Ero sull'aereo da una buona mezz'oretta che però trascorreva in maniera piacevole mentre leggevo il mio libro preferito
e guardavo fuori dal finestrino le città che erano al di sotto di me, sembravano minuscole costruzioni e le persone
delle piccole formiche. Non vedevo l'ora di arrivare all'Università di Londra, l'anno prima avevo terminato il liceo ed avevo 
vinto una borsa di studio a Londra proprio per i miei ottimi voti a scuola. Finalmente potevo fare ciò che volevo davvero;
studiare la letteratura inglese e laurearmi proprio in lettere che è sempre stato il mio sogno. Mentre questi pensieri erano nella 
mia mente mi accorsi che ero già arrivata, così metto il libro nella borsa, slaccio la cintura di sicurezza e mi incammino all'
aeroporto, presi le valigie e andai a chiamare un taxi. La prima cosa che pensai appena uscì era 'wow, che città stupenda!'
Non vedevo l'ora di arrivare all'Università. Dopo cinque minuti un taxi si accostò a me ed io entrai, posando prima le valigie
nel bagagliio, siccome erano tre, ci portai tutto perché sarei rimasta lì per un po' di tempo. Dopo una mezz'ora il tassista disse
che eravamo arrivati io scesi, lui mi aiutò coi bagagli dopodiché lo pagai e mi avviai verso questo grande edificio molto bello
e al solo pensiero che avrei vissuto lì per un po' non mi dispiaceva. Entrai e vidi tantissimi ragazzi e ragazze tutti con libri in mano
che ridevano, scherzavano e parlavano tra di loro. Chiesi al banco informazioni la mia camera e la signorina mi chiese il mio nome
dicendo 'come si chiama? io risposi sorridendo 'Sofia Norwood', lei controllò la lista davanti ai suoi occhi e mi disse:' c'è un
piccolo problema, ti dispiace venire con me?' io preoccupata dissi 'no, si figuri' ci incamminammo così verso l'ascensore
e salimmo al secondo piano entrammo in una stanza che era la presidenza e la signorina bussò ed entrò, io salutai e all'interno
c'era una signora seduta su una poltrona con una scrivania davanti a lei su cui sopra c'erano pile di libri, la signorina disse 'lei è

Norwood, la ragazza della borsa di studio. Siccome le camere tra ragazze provenienti dai licei sono finite, dove la facciamo alloggiare?
Mentre ascoltavo pensavo 'oddio! come sono finite?' Già ero una ragazza in sè per sè timida, dovrò stare anche da sola in
camera e non mi va' proprio. La mia vita è stata molto felice finché non morì mio padre, scoprì che aveva un tumore quando
avevo quattordici anni, e a sedici anni morì, per me fu un colpo molto duro. Non parlavo praticamente più con nessuno, non
avevo nessuno con cui parlare e che mi capisse davvero, qui avrei davvero voluto cambiare. La signora mi salutò, poi cercò
dei fogli e disse 'nella camera 24 alloggia solo una persona, e perché no, gli farebbe bene stare con questa ragazza dalle
capacità molto elevate' e mi sorrise, la signorina disse'okay, la accompagno subito, a dopo' salutai e mi incamminai con lei.

Arrivati alla stanza disse 'se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi, mi chiamo Kendall' io sorridendole dissi 'oh grazie mille'

Mi lasciò sola, non sapevo chi ci fosse dentro quella camera, non sapevo cosa fare. Mi ritrovai io, le valigie e la porta. Bussai.