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Autore: Lylawantsacracker    24/05/2014    4 recensioni
" ..Restavano solo i ricordi e i rimpianti. Tirò fuori una foto dalla tasca interna dell’impermeabile. Era un po’ ingiallita, e ritraeva lui, Dean, Sam, Bobby, Ellen e Jo. Lui e la sua famiglia. "
La storia è ambientata un secolo dopo la morte di Sam e Dean, avvenuta dopo aver chiuso finalmente i cancelli infernali.
Possibili spoiler riguardanti personaggi e ambientazioni dell'ottava e nona stagione.
Rating tra giallo e arancione.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Passarono circa due settimane, e i due angeli non erano ancora tornati. Come se non bastasse, non rispondevano neanche al cellulare.
L'ansia cresceva sempre di più, nei due ex Winchester.
Continuavano ad esercitarsi, ma con meno impegno di prima; non riuscivano a concentrarsi del tutto.
- Ascolta, Sam. - esordì Dean un giorno in cui erano particolarmente nervosi. - È inutile stare qui a torcerci le mani dall'ansia. Sai cosa dovremmo fare?
- Cosa?
- Ricominciare a cacciare, come ai vecchi tempi.
Sam ci pensò su un attimo, grattandosi la testa. - Hai ragione, penso sia una buona idea.

I due iniziarono a cercare qualche caso interessante, sui loro rispettivi computer.
- Senti questa. - esordì Sam dopo un po'. - “Brutale duplice omicidio sconvolge Rome City, nell' Indiana.
Johanna Smith e la figlia Maggie sono state ritrovate morte alla riva della palude di Limberlost, completamente irriconoscibili. Sono state trovate entrambe senza braccia né mani, con il volto sfigurato. Mark Smith e i parenti di Johanna sono distrutti dal dolore.”
- Forse è opera di qualche normale, umano psicopatico, Sam. - lo interruppe Dean.
Sam gli lanciò un'occhiataccia. - Fammi finire. - disse. - “Ad entrambe le vittime è stato esportato lo stomaco. Sembrerebbe l'opera di un animale.“
Dean sospirò. - Sì, forse è un lavoro per noi. - disse, alzandosi dalla sedia. - Prepariamo le borse, sarà un lungo viaggio.


Dopo essersi preparati, salirono sulla moderna auto di Dean.
- Non te la prendere, Dean, ma credo che mi manchi la vecchia Impala.
Dean assunse un'aria nostalgica. - Manca anche a me. Appena quei due imbecilli tornano, dovremmo fargliela recuperare in qualche modo. - disse. Poi selezionò immediatamente il canale radio da ascoltare.
<< Here I am, on the road again...>> cantava la voce di James Hetfield*. Dean, ovviamente, non cambiò canale.
- Giusto in tempo, eh, Sammy? - disse sorridendo.
Sam rise. - I tuoi gusti sono rimasti gli stessi da un secolo, a quanto pare.
Dean alzò gli occhi al cielo. - Immagino che i tuoi siano moderni e aggiornati, come al solito. - disse sorridendo. - Comunque, si parte, Sammy! Se incontriamo qualche demone, gli ficchiamo un bel coltello nella pancia, e adios!

Partirono sfrecciando. Nel ventunesimo secolo ci avrebbero messo circa dodici ore da Lebanon** a Rome City, ma ora solo poco più di sei ore, grazie alla velocità delle nuove auto.
I due chiacchierarono del più e del meno, ma ben presto rimasero in silenzio. L'ansia che provavano per i loro compagni aveva preso il sopravvento.
Dopo sei ore e mezza ed un paio di soste, arrivarono finalmente a Rome City, verso le nove di sera. Parcheggiarono nel motel più vicino.
- Sam, non so tu, ma io sono stanco morto. Io mi farei una bella dormita.
Sam fece un gran sbadiglio. - Non potrei essere più d'accordo.
Ordinarono subito una stanza, e si sistemarono sui loro letti.
Dean compose il numero di Castiel per l'ennesima volta, senza ottenere risultati. - Tu sei riuscito a metterti in contatto con Gabriel? - disse con voce agitata.
L'espressione di Sam era piuttosto eloquente. - No, Dean.
Dean si sfilò la t-shirt, e si stese sul letto. Sospirò. - Notte, Sam.


Il mattino seguente si alzarono verso le nove. Si vestirono di fretta, indossando due completi uguali e prendendo i distintivi falsi. Poi uscirono dal motel.
Salirono in macchina e si diressero verso casa Smith. Era una grande villa a due piani.
Suonarono più volte, ma non venne ad aprire nessuno.
Una donna dai folti capelli rossi e ricci li notò, mentre curava il giardino della casa accanto. - Scusate. - si schiarì la voce. - Mark è chiuso in casa e non risponde al telefono, né apre alla porta. Non si può dargli torto, con quello che è successo...
Sam e Dean le se avvicinarono, mostrandole i distintivi.
- Siamo gli agenti Ackles e Padalecki, potremmo farle qualche domanda? - chiese Dean con aria formale.
La donna alzò le spalle. - Certamente, ma non ne so molto.
Poi li fece accomodare in casa, offrendo loro due bicchieri di whisky. Era una casa piuttosto moderna; il televisore occupava tutto il muro davanti a loro.
- Innanzitutto mi presento. Sono Sinead MacKenzie, molto piacere. - disse, stringendo loro la mano da dietro il tavolo del salotto, intorno al quale si erano accomodati.
- Ci sa dire se in questi giorni ha notato qualcosa di particolare? Un atteggiamento strano da parte delle vittime, odore di zolfo... - chiese Sam sorseggiando il suo whisky.
Sinead lo guardò perplessa. - Odore di zolfo? E perché mai? No, in questi giorni era tutto normale. Johanna accompagnava la figlia a scuola, andava a lavoro, e tornava a casa, come al solito.
Poi all'improvviso, sono sparite, una decina di giorni fa. Mi ricordo che ero appena rientrata da una gita in montagna con la mia compagna Ingrid, quando Mark è corso in casa nostra.
Sinead, Sinead, Johanna e Maggie sono sparite, non so cosa fare” diceva tutto agitato, come se potessi fare qualcosa. Gli ho fatto chiamare la polizia da qui, per fargli denunciare la scomparsa.
Non ho idea di chi abbia potuto fare una cosa del genere a quelle due poveracce. - disse in tono contrito. - Spero riusciate a trovare il colpevole. Johanna era mia amica; siamo cresciute insieme, come due sorelle.
- Faremo il possibile, Sinead. Ci dispiace per la sua amica. - disse Dean congedandosi.
Sinead fece loro un sorriso di circostanza, e li accompagnò all'uscio.


- Niente di niente. - disse Dean irritato.
- Dobbiamo assolutamente interrogare Mark, magari ne sa qualcosa di più.
Tornarono alla casa degli Smith, suonando nuovamente.
Insistettero per mezz'ora, poi Mark venne loro ad aprire. Aveva profonde borse sotto gli occhi, il volto scavato e la barba incolta.
- Cosa diamine volete? Ho già risposto a tutte le domande della polizia, e non sono ancora riusciti a trovare il colpevole. - disse burbero. - E neanche mi hanno creduto del tutto.
Stava per chiudere la porta, quando Dean vi mise un piede in mezzo. - Signor Smith, noi siamo più... disposti a credere a quello che ha da dire, ci creda.
Mark, a malincuore, li fece accomodare in casa. Anche quella era piuttosto moderna, ma era tutto in disordine. Le mosche svolazzavano intorno al cibo putrido ancora nei piatti.
Sam e Dean si accomodarono sul divano, cercando di ignorare il fetore.
-
 Allora, cari agenti ficcanaso. - cominciò a dire Mark, irritato. - Il giorno della scomparsa era tutto normale, ma quando sono rientrato a casa, ho notato che il pavimento era completamente bagnato, e che c'erano delle scie di muschio ed alghe verso le camere di Johanna e Maggie. Sono sparite da sole un paio d'ore dopo.
Sam sgranò gli occhi. - Mark, le crediamo. Ci faremo sentire presto. - disse interrompendolo, alzandosi di scatto.
Dean e Mark lo guardarono perplessi. Dean lo seguì. - Ci faremo sentire, signor Smith. - ripeté.


- Sam, cosa ti prende? - gli chiese una volta fuori.
- Ti ricordi il nostro studio sulle creature mitologiche? Bene, la banshee è una delle ultime di cui ho letto. Ricordo solo che è una creatura che abita nelle paludi, e che uccide le sue vittime sventrandole e mangiandone lo stomaco. Devo rileggere le informazioni sul suo conto.
Dean assunse un'espressione disgustata. - E guarda caso, le vittime sono state ritrovate nella palude di Limberlost.

Tornarono al motel, e Sam accese immediatamente il pc che si era portato dietro.

- “ La banshee è una creatura leggendaria dei miti irlandesi e scozzesi. È uno spirito femminile, descritto generalmente come una bella donna con indosso un vestito verde ed un mantello grigio.

Appare spesso con gli occhi resi rossi dal pianto. Nella mitologia più recente, la banshee è uno spirito maligno che uccide con le sue urla. Spesso, dopo la morte delle vittime, le fa a pezzi e ne mangia lo stomaco. Secondo le leggende può venire uccisa solo con un coltello bagnato del sangue di un membro della famiglia a cui è legata. È legata alle famiglie il cui cognome inizia per Mac- o O'- e può venire evocata solo da loro, in lingua gaelica.” ***

Sam si interruppe. Guardò Dean. - Sinead! - esclamarono all'unisono.
Tornarono in fretta a casa della signora MacKenzie. Suonarono più volte il campanello.
Lei aprì, irritata. - Ah, siete di nuovo vo.. - iniziò a dire, ma venne interrotta da Sam che le mise una mano sulla bocca. La misero di forza sulla sedia, e la legarono.
- Se urli, ti spariamo all'istante. - disse Dean, gelido.
Quando Sam le tolse la mano dalla bocca, lei rimase in silenzio.
- Ora parlaci della banshee e delle due innocenti che hai fatto ammazzare.
Sinead rimase a bocca aperta. - Non so di cosa stiate parlando.
- Apri quella cazzo di bocca o ti spariamo. - eclamò Dean.

- E va bene, stronzo. - replicò Sinead con freddezza. - Kyme è legata alla mia famiglia da più di un secolo, ormai. L'abbiamo sempre sfruttata per togliere di mezzo gente che ci dava fastidio. Poi mia nonna decise di nascondere la sua esistenza a tutti, in modo da non poter più nuocere a nessuno. Io, per fortuna, scoprii tutto, e la evocai immediatamente. È stata obbediente fin da subito.

All'inizio non ho fatto nulla. In quell'epoca stavo con Mark. Sì, con Mark Smith. Dopo poco tempo mi ha lasciata perché non potevo dargli dei figli, essendo sterile. Si mise insieme a Johanna, la mia “migliore amica” con cui mi tradiva già da tempo. Ho aspettato che si sistemassero, che creassero una famiglia. Poi, poco prima di farla uccidere, lei mi ha rivelato che era rimasta incinta di nuovo, e che erano tutti al colmo della gioia. Mi sembrava un'occasione perfetta.

Dean, senza commentare, prese un coltello e le graffiò l'avambraccio, facendola gemere. Lo bagnò bene del suo sangue.
 - Ora evocala. - disse Sam.
Sinead obbedì, sapendo di non avere scelta. Iniziò ad intonare una bellissima canzone in gaelico. L'unica cosa che i due riuscirono a comprendere era il nome della banshee, Kyme.

Dopo qualche minuto apparve una ragazza piuttosto attraente, con un vestito verde che pareva composto da alghe e muschio. I suoi capelli, di un verde leggermente più chiaro di quello del vestito, erano avviluppati in ninfee ed altre piante acquatiche. La sua pelle era di un pallore spettrale.

Era rivolta verso la padrona. Vide che era imprigionata, e il suo splendido volto si trasformò in una maschera grottesca. Si voltò verso Sam e Dean, pronta ad urlare, ma Dean la precedette infilandole il coltello nell'addome.

La sua bocca si aprì, ormai muta, e lei cadde a terra. Svanì, lasciando l'impronta della sua sagoma.
Sam slegò Sinead, che aveva gli occhi spalancati dall'orrore.
- Bene, Sinead. Purtroppo non possiamo denunciarti alle autorità, visto che non ci crederebbero. - disse Dean, tranquillamente. - Ma se te ne esci di nuovo con qualcosa del genere, ti ammazziamo.
Uscirono di casa, e montarono in macchina.
- È stato piuttosto veloce, eh? Non abbiamo neanche avuto il bisogno di consultare la polizia. - commentò Sam.
- Già. Devo dire che uccidere quella banshee è stato un po' troppo facile, mi aspettavo di peggio.
Sam rise. - Comunque, tre minacce di morte in cinque minuti!  Sei proprio il vecchio Dean Winchester.
- Ma smettila.

Dopo essere tornati al motel a prendere le proprie cose, rimontarono in macchina e partirono.
Sam provò a chiamare prima Gabriel, e poi Castiel, ma non c'era nulla da fare.
Rimasero in silenzio per il resto del viaggio, in preda all'angoscia.
Era successo loro qualcosa, e non potevano scoprirlo in alcun modo.







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* Cantante dei Metallica. La canzone è Turn the Page, è di Bob Seger, ma loro ne hanno fatto una cover.
**Lebanon in Kansas è il luogo in cui si trova il bunker, ho controllato. Ho letto anche la durata del tragitto da lì a Rome City.
*** Ho mischiato tradizione e invenzione è.è
Con questo capitolo si ha un po' un ritorno alle origini! Ahah :'D Spero non vi annoi troppo. In ogni caso, vi anticipo che nel prossimo c'è un colpo di scena (piccolo? grande? non so, dipende da come la prendete).

 

  
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