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Autore: Shatzy    01/08/2008    8 recensioni
Un piccolo tributo a Carlisle.
Carlisle amava profondamente gli esseri umani, ma come per ogni esponente della sua specie, l’egoismo era sempre presente, ben nascosto sotto uno strato di compassione e umanità, e la solitudine straziante che si era imposto non lo lasciava andare mai, tanto che negli ultimi decenni era diventata quasi soffocante. (...) Eppure c’era ancora quella piccola speranza a cui si aggrappava, ogni tanto…
Fic ambientata prima della trasformazione di Edward.
[Dedicata a Ely. Tantissimi auguri!!! ^^]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: i personaggi citati non appartengono a me, ma ai legittimi proprietari. Io non ci guadagno niente.

Note: è la mia prima fic pubblicata sul fandom di Twilight, sono emozionata XD E’ un piccolo tributo a Carlisle, personaggio che stimo tantissimo, ambientato prima della trasformazione di Edward, quindi quando il bel dottore era ancora solo.

Dedicata a Ely.
Perché ami molto più di me Carlisle XD e spero di aver fatto un lavoro un pochino decente. So che non è bella come le fic che hai dedicato a me nel corso di questo anno, ma ci ho voluto provare lo stesso.
E perché sei sempre tanto gentile con me, e volevo ripagarti almeno in parte, anche se ci su/opportiamo a vicenda XD Ti voglio bene e buon compleanno!!!




(Un)forgivable Sinner

As good as gold





“La ringrazio, dottor Cullen.”
La giovane donna gli sorrise radiosa, mentre cullava il neonato tra le sue braccia.
“L’importante è che ora il bambino stia bene, la febbre è scesa” il dottore sorrise di rimando, sistemando i suoi attrezzi nella borsa di cuoio.
“E’ venuto fino a casa nostra dopo il suo turno in ospedale, giù in città, perché non rimane a cena?” propose lei.
“Almeno così ci sdebiteremo della sua gentilezza” esordì il marito di lei, orgoglioso di poter ospitare nella propria casa il miglior medico che quella cittadina sperduta tra le montagne avesse mai visto dalla sua fondazione.
“Vi ringrazio, ma non posso accettare. Devo finire i bagagli per la mia partenza” rispose Carlisle, con la sua voce calda e profonda, capace di incantare chiunque la ascoltasse.
Sui volti dei due giovani sposi passò un’ombra di sincero dispiacere.
“Allora ci lascia davvero…” disse preoccupata la donna.
“Sì. Sono stato trasferito in un altro ospedale” mentì lui, per non dover spiegare la sua necessità di allontanarsi da quel posto, in cui era rimasto fin troppo.
“E dove andrà?” s’interessò l’uomo.
“Ad Est, in Illinois. La Guerra sta mietendo vittime in tutto il mondo, le grandi città hanno bisogno di medici” spiegò elegantemente.
I due rimasero ammirati, guardando la figura affascinante di Carlisle avviarsi verso la porta della stanzetta.
I comportamenti umani erano sempre gli stessi, rifletteva il vampiro, anche a distanza di secoli o a migliaia di chilometri certe cose non sarebbero mai cambiate. Come la riconoscenza che leggeva negli occhi dei suoi pazienti, o il dispiacere sincero quando annunciava che si sarebbe trasferito. E ricordava perfettamente ogni viso, ogni espressione, anche di uomini di cui probabilmente non c’erano più nemmeno i nipoti, da tanto tempo era passato.
“Dottore, mi scusi, non pensa mai a stabilirsi in un posto?” domandò timidamente la donna, mentre il bambino tra le sue braccia sospirava nel sonno.
Carlisle si voltò verso di lei e sorrise. “La mia vita è guarire la gente, se rimango fisso in un posto non avrò la possibilità di fare esperienza, e di assolvere al mio compito. E io amo il mio lavoro.”
Certo non poteva spiegare il vero motivo per cui era necessario allontanarsi: la sua impossibilità di invecchiare sarebbe sembrata quanto meno strana. E poi c’era quel punto fondamentale, in lui…
Carlisle amava profondamente gli esseri umani, ma come per ogni esponente della sua specie, l’egoismo era sempre presente, ben nascosto sotto uno strato di compassione e umanità, e la solitudine straziante che si era imposto non lo lasciava andare mai, tanto che negli ultimi decenni era diventata quasi soffocante. Ma i Volturi sembravano non capire i suoi bisogni, così come ogni altro vampiro che aveva incontrato nel suo cammino, tanto da indurlo ad allontanarsi da loro, cambiando addirittura continente. Eppure c’era ancora quella piccola speranza a cui si aggrappava, ogni tanto…
“Il suo non è solo un lavoro, dottore” dichiarò la donna, risvegliandolo dai suoi pensieri “è una vera e propria vocazione.”
Il dottore sorrise amabile, dopodiché la famiglia lo accompagnò fin sull’uscio, facendogli strada.
“E’ sicuro che non vuole rimanere a cena? Mia moglie ha anche preparato una torta di mele oggi” esordì l’uomo, cercando di tentare Carlisle con la fragranza del dolce che ancora impregnava la casa. Un profumo inebriante per qualunque essere umano, ma un odore poco appetibile per un vampiro.
“Vi ringrazio, ma non posso” il dottore rifiutò.
“Lei non è sposato, no?” sorrise la donna, notando la mancanza della fede al dito del vampiro. In fondo qualunque donna del villaggio, giovane o vecchia, aveva notato quel piccolo particolare, ma nessuna sembrava interessare al misterioso dottore biondo. E infatti, ovunque andasse, la sua aura di fascino inspiegabile lo avvolgeva stretto, incuriosendo, e attraendo pericolosamente, qualunque essere umano si avvicinasse a lui. Il fascino del cacciatore…
“Con il mio lavoro e i miei continui trasferimenti mi è difficile trovare una moglie” evidenziò Carlisle.
“Oh, ma sono sicura che prima o poi uno come lei troverà una ragazza degna della sua compagnia” asserì l’altro uomo.
“E’ un ottimo medico, ed è inglese, vero?” domandò la donna, notando l’accento del vampiro.
“Sono nato a Londra” dichiarò, evitando di dire anche l’anno.
“Si capisce subito dai suoi modi gentili ed educati. Non mi meraviglierei se avesse studiato in Europa!” disse la donna, non sapendo neanche lei quanto fosse andata vicina alla verità.
“Ma cara” s’intromise il marito, “il dottor Cullen è troppo giovane per aver studiato in giro per l’Europa!” la corresse.
Carlisle si limitò a sorridere, prendendo il soprabito dalla sedia su cui lo aveva lasciato prima, e poggiandoselo sul braccio.
Ogni ospedale, dal più piccolo villaggio europeo alla più grande città americana, aveva un obitorio affianco. E Carlisle aveva visto così tanti cadaveri da aver perso il conto. L’idea gli era arrivata all’improvviso, prima come semplice pensiero curioso, poi come un’ossessione insinuatasi in lui lentamente. Ma i dubbi erano troppi, le paure insormontabili, se avesse perso il controllo avrebbe compiuto ciò che lo raccapricciava da sempre, anche da vampiro neonato, e se non fosse riuscito a fermarsi avrebbe ucciso un uomo. E quante ferite doveva procurare? Quanto veleno immettere? Era certo di ricordare quello che aveva passato quando era toccato a lui, più di due secoli prima?
Eppure, quel desiderio…
“Tenga il bambino in casa almeno per i prossimi tre giorni, così saremo sicuri che la febbre sia sparita del tutto” si raccomandò, avvicinandosi al piccolo. Gli passò un dito su una guancia, inseguendo il fantasma di una carezza, e il neonato si agitò infastidito sotto il tocco gelido. Carlisle ritrasse la mano, sorridendo amaro.
“Siete fortunati…” disse piano.
I due sorrisero tra di loro, prima di rivolgersi al loro ospite.
“Dottore, sono sicura che da qualche parte, là fuori, una donna la stia aspettando, e un giorno avrà la sua famiglia numerosa pronta ad amarla” lo rassicurò dolcemente la donna. “Un uomo come lei è destinato a qualcosa di grande.”
Carlisle sorrise sincero. Il desiderio di una famiglia era così umano che a volte rideva di se stesso, eppure voleva solo qualcuno con cui condividere la vita esattamente come le famiglie di umani che curava ogni giorno, a cui assicurava una vita che lui non avrebbe mai potuto vivere, sebbene la desiderasse. Ma Carlisle non era uomo da vivere nel rimpianto, la sua forza di volontà gli aveva permesso di inserirsi quasi perfettamente nel mondo, e la sua compassione lo aveva reso un vampiro migliore di molti uomini. Non si era mai pentito delle sue scelte, e nonostante quella differenza notevole tra lui e gli altri gli pesasse su un cuore che non batteva più da secoli, aveva deciso di aiutare gli esseri umani, dato che non era riuscito ad aiutare se stesso, impossibilitato a tornare umano. E lottava ogni giorno contro una morte che desiderava per salvare vite che non gli appartenevano. Perché per gli altri c’era ancora speranza.
Ma sapeva anche che presto avrebbe ceduto a questo istinto, se lo sentiva, e avrebbe osato quello che per secoli si era imposto di evitare. Aveva riscoperto ancora di più la sua umanità a causa della sua solitudine, e il suo essere diverso gli impediva di vivere quell’istinto banale per ogni essere umano.

La giovane famigliola lo salutò dalla porta, la donna teneva ancora tra le braccia il suo primogenito, mentre il marito le passava un braccio attorno alle spalle.
Carlisle li salutò con un cenno della mano, inspirando appieno l’odore caldo che emanavano, mentre si incamminava piano lungo il sentiero di ciottoli. La coltre di nubi, che troppo spesso avvolgeva quella cittadina, minacciava pioggia per quella sera, ma non ne era minimamente turbato.
Era la primavera del 1918. La Grande Guerra aveva già strappato milioni di vite in tutto il mondo.
Chicago e una nuova vita lo attendevano presto.



Fine



Note: tanto per stare sicuri, la trasformazione di Edward avviene a Chicago verso la fine del 1918, quindi manca poco ^^

Il titolo vuol dire (im)perdonabile peccatore, non credo sia difficile da interpretare in questo contesto. ^^ E si rifà alla canzone di Lene Marlin, che adoro.


Ringraziamenti importanti: a Lely, che mi ha gentilmente fornito il sottotitolo (che vuole dire “buono come un angelo”). A Sisya e a Valy, per i loro pareri fin troppo gentili sulla fic. Grazie ^^ La colpa è loro se la fic non vi piace :- P


Risposte ai commenti ^^

Ely: sono contenta che ti sia piaciuta, non sai che parto scriverla, Carlisle è decisamente un personaggio difficile >.< Lascio a te il compito per le fic future su di lui ^^ Però su altri fandom, come dire, non andiamo particolarmente d'accordo XD quindi ho ripiegato su questo, vista la nostra venerazione per il dottore *ç* Non mi aspettavo il tuo commento per primo XD ma grazie come sempre ^^

Valy: il finale "da film" mi farà ridere per sempre XD Beh, in un certo senso doveva essere d'effetto, in fondo tutti i suoi dubbi vengono risolti a Chicago con Edward ^^ Eh, quello che volevo descrivere era il fascino di Carlisle, ma forse ci sono riuscita solo in parte, ed è tutto merito del mio fangirlismo puro XD Carlisle è troppo particolare, ho finito qui con i miei esperimenti su di lui XD La fic ti è piaciuta, me lo hai detto, ma continuo a dire che sei troppo buona con me XD Ciau ^^

Yuki Eiri Sensei: oddio, e chi se lo aspettava il tuo commento! >.< ma se ely ha parlato, posso capire XD beh, meno male che ti è piaciuta, era il mio primo esperimento su di lui... grazie davvero! ^^

Tao: ti ringrazio anche qua XD perché non fa mai male. Carlisle è fascinoso, se fosse il mio medico mi inventerei di stare male solo per vederlo XD Ho cercato di far trasparire il suo fascino, lo ammetto, ma non so se ci sono riuscita. Ma se mi dici che ho centrato il personaggio ci credo ^^ Grazie!

Yuki Delleran: grazie ^^ è stato difficile scrivere qualcosa su Carlisle, è complicato... Ma lo adoro anche io, quindi leggere che la fic è piaciuta mi fa tanto tanto piacere ^^ In più, sei anche tornata per commentarla *-* che gentile! Io di solito me ne dimentico XD grazie ancora!

Helen Cullen: ciao! ^^ Carlisle piace tantissimo anche a me! Ho cercato di rendergli giustizia, dato che il libro lo relega a personaggio secondario... I dubbi di Carlisle penso che siano legittimi, lui è il più umano, il desiderio di famiglia è normale ^^ come la paura di uccidere un essere umano, proprio lui che è un dottore. Ma sappiamo come andrà, tutto finirà bene, anche più del previsto ^^ Eh, sì, è one-shot XD è molto complicato come personaggio, e per ora non so muoverlo bene XD poi, chissà... Intanto grazie mille per il commento e per i complimenti! Ciao!

Lely1441: buh XD Carlisle piace tanto anche a me ^^ Eh già, si sentiva solo ç___ç questo lato del suo passato mi ha sempre fatto tanta pena, la solitudine è così brutta... E poi uno come lui non dovrebbe stare solo. Da qui il mio piccolo tributo, e devo dire che è stato proprio divertente scriverlo ^^ E poi la speranza c'è, incontrarà presto Ed (non il fagiolo XD) e tutto si sistemerà ^^ Sono contentissima che ti sia piaciuta, e grazie del commento, sei proprio una brava figlioletta diligente, te lo dici anche da sola che stai prendendo una brutta strada (?), sono una mami fortunata (e considerando quanto sono pigra, 'sta cosa è perfetta XD). Un kissone XD ormai tanto è copyright di famiglia, no? XD


E grazie a chi ha messo la fic nei preferiti, se voleste lasciare un commentino c'è sempre tempo, io non vi mangio mica, già mangio poco di mio XD

   
 
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