Amelie aveva soltanto 13 anni quando iniziò a capire come andava la vita. 
E da quel giorno voleva soltanto sparire.

Amelie era una ragazza come tante, o forse ancora una bambina, destinata a crescere troppo in fretta.
Quel giorno era nella sua classe, come sempre, quando ad un certo punto notò una cosa a cui non aveva mai fatto caso prima.
I ragazzi stavano facendo una classifica sulle più belle, ma lei non aveva mai pensato a farsi carina per andare a scuola, a lei le importava soltanto di studiare, di passare e avere un futuro; amava stare con le ragazze che amavano leggere, e si portava una mela come merenda da casa.
Così la sua attenzione si spostò velocemente su altro.

Però quel giorno non era come gli altri, Amelie sentì per sbaglio un commento.
"guardate dove l'hanno messa, quella secchiona, all'ultimo posto ovviamente!" 
"spero che capisca quanto sia brutta, veramente"

SI girò e vide che le ragazze stavano proprio parlando di lei. Neanche le conosceva, non socializzava con quel tipo di persone, ma quelle parole la ferirono pronfondamente.
Loro continuavano a ridere e lei sarebbe voluta sprofondare.

Arrivò a casa, e trovò come sempre i suoi a discutere, ma per quel giorno ne aveva avuto abbastanza e se ne andò a rinchiudere in camera, ripensando a quei commenti e quei sorrisi cattivi, che l'avevano ferita tanto.
Il giorno dopo quasi l'aveva dimenticato, ma i ricordi fecero presto a riaffiorare.
All'entrata le tolsero gli occhiali, le diedero una, due, tre spinte:
"fai schifo", "devi morire" , "se muori non manchi a nessuno, capito?" 
Le lacrime avevano riempito così tanto i suoi occhi che se non fosse andata subito in bagno sarebbe scoppiata a piangere davanti a tutti, ma lei non voleva farsi vedere così, lei era una ragazza forte.
Corse in bagno e scoppiò. Si guardò allo specchio e si chiese cosa avesse fatto di male per meritarsi tutto ciò. Il sangue le usciva dal naso, e quel giorno di scuola ne aveva già avuta anche troppa, quindi chiamò  a casa e si fece venire a prendere da sua madre, inventandole che era caduta e aveva battuto la faccia.

Il peggio è che la madre le credette.





*note.
Ciao ragazzi questa è la prima storia che provo a scrivere e alla quale mi sento molto legata, lasciate tante recensioni, anche negative se non vi piace, non mi offendo :) 
Se avete consigli da darmi sono ben accetti, insomma, scrivete quello che volete basta che mi dite cosa ne pensate, un bacio,
Lale.