla farm house, qui sarete al sicuro –.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: OfeliaMontgomery