Questa
storia è ambientata nel far west gli anni sono indefiniti… ma comunque nel passato ^^” [che ignorante che sei in storia… Nd Tutti! ehm… ^///^ lo so…. NdTem]
Kmq non
è questo il punto! Sarà ovviamente una shikaxtem in
onore di tutte le mosche nere! Bhè che altro dire…
buona lettura, spero vi piaccia… anche perché è stata una faticaccia scriverla!XD
Chiedo
perdono per il titolo… ma non avevo altre idee!!!!!!
-.-“
…Lei…
È una giornata di Agosto.. una delle più afose.. il saloon era come sempre
pieno di gentaglia intrattenuta da delle meravigliose ballerine…
Era in città ormai
da un mese e quel saloon era diventato il suo posto preferito. Pullulava di
donzelle veramente sexy e le bevande servite a tutta alè
erano ottime… la compagnia era abbastanza gradevole, si faceva delle memorabili
bevute in compagnia dello sceriffo Uzumaki e del
maniscalco Inuzuka inoltre le ballerine sembravano
apprezzare la sua presenza in particolare Ino. La gatta del locale. Molti la
conoscevano, e abbastanza bene aggiungerei pure… anche
le altre non lo disprezzavano anche se avevano puntato ben altri uomini. Ma tra
tutte ce ne era una
in particolare che lo tormentava. L’unica che sembrava non
apprezzare la sua presenza. L’unica che quando
incrociava il suo sguardo non arrossiva o non sfoggiava sorrisetti
maliziosi. L’unica che meritasse comunque la
sua attenzione.
Lui il cacciatore
di taglie più temuto, poteva avere qualsiasi cosa, qualsiasi donna. Ma non riusciva ad avere lei.
Lei non apparteneva a nessuno. Non che lui avesse voluto possedere una donna. No per carità
erano solo seccature. Le considerava frivole e
frignone ma soprattutto problematiche. Ma Temari era
diversa.
L’aveva incontrata
la prima sera. Subito dopo il suo arrivo cercò un posto confortevole, ma
soprattutto tranquillo dove ristorare beatamente. Entrò nella locanda e la vide
al bancone. Capelli tirati su in 4 buffe codine strette da
dei fiocchi neri. Un vestito nero piuttosto lungo ed
elegante ma con uno spacco a lato capace di mandare in subbuglio gli ormoni di
qualsiasi uomo. Gambe perfette, piene. Il decolté poi era un’altra cosa
che caratterizzava la ballerina. Se l’era sempre immaginato
morbido. Lei sicuramente non nascondeva le sue forme…
La vide e qualche
cosa scattò all’istante. Ne rimase beatamente ammaliato. Ne rimase folgorato.
Se
lo ricorda bene.
Spavaldo le si avvicinò e le chiese una stanza.
-Ehi bello… non sono qui per servirti… lì c’è mio fratello chiedi a lui…-
poi la ragazza sparì.
Che risposta era quella? Un forestiero chiede
gentilmente ristoro nella locanda di famiglia e lei lo tratta così? In più non
ha paura? Con tutta la feccia che gira nelle locande sarebbe
potuta finire male. E lui lo sapeva bene… lui a
quella gentaglia dava la caccia. Lui era shikamaru nara
il cacciatore di taglie più temuto in tutto il west.
Quella fu la prima
e l’ultima volte che sentì la sua voce. Le volte a
seguire furono gli sguardi a parlare per loro.
E così da un mese a questa parte
inconsciamente ormai come un riflesso incondizionato dopo l’allenamento quotidiano
si rifugiava nel saloon dove la figlia dei locandieri sabaku
faceva la ballerina.
-Ehi shika… ma quando è che ripartirai per dare la caccia a
qualche delinquente? È da un po’ che non viaggi…-
-Kiba… perché…. qui non ci posso stare?- chiese annoiato con tono poco
rassicurante..
-ehm… nono
figurati… sei sempre il benvenuto…ci mancherebbe…- cercò
di rimediare il moro.
-Bene.. anche perché questa cittadina mi piace… penso che mi
fermerò per un altro po’ in fondo l’Uchiha sta
facendo abbastanza bene il suo lavoro…-
-Ehm… L’uchiha? E chi è???-
-Come chi è!!!!!!!- questa volte lo sceriffo intervenne.. mandò giù
un’altra sorsata di birra e continuò: - è un altro cacciatore di taglie… molto
bravo devo aggiungere.. anche se fatica a stare dietro a nara…
dico bene? Si dice che tra voi ci sia sempre stata una grande
rivalità e competizione… mi chiedo se è così…-
Shikamaru appoggiò
il boccale di birra sul tavolo. Rivolse lo sguardo verso
Temari lasciando i due con il fiato sospeso… senza distogliere lo sguardo da
quella meravigliosa creatura si poggiò sullo schienale della sedia
distendendo le gambe sotto il tavolo.
-Io non ho rivali.
Quando voglio qualche cosa me la prendo. E soprattutto…. Io non perdo più.-
“Non perde più?
Questo significa che ha già perso una volta… no non ci
posso credere… lui è il migliore…” pensò il
biondino sorseggiando un altro po’ della bevanda amarognola.
Shikamaru distolse
lo sguardo dalla bionda e con pigrizia si alzò gettando con stizza delle
banconote sul banco.
-Me ne vado… ci si
vede in giro.- prese con non curanza un pacchetto di
sigarette che portava sempre con sé e uscito dal locale se ne portò una
pigramente alla bocca. L’accese. La bocca fu subito
invasa dal gusto amaro di nicotina.
Prese a camminare
per le vie della cittadina senza una meta. Si perse nei suoi pensieri
ripensando a quel giorno.
Era dicembre di 3
anni prima. il giorno preciso non se lo ricordava. Lui
e il suo fedele compagno choji si erano fermati a riposare in una locanda di
una cittadina del nord. A quel tempo era parecchio irresponsabile. Non gli
interessava fare progetti per il futuro, non gli interessava perdere una sfida,
l’importante era mettercela tutta e vivere al massimo ogni giorno. Tanto lui
sapeva di avere le spalle coperte dal suo amico.
E anche quella volta fu così. Anche quella volta poté contare su choji. Ma
quella volta… la fiducia nel compagno… la pagò a caro prezzo.
Fu per colpa di una
stupida sfida. Shikamaru era di indole tranquilla ma
quando gli veniva gettata una sfida lui si trasformava. La sua non era smania
di vincere.. era la smania di dimostrare a tutti che
non era un fallito. Era stato cacciato dal suo paese dopo aver fallito una
missione. Uno stupido errore di valutazione gli giocò il suo futuro. L’unico
che lo seguì, che gli stette vicino, che ebbe fiducia in lui fu proprio quel
ragazzo un po’ cicciottello ma dal cuore d’oro,
choji.
Quel maledetto
dicembre di tre anni prima, per un altro errore di valutazione perse il suo
migliore amico. la cosa che più gli da rabbia è il
modo in cui lo perse: aveva accettato una sfida, un duello per la precisione
contro la banda dell’Akatsuki. Era stato avventato.
Era troppo sicuro di sé. Sbagliò e ci stava per rimettere la vita. La cosa non
lo spaventava. Sarebbe morto in duello. non poteva chiedere
di meglio. Si era messo in competizione, si era sopravalutato e aveva perso.
Fin qui tutto bene.. fin qui lo poteva accettare…però…
l’epilogo fu diverso da ogni suo calcolo. Il suo più caro amico gli salvò la
vita all’ultimo sacrificando la propria….
A distanza di tre
anni gli viene chiesto se è in competizione con un
pistolero altrettanto abile come lui… che altro poteva rispondere??? Lui non si
può più permettere di perdere. Lui non si può più permettere di sbagliare, e
quindi deve evitare la competizione. Che fosse paura
quella? Paura di rimetterci la faccia? Oppure paura di
perdere qualcun altro di caro?
Da quel maledetto
inverno lui diventò una macchina pronta ad uccidere. Non provava altri
sentimenti se non l’odio. Iniziò a fare il cacciatore di taglie per avere una
possibilità di trovare ed uccidere colui che gli portò
via choji… quindi di caro da proteggere non aveva proprio nessuno. Era
diventato un codardo.
I ricordi di quei
tempi gli passarono rapidi e ancora freschi nella mente. Gettò a terra il
mozzicone di sigaretta ormai esaurita. Raggiunse svogliatamente una distesa
d’erba scoperta qualche settimana prima e ancora preso dai suoi pensieri si
stese e iniziò a scrutare il cielo.
“choji, amico mio…
te lo prometto… ti vendicherò, fosse l’ultima cosa che faccio… e manterrò fede
anche alla promessa che ti feci ancora quel maledettissimo giorno… -fino
all’ultimo proteggerò la persona che amerò e che avrà fiducia in me… la
proteggerò come con te non ho fatto… perdonami-“ al ricordare quella triste
promessa fatta con choji morente tra le braccia shikamaru riversò lacrime amare
che senza sosta gli scorrevano lungo le guance.
All’improvviso
qualche cosa lo distrasse… era un moccioso dai capelli rosso fuoco che gli si
era avvicinato con un secchio vuoto tra le mani.
-Ehi signore…
perché piangi?- gli chiese preoccupato il bambino… non
avrà avuto più di 5 anni.
-Non sto piangendo…- rispose alterato.
-allora me la dai una mano?-
-Che dovrei fare io???-
-GAARAAAAAA!!! Ti ho detto mille volte di non allontanarti…eh? Che ci fai con questo tizio?-
-Sorellona lui mi stava per aiutare con l’acqua…-
-Non dire cavolate moccioso! Io non ti aiuto proprio
con niente… questi lavori falli fare alle donne… è il loro lavoro…- e si
ristese sull’erba senza rimorsi…
-Tem…-
-Ho sentito
piccolo… adesso ci penso io!- un sorrisetto che non
prometteva nulla di buono nacque nel viso della bionda
che senza nemmeno pensarci svuotò l’intero suo secchio sulla faccia del povero
pistolero.
-Ops… scusa… sai noi donne siamo solo capaci a
fare le faccende domestiche… non siamo brave con il trasporto dei secchi…-
temari gli lanciò una notevole frecciatina
che lasciò shikamaru di sasso. Dopo prese gaara in
spalla e diresse ancora verso il fiume per riempire il secchio che gli era “scivolato”
dalle mani.
-Ahn e un’ultima cosa… non è bello mentire ad un
bambino… è palese che stavi piangendo… bye cry-baby…-
“donne… devono
sempre dire una parola di troppo…”
anche se inzuppato fradicio nara
non potè far altro che sorridere nel vedere la “dolce”
ballerina allontanarsi camminando in modo un po’ sgraziato e deciso verso la
riva.
Forse… l’odio non
era l’unico sentimento che regnava nel suo cuore… da quando vide temari in
quella locanda un nuovo sentimento stava per affiorare..
Lei
con i suoi modi un po’ mascolini, lei
con quel profumo dolciastro che inebriava le menti, lei con la sua voce suadente, lei
maliziosa che ballava sul bancone del saloon, lei indispettita dalle parole di un forestiero, lei orgogliosa più che mai, lei anche estremamente
dolce quando lo desidera, lei…
temari… gli aveva scaldato il cuore.
***
Calò la sera e con tranquillità
si diresse verso la locanda. Fuori, poggiata sulla staccionata trovò la stessa
ragazza che l’aveva lavato qualche ora prima. La osservò per qualche minuto.
Incantevole… era semplicemente incantevole. Poggiava i gomiti sulla ringhiera e
scrutava il panorama assorta nei suoi pensieri mentre
la lieve brezza le carezzava il viso spostandole ciuffi ribelli dal viso.
Senza farsi sentire
le si avvicinò mettendosi nella sua stessa posizione.
-Bella lavata che
mi hai dato oggi…-
la bionda si risvegliò di soprassalto,
evidentemente era talmente assorta da non averlo sentito. Spavalda comunque si girò di scatto poggiando questa volta la schiena
alla ringhiera e puntandoci i gomiti.
-Bhè te lo sei
meritato… non sopporto i mschilisti.-
-Ci sono altre
categorie di uomini che non sopport?-
-ehmmm… fammi pensare… an
si bè certo… quelli che frignano come delle
femminucce…-
-stai cercando di
dirmi che non ti piacciono gli uomini come me?-
-vedo che non sei
proprio così stupido allora…- temari stanca di quella conversazione senza ne capo ne coda fece per andarsene ma qualcosa la trattenne…
era shikamaru che l’aveva afferrata per un braccio. La trascinò bruscamente
addosso a se.
Erano vicini, così
vicini che il suo profumo e il calore provocato dal contatto del corpo con le
soffici curve della bionda lo mandò in visibilio. La
fissò negli occhi tenendola ferma vicino a sé. Quegli occhi, quello sguardo…
era tutto quello di cui aveva bisogno. Amava perdersi in quegli occhi
acquamarina, in quegli occhi sinceri e fieri.
Temari lo fissava
interrogativa, era da pochi secondi che il moro la teneva
fra le sue braccia ma aveva già le guance imporporate di rosso e il cuore che
le batteva a mille. Sentiva il fiato sollecitargli dolcemente il collo. Dio quanto aveva sognato quel momento. Si era invaghita di
quel ragazzo così misterioso dal giorno in cui fece
capolino nella sua locanda… ma il suo orgoglio gli impediva di confidargli i
suoi sentimenti… lei da quando lui aveva preso a frequentare il saloon iniziò a
ballare con più foga, con più passione, dedicandogli ogni passo ogni movimento,
ogni sguardo… sicura che sarebbe stato ben accolto.
Non servivano le parole… bastavano gli sguardi per potersi
confidare i propri pensieri, le proprie sensazioni.
Shikamaru non
resistette. Aveva la seccatura, pardon… la donna… più bella e sensuale che avesse mai visto tra le braccia. Le scostò un ciuffo di
capelli dagli occhi, facendo in seguito scivolare la mano nella guancia. Quella
dolce carezza portò la bionda a chiudere istintivamente gli occhi, come se
avesse paura, come se si vergognasse di non respingerlo. Il suo orgoglio le
urlava di allontanarlo… no poteva trattarla come una
qualunque, ma il suo cuore questa volta ebbe il sopravvento. Non gli permise di
fare un solo movimento assecondando la mano di shikamaru che si portò fino al
mento sollevandoglielo leggermente per imprimergli un candido bacio sulle
labbra.
Gli occhi di temari
si spalancarono perdendosi di conseguenza in quelli neri del moro. Schiuse
leggermente le labbra consentendo così il contatto delle loro lingue. Subito
quel tenero bacio si trasformò in uno più passionale. I due iniziarono a
baciarsi con foga, con desiderio. Lui la prese per i fianchi sbattendola contro
la staccionata. Lei gli teneva la maglia come per paura che scappasse. Quel
desiderio durò qualche minuto quando lui si staccò iniziò ad imprimergli baci
sul collo lasciandosi dietro una lieve scia di saliva… risalì fino all’orecchio
e le sussurrò:
-è un peccato che
gli uomini come ma non ti piacciano… perché… le donne come te… a me fanno impazzire…-
un sussultò fu seguito da quelle inaspettate
parole… era davvero strano sentirsi dire quelle cose dall’uomo che per un mese
si era amato in segreto.
Shikamaru passò a mordere
il lobo dell’orecchio provocando un gemito di piacere alla ragazza.
Lo desiderava… lo
voleva da quel primo giorno in cui lo vide, e lei, Temari Sabaku
no, otteneva sempre ciò che voleva.
Maliziosa scoprì il
ventre dell’amante accarezzando gli addominali e il petto ben delineati
continuando a baciargli, mordergli e leccargli il collo. Questa volta fu il
ragazzo a lasciarsi andare con un gemito.
-Shikamaru… ti
voglio…-
-Non aspettavo
altro, Tem... vieni con me…-
le prese la mano e la trascinò fino nella sua camera dopo essersi chiuso la
porta alle spalle la sbatté contro la porta baciandola con foga ogni parte del
corpo. Le tolse il vestito che le donava un’aria elegante e matura lasciandola
solo con gli slip in pizzo nero. Prese a baciarle il seno
mentre lei era indaffarata a spogliare a sua volta l’amante. La portò
nel letto e sopra di lei iniziò ad accarezzarle le gambe provocandogli piacere,
fino ad insinuarsi nella parte più
accogliente. Continuava a baciarle il ventre e sempre più giù fino ad arrivare
nella sua parte più intima. Lei gli sciolse il codino che ormai era sfatto e
sentì i suoi capelli morbidi cadergli sulle gambe e sul ventre… si sentiva
bene… sentiva di amarlo…
mentre lui cercava di regalarle piacere lei
gli accarezzava dolcemente i capelli. Scese prendendo il suo
viso tra le mani rivolgendolo verso di lei. Lo guardò
con dolcezza, lui risalì piano baciandole di nuovo il ventre e
fermandosi sul seno. Era soffice, morbido, come l’aveva immaginato. Continuò a risalire
fermandosi questa volta nelle labbra rosee dell’amata… un altro bacio
passionale travolse i due ragazzi facendoli sospirare di desiderio. Lui
si portò ancora più sopra di lei, con una mano dietro la schiena l’avvicinava
sempre di più, voleva sentire il contatto con il suo petto… continuava a baciarle il collo mentre con delicatezza si
faceva spazio tra le sue gambe.
Qualche sospiro,
qualche sguardo, baci dolci… lui dentro di lei… gemiti di piacere provenivano da entrambi… quando fu più sicuro aumentò le
spinte e con queste aumentò il piacere.
Lei era sotto di
lui.. amava vederla così… stravolta e paonazza
inebriata dal piacere pronunciava frasi sconnesse che chiedevano di più. Il suo profumo lo mandava in visibilio come
d’altronde quegli occhi che lo rendevano impotente di prendere qualsiasi
iniziativa… il suo unico desiderio era quello di farla stare bene, di amarla,
di provocarle piacere.
Sfiniti
e travolti da una passione quasi innaturale i due si stesero abbracciati. Passarono la notte su quel letto galeotto,
unico testimone della loro passione, del loro amore.
Qualche tenero
bacio per non smettere di amarsi…
-Temari…- le
sussurrò dolcemente… -Amami…-
quelle parole risuonarono per qualche secondo
nella sua testa. Poggiò la schiena allo schienale del letto gettando indietro
la testa e rivolgendo il suo sguardo al soffitto. Shikamaru in
attesa della risposta poggiò la sua testa sulle gambe della bionda lasciandosi
trasportare dalle dolci carezza che lei gli regalava. Un ultimo sospiro poi i
due sguardi si incontrarono.
-Io ti ho amato con
tutta me stessa… e sono pronta a farlo per tutta la vita…-
gli sussurrò infine baciandolo dolcemente.
-allora fallo,
temari… perché io è già da un mese che ti amo incondizionatamente trasportato
da ogni tuo gesto, da ogni tuo sguardo….ti amo…-
il bacio che si scambiarono fu più irruento, più passionale e li riportò ad amarsi come
avevano fatto poco prima… per tutta la notte…
la mattina dopo temari si svegliò cercando il
calore di shikamaru, che però non trovò.
“che bastardo!!!!! Dopo tutto quello che ci
siamo detti…..”
-buongiorno
amore…ti ho portato la colazione…-
-ah! È… buongiorno shika…-
***
Erano le 15.30, le
ore più calde delle torride giornate di agosto…
all’interno del bordello si respirava un’aria acre impregnata di fumo…
shikamaru al bancone si dissetava con la sua solita birra e scrutava di
sottecchi temari, più bella che mai, che danzava accompagnata dalle note
regalategli dal pianista… kiba si strafogava di rum
quando…tutto proseguiva come di consuetudine quando… arrivarono in gruppo,
seguiti dallo sceriffo Uzumaki… a spalancare le porte
del locale il boss della banda… pain… seguito dalla
sua donna, Konan, una delle donne più temute di tutto
il western, e dagli altri scagnozzi.
Uno di loro superò
il boss e adocchiò una ballerina. Questa aveva un lungo vestito nero a balze
con dei nastrini rossi che le cingevano le 4 buffe codine. Spavaldo il
pistolero le si avvicina… era seduta sul pianoforte e
lo fissava sicura. Non si mosse di un solo millimetro nemmeno quando lui
malizioso si portò davanti a lei e gli accarezzò il viso.
Era lui… ne era sicuro. Era quello il fottutissimo
pistolero che gli portò via il suo migliore amico. Era lui il fottutissimo
bastardo che stava mettendo le mani addosso alla sua temari. Non ci vide più.
Pochi secondi.. uno sparo… la mano di quello stronzo iniziò a sanguinare. Dolorante si accasciò a terra
fulminandolo con lo sguardo. Un membro della banda stava per intervenire quando
fu fermato dallo stesso boss.
-Stai al tuo posto-
shikamaru si avvicinò al biondo che portava il nome
di deidara e con un colpo deciso lo tirò su.
-Non osare più
toccarla… lei è la mia donna!-
senza infierire lo rigettò a terra fulminandolo
con lo sguardo. Puntò la sua pistola
alla testa del biondo.
-Questo è per te
choji…-
nara
si stava preparando a sparare per vendicare il suo amico quando il calore di
una mano si propagò sulla sua.
Era la mano di
temari scesa poco prima dal pianoforte per dirigersi verso l’amato.
La guardò
speranzoso. Voleva conforto e la mano gli tremava.
Aveva atteso tanto quel momento. E ora avrebbe potuto
vendicare il suo compagno defunto. Ma era veramente questo quello
che avrebbe voluto choji? Conoscendolo no. Non amava
la violenza.
-Shika… lascia stare… non sarai un vincente se lo
ammazzi… sarai solo uno stupido che non ha saputo valutare la situazione… è
disarmato.-
Dio ma come faceva
quella donna a capire tutti i suoi sentimenti? A capire e colmare le sue
insicurezze? Abbassò la pistola e rivolgendosi alla banda disse con freddezza:
-questa volta vi lascio andare.. sappiate che se
mettete ancora piede in questa città… vi faccio fuori con le mie mani.-
Il
boss sorrise. Non voleva duelli era solo passato per il ristoro. Inoltre aveva apprezzato il gesto del pistolero. Pur essendo un fuorilegge Pain era
un uomo d’onore. Senza fare storie raccattò su la sua gentaglia e se ne andò.
-Tem… tutto ok?-
-Ovvio… se avessi
avuto problemi lo avrei steso da sola tranquillo! Sono una dura io!- disse puntandosi con il pollice e
rivolgendo il suo sorriso migliore verso il ragazzo.
-Non ce ne sarebbe
stato bisogno.. perché vedi… ho promesso che ti avrei
protetta a costo della mia stessa vita.- sorrise lui di rimando.
Temari riprese a
ballare serena dopo quelle parole e shikamaru si
riportò al bancone a sorseggiare la sua birra in compagnia dei suoi amici.
Tutto era come doveva essere. Si soffermò ad osservarla:
Lei
con i suoi modi un po’ mascolini, lei
con quel profumo dolciastro che inebriava le menti, lei con la sua voce suadente, lei
maliziosa che ballava sul bancone del saloon, lei indispettita dalle parole di un forestiero, lei orgogliosa più che mai, lei anche estremamente
dolce quando lo desidera, lei…
Temari… gli aveva scaldato il cuore.
Lei era la sua seccatura.
Ciao a
tutti miei cari! Come promesso sono tornata con una shikaxtem!!!!! Avevo
detto che sarebbe stata ambientata nel far west e così è
stato! Spero davvero che vi sia piaciuta! -^^- era da un po’ che ci lavoravo…
ma l’ispirazione vera e propria l’ho avuta ieri nel
mio momento di “meditazione” ovvero la pennichella! XD
Lasciate
un commentino per favore.. si accettano anche critiche
costruttive… come sempre!
Un bacione dalla vostra Naruto_Chan