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Autore: RanmChan    01/08/2008    6 recensioni
Ciao!!! sono tornata con un'altra ShikaxTem! la storia è ambientata nel far west... dove Nara sarà uno dei più abili pistoleri e Tem una ballerina che si esibisce in un saloon... che succederà???
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È una giornata di Agosto

Questa storia è ambientata nel far west gli anni sono indefiniti… ma comunque nel passato ^^” [che ignorante che sei in storia… Nd Tutti!    ehm… ^///^ lo so…. NdTem]

Kmq non è questo il punto! Sarà ovviamente una shikaxtem in onore di tutte le mosche nere! Bhè che altro dire… buona lettura, spero vi piaccia… anche perché è stata una faticaccia scriverla!XD

Chiedo perdono per il titolo… ma non avevo altre idee!!!!!! -.-“

 

…Lei…

 

 

È una giornata di Agosto.. una delle più afose.. il saloon era come sempre pieno di gentaglia intrattenuta da delle meravigliose ballerine…

 

Era in città ormai da un mese e quel saloon era diventato il suo posto preferito. Pullulava di donzelle veramente sexy e le bevande servite a tutta alè erano ottime… la compagnia era abbastanza gradevole, si faceva delle memorabili bevute in compagnia dello sceriffo Uzumaki e del maniscalco Inuzuka inoltre le ballerine sembravano apprezzare la sua presenza in particolare Ino. La gatta del locale. Molti la conoscevano, e abbastanza bene aggiungerei pure… anche le altre non lo disprezzavano anche se avevano puntato ben altri uomini. Ma tra tutte ce ne era una in particolare che lo tormentava. L’unica che sembrava non apprezzare la sua presenza. L’unica che quando incrociava il suo sguardo non arrossiva o non sfoggiava sorrisetti maliziosi. L’unica che meritasse comunque la sua attenzione.

Lui il cacciatore di taglie più temuto, poteva avere qualsiasi cosa, qualsiasi donna. Ma non riusciva ad avere lei. Lei non apparteneva a nessuno. Non che lui avesse voluto possedere una donna. No per carità erano solo seccature. Le considerava frivole e frignone ma soprattutto problematiche. Ma Temari era diversa.

 

L’aveva incontrata la prima sera. Subito dopo il suo arrivo cercò un posto confortevole, ma soprattutto tranquillo dove ristorare beatamente. Entrò nella locanda e la vide al bancone. Capelli tirati su in 4 buffe codine strette da dei fiocchi neri. Un vestito nero piuttosto lungo ed elegante ma con uno spacco a lato capace di mandare in subbuglio gli ormoni di qualsiasi uomo. Gambe perfette, piene. Il decolté poi era un’altra cosa che caratterizzava la ballerina. Se l’era sempre immaginato morbido. Lei sicuramente non nascondeva le sue forme…

La vide e qualche cosa scattò all’istante. Ne rimase beatamente ammaliato. Ne rimase folgorato.

Se lo ricorda bene. Spavaldo le si avvicinò e le chiese  una stanza.

-Ehi bello… non sono qui per servirti… lì c’è mio fratello chiedi a lui…-

poi la ragazza sparì.

 

Che risposta era quella? Un forestiero chiede gentilmente ristoro nella locanda di famiglia e lei lo tratta così? In più non ha paura? Con tutta la feccia che gira nelle locande sarebbe potuta finire male. E lui lo sapeva bene… lui a quella gentaglia dava la caccia. Lui era shikamaru nara il cacciatore di taglie più temuto in tutto il west.

 

Quella fu la prima e l’ultima volte che sentì la sua voce. Le volte a seguire furono gli sguardi a parlare per loro.

 

E così da un mese a questa parte inconsciamente ormai come un riflesso incondizionato dopo l’allenamento quotidiano si rifugiava nel saloon dove la figlia dei locandieri sabaku faceva la ballerina.

 

-Ehi shika… ma quando è che ripartirai per dare la caccia a qualche delinquente? È da un po’ che non viaggi…-

-Kiba… perché…. qui non ci posso stare?- chiese annoiato con tono poco rassicurante..

-ehm… nono figurati… sei sempre il benvenuto…ci mancherebbe…- cercò di rimediare il moro.

-Bene.. anche perché questa cittadina mi piace… penso che mi fermerò per un altro po’ in fondo l’Uchiha sta facendo abbastanza bene il suo lavoro…-

-Ehm… L’uchiha? E chi è???-

-Come chi è!!!!!!!- questa volte lo sceriffo intervenne.. mandò giù un’altra sorsata di birra e continuò: - è un altro cacciatore di taglie… molto bravo devo aggiungere.. anche se fatica a stare dietro a nara… dico bene? Si dice che tra voi ci sia sempre stata una grande rivalità e competizione… mi chiedo se è così…-

Shikamaru appoggiò il boccale di birra sul tavolo. Rivolse lo sguardo verso Temari lasciando i due con il fiato sospeso… senza distogliere lo sguardo da quella meravigliosa creatura si poggiò sullo schienale della sedia distendendo le gambe sotto il tavolo.

-Io non ho rivali. Quando voglio qualche cosa me la prendo. E soprattutto…. Io non perdo più.-

“Non perde più? Questo significa che ha già perso una volta… no non ci

posso credere… lui è il migliore…” pensò il biondino sorseggiando un altro po’ della bevanda amarognola.

Shikamaru distolse lo sguardo dalla bionda e con pigrizia si alzò gettando con stizza delle banconote sul banco.

-Me ne vado… ci si vede in giro.- prese con non curanza un pacchetto di sigarette che portava sempre con sé e uscito dal locale se ne portò una pigramente alla bocca. L’accese. La bocca fu subito invasa dal gusto amaro di nicotina.

 

Prese a camminare per le vie della cittadina senza una meta. Si perse nei suoi pensieri ripensando a quel giorno.

 

Era dicembre di 3 anni prima. il giorno preciso non se lo ricordava. Lui e il suo fedele compagno choji si erano fermati a riposare in una locanda di una cittadina del nord. A quel tempo era parecchio irresponsabile. Non gli interessava fare progetti per il futuro, non gli interessava perdere una sfida, l’importante era mettercela tutta e vivere al massimo ogni giorno. Tanto lui sapeva di avere le spalle coperte dal suo amico.

E anche quella volta fu così. Anche quella volta poté contare su choji. Ma quella volta… la fiducia nel compagno… la pagò a caro prezzo.

Fu per colpa di una stupida sfida. Shikamaru era di indole tranquilla ma quando gli veniva gettata una sfida lui si trasformava. La sua non era smania di vincere.. era la smania di dimostrare a tutti che non era un fallito. Era stato cacciato dal suo paese dopo aver fallito una missione. Uno stupido errore di valutazione gli giocò il suo futuro. L’unico che lo seguì, che gli stette vicino, che ebbe fiducia in lui fu proprio quel ragazzo un po’ cicciottello ma dal cuore d’oro, choji.

Quel maledetto dicembre di tre anni prima, per un altro errore di valutazione perse il suo migliore amico. la cosa che più gli da rabbia è il modo in cui lo perse: aveva accettato una sfida, un duello per la precisione contro la banda dell’Akatsuki. Era stato avventato. Era troppo sicuro di sé. Sbagliò e ci stava per rimettere la vita. La cosa non lo spaventava. Sarebbe morto in duello. non poteva chiedere di meglio. Si era messo in competizione, si era sopravalutato e aveva perso. Fin qui tutto bene.. fin qui lo poteva accettare…però… l’epilogo fu diverso da ogni suo calcolo. Il suo più caro amico gli salvò la vita all’ultimo sacrificando la propria….

 

A distanza di tre anni gli viene chiesto se è in competizione con un pistolero altrettanto abile come lui… che altro poteva rispondere??? Lui non si può più permettere di perdere. Lui non si può più permettere di sbagliare, e quindi deve evitare la competizione. Che fosse paura quella? Paura di rimetterci la faccia? Oppure paura di perdere qualcun altro di caro?

 

Da quel maledetto inverno lui diventò una macchina pronta ad uccidere. Non provava altri sentimenti se non l’odio. Iniziò a fare il cacciatore di taglie per avere una possibilità di trovare ed uccidere colui che gli portò via choji… quindi di caro da proteggere non aveva proprio nessuno. Era diventato un codardo.

 

I ricordi di quei tempi gli passarono rapidi e ancora freschi nella mente. Gettò a terra il mozzicone di sigaretta ormai esaurita. Raggiunse svogliatamente una distesa d’erba scoperta qualche settimana prima e ancora preso dai suoi pensieri si stese e iniziò a scrutare il cielo.

“choji, amico mio… te lo prometto… ti vendicherò, fosse l’ultima cosa che faccio… e manterrò fede anche alla promessa che ti feci ancora quel maledettissimo giorno… -fino all’ultimo proteggerò la persona che amerò e che avrà fiducia in me… la proteggerò come con te non ho fatto… perdonami-“ al ricordare quella triste promessa fatta con choji morente tra le braccia shikamaru riversò lacrime amare che senza sosta gli scorrevano lungo le guance.

All’improvviso qualche cosa lo distrasse… era un moccioso dai capelli rosso fuoco che gli si era avvicinato con un secchio vuoto tra le mani.

-Ehi signore… perché piangi?- gli chiese preoccupato il bambino… non avrà avuto più di 5 anni.

-Non sto piangendo…- rispose alterato.

-allora me la dai una mano?-

-Che dovrei fare io???-

-GAARAAAAAA!!! Ti ho detto mille volte di non allontanarti…eh? Che ci fai con questo tizio?-

-Sorellona lui mi stava per aiutare con l’acqua…-

-Non dire cavolate moccioso! Io non ti aiuto proprio con niente… questi lavori falli fare alle donne… è il loro lavoro…- e si ristese sull’erba senza rimorsi…

-Tem…-

-Ho sentito piccolo… adesso ci penso io!- un sorrisetto che non prometteva nulla di buono nacque nel viso della bionda che senza nemmeno pensarci svuotò l’intero suo secchio sulla faccia del povero pistolero.

-Ops… scusa… sai noi donne siamo solo capaci a fare le faccende domestiche… non siamo brave con il trasporto dei secchi…- temari gli lanciò una notevole frecciatina che lasciò shikamaru di sasso. Dopo prese gaara in spalla e diresse ancora verso il fiume per riempire il secchio che gli era “scivolato” dalle mani.

-Ahn e un’ultima cosa… non è bello mentire ad un bambino… è palese che stavi piangendo… bye cry-baby…-

 

“donne… devono sempre dire una parola di troppo…”

 

anche se inzuppato fradicio nara non potè far altro che sorridere nel vedere la “dolce” ballerina allontanarsi camminando in modo un po’ sgraziato e deciso verso la riva.

 

Forse… l’odio non era l’unico sentimento che regnava nel suo cuore… da quando vide temari in quella locanda un nuovo sentimento stava per affiorare..

 

Lei con i suoi modi un po’ mascolini, lei con quel profumo dolciastro che inebriava le menti, lei con la sua voce suadente, lei maliziosa che ballava sul bancone del saloon, lei indispettita dalle parole di un forestiero, lei orgogliosa più che mai, lei anche estremamente dolce quando lo desidera, lei… temari… gli aveva scaldato il cuore.

***

 

Calò la sera e con tranquillità si diresse verso la locanda. Fuori, poggiata sulla staccionata trovò la stessa ragazza che l’aveva lavato qualche ora prima. La osservò per qualche minuto. Incantevole… era semplicemente incantevole. Poggiava i gomiti sulla ringhiera e scrutava il panorama assorta nei suoi pensieri mentre la lieve brezza le carezzava il viso spostandole ciuffi ribelli dal viso.

Senza farsi sentire le si avvicinò mettendosi nella sua stessa posizione.

-Bella lavata che mi hai dato oggi…-

la bionda si risvegliò di soprassalto, evidentemente era talmente assorta da non averlo sentito. Spavalda comunque si girò di scatto poggiando questa volta la schiena alla ringhiera e puntandoci i gomiti.

-Bhè te lo sei meritato… non sopporto i mschilisti.-

-Ci sono altre categorie di uomini che non sopport?-

-ehmmm… fammi pensare… an si certo… quelli che frignano come delle femminucce…-

-stai cercando di dirmi che non ti piacciono gli uomini come me?-

-vedo che non sei proprio così stupido allora…- temari stanca di quella conversazione senza ne capo ne coda fece per andarsene ma qualcosa la trattenne… era shikamaru che l’aveva afferrata per un braccio. La trascinò bruscamente addosso a se.

Erano vicini, così vicini che il suo profumo e il calore provocato dal contatto del corpo con le soffici curve della bionda lo mandò in visibilio. La fissò negli occhi tenendola ferma vicino a sé. Quegli occhi, quello sguardo… era tutto quello di cui aveva bisogno. Amava perdersi in quegli occhi acquamarina, in quegli occhi sinceri e fieri.

Temari lo fissava interrogativa, era da pochi secondi che il moro la teneva fra le sue braccia ma aveva già le guance imporporate di rosso e il cuore che le batteva a mille. Sentiva il fiato sollecitargli dolcemente il collo. Dio quanto aveva sognato quel momento. Si era invaghita di quel ragazzo così misterioso dal giorno in cui fece capolino nella sua locanda… ma il suo orgoglio gli impediva di confidargli i suoi sentimenti… lei da quando lui aveva preso a frequentare il saloon iniziò a ballare con più foga, con più passione, dedicandogli ogni passo ogni movimento, ogni sguardo… sicura che sarebbe stato ben accolto.

 

Non servivano le parole… bastavano gli sguardi per potersi confidare i propri pensieri, le proprie sensazioni.

 

Shikamaru non resistette. Aveva la seccatura, pardon… la donna… più bella e sensuale che avesse mai visto tra le braccia. Le scostò un ciuffo di capelli dagli occhi, facendo in seguito scivolare la mano nella guancia. Quella dolce carezza portò la bionda a chiudere istintivamente gli occhi, come se avesse paura, come se si vergognasse di non respingerlo. Il suo orgoglio le urlava di allontanarlo… no poteva trattarla come una qualunque, ma il suo cuore questa volta ebbe il sopravvento. Non gli permise di fare un solo movimento assecondando la mano di shikamaru che si portò fino al mento sollevandoglielo leggermente per imprimergli un candido bacio sulle labbra.

Gli occhi di temari si spalancarono perdendosi di conseguenza in quelli neri del moro. Schiuse leggermente le labbra consentendo così il contatto delle loro lingue. Subito quel tenero bacio si trasformò in uno più passionale. I due iniziarono a baciarsi con foga, con desiderio. Lui la prese per i fianchi sbattendola contro la staccionata. Lei gli teneva la maglia come per paura che scappasse. Quel desiderio durò qualche minuto quando lui si staccò iniziò ad imprimergli baci sul collo lasciandosi dietro una lieve scia di saliva… risalì fino all’orecchio e le sussurrò:

-è un peccato che gli uomini come ma non  ti piacciano… perché… le donne come te… a me fanno impazzire…-

un sussultò fu seguito da quelle inaspettate parole… era davvero strano sentirsi dire quelle cose dall’uomo che per un mese si era amato in segreto.

Shikamaru passò a mordere il lobo dell’orecchio provocando un gemito di piacere alla ragazza. 

Lo desiderava… lo voleva da quel primo giorno in cui lo vide, e lei, Temari Sabaku no, otteneva sempre ciò che voleva.

Maliziosa scoprì il ventre dell’amante accarezzando gli addominali e il petto ben delineati continuando a baciargli, mordergli e leccargli il collo. Questa volta fu il ragazzo a lasciarsi andare con un gemito.

-Shikamaru… ti voglio…-

-Non aspettavo altro, Tem... vieni con me…- le prese la mano e la trascinò fino nella sua camera dopo essersi chiuso la porta alle spalle la sbatté contro la porta baciandola con foga ogni parte del corpo. Le tolse il vestito che le donava un’aria elegante e matura lasciandola solo con gli slip in pizzo nero. Prese a baciarle il seno mentre lei era indaffarata a spogliare a sua volta l’amante. La portò nel letto e sopra di lei iniziò ad accarezzarle le gambe provocandogli piacere, fino ad insinuarsi nella parte  più accogliente. Continuava a baciarle il ventre e sempre più giù fino ad arrivare nella sua parte più intima. Lei gli sciolse il codino che ormai era sfatto e sentì i suoi capelli morbidi cadergli sulle gambe e sul ventre… si sentiva bene… sentiva di amarlo…

mentre lui cercava di regalarle piacere lei gli accarezzava dolcemente i capelli. Scese prendendo il suo viso tra le mani rivolgendolo verso di lei. Lo guardò con dolcezza, lui risalì piano baciandole di nuovo il ventre e fermandosi sul seno. Era soffice, morbido, come l’aveva immaginato.  Continuò a risalire fermandosi questa volta nelle labbra rosee dell’amata… un altro bacio passionale travolse i due ragazzi facendoli sospirare di desiderio. Lui si portò ancora più sopra di lei, con una mano dietro la schiena l’avvicinava sempre di più, voleva sentire il contatto con il suo petto… continuava  a baciarle il collo mentre con delicatezza si faceva spazio tra le sue gambe.

Qualche sospiro, qualche sguardo, baci dolci… lui dentro di lei… gemiti di piacere provenivano da entrambi… quando fu più sicuro aumentò le spinte e con queste aumentò il piacere.

Lei era sotto di lui.. amava vederla così… stravolta e paonazza inebriata dal piacere pronunciava frasi sconnesse che chiedevano di più.  Il suo profumo lo mandava in visibilio come d’altronde quegli occhi che lo rendevano impotente di prendere qualsiasi iniziativa… il suo unico desiderio era quello di farla stare bene, di amarla, di provocarle piacere.

Sfiniti e travolti da una passione quasi innaturale i due si stesero abbracciati. Passarono la notte su quel letto galeotto, unico testimone della loro passione, del loro amore.

Qualche tenero bacio per non smettere di amarsi…

-Temari…- le sussurrò dolcemente… -Amami…-

quelle parole risuonarono per qualche secondo nella sua testa. Poggiò la schiena allo schienale del letto gettando indietro la testa e rivolgendo il suo sguardo al soffitto. Shikamaru in attesa della risposta poggiò la sua testa sulle gambe della bionda lasciandosi trasportare dalle dolci carezza che lei gli regalava. Un ultimo sospiro poi i due sguardi si incontrarono.

-Io ti ho amato con tutta me stessa… e sono pronta a farlo per tutta la vita…-

gli sussurrò infine baciandolo dolcemente.

-allora fallo, temari… perché io è già da un mese che ti amo incondizionatamente trasportato da ogni tuo gesto, da ogni tuo sguardo….ti amo…-

il bacio che si scambiarono fu più irruento, più passionale e li riportò ad amarsi come avevano fatto poco prima… per tutta la notte…

 

 

la mattina dopo temari si svegliò cercando il calore di shikamaru, che però non trovò.

“che bastardo!!!!! Dopo tutto quello che ci siamo detti…..”

-buongiorno amore…ti ho portato la colazione…-

-ah! È… buongiorno shika…-

 

***

 

 

Erano le 15.30, le ore più calde delle torride giornate di agosto… all’interno del bordello si respirava un’aria acre impregnata di fumo… shikamaru al bancone si dissetava con la sua solita birra e scrutava di sottecchi temari, più bella che mai, che danzava accompagnata dalle note regalategli dal pianista… kiba si strafogava di rum quando…tutto proseguiva come di consuetudine quando… arrivarono in gruppo, seguiti dallo sceriffo Uzumaki… a spalancare le porte del locale il boss della banda… pain… seguito dalla sua donna, Konan, una delle donne più temute di tutto il western, e dagli altri scagnozzi.

Uno di loro superò il boss e adocchiò una ballerina. Questa aveva un lungo vestito nero a balze con dei nastrini rossi che le cingevano le 4 buffe codine. Spavaldo il pistolero le si avvicina… era seduta sul pianoforte e lo fissava sicura. Non si mosse di un solo millimetro nemmeno quando lui malizioso si portò davanti a lei e gli accarezzò il viso.

 

Era lui… ne era sicuro. Era  quello il fottutissimo pistolero che gli portò via il suo migliore amico. Era  lui il fottutissimo bastardo che stava mettendo le mani addosso alla sua temari. Non ci vide più. Pochi secondi.. uno sparo… la mano di quello stronzo iniziò a sanguinare. Dolorante si accasciò a terra fulminandolo con lo sguardo. Un membro della banda stava per intervenire quando fu fermato dallo stesso boss.

-Stai al tuo posto-

shikamaru si avvicinò al biondo che portava il nome di deidara e con un colpo deciso lo tirò su.

-Non osare più toccarla… lei è la mia donna!-

senza infierire lo rigettò a terra fulminandolo con lo sguardo.  Puntò la sua pistola alla testa del biondo.

-Questo è per te choji…-

nara si stava preparando a sparare per vendicare il suo amico quando il calore di una mano si propagò sulla sua.

Era la mano di temari scesa poco prima dal pianoforte per dirigersi verso l’amato.

La guardò speranzoso. Voleva conforto e la mano gli tremava. Aveva atteso tanto quel momento. E ora avrebbe potuto vendicare il suo compagno defunto. Ma era veramente questo quello che avrebbe voluto choji? Conoscendolo no. Non amava la violenza.

-Shika… lascia stare… non sarai un vincente se lo ammazzi… sarai solo uno stupido che non ha saputo valutare la situazione… è disarmato.-

Dio ma come faceva quella donna a capire tutti i suoi sentimenti? A capire e colmare le sue insicurezze? Abbassò la pistola e rivolgendosi alla banda disse con freddezza: -questa volta vi lascio andare.. sappiate che se mettete ancora piede in questa città… vi faccio fuori con le mie mani.-

Il boss sorrise. Non voleva duelli era solo passato per il ristoro. Inoltre aveva apprezzato il gesto del pistolero. Pur essendo un fuorilegge Pain era un uomo d’onore. Senza fare storie raccattò su la sua gentaglia e se ne andò.

 

-Tem… tutto ok?-

-Ovvio… se avessi avuto problemi lo avrei steso da sola tranquillo! Sono una dura io!- disse puntandosi con il pollice e rivolgendo il suo sorriso migliore verso il ragazzo.

-Non ce ne sarebbe stato bisogno.. perché vedi… ho promesso che ti avrei protetta a costo della mia stessa vita.- sorrise lui di rimando.

 

Temari riprese a ballare serena dopo quelle parole e shikamaru si riportò al bancone a sorseggiare la sua birra in compagnia dei suoi amici. Tutto era come doveva essere. Si soffermò ad osservarla:

 

Lei con i suoi modi un po’ mascolini, lei con quel profumo dolciastro che inebriava le menti, lei con la sua voce suadente, lei maliziosa che ballava sul bancone del saloon, lei indispettita dalle parole di un forestiero, lei orgogliosa più che mai, lei anche estremamente dolce quando lo desidera, lei… Temari… gli aveva scaldato il cuore.

 

Lei era la sua seccatura.

 

 

Ciao a tutti miei cari! Come promesso sono tornata con una shikaxtem!!!!!  Avevo detto che sarebbe stata ambientata nel far west e così è stato! Spero davvero che vi sia piaciuta! -^^- era da un po’ che ci lavoravo… ma l’ispirazione vera e propria l’ho avuta ieri nel mio momento di “meditazione” ovvero la pennichella! XD

 

Lasciate un commentino per favore.. si accettano anche critiche costruttive… come sempre!

Un bacione dalla vostra Naruto_Chan

 

 

 

  
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