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Autore: Fantfree    24/05/2014    1 recensioni
In un futuro indefinito, gli uomini hanno creato una realtà virtuale quasi fantastica, Utopia, dove tutti i desideri si possono realizzare. Ma gli utenti che vi accedono sono troppi e stanno per fare andare in tilt il sistema. Così, l'organizzazione mondiale decide di compiere un passo molto azzardato: con una banale scusa, Utopia verrà cancellata per sempre. Ed i programmi viventi al suo interno saranno definitivamente eliminati. Compreso Deric. Ma quando crede che tutto sia finito, si risveglia in una sala piena di persone e si accorge già che qualcosa non va: la realtà virtuale non si sta depixelizzando a suo piacimento. Tenuto in quella tenuta insieme a tanti altri, organizzerà una rivolta verso coloro che si fanno chiamare "dottori" per scoprire qualcosa di più sulle loro tristi condizioni. Purtroppo, non tutto va come previsto e Deric verrà caricato su un elicottero pronto a raggiungere una destinazione ignota. Sarà lì che conoscerà Marshall, una creatura umanoide geneticamente modificata diventata cyborg a causa dei continui esperimenti subiti sul suo corpo. Insieme progetteranno una fuga e scapperanno in una città, dove finalmente Deric potrà riabbracciare Margaret... Ma sarà lì che scoprirà il suo triste destino... Quello di essere un androide...
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Buio. Buio. Ancora buio. "Sono vivo? Sono io? Dove sono?" Queste erano le domande che mi venivano in testa, testa su cui io avevo dubitato moltissime volte. Se io ero un programma (e androide, come scoprii un po' di tempo dopo), allora i miei erano davvero ragionamenti? O complicatissimi algoritmi che il sistema centrale di utopia (e successivamente del mio software) aveva progettato per ognuno di noi? Sentii delle voci, anche se molto confuse ed impossibili da decifrare. Dove ero finito? Utopia era ancora lì? Cercai di ricordarmi il mio nome: Deric. Sì, ero ancora io.
Pian piano, le voci si fecero molto più nitide: “Processore A-B102. Automa C1-1. Funzioni uditorie funzionanti. Attivare il sistema della vista.” A quelle parole, mi capitò una cosa molto strana: l'udito, così come era venuto, se ne andò, questa volta di colpo. Non so perchè ma sentii il bisogno più sfrenato di aprire gli occhi. Ce li avevo chiusi, dunque? La luce entrò nella mia retina in maniera improvvisa e violenta. Ma i miei occhi non ne soffrirono. In pochissimo tempo, misi a fuoco moltissimi oggetti, come delle lampade, delle luci molto intense (che adesso paragonerei al sole, come potenza) che mi vennero impiantate a pochi centimetri dalla pupilla. Non sentii il bisogno di chiuderle, anche se una parte di me desiderava fortemente farlo. Deviai un attimo lo sguardo e poi riguardai la fortissima sorgente luminosa che mi venne lasciata lì per altri dieci secondi. Un umano molto probabilmente si sarebbe bruciato la retina, io invece non avevo alcuna paura, anche perchè fino ad allora non sapevo che cosa fosse essere davvero una persona. Quando provai la fatica sulla mia pelle, il dolore, la fame e molte altre cose umane, il mio mondo interno cambiò radicalmente. Essere degli uomini comporta molti limiti, ma anche emozioni, fantasia, amore e molto, molto altro. In quel momento l'unico mio pensiero era rivolto al luogo e a che cosa mi fosse successo, basta. Lo so, la paura fa parte anche degli androidi di nuova generazione, perchè è un'emozione molto utile. Percepisci il pericolo attaccando o scappando. Ho avuto il privilegio di avere delle pseudo emozioni (un programma o una macchina, per quanto siano riprodotte fedelmente, non sapranno mai arrivare fino in fondo a ciò che pensa una persona, provare empatia), un forte intuito (che mi permise anche di valutare moltissime volte me stesso ed il mondo circostante in maniera più approfondita, calcolando tutto nei minimi dettagli) e moltissime cose che comporta essere un androide o un programma di Utopia. Diciamo che il mio protocollo “mentale” fu mantenuto tale e quale a quello del gioco, cosicchè io fui capace di fare moltissime cose (e soprattutto continuare a ragionare di testa mia!).
Quando mi fu tolta l'intensa luce dagli occhi, misi subito a fuoco tantissimi oggetti levitanti, come se fossero stati messi lì apposta per me. Mi focalizzai su una matita, un diamante, una miniatura. E fu proprio su quella che scoprii di aver ricevuto una vista caleidoscopica. I dettagli mi apparivano molto più chiari ed ingranditi, per poi tornare normali non appena avessi spostato lo sguardo. Questo fatto mi turbò moltissimo: nonostante io fossi un programma di Utopia, moltissime cose nel mio passaggio da programma ad androide erano cambiate del tutto. Ci volle quella terribile scoperta a farmi scoprire tutto su di me, che cosa fossi diventato e che cosa fossi rispetto alle altre persone. In quel momento, provai una grande soddisfazione, ma anche un grande spavento che non fece altro che far aumentare nel mio inconscio (o software interno) le mie numerose domande e le mie paure. In lontananza, apparve dal nulla un oggetto: che cos'era? Fu sempre in quell'occasione che scoprii che la mia vista non era solo fatta per concepire i più piccoli particolari, ma anche quelli più distanti. O come la chiamano, vista caleidoscopica ambivalente (anche se poi scoprii avere molte, molte più sfumature, come per esempio la vista UV o raggi x, nota: so che cosa state pensando riguardo quest'ultimi!). Per quanto riguarda l'udito, approfondisco adesso, per evitare che in futuro non ci siano delle incomprensioni, anche quello scoprii essere davvero straordinario: potevo udire tutti quei suoni non udibili dall'orecchio umano (ultrasuoni, infrasuoni) e suoni a potenze lievissime o spaventose, senza provare alcun dolore. A questo punto vi starete domandando che cosa ne sia stato di tatto, di gusto o di olfatto. Per quanto riguarda il primo, fui programmato per non provare alcun dolore (ma le carezze sì!) ed avere una pelle abbastanza invulnerabile agli urti, ma molto sensibile ai cambi di temperatura (in modo diverso dagli umani, perchè la mia soglia di sopportazione poteva arrivare a temperature elevatissime e bassissime, senza scottarmi o congelarmi). Olfatto e gusto non mi furono potenziati poi così tanto, ma furono mantenuti al di sopra della media di un essere umano. Infine, mi fu dato il cosiddetto “sesto senso”, i poteri psichici, come leggere nel pensiero (questo fu un male) di altri androidi o eventualmente, in casi di emergenza estrema, la levitazione e la telecinesi. Perchè non potenziarle? Perchè gli scienziati che mi ricrearono (mettiamola proprio così, fui ricreato in un mondo di cui avevo solo sentito parlare) mi fornirono una gran destrezza nello sport, nella resistenza (gli androidi non provano né fatica, né dolore fisico) e nel saper maneggiare le armi.
E mentre osservavo incuriosito quegli oggetti, la mia vista sparì di colpo. Che cosa mi stava succedendo? Perchè avevo degli oggetti fluttuanti davanti? Dove mi trovavo?
Poi, successe. Di nuovo. Così come mi ero “rinvigorito”, mi spensi un'altra volta, senza provare più nulla.
  
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