Questa città è immensa, pensò Ace, guardandosi attorno e ammirando con gli occhi pieni di meraviglia le vie brulicanti di persone che chiacchieravano animatamente con i mercanti, i quali esponevano le loro merci pregiate, esaltandone la bellezza e la qualità.
Gli piaceva Alabasta, ma non aveva tempo da perdere a cincischiare. Era alla ricerca del suo sciocco ed inesperto fratellino e non si sarebbe fermato fino a che non l’avesse trovato e messo in guardia. Inoltre, voleva vedere anche quanto era cresciuto in quei tre anni di distanza.
Il suo stomaco, però, la pensava diversamente e brontolò in modo piuttosto rumoroso.
Prima dovrò mettere qualcosa sotto ai denti.
Fu fortunato a trovare una taverna a pochi passi da dove si trovava. Lì, sicuramente, avrebbe potuto sfamarsi a dovere e fare una pausa.
Come aveva previsto, il cibo era ottimo e delizioso e le portate degne di nota. I migliori complimenti allo chef!
Ci voleva proprio, si disse, addentando una buona parte della bistecca che aveva davanti, mi sento già meglio!
Passò a fare il bis di ogni piatto e, giusto nel bel mezzo di una conversazione con l’oste e una forchetta di buonissimo cibo a mezz’aria, la testa gli si fece pesante e si ritrovò con la faccia spiaccicata nel riso sotto agli occhi attoniti dei presenti, i quali lo pensarono morto.
La notizia si sparse immediatamente e qualcuno pensò di chiamare un dottore o una guardia locale ma, giusto quando tutti lo davano per spacciato, Ace si riprese all’improvviso, sorridendo imbarazzato davanti alle facce allibite e sconvolte dei clienti, i quali non presero bene lo scherzetto, ma si sentirono ugualmente contenti e sollevati di non dover avere a che fare con un cadavere.
La voce riguardante un ragazzo morto alla locanda, purtroppo, nel frattempo aveva raggiunto la strada, attirando un gruppetto di curiosi giusto quando, lungo quelle vie, passava nientemeno che il Capitano Smoker, ufficiale della Marina alla ricerca di un pirata novellino che aveva combinato parecchi casini a Rogue Town, ovvero quello scapestrato di Monkey D. Rufy.
Il brusio insistente suscitò la sua curiosità e, facendosi largo tra la folla, entrò nella taverna con la sua nuvola di fumo che lo avvolgeva, lo sguardo severo e attento, le braccia tese lungo i fianchi e il suo jitte di agalmatolite appresso.
Lasciò scorrere gli occhi all’interno della stanza, sondando le facce dei presenti e, giusto quando stava per decretare che non c’era nulla di insolito, la sua attenzione fu catturata da un tatuaggio che spiccava sulla schiena ampia e muscolosa di un ragazzo che gli stava dando le spalle in quell’esatto momento.
Fottuto moccioso, pensò, imprecando tra i denti non appena riconobbe il vessillo di Barbabianca e colui che lo esibiva con fierezza.
«Hai una bella faccia tosta a venire a rimpinzarti qui davanti a tutti.», esordì cupo, «Capitano della Seconda Flotta di Barbabianca.»
L’oste sembrò sul punto di avere un infarto, e così fu per il resto delle persone che stavano assistendo alla scena, mentre il ragazzo interessato, che aveva avvertito la presenza del marine non appena quello era entrato, alzò il capo dal piatto vuoto e, lentamente e con disinvoltura stupefacente che nessun altro pirata avrebbe avuto davanti ad un Capitano della Marina, si voltò sullo sgabello per essere faccia a faccia con quella sua vecchia conoscenza.
Solo allora sorrise con malcelato divertimento, sapendo quanto quel comportamento mandasse in bestia il caro Smoker, e fissandolo con sorpresa.
«Smokie!» lo salutò allegro, «Bello rivederti.»
Era sarcastico, o meglio, ciò lo credeva il marine che, stringendo i pugni e soffiando fuori una boccata di fumo, lo fulminò con lo sguardo.
«Poche storie, si può sapere che ci fa un delinquente del tuo calibro da queste parti?» domandò in modo piuttosto esplicito. Con quel ragazzino doveva sempre usare le maniere forti per farsi rispettare. Era proprio un caso disperato, il peggiore della sua specie e non lo poteva reggere.
Ace si strinse nelle spalle, osservando l’uomo di fumo davanti a lui e ghignando contento. Punzecchiare il Capitano Smokie lo divertiva sempre, soprattutto vederlo perdere le staffe. Aveva inoltre mangiato a sufficienza e, dopotutto, non aveva con sé i soldi necessari per pagare. Decise così che avrebbe lasciato tutto sul conto del Capitano. Non gliel’avrebbe chiesto apertamente, però, sapeva che non l’avrebbe presa bene, non dopo l’ultima volta, quando aveva svuotato la dispensa di un locale nel Nuovo Mondo con i suoi compagni, lasciando il problema nelle mani del giusto e onorevole Smoker. Gli era giunta voce che aveva provveduto lui a saldare il suo debito.
Doveva prendere il gesto come una lusinga? Forse un goccio di sakè avrebbe anche potuto offrirglielo, ma dubitava che l’altro avrebbe accettato una bevuta in compagnia di un fuorilegge.
Beh, meglio approfittare dei soldi altrui finché poteva.
Avrebbe voluto scherzare ancora un po’, ma il tempo stringeva e lui non aveva tempo da perdere, nemmeno con un vecchio rivale. E poi, a giudicare dalla faccia minacciosa del marine, avrebbe dovuto aprirsi un varco in strada con la forza.
Spiacente Smokie, pensò, calandosi il cappello sulla testa e preparandosi all’attacco, sarà per la prossima volta.
Si fissarono per alcuni minuti, o meglio, si scannarono vivi, poi il più giovane prese parola, parlando con sicurezza, come se la presenza di un uomo di legge non lo preoccupasse minimamente.
Brutto insolente, pensò Smoker.
«Allora, cosa vuoi dal sottoscritto?»
«Che ti consegni a me senza combattere.»
Tsé, ti piacerebbe, si disse Ace, sorridendo beffardo. «Scusa, ma oggi ho altri programmi.» mormorò con nonchalance.
«Credo che dovrai cambiarli, anche se al momento sto cercando un altro pirata e catturarti non rientra nelle mie priorità.» ammise il marine.
«Quindi lasciami in pace.» fece con tono ovvio Pugno di Fuoco.
«Non posso farlo, Ace.»
Ma che sentimentale.
«Perché io sono un uomo d’onore e tu uno sporco pirata.» sentenziò allora Smoker, preparandosi a colpire con uno dei suoi micidiali pugni.
Ritiro tutto, è grezzo come al solito, pensò Ace, accomodato tranquillamente sul bancone.
«Non mi sembra un buon motivo, Smokie,» ammise, alzando il viso e sfoggiando un’espressione particolarmente scherzosa, «Ma se proprio vuoi divertirti…»
Sempre il solito piantagrane, continuava a ripetersi intanto, non la smetterà mai di essere così, come dire, di vecchio stampo?
Stava appunto per infiammarsi, pianificando già un modo per svignarsela dalla locanda, mentre Smoker assaporava la vittoria di mettere al fresco quel moccioso impertinente che tanto detestava, quando il Destino decise di scombinare i loro piani.
«Ho fame!»
Di certo non si erano aspettati di venire travolti dall’Uragano Rufy.
 
 
 
 
Angolo Autore.
Va bene, dopo questa mi calmo, ma stavo rivedendo gli episodi e non ho potuto fare a meno di scrivere qualcosa di così esilarante.
Non ho nulla di clamoroso da dire, a parte che adoro Ace, il resto penso che si spieghi da solo, spero però che vi sia piaciuto ^^
https://scontent-b-ams.xx.fbcdn.net/hphotos-prn2/t1.0-9/p403x403/988888_1496003053951865_370985160611507540_n.png
Alla prossima,
 
Portgas xyz.